Serie TV > Glee
Segui la storia  |      
Autore: Kurtofsky    03/08/2011    1 recensioni
Raccolta affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum "« Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest".
Sette oneshot per i sette vizi capitali. Pairing Vari.
1. Sloth [Kurtofsky]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Seven Deadly Sins
Titolo del Capitolo: Sloth
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, David Karofsky
Genere: Introspettivo, Drammatico
Rating: Giallo
Avvertimenti: OneShot, What if? (E se…), Soft-Slash, Future!Fic
Conteggio Parole: 1164 (FiumiDiParole)
1. Iniziata in una notte buia e tempestosa insonneXD avevo sempre desiderato fare una raccolta simile ma non ci ero mai riuscita in passato .w. Non saranno solo Kurtofsky ma ci saranno anche altri pairing =3
2. Accidia, tra i suoi significati, si può si manifestare attraverso quello scoraggiamento che induce le persone ad arrendersi dinnanzi alle difficoltà.
3. Forse David sembrerà un po’ OOC ma la sua reazione è stata studiata e sentita perché so che significa non avere più voglia di vivere<3 e, come lui, ho trovato qualcuno per cui vale la pena rialzarsi =3
4. Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 », modalità random.
5. Dedicata all’amore della mia vita =3

{ Seven Deadly Sins ~
- 1. Sloth -



Il lento declino di David Karofsky era iniziato una settimana dopo il suo coming out ufficiale, con il suo armadietto brutalmente sfondato ed una scritta rossa di vernice riportante la parola 'Faggot' sull'intera fiancata dell'automobile.
Per un'intera settimana Dave aveva sul serio creduto di aver finalmente preso in mano la sua vita. I suoi genitori ad esempio erano stati comprensivi ed anche 'felici' per la sincerità dimostrata dal figlio, poi un po' meno felice lo era stato Azimio, ma ugualmente si era dimostrato abbastanza tollerante.
Infine era stato il turno del Glee Club. Era stata un'idea di Kurt, che l'aveva pazientemente accompagnato durante quel percorso, e con stupore da entrambe le parti sia quel gruppo che Dave avevano iniziato ad accettarsi.
Ormai David Karofsky non aveva più bisogno di nascondersi e, dinnanzi a tutta quella positività, lasciò crollare le mura che aveva eretto in sua protezione durante quegli anni.
Forse proprio per quel motivo si ritrovò impreparato davanti a tutto quell'odio - che un tempo era lui stesso a riversare addosso agli altri.
Era stato colto senza difese.
David, nonostante gli atteggiamenti forti e la sua corporatura, era sempre stato un ragazzo sensibile e fragile.
Un ragazzo che per riuscire a superare quella gabbia nella quale celava la sua sessualità, aveva dato fondo a tutta la sua forza sempre affiancato da Kurt Hummel.
Era stato bello ed incoraggiante il sentirsi accettato dalle persone a lui più care - ed anche da quelle che aveva sempre maltrattato e che si erano rivelate comprensive e amichevoli -, ma non lo era stato altrettanto quando la voce si era sparsa e tutti quegli occhi che un tempo lo guardavano con rispetto e timore, si erano tramutati in affilate lame di disgusto.
Erano stati inutili gli interventi di suo padre e del Glee Club a scuola, non erano servite a niente le dolci parole di sua madre né quelle rabbiose e vendicative di Azimio - sosteneva di possedere solo lui il potere di 'trattare male il suo amico gay', che fosse una sua esclusiva e che gli altri avrebbero presto sputato sangue e denti da quanto gli avrebbe pestati.
Ma Dave aveva paura.
Paura di tutto quell'odio e di tornare a scuola.
Aveva tentato di ergere ancora attorno a sé delle forti mura per proteggersi, ma come cartelli di carta erano crollati.
Sapeva di potersi risollevare, ma sembrava più semplice lasciarsi andare.
Perché lui non era mai stato davvero forte - non era vera forza quella che doveva mettere in campo durante una partita di football -, né era mai stato coraggioso - era semplicemente incoscienza il può placcare gli avversari ignorando i possibili traumi ad ogni botta.
Alla fine poteva solo dire che... non era come Kurt Hummel.
Era Kurt quello coraggioso, quello fiero della sua sessualità.
Quello che nessuno era mai riuscito a piegare.
Dave non sarebbe mai stato come lui... ma gli sarebbe piaciuto.
Kurt in una situazione simile si sarebbe rialzato e avrebbe detto: " Sta agli altri accettarmi per come sono. Io non devo cambiare per nessuno."
