Anime & Manga > Digimon
Ricorda la storia  |      
Autore: kymyit    02/08/2011    2 recensioni
[Myotismon/Magnolia][Piedmon/Yamato]
Fic per il compleanno di Tanuki!!
Fra Myotismon e Magnolia ora le cose procedono bene, ma se al castello del vampiro arrivasse Piedmon a piantare grane?
L’amicizia era il male minore, pur di potergli stare accanto.
Ma non bastava stargli vicino senza poterlo avere totalmente per sé e così quando la vide quel giorno, Myotismon decise che sarebbe stata lei, la persona che l’avrebbe distratto dal pensiero di Piedmon.
E se l’era portata via.
E si era innamorato sul serio, si era promesso a lei e a lei soltanto.
Non era mai riuscito a concedere a nessuno la propria libertà di amare. Con Magnolia era consapevole di non poter amare più nessun altro in maniera carnale. E non vedeva più il problema.
Ma Piedmon?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Two Lonely Stars'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
* Eustass sbuca da una torta a venti piani esclamando: TANTI AUGURIIIII!! Poi minaccia l'autrice e se ne va.*
Perdona l'entusiasmo del caro Eustacchio, Tanuki cara e TANTI AUGURIIIII! Spero la fic ti piaccia ^____^

Note: 
Magnolia appartiene a Tanuki, se non riuscite a comprendere a pieno la fic, leggete Black Magnolia, ve la consiglio caldamente ^_^ Può essere considerato un seguito, ma è uno spin off, solo lei sa come vanno le cose fra i due piccioncini alla fine della fic, ehehe. O meglio, dopo la fine della fic. Si lega inoltre alla sua fic Ich Wusste, di cui è una sorta di seguito. Infine, ho usato i nomi americanizzati per coerenza con le fic di Tanuki per renderle più familiare il tutto. Ho aggiunto la fic alla serie su Piemon e Yamato perché ci sono anche loro, ma continuate a leggere, non è solo per la presenza. Buona lettura ^^



Time changes people, you heal my heart



Il signor Myotismon, come continuava a chiamarlo nonostante ormai lui fosse molto di più che il suo padrone, non era certo un esempio d’affabilità e giubilo.
Tutt’altro.
Alle volte si scaldava per un nonnulla, altre volte ancora era molto dolce.
Era sempre piuttosto difficile comprenderlo a fondo e, in quell’occasione, a Magnolia sfuggiva un dettaglio.

Tutto iniziò con una missiva.
Una missiva vergata elegantemente con uno stile eccentrico e riportante la firma: Piedmon.
Magnolia la consegnò a Myotismon immediatamente, perché aveva l’aria di essere piuttosto importante. E dire che il vampiro sbiancò quando la lesse sarebbe riduttivo.
-Signore…- cercò di richiamare la sua attenzione, preoccupata.
-Non ora.- la zittì lui con un gesto del braccio per poi appoggiarsi sconsolato alla scrivania.
Allora lei, coraggiosamente, gli si portò accanto e gli domandò ancora –C’è qualcosa che non va?-
Lui annuì e le porse la lettera.
Magnolia la lesse attentamente, non capendo comunque il perché di tanta preoccupazione.

-Ha avuto screzi con questo Piedmon, signore?- domandò ancora e lui sospirò.
-No…-
Mentiva. Uno screzio c’era, ma ormai si era rassegnato e da un bel pezzo.
Due anni, che erano miracolosamente volati via. Neppure lui sapeva capacitarsi del come e del perché.
Dopotutto lui voleva solo annegare i suoi dispiaceri nel collo di una donna.
Nel suo sangue scarlatto.
Voleva soffocare la rabbia e la gelosia per continuare a voler bene a lui come un tempo.
Solo amicizia e null’altro di più.
Non poteva più pretendere di essere ricambiato perché sapeva esattamente com’era Piedmon.

Dire infedele sarebbe stato riduttivo nel senso negativo del termine. Lui amava liberamente. E per quanto questo possa far sorridere ironicamente o possa suscitare scandalo, per Myotismon era la sacrosanta verità.
Perché anche in passato per Piedmon non c’era sempre stato lui.
Ma l’aveva amato equamente così come amava Lady Devimon.
Poi era arrivato quel piccolo terrestre e le braccia di Piedmon si erano allargate ancora.

