- Lei è perfetta, non sarò mai come lei.
“Abbiamo
una strega in casa” aveva detto tutta fiera.
Eh
si, mamma era fiera di lei. Solo io la consideravo un mostro.
Non
era umano fare quelle cose.
Lei
e il suo amico dalla giacca sempre grande facevano quelle cose di continuo e mi escludevano.
È
brutto essere esclusi, soprattutto dalla propria sorella.
Lei
era così carina anche da piccole e ora era pure speciale.
Non
la odiavo veramente.
Ero
solamente gelosa. E ricordo perfettamente quel giorno.
Un
gufo, una lettera e una strana signora erano arrivati.
Tutti insieme.
Nessuno
si aspettava che quella donna sconvolgesse la nostra, o meglio sua vita così.
“Sua
figlia è una strega” spiegò sorridendo e, precisando che non si trattava di un
insulto, spiegò il perché Lily fosse…magica.
E
io?
Io non ero niente, non avevo qualità speciali
Ero
semplicemente stata messa in secondo piano.
No,
non sarò mai sul suo stesso piano, non sarò mai come lei.
- Tentar non nuoce? No, nuoce a me.
“Siete
due mostri”.
Si
l’avevo urlato, non l’avevo solo pensato.
Ormai
non lo pensavo più.
Li
avevo beccati ancora, insieme che ridevano e facevano quelle magie.
Ero
così gelosa che loro potessero farle, ero gelosa di vedere mia sorella al centro dell’attenzione. Ed io, perennemente esclusa.
Dovevamo
accompagnarla a prendere i libri, pure quello!
Dovevamo andare nel suo mondo, dove vivevano altri spostati.
Mi
aveva chiamata “Babbana” il
suo amico, quel Piton.
Risposi
a tono, nonostante non sapessi il vero significato di quella parola. L’avevo
preso come un insulto.
Capii
solo dopo che voleva dire “senza poteri”.
La
ferita si aprì ancora e sanguinò.
No,
non una ferita fisica, una morale.
La
ferita nel mio cuore. Ero delusa e gelosa, eppure le volevo bene, davvero.
- Non nascosi l’imbarazzo.
Si,
ci provai.
Provai,
supplicai il preside della nuova scuola di Lily di
poter entrare.
Nascosi
la sua, seppur cordiale, risposta, tentata di strapparla.
Era
stato gentile, ma non mi voleva nella sua scuola.
Non
ero speciale come mia sorelle e non lo sarei mai stata.
Sarei
sempre stata una comune Babbana, mai amata da nessuno
come tutti amavano lei.
“Ho
letto la sua risposta” mi disse un giorno Lily.
Mi
sentii tradita, quella lettera era personale per me.
Era
un rifiuto, ma era mia.
“Lily
vai via!” le urlai furiosa. Anche io
volevo essere speciale come lei.
E
invece non lo sarei mai stata.
- Final Chapter
Prese
tutti i libri e li ripose nel grande baule.
Tutto
venne caricato nella vecchia auto di papà.
Non
le rivolsi la parola finchè non arrivammo alla
stazione.
“Binario nove e tre quarti” lesse lei poco
dopo.
Un’altra presa in giro,
quel binario non esisteva insomma. Nove e tre quarti?
Non si era mai sentito!
Poi, l’attenzione di tutta la famiglia venne catturata da delle persone che correvano verso un muro,
tra i binari 9 e 10 e allora capimmo.
Mamma si strinse a Lily e papà a me. Insieme
corremmo verso il muro e ci ritrovammo
in un mondo nuovo, diverso.
Famiglie come Lily, suoi simili.
Ed io, così diversa.
Mia sorella salii sul
treno e le corsi incontro: “Mi mancherai” le dissi.
Lei sorrise e mi strinse.
Forse non ero speciale come lei.
Ma ero speciale per
lei.