Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: sbuff    04/08/2011    1 recensioni
Ormai Valeria non è più così deserta, qualcuno ci vive di nuovo, ma tutti, senza distinzioni si tengono lontani dall'antico palazzo: si mormora che lo abiti ancora il legittimo re, tornato dall'inferno per ghermire le anime di chiunque osi sfidarlo.
Ovviamente è solo una diceria, una leggenda, quel re è morto da tanto tempo, così tanto che in vita non esiste più nessuno che lo abbia mai visto.
E allora chi ci vive davvero? Una splendida principessa di ghiaccio, o un nobile sovrano che ha smarrito la strada per la propria dimora?
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene sì, ho letto tsubasa solo adesso. E l'ho finito. Sì, lo so come va a finire, ma non importa, mentre lo leggevo avevo come la sensazione che sarebbe finito male, e ho scritto questa cosa qui, poi come tutte saprete non c'entra proprio nulla, ma fa niente, era già scritta.
Il titolo... boh, ascoltavo questa canzone mentre scrivevo, e visto che non mi è venuto in mente altro l'ho lasciato.
Dopo tanto tempo che non posto nulla su EFP infetto una sezione nuova... si accettano suggerimenti di ogni genere, speriamo solo di non fare troppi danni







Mad World



Il regno di Valeria è quasi completamente disabitato.
Dalla disgrazia seguita alla nascita del "gemelli della sventura" veramente pochi individui hanno avuto il coraggio di restare; d'altronde, la temperatura è talmente rigida... la neve copre ogni cosa per quasi tutto l'anno.
Son passati tantissimi anni, eppure ancora si mormora della strage compiuta dall'ultimo re sotto la spinta della pazzia causata dai due bambini.
Di tempo ne è passato moltissimo, eppure qualcuno ha ancora paura al solo sentirlo nominare-i figli, i nipoti dei pochi che a quella strage sono sopravvissuti- quello sterminio privo di senso, quel re così giusto e amato che aveva, d'un tratto, massacrato tutta la popolazione per poi togliersi la vita.
Ormai Valeria non è più così deserta, qualcuno ci vive di nuovo, ma tutti, senza distinzioni si tengono lontani dall'antico palazzo: si mormora che lo abiti ancora il legittimo re, tornato dall'inferno per ghermire le anime di chiunque osi sfidarlo.
Ovviamente è solo una diceria, una leggenda, quel re è morto da tanto tempo, così tanto che in vita non esiste più nessuno che lo abbia mai visto.
E allora chi ci vive davvero? Una splendida principessa di ghiaccio, o un nobile sovrano che ha smarrito la strada per la propria dimora?





