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Autore: Reina    29/03/2006    1 recensioni
Come premesso ho deciso di mettere per iscritto le storie dei miei personaggi: chi erano, come sono divenuti demoni, ma soprattutto come si sono incontrati… lo scoprirete solo leggendo il mio racconto. Spero che vi piaccia.
Genere: Avventura, Comico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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I nostri destini, sulle pagine di un libro

I nostri destini sulle pagine di un libro

 

Bene… come premesso ho deciso di mettere per iscritto le storie dei miei personaggi: chi erano, come sono divenuti demoni, ma soprattutto come si sono incontrati… lo scoprirete solo leggendo il mio racconto. Spero che vi piaccia.

In ogni caso… Buona lettura.

 

Prologo

 

In un paesino di campagna come molti…

Una sera come tante…

Una figura misteriosa si aggirava, avvolta nel suo mantello nero con il cappuccio calato sulla testa…

Solo la pallida luce della luna illumina un poco il volto della figura…

I lineamenti dolci e delicati mostrano indistintamente che si tratta di una ragazza, molto giovane, dalla carnagione chiarissima e dagli occhi anch’essi chiari, ma di un colore indefinito.

Si avvicina ad una casupola dall’aria trasandata.

Inserisce una chiave in ferro battuto nella toppa della serratura e la gira finché non sente la stessa serratura scattare, poi gira il pomello della porta ed entra.  

 

Niente e nessuno avrebbe mai immaginato di trovarsi davanti un simile spettacolo.

Benché dall’esterno non ne dava l’impressione, all’interno la casa era a dir poco immensa… cioè… era così grande che era impossibile definire con precisione le sue vere dimensioni.

Ma ciò che veramente balzava immediatamente all’occhio erano i libri…

Già centinaia, migliaia… no, miliardi di libri.

L’ambiente poi era molto accogliente.

Marmi policromi abbellivano le pareti, e un lucido marmo bianco rendeva l’ambiente ancora più luminoso. Tavoli in nero legno d’ebano, erano posti al centro del salone, costellato qua e là da poltrone rivestite da morbido velluto con cuscini altrettanto morbidi. Per i lettori affamati era stato messo a disposizione un mobiletto contenente biscotti di vari generi, snack salati e bevande varie.

Le finestre erano grandissime, anche se ora erano celate da lunghe tende bianchissime. Durante la sera poi, l’ambiente era illuminato da grandissimi lampadari, e per chi aveva bisogno di leggere, una candela vagabondava verso il lettore e illuminava il libro, senza accecarlo naturalmente, o dargli fastidio.

Solo in pochi erano a conoscenza di questa biblioteca.

Lì erano raccolti comunissimi romanzi, libri di magia appartenenti a vari mondi e moti altri.

Ma quelli contenuti in questa immensa sala non sono solo libri qualunque…

Ce ne sono alcuni, consultati soprattutto da quelli del mondo degli spiriti, che per importanza vengono prima di tutti gli altri.

Non sono né romanzi, né libri di magia di alcun genere…

Sono i libri scritti da Fato…

- Ti stavo aspettando – esclamò una voce alle spalle della figura incappucciata.

- Scusa, ma ho avuto molto da fare oggi – rispose l’incappucciata.

Dopodichè si tolse il mantello che si apprestò ad appoggiare sul primo tavolo vicino.

Reina, questo era il nome della ragazza. Ora che era senza mantello i capelli castani le ricadevano sulle spalle. Nonostante avrebbe compiuto da lì a pochi mesi vent’anni, per colpa dei suoi lineamenti infantili non ne dimostrava più di quindici, e la sua perenne carnagione bianco latte non l’aiutava di certo, per non parlare del fatto che fatto che con il suo metro e sessanta scarso e la sua corporatura gracile, erano anche riusciti a dargliene tredici…

Per il resto a parte qualche chilo piazzato là dove non avrebbe dovuto stare, era una ragazza graziosa, soprattutto per i sue due occhi azzurro cielo e il bordo delle iridi un po’ più scuro, che in assoluto, erano ciò che più apprezzavano amici e parenti.

