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Autore: __Wrath__    05/08/2011    2 recensioni
[Schroeder x Lucy]
Quando un musicista è costretto a lasciar da parte il suo amato Beethoven per colpa di una lagnosa ragazzina.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiaro di luna

Chiaro di luna.

 

Il ragazzino biondo lasciò scorrere i propri polpastrelli sui sensibili tasti bicromatici, questi alla minima pressione, producevano la dolce ma possente melodia che nella mente del pianista era ben chiara, allacciata ad ogni fibra nervosa del suo cervello come fili d’acciaio. Suonare per Schroeder non era un grazioso trastullo, era quasi una necessità vitale, come il respirare, il nutrirsi, il dormire.

La musica intrappolata nella sua testa lo scuoteva peggio di un mare in burrasca e se non fosse riuscito a liberarla a tempo debito era sicuro che tutte quelle note sarebbero implose.

Aveva appena iniziato con il terzo movimento e mentre le note andavano a crescere in maniera impetuosa qualcosa si incrinò. Un suono che non doveva esserci, qualcosa di stridulo che intaccava la composizione.

Non un suono, una voce, tremendamente acuta che a forza si faceva largo tra le fragili note che sbocciavano dal suo pianoforte giocattolo.

- Schroeder, se tu amassi davvero Beethoven prenderesti il suo esempio e dedicheresti anche a me un’opera come questa. -

Come si fa a scambiare la “Sonata 14 in Do diesis minore opera 27 numero 2” con la “Bagatella in La minore per pianoforte WoO 59”?!
- Questa è “Chiaro di luna”  e non “Per Elisa” -, rispose senza alzare gli occhi dai piccoli tasti, non poteva farsi distrarre così da quella bambina dagli occhi color della pece, lo stesso dei suoi vaporosi capelli e dello stesso colore dell’umore del piccolo pianista in quell’istante.

- HA! Solo a questo sai pensare! Sai cosa cambia! La tua vita gira solo intorno ai tuoi stupidi spartiti e al tuo stupido Beethoven! -

Stupido?! Come poteva accostare al nome del suo grande maestro un termine così…inappropriato?!

- E a cosa dovrei pensare invece? -, rimbeccò alzando lo sguardo sulla bambina adagiata sulla coda del suo piano, quando la guardò con rabbia riuscì a percepire un tremito da parte dell’altra.

- Facile. Dovresti pensare a questa stupida che ogni giorno passa i suoi pomeriggi ad ascoltare te che suoni con il tuo stupido piano il tuo stupido Beethoven! -

La schiena indolenzita di Schroeder gemette quando provò a mettersi in posizione ritta, si stava ingobbendo a furia di suonare sempre con quella postura inadeguata.

Strano. Schroeder in quel momento non pensò che quella bambina capricciosa ed egoista avesse insultato per la seconda volta il suo idolo, il biondo, in quell’istante era rimasto scombussolato dalla cattiveria con cui lei si era definita stupida.

Era arrabbiata, i suoi occhi notturni luccicavano come se realmente ci fossero incagliate delle piccole stelle che rischiavano di rotolare via insieme ad una lacrima che era impigliata tra le sue sottili ciglia.

Quando la cinica Lucy notò come il musicista fissava quella perla che minacciava di sgusciare via dal suo irragionevole occhio, si strofinò con un braccio per cancellare quella prova della sua fragilità.

Lucy.

La testarda, ambiziosa, scorbutica e sarcastica ragazzina che non lo lasciava mai in pace, che gli riempiva la testa di idee sciocche come quella del loro futuro matrimonio.

Lucy.

L’annoiata giocatrice di baseball che durante la partita cercava di attirare la sua attenzione nonostante la sua incapacità di tenere una mazza in mano, che indossava un cappello un po’ troppo grande per quella sua testolina.