Fay cominciava ad essere discretamente stufo.
Va bene che avevano deciso di continuare a viaggiare -in eterno? Forse- per tutte le dimensioni, va bene che avevano scelto di non legarsi a nessun luogo, va bene che fossero sempre squattrinati; tutto ciò non lo spaventava particolarmente, ma ogni volta che ripartivano dovevano incappare negli stessi guai? No, seriamente. Avevano finito di raccogliere tutte le piume della memoria di Sakura e, a conti fatti, non avevano proprio più nulla da fare.
E allora perché continuavano sistematicamente ad essere attaccati? Era stanco, stufo, annoiato.
Finalmente ora però si trovavano nel Castello Shirasagi, che dalla "seconda partenza" era il suo luogo preferito. C'entrava forse il fatto che quella era casa Sua e che di conseguenza lì era completamente felice? Beh, se qualcuno glielo avesse chiesto Fay di sicuro non avrebbe negato.
Si stava godendo finalmente un lunghissimo e rilassante bagno caldo quando entrò qualcuno che, senza neppure aver bisogno di aprire gli occhi riconobbe come Kurogane, vuoi perché quel suo passo lo avrebbe riconosciuto sempre, in qualsiasi mondo o dimensione, vuoi perché alle tre del mattino non poteva proprio essere altri che lui.
Quando finalmente alzò gli occhi su di lui, Kurogane stava finendo di spogliarsi, per immergersi anche lui nell'acqua. Qualche tempo prima non avrebbe mai avuto la possibilità di compiere quell'operazione in silenzio, Fay avrebbe ciarlato in continuazione fino a fargli perdere la pazienza, ma il biondino ormai aveva imparato a contenersi dal momento che anche lui aveva compreso quanto in una coppia sia necessario venirsi incontro. Lui aveva smesso di fare il completo idiota sempre e comunque, in qualsiasi contesto e situazione -diciamo pure che quando erano solo loro due, in situazioni intime come quella preferiva non rovinare l'atmosfera, dal momento che non aveva più bisogno di fingere con lui- e Kurogane... beh, lui era un po' meno kuroganoso qualche volta, e accettava i capricci e le coccole del compagno.
Il biondo, comunque, non distolse per un solo istante gli occhi dal corpo scolpito del compagno, modellato ulteriormente dalla luce artificiale della sala che pareva giocare con i suoi muscoli, quasi cercasse il modo di metterlo maggiormente in risalto.
«Sei venuto» mormorò Fay quando l'altro fu nell'acqua, ottenendo come risposta un mugugno piuttosto infastidito, che suonava vagamente come un "imbecille, sono qui, no?!" al quale non fu dato affatto peso. Continuava ad avvicinarsi a lui, Kurogane, con passi lunghi e lenti in quella grossa vasca, tenendolo incatenato a sé col suo sguardo magnetico.
L'ultimo passo, però, fu Fay a farlo, circondandogli poi il collo con le braccia e invitandolo a baciarlo. Certo, Kurogane non si fece pregare, e lo strinse forte mentre si impadroniva di quelle labbra socchiuse. Quel bacio fu strano, famelico, violento quasi, necessario.
«Che c'è?» chiese Fay sorridendo, passando le mani tra i capelli neri come la pece intuendo il problema.
«Niente» sospirò Kurogane. Poi però aggiunse che un problema c'era, che Tomoyo gli aveva chiesto di prendere parte ad una spedizione che sarebbe avvenuta il giorno dopo -"abbiamo scoperto un accampamento proprio alle porte del regno, questo è un momento piuttosto difficile, sono solo esploratori, un gruppo di ninja li neutralizzerà, ma non vorremmo rischiare. Lo so che sei appena arrivato, che ti chiedo molto, ma vorrei che partecipassi anche tu."
Fay s'impensierì, ma non voleva darlo a vedere. Sfiorò il volto del compagno con le dita bagnate e gli sorrise, prima di tendersi verso di lui e baciarlo ancora.
Fecero l'amore quella notte, come ogni notte che precedeva una battaglia.
Sarebbe andato tutto bene.