- Per fortuna ho trovato i volumi che ti mancavano… se hai un po’ di pazienza te li vado a rendere – e così si allontanò.

Caro buon vecchio Fato. Un uomo anziano di bell’aspetto che dimostra quasi sessant’anni e che con la barba un po’folta e con la tunica lunga e verde, avrebbe potuto benissimo essere scambiato per un vecchio mago o un druido.

Mmm, più che vecchio sarebbe meglio dire antico, proprio perché il signore degli incubi l’ha creato subito dopo i primi quattro bastioni, in modo che qualcuno documentasse anche il fatto più insignificante avvenuto dal momento della creazione.

 

Reina appoggiò la borsa nera che teneva ancora sulle palle e cominciò quindi a vagare tra gli scaffali colmi di volumi dai colori e dalle sfumature più strane.

Per semplificare il tutto, Fato aveva classificato i vari volumi per razza di appartenenza, ed ogni singolo blocco rappresentava un mondo.

Lo spessore dei volumi variava in base al tempo vissuto dal soggetto: si andava da avevano volumi alti pochi centimetri per gli umani, a veri e propri tomi dal peso specifico di un macigno per creature più longeve o immortali, come elfi, draghi, demoni e perfino divinità.

Ma ciò che a Reina catturava l’attenzione tutte le volte era un blocco di legno chiaro e lucido, con le mensole decorate con incisioni che rappresentavano angeli… fate… unicorni.

Lì erano contenuti libricini di pochi millimetri. Con tenerezza fissava quel mobiletto, perché sapeva a chi era dedicato.

Quei libretti appartenevano ai neonati, la cui esistenza era durata troppi pochi attimi perché potessero assaporare pienamente una vita e un futuro che non ci sarebbero mai stati; ai non natus, i bambini nati morti, o morti nei ventri delle loro madri.

Reina rimase a fissare il mobiletto e poi passò oltre.

 

Questo posto conciliava pienamente la sua passione per la lettura, e spesso si ritirava in questa grande biblioteca per studiare indisturbata i libri di magia, che amava tanto quanto i romanzi. Come maga non era male, certo non si poteva definire come Lina Inverse che appena poteva faceva saltare in aria banditi e villaggi, se proprio non era giornata, ma le sue conoscenze in fatto di magia bianca, nera e sciamanica erano d’alto livello. Si destreggiava soprattutto nella magia nera e sciamanica, ed aveva avuto occasione di vedere eseguire incantesimi legati alla negromanzia.    

 

Dopo un lungo vagare trovò su uno scaffale i due libri che le servivano: il primo aveva una copertina verde smeraldo, che sfumava in nero e terminava con una tonalità vagamente rossa.

Il secondo di un giallo pallido che schiariva fino a diventare bianco e poi argentato sugli angoli della copertina.

Quindi si diresse verso una poltrona poco più in là e si sedette.

Poco dopo Fato la raggiunse e le consegnò altri tre volumi: uno completamente bianco, un alto con una copertina che sfumava dal rosa confetto, al lilla e terminava con il blu; ed infine un volume che dal cento andava da un bianco candido e terminava con il nero.

- Ecco i libri che ti servivano… Se hai bisogno di aiuto sai dove cercarmi…

- Va bene… a più tardi

Cominciò a sfogliare due dei cinque volumi.

Questi, come d’altronde tutti quelli presenti nel salone, erano scritti con una calligrafia curata.

Poi, estrasse dalla sua borsa nera, un libro molto alto dalle pagine ingiallite dallo scorrere del tempo, e dalla copertina rosso rubino con caratteri dorati, in una lingua ormai andata perduta secoli, se non millenni fa.

Cominciò a leggere il racconto di due persone, nate in un mondo diverso da quello in cui lei si trovava adesso…

La storia di due ragazzi, le cui vite si intrecciano nei fili che le parche beffarde tessono ininterrottamente nell’infinito arazzo del destino…

 

Due libri…

 

Due storie…

 

Un unico destino…

  
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