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Autore: MoomoonX3    06/08/2011    1 recensioni
Vi siete mai chiesti perchè gli artisti siano quasi sempre depressi e solitari...?
...perchè la particolare sensibilità tipica di un artista deriva da esperienze dolorose che l'hanno qiutato a crescere?
...perchè la società è troppo materialista e non riesce più ad apprezzare la Poesia?
...o forse semplicemente perchè nella loro vita si sono fatti talmente tante figuracce da non aver più il coraggio di mettere il naso fuori di casa??
Nel mio caso, ehm, nel caso di una non meglio identificata bambina il cui nome rimarrà segreto... la risposta esatta è indubbiamente l'ultima!!
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la storia di una bimba un po’ sciocca.
Il suo nome non si può scrivere, perché ciò potrebbe irritarla non poco, e leggendo questo racconto avrete occasione di capire  perché è molto meglio per tutti che ciò non accada.
La nostra mocciosa era una piccoletta bionda, con dei grandi occhi verdi celati dietro a un paio di occhiali, e nel periodo in cui si sviluppò la storia che sto per narrarvi frequentava con ottimi voti la quinta elementare.
La nostra eroina aveva due difetti.
Il primo era il pianto. Piangeva facilmente, per motivi futili, da quando non poteva più vivere con la sua mamma; si riteneva egoisticamente una persona sfortunata, senza accorgersi del fatto che ognuno deve sopportare le sue sofferenze, piccole o grandi che siano. Lei ci provava a non piangere, a non offendersi quando veniva derisa dai coetanei per il suo carattere difficile o per i suoi modi non esattamente femminili, e lottava contro le lacrime fino a non poterne più. Ma quelle premevano da sotto le sue palpebre, implacabili, finché infine la costringevano a cedere. Allora la rabbia era tanta da prendersela con chiunque, e non permetteva che nessuno le si avvicinasse, con l’unica eccezione di Stefania, la sua migliore amica, la sola che non la prendesse mai in giro, la sola capace di capirla.
Ma il suo secondo difetto era molto peggiore di questo: era innamorata.
Questo fatto inquietante risaliva ai tempi della seconda elementare, quando un bimbo molto carino, con i capelli castani e un paio di dolcissimi occhi marroni, le aveva detto, senza neanche pensarci, una frase che non avrebbe mai dimenticato. <> aveva detto alla bambina, che in quel periodo era snobbata da quasi tutta la classe.
La nostra amica non era mai neanche stata sfiorata dall’idea che quella frase non fosse che un modo gentile di chiederle di farsi da parte. Da allora aveva iniziato a seguirlo dappertutto, e si era impegnata tantissimo per cercare di attirare la sua attenzione, nonostante il palese disinteresse del bambino.
Lui inizialmente l’aveva ignorata, ma a causa della sua insistenza si era stancato ed aveva iniziato a prenderla in giro per ogni  cosa, forse nel tentativo di spingerla a desistere. Insieme a lui, presto tutta la classe si era appassionata a questo nuovo,  entusiasmante passatempo; nessuno si era mai chiesto perché, dopo un po’ di questo “gioco”, la bambina scoppiasse puntualmente in lacrime.
E nonostante ciò, dopo tre lunghi anni di pianti inutili e flirt falliti, la piccola non aveva ancora desistito.
Anche se lui non la considerava che una “vacca”, una “scimmiona”, un “mostro verde”, e glielo ripeteva ogni giorno, supportato da tutti i suoi amici, lei era ancora profondamente innamorata di lui. Perché alla fine, quando lei stava davvero male, e si chiudeva nella classe nell’intervallo a piangere, lui arrivava sempre, con il suo sorriso magnetico, e riusciva in un modo misterioso a risollevarla.
Probabilmente in fondo (ma molto in fondo) anche lui, a modo suo, le voleva davvero bene, anche se non nel modo in cui lei avrebbe voluto.
E così i due, in quel modo tra lo stupido e il comico, erano amici, e trascorrevano spensierati gli anni della loro infanzia. Fino a quel giorno.

La scuola aveva organizzato una breve gita in una piccola fattoria che apparteneva al padre agricoltore di una delle loro compagne di classe. La famiglia di Giulia, così si chiama questa bimba, aveva preparato per loro una piccola merenda come benvenuto, ed i bambini giocavano felici nell’ampio giardino di casa.
La nostra bimbetta, che sebbene fosse ormai quasi una studentessa delle scuole medie non era per niente cambiata nel corso degli anni, era molto felice quel giorno. Era molto orgogliosa di sé perché ormai da due settimane non era più scoppiata in lacrime, in quella che lei definiva una “reazione isterica”, ed anche perché le vacanze estive erano ormai alle porte.
Mentre  giocava con alcuni amici, videro una mucca intenta a defecare, ed i  maschiacci del gruppo trovarono questa scena molto divertente, mentre lei fece per allontanarsi, schifata.
Fu allora che il suo “Principe Azzurro” la chiamò.
Il cuore prese a batterle forte, mentre correva sorridente verso di lui, che finalmente sembrava dedicarle qualche attenzione, e verso la mucca, che non sembrava interessata ai problemi di cuore di un ingenuo cucciolo umano.
Lui sorrise alla bambina; indicò la mucca, o meglio il suo grosso sedere, ed eslamò allegramente: <>
Tutti intorno a loro scoppiarono a ridere, ma la bambina no. Non provò neppure a trattenersi.
Sferrò un pugno al bimbo - mancandolo a causa delle lacrime che le offuscavano la vista - e corse via, per la prima volta con la certezza assoluta che lui davvero non volesse altro che farle del male per togliersela di torno.
Penso che se per caso quella povera mucca avesse un giorno occasione di ritrovarsi di fronte alla bambina,  non ne uscirebbe indenne. 
 
Probabilmente, se oggi voi chiedeste alla protagonista di questa storia, che ormai è una quindicenne e ha finalmente imparato come si fa a fermare le lacrime quando le viene da piangere, che cosa sia successo dopo, vi racconterebbe di aver odiato quel bambino a tal punto da perdere ogni interesse per lui. Ma non fidatevi. Infatti fonti affidabili mi hanno riferito che anche dopo l’ennesimo fallimento non si diede per vinta e continuò a perseguitarlo senza dare importanza a ciò che lui provava, e che abbia iniziato a perdere interesse per lui solamente un anno dopo.
E vi dirò di più! I due per un assurdo scherzo del destino non si sono persi di vista, anzi, sono molto amici. E anche se probabilmente, stupida com’è, non lo farà mai, la ragazzina vorrebbe ringraziare la sua vecchia fiamma per tutti quegli anni, perché sebbene a causa sua abbia sofferto molto, si è finalmente resa conto di quanto lui, semplicemente con la sua presenza, l’abbia aiutata a crescere e a diventare la ragazza non più “isterica” ma solo “un po’ nervosetta ogni tanto” che è oggi.
Forse dopotutto la vera vittima della storia è stato proprio lui, che volente o nolente l’ha sempre sopportata nonostante tutto.
   
 
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