«Kurowaaaaaaanko!» ecco, Fay si era svegliato, idillio finito.
Kurogane grugnì qualcosa di molto poco cortese.
«COSA DIAMINE VUOI?!» gridò esasperato dopo un'altra dozzina di richiami piagnucolanti.
«è che mi sento solo» spiegò il mago mettendo in broncio «Questo letto è taaaaanto grande, c'è troppo spazio per mammina. E per colpa di questa gamba antipatica mammina non può alzarsi per fare le coccole a paparino, ed è costretta a stare a letto. Vieni a farmi compagnia?» argomentò facendo gli occhioni dolci ad un Kurogane appena entrato nel suo campo visivo -in piedi, braccia conserte, appoggiato alla porta spalancata.
«Tsk! Imbecille» fu la lapidaria risposta che ricevette.
«Eddaaaaaai Kuromyuuu!! Sei venuto fino a qui... siamo a Clow, che cosa dovrai mai fare di così importante da non poter dedicare un po' di tempo alla tua adorabile mogliettina malata?» Chiese con un sorrisetto malizioso.
«punto primo, sei un uomo, o qualcosa che dovrebbe assomigliarci; punto secondo, non sei malato, sei solo un imbecille che è riuscito a rompersi un piede scivolando. E poi lo sai che non sopporto di perdere tempo» però nel frattempo si era seduto sul bordo del letto, procurando nell'altro l'ennesimo sorrisino poco rassicurante.
«Ma come Kurotan? La mammina e il papino sono soli soletti a casa, con un lettone a disposizione... non penso che ci sarà molto tempo "perso"» insinuò mentre si tirava a sedere. Kurogane gli dava le spalle, ma avrebbe potuto scommettere che era diventato tutto rosso: odiava quelle allusioni, avrebbe di gran lunga preferito un chiaro e inequivocabile "voglio scopare", così almeno avrebbe potuto rispondere che non gli sembrava il caso con quella gamba, il medico aveva raccomandato riposo. Poi però sentì le diaboliche braccia magre del biondino che andavano ad abbracciarlo da dietro, e le sue malefiche labbra che baciavano qualsiasi lembo di pelle avessero alla loro portata. E, diamine, lui la buona volontà ce la metteva pure, ma che doveva fare? Tra una cosa e l'altra erano tre settimane che non facevano nulla.
«La carne è debole Kurochu» sussurrò Fay dietro al suo orecchio.
Ecco, ci mancava solo quella. E non che avesse bisogno di essere proprio convinto, eh...
Prima ancora che Fay potesse realizzare che cosa stesse accadendo, Kurogane fu sopra di lui -attento a non sfiorare la gamba rotta nemmeno per sbaglio- mentre lo catturava in un bacio passionale e profondo. Ci volle giusto un istante perché Fay realizzasse che cosa stava succedendo e rispondesse al bacio, non aspettava di meglio, e lo spinse contro di sé fino a che i loro corpi non aderirono perfettamente, come una premessa a quella danza che conoscevano ormai alla perfezione, aprendo poi le gambe per fargli spazio.
Dopo qualche minuto Kurogane si staccò da lui per realizzare che erano entrambi a torso nudo. Prese un respiro profondo e si allontanò un pochino dal corpo sotto di lui, suscitando la risposta contrariata di Fay. «Se non mi fermo adesso, io...» provò a spiegare con ben poco successo. Fay infatti lo fece tacere baciandolo ancora, trascinandolo nuovamente su di sè.
La blanda resistenza di Kurogane aveva avuto davvero vita breve.


Dio, era mai stato così felice?
Fay si era appena svegliato tra le braccia di Kurogane, nel calore rassicurante che emanava il suo corpo.
Non che la sera prima avessero fatto qualcosa di che, solo erano andati a letto dopo quella giornata come le altre, lui aveva letto qualcosa mentre Kurogane borbottava prima di mettersi a dormire. Poi lo aveva abbracciato e lo aveva convinto a mettere via quel libro -era piuttosto possessivo e geloso nei confronti di qualsiasi cosa che allontanasse l'attenzione di Fay, anche se non lo avrebbe mai ammesso. La loro camera, lì a Piffle, era attaccata a quella di Shaoran, che aveva anche il sonno molto leggero, quindi si erano semplicemente addormentati così, molto banalmente.
In quel momento, all'alba, in un mondo che non era il suo, si sentiva perfettamente felice nella normalità di quel gesto -un abbraccio, nulla di eclatante.
Capitava spessissimo che Fay fosse il primo a svegliarsi, e in quel caso si alzava con un grosso sorriso e preparava la colazione per tutti, canticchiando e svegliandoli con l'odore dei suoi cibi. Quella mattina però preferì sprofondare tra quelle braccia di guerriero e accoccolarsi contro quel corpo statuario che si trovava lì solo per lui, sistemandosi in modo che potesse sentire il battito regolare del suo cuore contro il proprio corpo.
Il movimento fece sistemare l'altro di conseguenza, che allentò un pochino la stretta senza svegliarsi e che fece scivolare un braccio intorno al fianco che Fay gli offriva.
«Ti amo Kurogane» mormorò pianissimo contro la pelle scoperta dell'altro. Non se lo dicevano così spesso, non seriamente almeno: Fay lo diceva spesso come uno scherzo quando Kurogane lo minacciava di morte o quando voleva spezzare la tensione. Poi capitava che fossero seri quando si scambiavano quelle parole, e allora il momento era sempre particolare.
In quell'occasione Kurogane non poteva averlo sentito, eppure gli piacque credere che fu il suo corpo a rispondergli, stringendolo con una delicatezza del tutto atipica per l'omone col quale aveva deciso di dividere il resto della vita.