Già. Lui l'avrebbe fatto... ma non Dave che, per l'ennesima volta, stava scappando davanti alle difficoltà.
Non aveva la forza per combattere e... si lasciava andare, troppo pigro e spaventato per poter prendere in mano la sua vita.
La sua camera era diventata la sua tana. Un rifugio sicuro dall'odio e dalle sue paure che però non poteva difenderlo da se stesso.
Pensava e ripensava al suo armadietto sfondato, alla scritta rossa sulla sua macchina ormai sbiadita dai continui lavaggi... pensava agli sguardi che gli erano stati rivolti e alle parole di disgusto che venivano sussurrate alle sue spalle.
Si sentiva impotente di fronte a tutto quello... troppo piccolo davanti ad un problema troppo grande.
Sapeva che in quel modo stava rendendo vani tutti gli sforzi che aveva fatto con Kurt e, sicuramente, quella sua mancanza di reazioni lo stava portando a fare almeno cento passi indietro in confronto ai pochi che aveva fatto in avanti.
Sapeva che era sbagliato eppure... non riusciva a fare niente.
Si diceva: " Intanto non cambierà niente...", e restava in quella condizione conscio di deludere tutte le persone che gli erano state vicine.
Fu proprio la più importante di quelle ad aprire la porta della sua camera e ad entrarvi dentro - era buffo, solo due anni prima il ragazzo era entrato nella vita di David senza rendersene conto, mentre in quel momento lo stava facendo di sua spontanea volontà... peccato che non riuscisse a sorridere dinnanzi a quella constatazione.
Perché sapeva che Kurt era preoccupato, così come lo erano i suoi genitori e quelli che si erano rivelati i suoi unici amici.
" Quando Puck mi buttava nei cassonetti, sai che facevo?"
Non l'aveva salutato. Non aveva detto altro, si era limitato a porgli quella semplice domanda.
Kurt sapeva che Dave non aveva bisogno che gli venisse chiesto come stava.
David aveva bisogno di trovare delle risposte e, in esse, il coraggio che gli serviva per uscire da quello stato di apatia.
" Uscivo dal cassonetto. Mi davo una sistemata e mostravo a tutti quanto quel trattamento fosse inutile. E sai che facevo quando qualcuno decideva di farmi il bagno nello slushie?", domandò ancora, carezzando la spalla dell'altro con delicatezza, facendogli sentire la sua presenza.
Dave però si allontanò. Sapeva che lo stava facendo solo per aiutarlo ma... temeva che fosse tutto inutile. Avrebbe fallito ed avrebbe deluso tutti. Kurt in primis.
" Non sono come te.", mormorò piano.
" Lo so. Tu sei anche migliore di me.", David restò spiazzato da quell'affermazione. " Perché sapevi che uscendo allo scoperto ti saresti messo contro tutta la scuola. Io, al contrario, non ho perso niente nel fare coming out perché agli occhi della scuola non ero popolare. Sei stato coraggioso Dave e questa situazione non cambierà quel che sei."
" Non ho voglia né di deludere te né di tornare in quel posto.", sbottò.
" Mi deludi se non provi neanche a combattere!", esclamò Kurt, cambiando radicalmente atteggiamento, forse un po' inviperito dalla risposta di David. " Capisco la paura. Capisco che in quel momento eri emotivamente fragile. Ma non posso accettare di vederti in queste condizioni. Le persone accetteranno quello che sei e se non lo faranno sai che devi fare? Fregartene!"
" Kurt..."
" Ci sono i tuoi genitori. C'è Azimio. C'è il Glee Club e ci sono anch'io. Hai noi. Non sarai mai da solo davanti alle difficoltà... devi solo permetterci di starti vicini ed aiutarti."
David sbatté gli occhi nel vedere la mano di Kurt tesa davanti a lui in un chiaro invito ed esitante la prese, stringendola con delicatezza.
Il più piccolo ricambiò subito la stretta, sorridendo sollevato.
" Che intenzioni hai?", domandò.
" Credo... di doverti ascoltare...", rispose Dave.
" Bene. E la prima cosa che devi fare?"
" ... parlare con i miei genitori."
" Avrei detto di farti la barba, ma come risposta è accettabile.", ridacchiò Kurt, uscendo dalla stanza mano nella mano con David che, a quella battuta, riuscì finalmente a sorridere.
Nella sua vita ci sarebbero state tante cadute.
Ci sarebbero stati insulti e problemi... ma non era solo e poteva davvero riuscire a trovare quel coraggio che gli serviva per andare avanti.
Con Kurt era certo di riuscirci.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Kurtofsky