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Autore: _Garnet915_    29/03/2006    7 recensioni
Tutto quello che volevano era rivedersi... per non essere più soli...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Garnet Til Alexandros XVII, Gidan Tribal
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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I. Gidan – Desperation Will I find the light someday?

Sospeso nel nulla, mente e corpo vuoto… ecco tutto quello che riesco a sentire… ricordo a malapena quanto mi è successo… e tutto perché non ho saputo reagire, mi sono lasciato sottomettere come un bambino, troppo scosso dalla verità sul mio passato per difendermi…

Ho fatto un errore che solo i pivelli riescono a fare… mi sono lasciato soggiogare dal quel maledetto di un Garland!! Ho scoperto troppe cose sul mio passato, cose che mi hanno messo paura… e la paura, la rabbia muovono la mia volontà come un burattino, impedendomi di reagire…

“Il tuo corpo diventerà un recipiente che accoglierà una nuova anima…”

Poi, più nulla… un attimo prima di svenire, nella mia mente vedo lei, vedo il suo volto sorridente, incorniciato da un caschetto nero…

“Daga…”

sussurro appena… e poi, il buio.

Kuja… mio fratello… lui, per davvero?! Continuo a non crederci, sin da quando mi è stato rivelato tutto: io sarei il fratello di quel maledetto invasato che tutti noi odiamo? Io non sarei di Gaya? No, no, no!! Sin da quando ero piccolo, volevo sapere la verità sul mio passato un tempo, ma ora, se potessi, mi farei un lavaggio del cervello, dimenticherei tutto molto volentieri… perché io… non voglio che Garland mi strappi l’anima, non voglio che strappi con essa tutti i miei ricordi che mi sono creato su Gaya… ma, allo stesso tempo, non voglio che tutti i miei amici, che lei… che tutti mi odino… devo riuscire a reagire!!

Ma qualcosa mi opprime l’anima, non riesco a svegliarmi, non riesco a correre, implorare i miei amici di non odiarmi… di aiutarmi…

Aiutarmi…

Ma io…

Non posso coinvolgerli…

Ormai questa è diventata la mia battaglia personale… se voglio far sparire la mia stirpe, far sì che di nuovo tutti mi accettino senza l’ombra dei jenoma che li opprime, non devo coinvolgerli… devo distruggere Tera da solo, con le mie mani… devo convincerli ad andarsene…

Ma come?

Non posso dirgli “scusate, andatevene”, devo…

Devo… Odiarli?

Per cosa? Per rimanere solo?

Non voglio…

Però…

A quanto pare… non ho altra scelta… se voglio salvare loro, la nostra amicizia e distruggere i miei simili, devo odiare i miei amici e rimanere solo… ma a questo punto, non è meglio chiedere il loro aiuto?

Io odio la solitudine… però…

Per il loro bene…

Per il suo bene

Per la loro salvaguardia…

Per la suasalvaguardia

Devo riuscire ad odiarli… ad odiarla...

E scacciarli da qui… a scacciarla...



“Gidan!”

una voce… mi chiama…

“Gidan!”

un’altra… ma chi è? Chi cerca di svegliarmi?...

“S-svegliati Gidan!”

i miei occhi si aprono lentamente su volontà del mio animo, che ha riconosciuto le due voci… una squillante e una balbettante… una maschile e una femminile… ma entrambi di due bambini…

“Vivi… Eiko…”

riesco appena a sussurrare. Non riesco nemmeno a crederci, due miei amici sono qui, con me, in questo momento. Sono giunti in mio soccorso, ma loro… loro ancora non sanno chi sono veramente… se lo sapessero, credo che se ne andrebbero via, via da Branbal e da Tera…



Forse… è meglio così… eppure, nonostante ciò, nonostante la mia verità rimasta nascosta fino a quel momento, non riesco proprio a dirglielo… è vero, voglio che se ne vadano, ma non che sappiano tutto quanto… no, non mi va…

“Ahi… la testa…”

è tutto quello che riesco a dire… nient’altro. Provo ad alzarmi in piedi, con molta fatica; le gambe… non le sento… come se fossero morte… o qualcosa di staccato dalla mia volontà, ormai l’unica cosa che riesce a tenermi sveglio, a farmi ragionare… o almeno, ci stava provando… perché se non fosse per quel poco di volontà che ho, di sicuro mi riaddormenterei, incurante delle voci di Vivi ed Eiko, abbandonandomi alla disperazione, cercando in tutti i modi di rinnegare le mie origini… le stesse che ho cercato per tutta la mia vita… 16 anni di ricerche, per poi trovare uno schifo come risposta…

“cosa ti è successo, Gidan?”

mi domanda Eiko

Ma la sua voce mi entra in un orecchio e mi esce dall’altro… non riesco a concentrarmi sulle sue parole, sulla sua voce… sono troppo stanco per farlo… però… però… sapere che lei e tutti gli altri sono in pericolo… risveglia la mia volontà di andare avanti… di andare avanti da solo…

“da solo…”

mi ritrovo a pensare… ma questo non è certo il momento per pensare, devo agire e proteggere tutti quanti! La stanchezza è tanta, eppure, non so come, ma riesco ad alzarmi in piedi… tuttavia, il peso del mio corpo è troppo grande per la mia debole volontà… strascicando i piedi, muovendomi lentamente e con la schiena curva per non affaticarmi troppo, supero Eiko e Vivi; i due, vedendo che li sto completamente ignorando, cercano di fermarmi urlando con tutte le loro forze:

“Dove vai?”

