Allora, che dire dell'inizio? Il primo capitolo è un pò da introduzione agli avvenimenti...
I personaggi principali di questa storia sono 3 : Sakura Moricase, Cristian Tsucase e Yue Satoshi, ma non sono di meno importanza gli altri personaggi... un'altra cosa che bisogna dire è l'introduzione di un personaggio di un'altra storia ovvero: Rika Kodoku di - Black like a Vampire - e - Darker Than Black - ... ^^
Ringrazio anticipatamente tutte le persone che passeranno anche solo a leggere questa storia...
Preciso a dire che il titolo è un rifermento metaforico alla storia stessa... ^^
Spero che sia di vostro gradimeto... ^^ baci e Buona lettura...
Mary
Il canto della maga
Capitolo 1
L’inizio...
Un rumore. strano, ma non c’è nulla.
No nulla…credo
Un’immagine sfocata.
Una bambina che brandisce una spada sorridente?...ma che sta lanciando?...
Fuoco. Rispose la stessa.
Lancia fuoco?..
La stessa bambina si gira contenta.
Aspetta, sono io!
Scompare nel nulla. Apro gli occhi disturbata dal rumore della sveglia. E dopo averla staccata, mi alzo, prendo la divisa ed entro in bagno. Mi osservo stanca allo specchio: i capelli castani arruffati, gli occhi marroni stanchi e scavati, e la pelle terribilmente pallida. Sospiro più e più volte ripensando all’ultima immagine che ero riuscita ad afferrare.
Che strano, meglio dirlo alla mamma!.
Mi vesto di tutta punto e scendo in cucina a fare colazione.
<< Ohayo Otou-san, Oka-san…>>
<< Ohayo, tesoro, dormito bene?...>>
<< No..>>
Rispondo a mio padre intento a leggere un giornale.
<< Come mai?..>>
Invece fu la risposta apprensiva di mi madre.
<< Ho fatto uno strano sogno …>>
Mi siedo, e imburro due fette biscottate, spalmo su la marmellata di ciliegie e addentandone una, racconto su grandi linee l’accaduto. Le reazioni che avevano messo in allarme i miei sensori da psicologa nata, è questa una delle mie passioni, era stato un movimento brusco di mia madre, e la chiusura del giornale di mio padre: mi osservavano strani.
<< No, niente, qualche scemenza…>>
Sospiro, oramai consapevole che stessero mentendo da ben 3 mesi.
<< Vabbè, si. Adesso vado! Bye bye!...>>
Prendo di corsa la borsa, e mi precipito fuori.
Perché lo fanno sempre?
Oramai era normale routine che lo facessero. Cammino lentamente, fino a quando al mio fianco spunta lui. Sorrido e saluto.
<< Ohayo! >>
<< Ohayo, piccola Sakura!..>>
<< Ehi! A chi hai detto piccola??...>>
<< A te problemi?..>>
<< Arrogante!..>>
<< Piccola!..>>
<< Ma come?! Cafone!..>>
era così che iniziavano le nostre giornate, con un litigio, sulla via della scuola, animando il percorso.
<< Ohayo Sakura Chin!..>>
<< Mimy Chan! Ohayo!..>>
Ecco, adesso il gruppo era completo: Cristian Tsucase il mio migliore amico/nemico, 17 anni, alto 1,85, occhi verdi come smeraldi sotto il sole, capelli color del grano, e un fisico da modello, adottato dalla sua famiglia quando era ancora in fasce a Parigi, si divertiva a prendermi in giro in ogni modo possibile, accerchiando la sua vita di mistero.
<< Dormito bene? >>
<< Si certo…>>
Arimy Sestuna, la mia migliore amica, 16 anni, alta 1,65, occhi azzurri come il cielo in estate, capelli castani chiari, qualche lentiggine sul naso, da renderla come una bambola di porcellana Europea, viveva nell’Hokkaido, ma due anni fa, si trasferì con la famiglia in questo paese nei pressi di Tokyo, è una ragazza pacata, seria e irascibile quando serve, ma sorridente affabile e gentile con tutti.
<< Allora mi stai ascoltando?...>>
Mi stava richiamando all’ordine Cristian, strattonandomi appena la camicia della divisa.
<< Eh?..>>
<< Niente, stavo dicendo, se sabato saresti venuta con me al centro commerciale….>>
Avvampo!
Eh? Lui che mi chiede una cosa del genere?...
<< Perché dovrei?..>>
Lo sfido alzando un sopracciglio, e fermando la nostra avanzata.
<< Suvvia Sakura! Mica ti sta dicendo che vuole uscire con te!..>>
Fu Mimy ad alleggerire la situazione, ma qualcosa non andava. Mi stavano nascondendo qualcosa. Sospiro.
<< Ok, dimmi tu quando e dove tramite messaggio…però sappiate, che non sono stupida, e voi mi state nascondendo qualcosa di importante…ci vediamo in classe…>>
Inizio a correre seguita dalle urla di Cristian. Non ci bado.
Tanto non mi seguirà!..
Era lì però che mi stavo sbagliando: due braccia mi cinsero la vita.
<< Ti prego… non…scappare…>>
Ansimava cercando di riprendere fiato, puntai i piedi, gli diedi uno spintone e fui libera di guardarlo in faccia.
<< NON, chiedermi nulla… so che nascondete qualcosa di importante, e non solo voi. Anche i miei mi stanno tenendo qualcosa di nascosto che riguarda ME!...>>
In quel momento la rappresentazione di me stessa sarebbe spuntata come un cobra velenoso, ma in fondo non sono mai stata così, non sono mai stata presa in giro dalle persone che amavo.
Mi stanno tenendo in una coppa di vetro!...
<< Ascoltami…io…>>
<< NO…>>
Le lacrime che prima cercavo di tenere nascoste mi rigavano il viso, e con uno scatto continuai la mia fuga, fino a quando i cancelli della scuola non mi accorsero materni.
Con un anticipo di 30 minuti rispetto la campanella, ne approfittai per entrare nel mio giardino segreto. Girai la scuola Kioshikawa, ancora deserta, e nell’angolo più lontano, dove mai nessuno vi passava del tempo, le siepi di rose crescevano rigogliose, come le primule e i campanellini che tanto amavo. Annusai la varietà di rosa che ero riuscita a creare, bianca con sfumature di rosso nei petali e le lacrime iniziarono a scendere piano. Ero frustrata da una storia che andava avanti da mesi, mi accucciai su me stessa, cercando di essere silenziosa ai passi che avevo sentito da lontano. Una risata e una mano grande sulla spalla. Mi allontanai stizzita
<< Ti trovo sempre qui, quando hai qualcosa che non va…eh piccola?...>>
E adesso che vuole quello lì?..
<< Cristian, che vuoi..?..>>
Vorrei bruciarti con lo guardo! Dannazione, perché non ho super poteri?...
<< Non puoi uccidermi con lo sguardo, e non hai super poteri..>>
Una risata cristallina degna di lui. Riusciva a leggermi il pensiero per caso?...
<< Si..>>
Abbassò la testa in contemporanea alla mia che si risollevava stupita.
<< Come?...>>
Il suo sguardo si fece intenso, il verde si fuse specchiando i miei cioccolato.
<< Riesco a leggerti nel pensiero…>>
Ma che?.. sta scherzando vero?