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Autore: Haibara Stark    05/08/2011    1 recensioni
What if? || Il silenzio sussurra tra i corridoi. Sale per le scale,attraversa le porte. Solo un leggero cigolio aleggia nell’aria,nascondendosi nel buio della stanza ed accompagnandosi a un movimento proibito. Ma quel lieve rumore fa oramai parte del tuo silenzio e alle tue orecchie giunge solo come un suono di sottofondo,come potrebbe essere il ticchettio di un orologio. Afferri con maggior forza la spalliera del letto,contraendo i muscoli e sbiancando le nocche. Il tuo sguardo si concentra su quegli occhi liquidi e scuriti dalla passione che ti scrutano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~ Body and soul.

 

Il silenzio sussurra tra i corridoi. Sale per le scale,attraversa le porte. Solo un leggero cigolio aleggia nell’aria,nascondendosi nel buio della stanza ed accompagnandosi a un movimento proibito. Ma quel lieve rumore fa oramai parte del tuo silenzio e alle tue orecchie giunge solo come un suono di sottofondo,come potrebbe essere il ticchettio di un orologio. Afferri con maggior forza la spalliera del letto,contraendo i muscoli e sbiancando le nocche. Il tuo sguardo si concentra su quegli occhi liquidi e scuriti dalla passione che ti scrutano. Trovi ironico che la prima cosa a sporcarsi in queste situazioni siano proprio gli occhi,specchi dell’anima,velandosi del desiderio più depravato. Sorrideresti a tale pensiero,ma la foga aumenta e non lascia spazio all’ironia. Allacci le gambe dietro la sua schiena per approfondire il contatto. Conosci perfettamente ogni singolo movimento che può fare la differenza. Li hai studiati,di volta in volta,mettendo poi in pratica le tue teorie e osservazioni,scoprendoti bravo in quello che fai. Forse è per questo che sei così richiesto.
E’ iniziato tutto quasi per gioco. Un esperimento che nessun altro avrebbe mai osato tentare – come sempre. Ma,per quanto la sodomia sia un reato,quando non si riesce più a tenere a freno il corpo nessuno si pone il problema che  tu sia uomo o donna. L’importante è concedersi. Tu non sei mai stato come gli altri esseri umani - vogliosi esseri carnali. Non hai mai sentito il bisogno di tutto questo. Eppure adesso ti trovi ancora una volta sdraiato tra le lenzuola umide,lasciandoti prendere. Un’ultima decisa spinta e sei costretto a far uso di tutto il tuo autocontrollo,per un fatto di orgoglio più che altro. Lascia il letto e si dirige verso la finestra,portando tra le labbra una sigaretta. E’ la prassi. Lo fanno tutti. Ti vesti per metà ed esci in corridoio. L’ultima ronda è stata all’una del mattino,mentre i tuoi compagni e colleghi sanno. Tutti. Quindi non hai di che preoccuparti. Entri nella tua stanza,stipata di libri e strumenti da lavoro,e poggi distrattamente il resto degli abiti su una sedia. Il tuo sguardo viene attirato dalla lettera candida scritta da tuo fratello. Quanti problemi inutili si pone. Quante sciocchezze. Il corpo è tuo,la vita è tua. Non vedi di cosa dovrebbe preoccuparsi. Quale scandalo potrebbe mai uscire da queste mura,dove tutti fanno uso della tua carne? Nessuno oserebbe mai proferir parola. Nessuno. Ti infili nel letto,senza provare il bisogno di dormire. Quale spreco di parole,carta ed inchiostro è stato per Mycroft mandarti quella lettera. Lui certo avrà capito che non hai la minima intenzione di rimanere in questo posto a lungo come vorrebbe vostro padre e che se sei ancora qui è solo perché ti è possibile effettuare esperimenti medici altrimenti impossibili. Ma,nonostante questo,continua a ripeterti che è pericoloso. Che dovresti smetterla. E ti conosce abbastanza bene da sapere che non gli darai mai retta,che farai di testa tua fino in fondo.
Le prime luci dell’alba iniziano a filtrare dalle spesse tende. Ti alzi nuovamente – come se avessi dormito delle ore – e ti vesti. Preparandoti a una nuova giornata.