Nel castello del regno di Valeria vive qualcuno.
Lo sanno tutti, ovviamente, ma nessuno ha il coraggio di andare a vedere.
Non c'è nessuno che abbia avuto il coraggio di attraversare le porte di ghiaccio di quello splendido palazzo -sembra di cristallo, è meraviglioso ed eterno, sicuramente si tratta di un posto magico: all'alba e al tramonto cambia colore, e allora fa un po' paura, ma nelle notti di luna piena brilla talmente che sembra che la luce provenga dal suo interno, e allora non si può che ammirarlo, quel retaggio di un mondo antico.
Ogni tanto, a Valeria, si sentono delle urla atroci e disumane. Non fanno esattamente paura, ma il cuore di chi le sente si stringe in una morsa, e gli occhi si riempiono di lacrime: è l'abitante del castello che manifesta il proprio totale ed insopportabile dolore.
Se qualcuno avesse il coraggio di entrare potrebbe vedere un biondo principe seduto sul trono: è il nipote dell'ultimo sovrano.
Ha viaggiato, quel principe, ha viaggiato nello spazio e nel tempo, ha avuto tanto e ha perso tutto.
è stato innamorato, quel principe chiuso nel ghiaccio, è stato innamorato di un guerriero che l'ha amato e protetto fino alla fine, fino a morire per salvare la sua vita.
Se qualcuno avesse il coraggio di entrare vedrebbe Fay D. Flourite, uno dei "gemelli della sfortuna" che avevano causato la distruzione di Valeria; ormai è quasi parte del ghiaccio stesso, il suo sconfinato potere magico gli aveva allungato enormemente la vita, una vita che non voleva e della quale non poteva liberarsi -"hai ancora intenzione di morire?" "No. Non baratterò più la mia vita per niente al mondo." "Sei sicuro?" "Sì."
E così si accontenta di quel surrogato di morte, una lunghissima vita di inerzia, avvolto nel corpo dallo stesso gelo che attanagliava il suo cuore.
All'inizio c'era solo il dolore, in quella prigione che aveva sigillato per il proprio riposo, ma con il passare del tempo i periodi di veglia si erano accorciati sempre di più, fino ad essere sostituiti quasi del tutto da un sonno pieno di sogni e visioni -ricordi, spicchi di vita, frammenti di felicità.
Nel sonno, nel sogno, il principe nel castello di ghiaccio vive ancora. Quando dorme seduto dal suo trono di dolore Fay sorride, sogna Kurogane, l'altra metà del suo cuore e spera soltanto che un giorno, anche uscendo da un sogno, Kurogane lo venga a prendere e gli impedisca di svegliarsi ancora in quel posto spaventoso, Fay spera che lo porti via e lo salvi una volta di più.
Fay si addormenta sempre più spesso e lo sa, lo sente che sta per arrivare -in fondo ha promesso, non lo deluderà, non potrebbe farlo mai.




And I find it kind of funny
[I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world]




ps,
non ho riletto quello che ho scritto ^__^ quindi tutti gli errori di battitura saranno ricontrollati ^__^
  
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