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Autore: Fra_96    06/08/2011    7 recensioni
“E se mi accompagnassi tu a fare shopping?” propose Kazuha, sorridendo candidamente.
“Mi piacerebbe, ma devo studiare per il compito di algebra della settimana prossima. Sai che sono una schiappa in mate!” rispose Heiji prontamente.
“Dai, proprio non ti va?” disse Kazuha con voce supplichevole, ma stranamente scherzosa. “Neanche se te lo chiedo per favore?” aggiunse schiacciandosi in maniera provocante contro di lui.
Il ragazzo deglutì. La faccenda gli stava sfuggendo di mano.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Algebra e Seduzione

Heiji stava provando disperatamente ad ignorarla. Davvero, ci stava provando con tutte le sue forze. Ma la cosa risultava parecchio difficile.
Era arrivata a casa sua dieci minuti prima, un sorriso angelico e innocente dipinto su quel viso che il detective dell’Ovest tanto adorava.
 
“Uffa!” sbottò  Kazuha, lasciandosi cadere sul divano vicino a lui e poggiando la testa sulla spalla possente di Heiji.
“Cosa c’è?” chiese lui distrattamente, volgendo di nuovo il suo sguardo ai compiti di matematica, dopo averle posato un bacio leggero sulle labbra, a mo’ di saluto.
“C’è che un solo giorno in cui capita di non avere né compiti, né interrogazioni da preparare, quando posso finalmente uscire con le mie amiche senza dovermi preoccupare di tornare a casa presto per studiare, loro sono tutte impegnate e io non ho nessuno con cui andare a fare shopping!”  esclamò la ragazza, riprendendo finalmente fiato. Il  tono di voce era drammatico, gli occhi socchiusi per lo sdegno. Quella reazione era, agli occhi di Heiji, eccessiva e esagerata, ma proprio questo la rendeva quasi teatrale e, di conseguenza, terribilmente comica. Represse a fatica una risatina, che gli morì in gola quando sentì la ragazza pronunciare cinque parole che gli fecero gelare il sangue nelle vene.
“E se mi accompagnassi tu?” propose Kazuha, sorridendo candidamente.
Heiji aveva sempre odiato quel maledetto libro di algebra, pieno di numeri e simboli insensati, ma in quel momento avrebbe baciato ogni singola pagina, accarezzato con reverenza la copertina plastificata. Quel tomo pesante e pieno di regole contorte gli stava fornendo la scusa perfetta per declinare l’offerta di Kazuha. Non che non gli piacesse stare con lei, anzi, ma sapeva cosa significava fare shopping con la sua ragazza. Lei lo avrebbe trascinato praticamente in tutti i negozi del centro di Osaka, provando una decina di capi ogni volta, chiedendo il suo parere e sorridendo frivola. Così lui si sarebbe ritrovato costretto a valutare l’ipotesi di un omicidio-suicidio.
Davvero, a volte non sapeva se ricoprirla di baci oppure strangolarla. Un bel dilemma.
Ma quel libro gli stava fornendo un alibi perfetto.
“Mi piacerebbe, ma devo studiare per il compito di algebra della settimana prossima. Sai che sono una schiappa in mate!” rispose prontamente, cercando di nascondere il suo sorriso trionfante.
“Andiamo! Oggi è martedì e il compito ce l’abbiamo giovedì prossimo!” disse Kazuha riducendo gli occhi a due fessure. A Heiji non piaceva per niente quello sguardo. No, proprio per niente.
“Sicuro che non è solo una scusa?” chiese sospettosa. Beccato in pieno.
Heiji non rispose, per paura di scavarsi la fossa da solo.
“Dai, proprio non ti va?” disse Kazuha con voce supplichevole, ma stranamente scherzosa. “Neanche se te lo chiedo per favore?” aggiunse schiacciandosi in maniera provocante contro di lui.
Il ragazzo deglutì. La faccenda gli stava sfuggendo di mano.
 