*

Cammini svelto nel cortile,tenendo tra le braccia tre libri. Schivi qualsiasi oggetto o persona che intralci il tuo percorso,senza curarti delle occhiate curiose e stranite di chi non ti conosce o denigratori e malevole di chi pensa che sei pazzo. Forse c’è anche qualcuno che ti guarda per altri motivi,ma a te non importa. Tutto ciò che conta è raggiungere la meta il prima possibile. Ad un tratto blocchi bruscamente la tua avanzata. Là,seduto su una delle panchine che costeggiano il cortile,vi è un ragazzo che non hai mai visto. Nonostante sia di costituzione più piccola è certamente di due o tre anni più grande di te. Lo capisci dal libro di medicina che sta tenendo tra le mani. Legge con tranquillità,senza alcuna espressione di tensione e ciò ti porta a pensare che sa quello che fa e quello che vuole. Se è lì,è perché vuole esserci. Non come te. Ti domandi come tu non abbia potuto notarlo prima. Un ragazzo così particolare e di bell’aspetto – sì,devi riconoscerlo – non passa certo inosservato. Il filo dei tuoi pensieri non è ancora giunta al termine che già ti trovi davanti a quella panchina.
 “Questo posto è occupato?” Domandi.
Lo sconosciuto alza lo sguardo su di te e scuote leggermente la testa“No.” Ti siedi accanto a lui,impilando due libri in terra ai tuoi piedi e tenendone uno in mano. Acquisti un’espressione concentrata e fingi di leggere. Senti il suo sguardo su di te,anche se sta cercando di non farsi notare.
“Non l’ho mai vista qui in giro” Esordisci ad un tratto,senza staccare gli occhi dal libro. Lo sconosciuto trasale appena per l’inaspettata presenza della tua voce.
“Sono cose che succedono.” Il tono della sua voce è gentile e cordiale,proprio come ti saresti aspettato da lui.  “E’ quasi impossibile incrociare almeno una volta tutti gli studenti di questo posto”
“Non per me” Rispondi asciutto,con un leggero sorriso a incresparti le labbra.
“Allora,semplicemente,non si ricorda di me”
“Impossibile anche questo” Per la prima volta alzi lo sguardo su lui e i tuoi occhi scuri si scontrano con quelli chiari di lui. Bellissimi. Tutto di lui trovi bellissimo. Ha qualcosa di particolare,che gli altri non hanno. Qualcosa che ti sfugge,ma che ti ha portato a sederti su quella panchina. Passa un tempo indescrivibile prima che lui tenda una mano verso di te.
“John Watson”
La stringi. “Sherlock Holmes” Lasci la presa,senza distogliere lo sguardo da lui. Lui che da l’impressione di essere diverso dal resto del mondo. Lui che ti sta sinistramente facendo battere il cuore come mai successo prima. “Hai impegni per il resto della vita?” Gli domandi senza alcuna esitazione. Non sei certo del perché l’hai fatto,ma ha poca importanza. Watson ricambia il tuo sguardo perplesso,sbattendo un paio di volte le palpebre. Poi ti sorride. Non risponderà mai a quella domanda. Ma il fatto che non se ne sia andato già ti basta. 

*

Apri gli occhi pigramente,svegliato da un raggio di sole sfuggito alla spessa coltre delle tende. Il tuo sguardo si scontra con le sue palpebre ancora chiuse e un leggero sorriso si disegna sulle tue labbra. Nella tua mente riprendono forma le immagini del sogno della notte e non puoi fare a meno di chiederti perché il tuo cervello abbia deciso di farti rivivere il vostro primo incontro. Non che la cosa non ti faccia piacere. Anzi. Non scorderai mai quel giorno. Ma soprattutto la sorpresa che provasti nel rivederlo in compagnia di Stamford dopo tutti quegli anni. Fingesti di non riconoscerlo,per mantenere quella maschera di distacco verso gli altri che eri solito mostrare,ma in verità un pezzo di te era rimasto all’Università con Watson quando te ne andasti. E tuttora quella parte vive in lui. Era certamente merito di quel destino in cui tutti credono se lui era tornato da te. Sei stato costretto tanto tempo fa ad ammettere che non vi è alcuna spiegazione scientifica a questo. Anche se ti piace pensare che siete due poli opposti e come tali non potevate che continuare ad attrarvi a vicenda finché non foste tornati insieme. Un pensiero romantico,non trovi? Ci si aspetterebbe molto più da Watson che da te. Ma si sa: chi sta con lo zoppo
Accarezzi lievemente un suo zigomo. Ricordi di averlo fatto anche quella volta. Lo avevi guardato addormentarsi,mentre i vostri corpi erano ancora uniti dal groviglio del lenzuolo,ed avevi accarezzato il suo viso come non facesti mai con nessun altro. Nessuno. Nessuno si era mai preso tale attenzione da te e né mai te ne diede. Solo lui. Il ragazzo che voleva diventare medico per salvare altre vite e non per la fama. Il ragazzo che stava seduto su quella panchina  e che inconsapevolmente ti ha cambiato la vita con un sorriso. Dopo quella notte scrivesti a Mycroft e gli assicurasti che non avrebbe più avuto nulla da rimproverarti a riguardo. Non desti alcuna spiegazione,ma lui capì ugualmente. Ti lasciasti tutto alle spalle. E lo lasci tuttora.
Non hai mai confessato a John cosa accadeva tra quelle mura silenziose. Di come svendevi il tuo corpo. Perché,infondo,non ha alcuna rilevanza. Quel tuo corpo è sempre stato di sua proprietà. Ed anche la tua anima.

 

 

A volte ritornano.
Delucidazioni.

 Salve a tutti!
No,non sono un fantasma – anche se potrei sembrarlo XD
Allora.

Cosa potrei dire di questa one shot?

. Che è una What if? ,indubbiamente,su cosa sarebbe potuto succedere se i nostri beneamati eroi si fossero conosciuti quando erano più giovani.

. La storia è ambientata all’Università di  Londra. Ho reso Sherlock un giovane studente di medicina  per nulla intenzionato a proseguire gli studi,come vorrebbe il padre,e..come dire? Molto libertino? XD

. E’ nata dall’amore irrefrenabile che provo per questa immagine http://i56.tinypic.com/k4a7p0.jpg

Sì,può sembrare assurdo,ma l’adoro in modo smisurato, e  mi sono ispirata alle battute scritte nell’immagine per quando si incontrano.

. L’idea di Holmes-ragazzofacile l’ho tratta dal roleplay  che porto avanti con a Game of Shadows  ( *tira fuori un orologio dal nulla e comincia a farlo ondeggiare* Quando schioccherò le dita andrete a leggere le sue storie…Ora! *schiocca le dita*) come anche il fatto che Mycroft gli mandi lettere di ammonimento.

 
Well.
Credo di aver concluso.

Grazie a chi ha letto fin qui e a chi commenterà.

Enjoy!

  
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