Mentre erano in aereo Rika ebbe un brutto presentimento così diede un’occhiata in giro, ma non fece in tempo ad accorgersi della fregatura che una hostess si avvicinò a lei e gli tirò, con una mazza, un colpo in testa che la fece addormentare per tutto il viaggio.
Appena si svegliò notò tutti i suoi compagni intorno a lei e una stanza buia e fredda di colore verde vomito. Iniziò a sentire qualcosa sui suoi polsi e così li guardò e vide due braccialetti, uno sul polso destro l’altro sul sinistro, con al centro di esso un punto rosso, ma la situazione peggiore doveva ancora succedere.
Pian piano i compagni di Rika si svegliarono tutti e, a quel punto, il loro coordinatore di classe, di nome Takashi, entrò nell’aula con dei soldati che apparivano stranieri e senza cuore.
<< Ciao ragazzi, come state? >> domandò Takashi ai ragazzi confusi, però solo un alunno ebbe il coraggio di parlare:
<< Mi scusi sensei… Vorrei sapere dove siamo e cosa sono questi braccialetti >> disse il ragazzo.
<< Ti rispondo subito Hiro… Siamo in Italia… Più precisamente a Trieste nel campo di concentramento a San Sabba >> disse Takashi con un sorriso sotto i baffi, come se li stesse prendendo in giro.
Hiro capì di aver fatto una domanda azzardata così abbassò la testa per la vergogna.
<< Hiro non devi pentirti della tua domanda perché tanto ve la dovevo dire lo stesso >>.
Hiro lo guardò negli occhi e scorse un uomo insensibile e pieno di peccati.
<< Adesso vi spiego tutto >> disse Takashi rivolto a tutta la classe
<< I braccialetti che avete ai polsi sono sensori con i quali noi, del Governo Estero, possiamo tenervi d’occhio >> fece una pausa per scrutare i volti dei suoi alunni e poi riprese:
<< mi sono permesso di avvisare le vostre famiglie di questo programma internazionale perciò non serve utilizzare i vostri cellulari. Vi serviranno solo: cibo, acqua, zappa, incudine, martello e altro materiale che vi daremo noi >> quando finì di dire questo notò Mitsuki parlare così le disse:
<< Mitsuki Nakagawa venga vicino alla cattedra per favore >>
Lei si avvicinò alla cattedra spaventata
<< Tira fuori la lingua >> Takashi aveva un’idea davvero macabra.
Mitsuki, confusa, la tirò fuori ma capì che il sensei le stava per una cosa ignobile. Takashi prese le pinze e le tenne ferma la lingua mentre si preparava, con un coltello, a tagliargliela, lo fece talmente lentamente che la vittima non poté resistere al dolore così sveni.
Takashi si rivolse alla classe alterato:
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Gli alunni capirono che quella “vacanza” sarebbe stata una vera e propria tortura.
Takashi si schiarì la voce e continuò:
<< Bene… Voi siete qui per lavorare molto duramente e fabbricare armi… chi si rifiuterà per prima cosa gli saranno amputati gli arti, uno dopo l’altro fino a quando non morirete dissanguati >> quest’ultima affermazione colpì molto gli alunni che ebbero un brivido di terrore. Hisashi, che era il più prepotente della classe, era molto contrariato sull’uso di armi da fuoco così disse:
<< Io non lavorerò mai per un lurido vecchiaccio imbecillecome lei! >> dopo aver detto quest’affermazione si rese conto di aver fatto un’azione imprudente, così guardò Mitsuki che giaceva ancora a terra svenuta, incominciò ad avere paura per la sua sorte.
<< Hisashi… sei senza pudore né ritegno per i tuoi sensei perciò ti meriti una bella punizione… avvicinati alla cattedra, IMMEDIATAMENTE!! >>disse Takashi prendendo, questa volta, un machete.
<< Mi scusi sensei ritiro tutto quello che ho detto, lei è una bravissima persona e secondo me questa fabbricazione di armi è un ottimo lavoro per fare esperienze >> disse Hisashi spaventato dal machete
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<< sei proprio un lecchino… Ormai, come disse Giulio Cesare, IL DADO E’ TRATTO >> iniziò a giocherellare con il machete come se fosse un bastone da majorette. Hisashi capì che si era veramente messo nei guai.
<< mostrami le tue mani, Hisashi>> disse Takashi
Hisashi tese le sue mani tremando, come se soffrisse del morbo di Parkinson. Takashi iniziò a tagliare la mano destra molto lentamente, Hisashi urlò talmente forte che si sentì in tutto l’edificio. Appena finì di tagliarla iniziò con l’altra mentre chiamò un soldato:
<< Soldato maggiore venga qua >> disse Takashi facendo cenno con la mano tagliata di Hisashi
<< Comandi! >> disse il soldato
<< Prenda questa mano e… Anche questa >> finì di dire questo mentre staccò anche l’ultima mano
<< e le metta nel camino ardente che si trova in mezzo al campo di concentramento all’ entrata >> disse Takashi dandogliele in mano
<< Subito signore! >> disse il soldato facendo il saluto militare
<< Adesso potete andare nei vostri dormitori… >> disse Takashi rivolto alla classe ma prima che se ne andassero aggiunse:
<< Ah dimenticavo… il nome di questo programma è TERRORIST REPRESS, adesso potete vaporizzarvi… Inizierete il vostro lavoro domani >>.
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ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti… ^^ questa è la mia prima fanfiction violenta… spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Il prossimo capitolo s’intitolerà: Mio amato.