Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: livia    05/08/2011    23 recensioni
La storia, così com'è andata, ma raccontata da un'altra prospettiva.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa breve ff è da intendersi come “l'altra faccia della medaglia” rispetto a “Luce”, in quanto diametralmente opposta è l'emozione che la pervade. Ho già scritto altre volte riguardo a questa parte della storia, ma stavolta è letta in una chiave d'interpretazione un po' diversa, diciamo una sorta di “variazione sul tema”. Spero vi piaccia, buona lettura e grazie a chi vorrà commentare.
Livia





Ora le nocche mi sanguinano.
Le scortico con forza contro la parete, e la pelle si lacera e lascia segni rossastri.
Cerco il dolore, ma non serve a niente: non mi esce, non può uscire perchè non ho più niente dentro. La vita stessa mi ha abbandonato quando hai chiuso gli occhi tra le mie braccia, e adesso vedi?, respiro ancora, ma non esisto più.
Di nuovo la mia mano sbatte contro l'umidità fredda del muro e poi scivola giù pesantemente, stavolta è il palmo che si spella fino a mostrare la carne viva.
Voglio stare male, urlare, ma non ci riesco: la rabbia mi soffoca le lacrime.
Non era così che doveva andare.
Non può esserci nessun domani migliore, nessun mondo nuovo se tu non ci sei. Non può nascere nemmeno un altro giorno, e invece un altro giorno è nato: è l'alba, e devo viverla anche se non sono in vita senza te.
Adesso la luce filtra fioca attraverso l'oscurità di questo scantinato.
Non so nemmeno come ho fatto ad arrivarci, dopo che mi hanno buttato fuori da quella chiesa come si buttano fuori i cani. Sono luoghi dell'anima, la chiese. Eppure chiudono, e si deve uscire anche se là dentro lasci chiusa la tua anima. Anche se dentro ci sei tu, in una cassa di legno, con il corpo coperto di fiori.
Non erano questi i fiori, no.
Non era questa la cerimonia, non era questa la piccola chiesa che avevamo sognato.
No.
Sento dei passi, ma non mi volto.
Voglio rimanere contro questo muro a dilaniarmi la carne finché non ce ne sarà più. Finché non ci sarò più io.
Scuoto la testa con forza, e la mia spalla si scrolla di dosso la mano che le si è appoggiata sopra. Una mano pesante, una mano che ha sofferto: e una mano amica.
- Alain -, dico, senza guardarlo.
- E' tutta la notte che ti cerco.
Ha la voce bassa, preoccupata.
- Tutta la notte.
Lo posso immaginare.
Ma non voglio che nessuno mi trovi, non voglio esistere più.
- Mi dispiace tanto.
Lo so, amico mio.
- Ma non è il momento di piangere i nostri morti, bisogna andare avanti anche per loro che ci hanno creduto.....
Finiscila, Alain. Non le vedi le mie mani? Certo non posso impugnare una spada, imbracciare un fucile.
- Va' tu -, gli dico, con la testa contro il muro.
Ancora lui mi afferra la spalla e mi obbliga a voltarmi.
- No -, risponde fermo, ma ha un lieve tremolio all'angolo della palpebra. Non lo vedo chiaramente nell'oscurità dello scantinato, ma ne percepisco l'intensità.
- Ci ha creduto -, ripete, e anche la voce trema un po' stavolta, - Devi portare avanti quello che ha iniziato.
La mia mano si aggrappa alla sua, forse la macchia di sangue, e la allontana con un gesto secco.
- Lasciami qui -, gli ordino.
Per favore, Alain. Non c'è più niente per cui valga la pena vivere o morire.
Per favore.
Lui annuisce, si allontana di qualche passo con le spalle curve, sembra sostenere un peso troppo grande anche per lui che è sempre stato un colosso. Improvvisamente, poi, si volta e torna indietro, come se non si volesse dare per vinto. Come se ci fosse ancora qualcosa da dire, amico mio, lo so: ma non c'è niente, davvero. Lasciami qui.
- Non riesco a capire come non abbia potuto evitare il cecchino sul ponte -, dice poi. Butta fuori le parole una dopo l'altra senza interruzione, quasi fossero l'ultimo filo che ancora ci lega. Prima che lui se ne vada e porti a termine quello che deve fare. Prima di lasciarmi qui.
- Ma credo di saperlo...Penso che la sua attenzione fosse stata concentrata su di te, André. Aveva capito che stavi avendo problemi anche all'occhio destro, e...
Sangue, e la pelle del mio palmo che si stacca contro la ruvidità della pietra. Colpa mia, lo so. Ero io quello che avrebbe dovuto proteggerla, ed ecco com'è andata a finire. Buono a nulla di un cieco incapace.
Alain mi blocca la mano, esige attenzione.
- Ti ha amato come non ho mai visto amare, André.
Deglutisco a vuoto, e l'aria nella mia gola brucia come vetro.
- Anch'io -, rispondo.
Lui annuisce ancora, con aria grave. E' invecchiato improvvisamente, una ruga verticale gli taglia in due il volto.
- Vuoi....vuoi piangere? -, chiede.
Sembra a disagio mentre lo dice, e mi guarda esitante. Non è un gran consolatore, il mio amico, no: non gli riesce, e forse tutto sta diventando troppo anche per lui. E poi, ha già negli occhi la battaglia: non si tirerà indietro, lo sa già, darà la vita anche lui se necessario.
Io abbasso gli occhi e deglutisco ancora mentre scuoto la testa.
- No.
Non posso, Alain, non ce la faccio. Sono annientato, lo vedi. Vorrei, sì. Vorrei urlare con quanto fiato ho in gola, e poi farmi uccidere per lei, per te e per tutto quello per cui siamo arrivati fino a qui. Ma non posso, ma non posso: non posso morire perchè sono già morto.
- No -, gli ripeto, e lui mi prende per un braccio e quasi non mi accorgo di muovere le gambe.
- Allora andiamo -, mi ordina, mentre io gli cammino a fianco verso l'uscita, - Fallo per lei.