Per poi stringersi improvvisamente intorno alle spalle di quel ragazzino.
Era assurdo, ma non era una delle solite fisse, non era più solo un gioco.
E una volta che sia lui che Lady Devimon l’avevano capito, si erano fatti da parte. Amavano troppo Piedmon per rischiare di perderlo totalmente.

L’amicizia era il male minore, pur di potergli stare accanto.

Ma non bastava stargli vicino senza poterlo avere totalmente per sé e così quando la vide quel giorno, Myotismon decise che sarebbe stata lei, la persona che l’avrebbe distratto dal pensiero di Piedmon.
E se l’era portata via.

E si era innamorato sul serio, si era promesso a lei e a lei soltanto.
Non era mai riuscito a concedere a nessuno la propria libertà di amare. Con Magnolia era consapevole di non poter amare più nessun altro in maniera carnale. E non vedeva più il problema.
Ma Piedmon?

-Stasera ci saranno ospiti a cena.- le disse, mantenendo la calma –Un amico di vecchia data e il suo compagno.-
Magnolia notò una certa sfumatura di nostalgica gelosia nell’ultima parte della frase.
-Voglio che sia tutto perfetto.- le raccomandò –Apparecchia la sala da pranzo grande con il servizio migliore, saremo solo noi quattro.-
Lei rimase titubante e lui continuò –Cenerai al mio fianco. Ti presenterò a lui come mia compagna.-
-Si, signore.- disse lei, ma non uscì dalla stanza, perché lui la trattenne –Indossa qualcosa di sobrio, non troppo provocante.-
-E’ l’abito più sobrio che ho.- rispose allora lei accennando alla sua uniforme da domestica.
Allora Myotismon diede ordine affinché le fossero portati degli abiti e cestinò ogni proposta da lei presentata.
Un abito era troppo scollato (in realtà non lo era davvero), un altro aveva la gonna troppo corta (si vedevano appena le ginocchia), un altro ancora era troppo sagomato.
Magnolia iniziava a comprendere qual era la preoccupazione del suo signore.
Il suo signore così inesperto nell’esprimere i suoi sentimenti.



Quando Piedmon e il suo compagno giunsero, era tutto pronto, ogni cosa era al suo posto, impeccabile. Magnolia era fiera di come aveva arredato la sala e Myotismon aveva apprezzato il suo operato senza fare una sola critica, il che significava davvero molto.
-Myotismon!- esclamò l’ospite.
Era un digimon dalla pelle nivea e gli abiti eccentrici, simile ad un clown. Certo in una forma leggermente più affascinante, ma pur sempre un clown. Avanzò per la sala a braccia aperte e si comportò con il vampiro come se fra loro non ci fosse nessuna tensione. Lo abbracciò come si conviene fra amici di vecchia data, scambiò con lui i soliti convenevoli… e poi giunse il momento delle presentazioni.
Myotismon le fece segno di avvicinarsi e disse –Lei è Magnolia. La mia…-
-La tua fidanzata!- lo anticipò l’altro, quasi meravigliato.
-Sì.- rispose lui tentando di mantenere un certo contegno.
Con Piedmon era impossibile!
Il clown si avvicinò a lei e le fece un profondo inchino, baciandole la mano.
-Onorato, signorina. Il mio nome è Piedmon, al suo servizio.-
La ragazza si accorse che Myotismon si era come irrigidito.
-Sono lusingata.- rispose alzando un poco la gonna e ricambiando l’inchino.
Cosa che fece sudare freddo il vampiro.
E Piedmon se ne accorse.
Infatti, mise un braccio intorno alla ragazza e la volse verso il secondo ospite –Lui è Yamato Ishida.- disse
 –E’ un essere umano come te.- aggiunse poi.

