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Autore: Chiara_93    30/07/2011    9 recensioni
Voldemort è morto.
La Profezia si è compiuta.
Tutto sembra volgere per il meglio, ma per Hermione Granger è solo l'inizio di un devastante ménage di coppia.
Quello che una volta sembrava affascinante si è rivelato in tutto il suo squallore e quello che poteva sembrare terrificante potrebbe mostrarsi in una nuova, seducente luce.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tre letti

 

Capitolo 1

 

Hrrrrronf. Crrrrrooonf.

Hermione pensò a come avrebbe potuto traslitterare, in un ipotetico fumetto, il disgustoso russare di Ron, steso a pancia all'aria accanto a lei. Poi si rese conto che era un'idea stupida.

Tirò violentemente a sé le coperte, tanto Ron non si sarebbe accorto di niente nemmeno se avessero sparato con un cannone.

 

Forse era lei a sbagliare tutto. Era lei ad andare troppo piano. Pretendeva troppo.

Era la donna a dover rispettare i tempi dell'uomo, non il contrario.

Ma no. Cazzo, no. Due minuti era davvero troppo poco. Neppure il tempo di togliersi la maglietta.

Si ricordò del Ron coraggioso e impavido dei bei tempi, quando erano nella tenda, in fuga da Voldemort. Oh, allora le era sembrato così virile e forte, ironico e saldo, vispo e simpatico. Ron dai capelli color pomodoro, Ron che sdrammatizzava sempre. Allora pensava che stessero per morire da un momento all'altro, che dovessero vivere ogni secondo come se fosse l'ultimo, che dovessero godere reciprocamente l'una dell'altro come in un folle conto alla rovescia, verso la catastrofe finale. Alla fine, non l'avevano fatto. Mentre Harry rimuginava sugli Horcrux, sordo ai bisogni della carne, Hermione e Ron si erano appartati con la scusa di cercare dell'acqua. Sul greto di un fiume gallese, appartati fra due rocce, ci erano arrivati vicini. Ma Hermione aveva pensato che, se dovevano farlo, doveva essere in un altro modo, non così forzatamente. Allora credeva ancora al romanticismo.

 

Poi Voldemort era morto e si erano messi insieme per davvero.

 

Eccolo, ora, Ron.

Un perdigiorno sfaccendato, vagabondo, che passava le serate in alcoliche rimpatriate di ex-Grifondoro al Paiolo Magico.

Una voce arrogante che la sgridava perché il sugo faceva schifo, il risotto sapeva di merda, le sue camice non erano stirate, i pavimenti non brillavano e i piatti sporchi erano impilati sullo sgocciolatoio.

Un battifiacca disoccupato che criticava le scelte lavorative della compagna, perché il lavoro nella Magistratura Magica le toglieva tempo alle faccende domestiche.

Una mano serpentina che le sfilava banconote dal borsellino per giocarsele a carte e poi la schiaffeggiava – per il momento solo moralmente – perché spendeva troppo in scarpe, vestiti e acconciature.

Hermione stringeva i denti, e sopportava anche quello. Ma dove non riusciva a tenere a freno la sua ira era a letto. Lì Ron dava il peggio di sé. Attendeva i giorni del ciclo come una benedizione, per salvarsi da quella vergogna notturna. Una breve tregua di cinque giorni, poi Ron entrava in camera da letto già senza pantaloni.

Era un culo peloso che russava come un contrabbasso scordato accanto a lei, fiero del suo bel lavoretto appena una mezz'oretta prima. Si poteva capire una volta. Due. Finanche tre. Ma non ogni santa notte. Ron farfugliò qualcosa nel sonno. La cosa più schifosa era che si addormentava, come se non gliene fregasse niente del rancore di Hermione, dei suoi rimpianti, delle occasioni sprecate, del problema negato. Si addormentava come un bambino, esausto. E prendeva a russare, pacifico. Russava, nudo, senza mutande, i suoi flosci quattordici centimetri all'aria.

 

 

Hermione ricordava ancora la prima volta. La sua prima volta. L'umiliazione, il luridume, la lunga doccia gelida per sciacquare via quella collosa melma biancastra dal suo petto. L'ossessivo passare e ripassare rabbiosamente la spugna sul suo sterno, come se fosse macchiato di qualcosa di invisibile che non se ne veniva.

Ricordava l'orrore che aveva provato quando si era sentita schizzata. Aveva sperato che non fosse niente, che fosse solo una sua sensazione, poi Ron le era franato addosso, bello contento, ansimante. Non le aveva detto niente. Si era trascinato al suo cuscino e si era addormentato.

 

Aveva sperato che quello fosse stato un incidente dovuto alla tensione, all'ansia della prima volta. Ma anche le seconda era stata identica. E la terza. Alla quarta, fulmineo, Ron era entrato dentro di lei, che era completamente secca, impreparata. Il dolore era stato lancinante, lungo, lacerante, al punto da farla piangere. Mentre lei si ricacciava indietro le lacrime, il responsabile di quello scempio si accasciava sull'altro lato del materasso.

 

Ora che la via era “aperta”, la floscia e grassoccia appendice di carne di Ron poteva infilarsi all'interno di Hermione, che non provava il benché minimo piacere. Anzi. A volte l'attrito le provocava ancora dolore. E poi, c'era il disgusto, l'orrore, lo schifo di sentirsi zuppa del seme di quell'uomo senza aver avuto nemmeno un briciolo del suino piacere che Ron doveva provare, almeno a giudicare dai soffocati rantoli di eccitazione che emetteva.

 

Invidiava Ginny che segretamente le raccontava di come Harry riuscisse facilmente a farla venire anche tre o quattro volte, anche con la lingua o con le mani. In cambio, lei assecondava le sue piccole e innocenti perversioni: tacchi a spillo, lingerie di pizzo nero, calze nere, stivali al ginocchio. Ad Hermione sarebbe piaciuto tantissimo poter giocare un po' con Ron, stimolare qualche fantasia sessuale, immettere qualche emozione in quello sterile sfregamento di mucose. Ma niente.

Ron non aveva neanche idea di tutto ciò. L'unico uso erotico che dava alle sue mani lo testimoniavano i giornalini porno che ad Hermione capitava di raccattare in giro per casa, pudicamente nascosti sotto pile di vecchi libri di scuola.

 

Schrrrraawwwwfkkkk... per un glorioso istante, Hermione sperò che Ron si soffocasse da solo con un bolo di saliva, poi deglutì e tornò a russare come prima.

 

Depressa, Hermione si rivoltò su un fianco, cercando di ignorare i rumori corporei di Ron.

Pensò, con uno strale di nostalgia, a come la sua vita, da aperta e piena di opportunità che le era sembrata all'indomani della morte di Voldemort, era diventata un tunnel nero fatto di mutande sporche, piatti sudici, nottate d'angoscia.

 

Non era giusto. Non era giusto. Niente era giusto. Nulla era giusto, in quella vita.

Brrrrraaaaaffffschkkkrrr.

Angolo autrice

Ok, questa è la mia prima fanfiction: l'idea mi è venuta leggendo Harry Potter 7 e guardando le due parti del film.
Secondo i miei piani, questa storia avrà cinque o sei capitoli, in cui la vita di Hermione... diciamo che cambierà un po' da quella che conduce ora, anche grazie ad un personaggio di ritorno, biondo e stupendo.

Recensite in gran massa! :-) 

PS: A tutte le fan di Ron, perdonatemi per aver straziato il vostro mito. Ma era necessario per la causa.

  
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