Il mio occhio destro è completamente cieco ora.
E' accaduto cinque anni fa, in quella gloriosa giornata in cui abbiamo combattuto e vinto per una vita migliore. Oscar non lo avrebbe visto mai, ma è per lei che sono andato avanti quel giorno, e c'era lei al mio fianco a incitarmi a non mollare: ed è così che ho vinto per lei, per noi.
Quella sera stessa ogni cosa intorno a me si è fatta buia all'improvviso, e non mi ci è voluto molto per capire che avevo perso completamente la vista anche dall'occhio destro. Non me ne sono fatto una croce: avevo portato a compimento quello che Oscar aveva iniziato, questo era ciò che contava davvero. Per il resto, non mi importava di vedere più niente ora che lei non c'era più.
Ancora adesso non costituisce un problema: vivo nella casa vecchia di Arras, della quale conosco a memoria ogni singolo spigolo, ogni singolo gradino, ogni crepa nel pavimento, e gli occhi non mi sono necessari. Di quello che c'è fuori non so più niente, e niente voglio sapere: il mondo è molto diverso da come lo avevamo sognato, e sono contento che mi sia stata risparmiata la possibilità di vederlo. E' come se vivessi su una barca che mi è familiare come me stesso, circondato da un oceano sconfinato che non ho più alcun interesse a esplorare. I miei ricordi: quelli mi bastano, e attraverso quelli vivo.
Oscar mi è vicina sempre: la sua mano mi accarezza la testa durante ogni momento della giornata, e quando percorro la strada fino al cimitero del paese dove è sepolta, sento che cammina al mio fianco e mi sorride. Mi addormento vedendo il suo volto e mi risveglio pensando ai suoi occhi: è tutto quello di cui ho bisogno, altro non mi serve.
Alain viene a trovarmi spesso e mi fa avere di che vivere. Anche lui ha deciso di isolarsi dal mondo, e credo di essere l'unica persona che lui vede ancora. Non ci diciamo mai molto, quando viene: ci sediamo accanto, all'aperto, e lasciamo che sia il silenzio a parlare per noi. E poi, in fondo, non c'è niente da dire che già non sappiamo l'uno dell'altro: siamo entrambi soli, e abbiamo entrambi il cuore spezzato.
Un domani, forse, riuscirò di nuovo ad avere voglia di parlare con la gente e raccontare la nostra storia.
Dicono che fa bene, dicono che è solo così che dal dolore può nascere qualcosa di bello.
Dicono, e forse dovrei.
Ma su questa barca?
Qui?
  
Leggi le 23 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: livia