Era da un po’ che la ragazza non era più solo un essere umano, ma tacque e osservò l’altro ospite. Doveva avere meno anni di lei. Era però un bell’uomo. Giovane, biondo con i capelli corti leggermente scompigliati e gli occhi sottili azzurri come il mare. Indossava una giacca striata di pelliccia e dei pantaloni in gessato nero. Un abbinamento alquanto bizzarro, ma a giudicare dai gusti del compagno digitale, non era poi così strano.
Si presentarono e Myotismon fece accomodare tutti.
La cena procedette senza intoppi, sennonché quando Piedmon le rivolgeva la parola, Myotismon cercava di distogliere la sua attenzione da lei.
Era davvero così possessivo nei suoi confronti?
Sembrava in tutto e per tutto un’altra persona.
Quando poi Piedmon spiegò il motivo per cui era andato a far visita al vecchio amico, questi parve rasserenarsi per un attimo.
-Io e Yamato ci sposiamo.- disse, sbucciando una mela.
Il ragazzo arrossì lievemente.
-E ci fa piacere avervi con noi.-
Myotismon sorseggiò il suo calice di sangue.
Il SUO sangue.
Magnolia gliene conservava sempre un poco, ma nonostante questo, riusciva ad adempiere al meglio a tutte le sue mansioni, sia come dipendente del vampiro, sia come compagna. Forse era lui a rendere tutto così semplice, a darle la forza con una sua sola occhiata. Il sentimento nei suoi confronti era così grande, inspiegabile e contorto da essere quasi incomprensibile ai più, persino a lei, quando poco tempo prima lui l’aveva presa più e più volte. L’aveva ferita, l’aveva umiliata, l’aveva posseduta con una foga disperata.
E poi si era riversato in lei, considerandola pronta.
Myotismon si era messo nelle sue mani per quanto gli era concesso dal suo orgoglio. Come poteva non ricambiare la fiducia accordatale?

-Quando sarà?- chiese. Non era né contento né infelice. Solo appena sorpreso e rilassato.
-Fra un mese.- rispose il ragazzo.
-E quanto durerà?- ribatté il vampiro.
Piedmon schioccò la lingua –Non fare il menagramo. Durerà. Ora le cose sono un po’ diverse da prima.-
-Bene.-

E chiuse la discussione.
Al termine della cena, il suo padrone ordinò ai Bakemon di preparare una stanza per gli ospiti e chiese a lei di accompagnare Yamato nella biblioteca per rifornirlo di alcuni libri.
Rimase solo con Piedmon, nel salotto.
Yamato scorse gli occhi fra i volumi di astronomia del suo signore e ne prese qualcuno, attento a non rovinarlo.
-Sono puliti…- commentò, compiaciuto, poi la guardò negli occhi –A volte venivo qua con Piemon, quando ero più piccolo. Erano sempre impolverati. E ci voleva l’intervento divino per avere il permesso di Myotismon per leggerli … non siamo mai stati in buoni rapporti.-
-Non è la persona più facile del mondo con cui andare d’accordo.- concordò lei.
-No, infatti, non lo è.- sorrise il ragazzo –Ma credo che le cose stiano cambiando anche per lui. Non l’avevo mai visto così preoccupato per qualcuno.-
Magnolia allora lo osservò inarcando il sopracciglio.
Yamato la salutò, senza dirle altro, con tre grossi tomi sotto braccio e un’aria felice.


Magnolia si era da poco ritirata nella sua stanza e si stava giusto svestendo quando la porta si aprì piano, seguita da un fruscio leggero come brezza. Si voltò sorridente per accogliere il suo signore, ma rimase stupita nel trovarsi innanzi gli occhi languidi del clown.
Piedmon era mezzo svestito, coi candidi pettorali scolpiti in mostra. Il suo viso era visibile in tutta la sua bellezza e lei rimase un attimo incantata a fissare le sue labbra rosse come il fuoco.
Ma finì lì.
Si ricoprì imbarazzata.
-Mi scusi!- esclamò –La… la sua stanza è dall’altra parte del corridoio. Se esce qualche secondo, l’accompagno.-
Lui si avvicinò a lei e le carezzò il capo, all’altezza della nuca. Aveva un tocco rilassante.
-Non ho sbagliato stanza, volevo proprio entrare qui… sei bellissima…- le alzò il mento dolcemente –Myotismon ha sempre avuto buon gusto. Mi rende quasi geloso…-
Le sue labbra erano vicine. Troppo vicine.
Ma lei non le voleva!
Cercò di allontanarlo, ma lui aveva una forza superiore, nonostante non la costringesse con forza. Era come se influisse su di lei tramite un potere magico.
Fu un commento aspro sulla porta a salvarla.
-Allontanati da lei, o non avrò solo buon gusto, ma anche le tue palle fra le mani.-
Magnolia si riscosse e fissò la porta.
Myotismon era furente.
Lei si alzò e si rifugiò dietro di lui.
Il vampiro afferrò il clown per il collo e lo strattonò verso di sé –Possibile che non cambi mai?!-
Quello sorrise alzando le spalle, poi non resistette e iniziò a ridere, come un ossesso, quasi piegandosi in due.
Magnolia non capiva, ma Myotismon sì e arrossì, imbarazzato.
-Tu invece sei davvero cambiato.- affermò Piedmon riprendendosi. Si rimise dritto e gli diede una forte pacca alla schiena –Ora posso stare tranquillo.-
Gli sorrise dolcemente, socchiudendo fraternamente gli occhi rubino e lo spinse verso di lei.
-E’ una donna forte.- lo rassicurò prima di lasciare la stanza.