“Gidan, fermati! Aspettaci!”

“ci siamo…”

penso

“è il momento di farsi coraggio e di camminare senza il supporto di nessuno”

faccio qualche passo, poi mi fermo. Una trappola chiude l’ingresso della stanza dove mi trovavo in precedenza, bloccando Vivi ed Eiko… un colpo di fortuna… strano a dirsi, ma Garland, con quella sua sorta di “trappola” mi stava aiutando ad andare da lui ed ucciderlo, senza dovermi separare dai miei amici con troppe celebrazioni…

“lasciatemi in pace, mocciosi…”

è tutto quello che riesco a dire. Lo so, è molto crudele, però non c’è altro modo per farli stare zitti, per farli demordere dal trovare una soluzione per uscire da lì…

“cosa ne volete sapere, voi, dei problemi dei grandi?”

il petto inizia a bruciarmi, il cuore a battere veloce, mi sento un vero schifo

“Sei un’autentica testa di cazzo, Gidan! Ti sembra questo il modo di trattare gli amici?” mi ritrovo a pensare, sbattuto contro un muro, per la troppa stanchezza “sei un emerito idiota! Se poi soffri ti sta bene! A te e alla tua testa che non riesce a trovare altra soluzione per proteggere tutti se non trattarli come schifezze… in fondo, è la soluzione più comoda, no? Una soluzione ipocrita… una soluzione che ti si addice, che si addice ad un povero ladruncolo dongiovanni che nella vita non ha fatto altro se non scorrazzare per le ville e rubare quello che ci trovava di prezioso… quel dongiovanni… quel ladro… sei tu… sono io…”

“CAZZO!”

urlo pieno di disperazione. Una rabbia, un odio improvviso verso me stesso mi attanaglia, l’ira mi rende sempre più cieco e incapace di mantenere la calma con il passare dei secondi, non riesco nemmeno a pensare a qualcos’altro per risolvere questa situazione. A pensarci bene… non ci provo neppure. Vorrei arrivare ad odiare i miei amici, affinché loro odino me, affinché se ne vadano via indignati, lasciandomi morire insieme a questo mondo addormentato, marcio, che non troverà mai la luce… la luce di un nuovo futuro, un futuro che non è scelto da qualcun altro ma da se stessi… forse… quel maledetto essere chiamato destino aveva già programmato tutto anche per me… è difficile trovare la forza per odiare i miei amici… già mi appare impossibile odiare lei… no… non ci riesco, ci provo ma non ce la faccio!!

D’altronde, come potrei mai odiarla?

Lei, che c’è sempre quando ho voglia di ridere.

Lei, che c’è sempre quando qualcuno ha bisogno di consolazione.

Lei, che è sempre disposta ad aiutare gli altri.

Lei, che è l’unica a riempire davvero la mia vita.



Un verso, seguito da una folata di vento, mi risveglia dai miei cupi pensieri; apro gli occhi lentamente, quasi come mosso da una forza che mi possiede, che mi obbliga a fare cose che io non vorrei. Spalancati gli occhi e quello che mi si para davanti mi fa inorridire: un mostro, un cavallo blu scuro alato con un grosso corno in fronte, un… come si chiama? … bah, poco importa… che punta minaccioso il suo sguardo contro di me

“Che palle… non mi va…”

mi sento troppo fiacco e stanco per combattere, ma anche pieno di paura… paura di morire. Prima di morire, vorrei almeno passare da parte a parte il capostipite della mia razza e il mio odiatissimo fratello. Vorrei ucciderlo, un istante prima che lui possa uccidere me, non essere ucciso da uno stupido insetto, una volta diventato indifeso a causa della troppa stanchezza e dello shock improvviso…

Brandisco la mia arma, scagliandomi contro di lui; gli assesto un forte colpo, che lo fa barcollare; nonostante la debolezza, in battaglia rendo ancora bene.

“Buon segno” mi dico “ora so che ho almeno la forza di abbattere quei due maledetti!”

ma non ho calcolato la capacità di volo del mostro: egli, trovatosi in difficoltà, spicca il volo, sollevandosi da terra e portandosi ad una certa distanza da me. Poi, sempre con quello sguardo gelido, mi trapassa da parte a parte come per dirmi e ora vediamo cosa puoi fare

Troppo in alto… non ci arrivo. Proprio mentre penso a come poterlo battere, un forte dolore parte dalle gambe, diventando sempre più fiacche, come se non riuscissi più a sentirlo: un altro effetto imprevedibile di quella sorta di incantesimo che Garland aveva fatto su di me. Cerco di rimanere in piedi, di non mostrarmi debole e rimanere alla mercé di quel mostro, ma mi riusciva difficile…

E accade ciò che speravo non accadesse…

Chiudo gli occhi, quei pochi passi compiuti erano stati una grossa fatica per me, troppo intense le emozioni che ancora albergano in me, troppo forte ancora lo shock subito…

“Basta… non ce la faccio più… io… cerco di seguire quella luce, la luce di un nuovo futuro… ma… non la raggiungerò mai… mai… oppure, un giorno sarò in grado di raggiungerla?...”

non so… i miei amici riusciranno a raggiungere la luce da soli, con le loro forze… ma io… sono troppo debole… credevo di essere forte, ma mi sono sempre sbagliato… quella luce… quella luce speranzosa che tutti quanti possono raggiungere… io non la raggiungerò mai…

  
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