- Ogni giorno io vengo qui a sentirti suonare, tutti i pomeriggi! Il pomeriggio di oggi, il pomeriggio di ieri, il pomeriggio dell’altro ieri! Così via fino ad arrivare al pomeriggio di così tanti anni fa dove ho capito che ti voglio talmente tanto bene da restare ad ascoltarti suonare il piano per sempre! Ma con oggi il per sempre è terminato! Tra noi due è finito tutto Schroeder. Addio. -

La bambina dal vestitino azzurro di cotone che era solita indossare, in quel momento tremava d’un misto di emozioni che Schroeder non riusciva a comprendere, in un piccolo cantuccio della sua mente si chiedeva come potesse esser finita la storia se questa non era mai iniziata ma nel vedere la bambina alzarsi per dirigersi alla porta, lo fece scattare di rimando.

Anche se non l’avrebbe ammesso mai e poi mai a Schroeder faceva piacere che qualcuno l’ascoltasse mentre suonava una sinfonia, si sentiva apprezzato e vedere l’unica persona che continuasse imperterrita ad andare a trovalo quando si esercitava alzarsi per dirgli addio gli procurò un magone che non gli permise di respirare come avrebbe voluto.

- Van Pelt! Van Pe- Lucy! Aspetta! -

- Cosa c’è sciocco ragazzino spezza-cuori? -, la sua voce tremava, sembrava pronta per attaccare una delle sue interminabili lagne.

- Ecco, io…umh -, avrebbe voluto mordersi la lingua. Non sapeva come esprimere il proprio dispiacere, infondo lui non aveva mai considerato Lucy una “bleah” ma spesso era fastidiosa, così tanto che il suo caratteraccio distruggeva il suo faccino tondo.

Non sentendo alcuna risposta da parte del giovane, gli occhi di Lucy iniziarono a bruciare e ad inumidirsi e da un suo occhio, una lacrima grossa quanto una bacca, ruzzolò lungo la guancia rigandogliela.

Non si sa bene il perché ma il biondo si chinò verso quella perla e la raccolse tra le labbra, a quel gesto le guance della ragazzina si imporporarono.

- C-Che hai fatto?? -

-…ho baciato via una lacrima -, si giustificò inghiottendo il nodo d’ansia, cercando di celare il suo nervosismo dietro a una maschera di superiorità.

Un sorriso ebete nacque dalle labbra della piccola Van Pelt e l’imbarazzo di Schroeder andò crescere con esso, ma nel vedere la luce in fondo agli occhi di tenebra della ragazza un piccolo sorriso spuntò anche sul suo viso.

Chissà quale sciocchezza sdolcinatamente romantica starà pensando?

- Anche a me farebbe comodo un po’ di Chiaro di luna per leggere nei tuoi occhi -, sospirò piano Schroeder.

- Hai detto qualcosa? -, chiese Lucy mentre si dirigeva nuovamente alla coda del suo pianoforte giocattolo.

- No, non ho detto niente -, concluse posizionandosi per eseguire dal principio l’opera.

- Sai Schroeder? Quando noi ci sposeremo e avremo dei figli, ricorderemo questa giornata strampalata davanti al caminetto e ci rideremo su! -, esclamò euforica Lucy interrompendo per l’ennesima volta l’esecuzione.

Il biondo alzò gli occhi al cielo e prese un profondo respiro.

- Oh, scusa -, mormorò l’altra ritornando alla realtà - Non ti interrompo più -, sorrise timida, stranamente docile.

A quel punto, il ragazzo ricominciò a suonare e come promesso, riuscì a eseguire l’intera

opera senza ulteriori impedimenti.

 

Infondo Lucy Van Pelt non era poi così “Bleah”.

                                                               

***

Okay. Non è un capolavoro, lo ammetto ma più di così non sono riuscita a fare T_T nel mio piccolo ho cercato di rendere un tributo al grande maestro Schulz e questo è il massimo che sono riuscita a fare.

Amo i Peanuts da anni e ho segretamente tifato da sempre per questa coppia assurda xD Adoro Schroeder ma ancor di più l’irrefrenabile Lucy! Sempre così scorbutica ma che diventa tutto miele alla vista del biondino.

Spero che non sia risultato uno schifo totale ç_ç se è così chiedo umilmente scusa ==”      

   
 
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