Myotismon rimase a fissarla, titubante, senza trovare le parole giuste per spiegarle l’accaduto e quando finalmente le trovò, lei gli chiuse le labbra con il dito.
-Credo di avere compreso perché era così agitato prima, non dica nient’altro.-
Magnolia fece scivolare via le sue vesti, scoprì il suo corpo delicato innanzi al suo maestro. Conservava sempre una certa titubanza. Un’innocenza quasi timorosa di lui, nonostante ormai l’avesse resa sua più volte. Myotismon le carezzò i capelli scuri, contemplandola.
La baciò sulla bocca, quasi sollevato. Le sue mani percorsero il suo corpo, bramose.
Non ci volle molto perché i loro corpo sudati si contorcessero sul letto di lei, pervasi dalla passione frenetica propria del loro amore.
I denti di lui affondavano nella sua carne, bevevano il suo sangue mirando ad assaporarla, stilla per stilla. Le sue mani le stringevano i seni sodi, il suo sesso era in lei e la confondeva. La inebriava, la costringeva a sollevare il capo ed ansimare il suo nome con la fronte imperlata di sudore. La sua bocca era ora all’altezza del suo marchio. Lo baciava delicatamente, come a venerare quel loro legame. Magnolia gli carezzò la testa, beandosi del suo sorriso rilassato.
-Grazie…- gli disse.
-Sei mia…- ribatté lui, risalendo con lo sguardo fino ai suoi occhi.
-Lo so…- disse dolcemente –Grazie per avermi salvato…-
Forse Piedmon non sarebbe andato fino in fondo. Era cambiato sul serio? Solo il tempo poteva fornirgli una risposta a quella domanda. Ma di certo lui era cambiato. Per necessità si era costretto a farlo, poi era cambiato sul serio, senza sforzo.
Si era semplicemente rassegnato all’idea di amare lei. Senza più farsene un problema.
La sua Magnolia.
E le sorrise mentre la costrinse dolcemente a sdraiarsi sulle lenzuola madide di passione e la prese ancora, muovendosi in lei senza sosta, affamato delle sue labbra, inebriato del suo profumo, rassicurato fra le sue braccia. Le sue dita sottili erano come tizzoni ardenti sulla sua pelle gelata. Il suo fiato una brezza rovente, il suo cuore pulsava così forte da rimbombare nel suo petto, quasi risvegliando il suo. Il suo sangue era in lui, circolava nelle sue vene rendendolo vivo.
Myotismon la strinse forte a se prima di svuotarsi in lei con un gemito roco.
-Signore…- mugolò la sua Magnolia.
Quale soave sussurro quel nome.
Magnolia…



Quando il mattino dopo aprì gli occhi, il vampiro vide Piedmon seduto sulla sedia di fronte al letto e arrossì violentemente.
-Tu… tu… non sarai rimasto lì tutta la notte, vero?!-
Piedmon sorrise –Ovvio, dovevo verificare se fossi davvero cambiato, caro.-
Un cuscino lo mancò per un soffio.
-Tu invece non sei cambiato per nulla, idiota!- sbottò riuscendo a colpirlo col secondo cuscino.

Magnolia sorrise fingendosi dormiente.
C’era da sprofondare sottoterra per la vergogna… ma aveva conosciuto un lato del suo adorato signore che non conosceva.

Se solo avesse potuto immortalare quel momento…
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon / Vai alla pagina dell'autore: kymyit