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Autore: angechan91    02/08/2011    1 recensioni
Questa storia parla di una classe, di 30 alunni, che devono partecipare ad un programma costretti, dal governo estero e dall'Italia, a lavorare per fabbricare armi
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Una classe formata da trenta ragazzi, la 3C, doveva andare in Italia per fare una gita di cinque giorni, ma quale sarà il loro destino?
Mentre erano in aereo Rika ebbe un brutto presentimento così diede un’occhiata in giro, ma non fece in tempo ad accorgersi della fregatura che una hostess si avvicinò a lei e gli tirò, con una mazza, un colpo in testa che la fece addormentare per tutto il viaggio.
Appena si svegliò notò tutti i suoi compagni intorno a lei e una stanza buia e fredda di colore verde vomito. Iniziò a sentire qualcosa sui suoi polsi e così li guardò e vide due braccialetti, uno sul polso destro l’altro sul sinistro, con al centro di esso un punto rosso, ma la situazione peggiore doveva ancora succedere.
Pian piano i compagni di Rika si svegliarono tutti e, a quel punto, il loro coordinatore di classe, di nome Takashi, entrò nell’aula con dei soldati che apparivano stranieri e senza cuore.
<< Ciao ragazzi, come state? >> domandò Takashi ai ragazzi confusi, però solo un alunno ebbe il coraggio di parlare:
<< Mi scusi sensei… Vorrei sapere dove siamo e cosa sono questi braccialetti >> disse il ragazzo.
<< Ti rispondo subito Hiro… Siamo in Italia… Più precisamente a Trieste nel campo di concentramento a San Sabba >> disse Takashi con un sorriso sotto i baffi, come se li stesse prendendo in giro.
Hiro capì di aver fatto una domanda azzardata così abbassò la testa per la vergogna.
<< Hiro non devi pentirti della tua domanda perché tanto ve la dovevo dire lo stesso >>.
Hiro lo guardò negli occhi e scorse un uomo insensibile e pieno di peccati.
<< Adesso vi spiego tutto >> disse Takashi rivolto a tutta la classe
<< I braccialetti che avete ai polsi sono sensori con i quali noi, del Governo Estero, possiamo tenervi d’occhio >> fece una pausa per scrutare i volti dei suoi alunni e poi riprese:
<< mi sono permesso di avvisare le vostre famiglie di questo programma internazionale perciò non serve utilizzare i vostri cellulari. Vi serviranno solo: cibo, acqua, zappa, incudine, martello e altro materiale che vi daremo noi >> quando finì di dire questo notò Mitsuki parlare così le disse:
<< Mitsuki Nakagawa venga vicino alla cattedra per favore >>
Lei si avvicinò alla cattedra spaventata
<< Tira fuori la lingua >> Takashi aveva un’idea davvero macabra.
Mitsuki, confusa, la tirò fuori ma capì che il sensei le stava per una cosa ignobile. Takashi prese le pinze e le tenne ferma la lingua mentre si preparava, con un coltello, a tagliargliela, lo fece talmente lentamente che la vittima non poté resistere al dolore così sveni.
Takashi si rivolse alla classe alterato:
<> disse guardando la classe piena di terrore.
Gli alunni capirono che quella “vacanza” sarebbe stata una vera e propria tortura.
Takashi si schiarì la voce e continuò:
<< Bene… Voi siete qui per lavorare molto duramente e fabbricare armi… chi si rifiuterà per prima cosa gli saranno amputati gli arti, uno dopo l’altro fino a quando non morirete dissanguati >> quest’ultima affermazione colpì molto gli alunni che ebbero un brivido di terrore. Hisashi, che era il più prepotente della classe, era molto contrariato sull’uso di armi da fuoco così disse:
<< Io non lavorerò mai per un lurido vecchiaccio imbecillecome lei! >> dopo aver detto quest’affermazione si rese conto di aver fatto un’azione imprudente, così guardò Mitsuki che giaceva ancora a terra svenuta, incominciò ad avere paura per la sua sorte.
<< Hisashi… sei senza pudore né ritegno per i tuoi sensei perciò ti meriti una bella punizione… avvicinati alla cattedra, IMMEDIATAMENTE!! >>disse Takashi prendendo, questa volta, un machete.
<< Mi scusi sensei ritiro tutto quello che ho detto, lei è una bravissima persona e secondo me questa fabbricazione di armi è un ottimo lavoro per fare esperienze >> disse Hisashi spaventato dal machete
<> disse Takashi avvicinandosi al suo banco
<< sei proprio un lecchino… Ormai, come disse Giulio Cesare, IL DADO E’ TRATTO >> iniziò a giocherellare con il machete come se fosse un bastone da majorette. Hisashi capì che si era veramente messo nei guai.
<< mostrami le tue mani, Hisashi>> disse Takashi
Hisashi tese le sue mani tremando, come se soffrisse del morbo di Parkinson. Takashi iniziò a tagliare la mano destra molto lentamente, Hisashi urlò talmente forte che si sentì in tutto l’edificio. Appena finì di tagliarla iniziò con l’altra mentre chiamò un soldato:
<< Soldato maggiore venga qua >> disse Takashi facendo cenno con la mano tagliata di Hisashi
<< Comandi! >> disse il soldato
<< Prenda questa mano e… Anche questa >> finì di dire questo mentre staccò anche l’ultima mano
<< e le metta nel camino ardente che si trova in mezzo al campo di concentramento all’ entrata >> disse Takashi dandogliele in mano
<< Subito signore! >> disse il soldato facendo il saluto militare
<< Adesso potete andare nei vostri dormitori… >> disse Takashi rivolto alla classe ma prima che se ne andassero aggiunse:
<< Ah dimenticavo… il nome di questo programma è TERRORIST REPRESS, adesso potete vaporizzarvi… Inizierete il vostro lavoro domani >>.
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ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti… ^^ questa è la mia prima fanfiction violenta… spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Il prossimo capitolo s’intitolerà: Mio amato.
   
 
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