Si, ignorarla era veramente difficile. Impossibile. Come poteva ignorare quelle labbra di velluto che lo stavano torturando, baciandogli il collo con una lentezza crudele e dolcissima? Come fare finta di non sentire i sussurri spezzati di lei che scivolavano suadenti nel suo orecchio destro, di non sentire la soffice pressione del seno di Kazuha sul suo fianco?
Heiji si lasciò sfuggire un gemito e poté percepire la bocca piena di Kazuha, che in quel momento gli stava baciando la pelle dietro l’orecchio, arricciarsi in un sorriso soddisfatto e compiaciuto.
“N-No, Kazuha, te l’ho detto… devo studiare” borbottò con voce incerta, cercando di non concentrarsi sul calore avvolgente del corpo della ragazza, premuto contro di lui.
Kazuha non disse nulla, ma si strinse ancora di più a Heiji. Accarezzandogli i capelli morbidi alla base della nuca, sfiorò la mascella del ragazzo con la bocca appena dischiusa, prima di arrivare a mordicchiargli il labbro inferiore. Heiji era combattuto tra l’istinto di voltare la testa e rispondere al bacio della ragazza, e quello di respingerla bruscamente. Si innervosiva sempre un po’, quando si rendeva conto del potere magnetico che Kazuha aveva su di lui.
“Che cosa pensi di fare?” chiese Heiji, mascherando la sua lieve irritazione con sottile ironia.
Kazuha posò le braccia ripiegate sulla spalla di Heiji, e vi appoggiò poi la guancia, guardandolo con un sopracciglio alzato, provocante e bellissima.
“Beh” disse la ragazza. “Quando facciamo l’amore mi dici sempre che sono irresistibile, eccetera eccetera… E allora io…”. Kazuha sorrise sorniona, sporgendosi verso di lui.
Heiji sorrise con aria di sufficienza e chiuse gli occhi, un po’ per dare maggiore enfasi alla sua espressione di superiorità, un po’ per non vedere l’invitante scollatura della camicetta estiva di Kazuha. Non gliel’avrebbe data vinta. O almeno così credeva.
“Certo che sei irresistibile” disse con semplicità. “Ma io non mi lascio mica abbindolare. Riesco benissimo a resisterti, mia cara”. Chiuse il discorso in maniera plateale, e quando si girò verso Kazuha era sicuro di vedere il suo bel viso contratto in quella smorfia indispettita che adorava.
Ma restò senza parole quando si accorse che la ragazza non sembrava minimamente turbata. Anzi, sorrideva enigmatica, con le sopracciglia inarcate che le conferivano un’espressione altezzosa e… sexy.
“Certo che riesci a resistermi. E’ evidente, Hattori-kun” disse con un tono a metà far il disgusto e il divertimento, mentre fissava l’indiscreto rigonfiamento sul cavallo dei pantaloni di Heiji.
Scacco matto. Kazuha cominciò a ridere forte di fronte allo sguardo risentito del ragazzo.
Oh, al diavolo pensò Heiji, chiudendo il libro di algebra e attirando a sé Kazuha, bisognoso della sua bocca profumata. La ragazza restituì il bacio con altrettanta passione, ma si staccò quasi subito. Sul viso era tornata l’espressione innocente.
“Andiamo allora! Ma sbrighiamoci, sono già le quattro e mezza!” trillò allegra, correndo verso l’ingresso. Rassegnato, il ragazzo la seguì strisciando i piedi. Si sedette sullo scalino davanti alla porta infilandosi svogliato le scarpe, lei era già schizzata fuori. Ma, all’improvviso, la testa della ragazza riemerse dalla porta semiaperta.
“Non ti preoccupare, mi faccio perdonare” sussurrò convincente. Fece l’occhiolino, e l’ombra del suo sguardo da seduttrice balenò per un attimo nel verde dei suoi occhi.
Heiji sapeva a cosa si riferiva. Quella sera i genitori di entrambi erano stai invitati ad una cena importante. La sua casa era tutta per loro. Pregustando già il momento, il ragazzo si chiuse la porta alle spalle. Forse non era stata una cattiva idea accompagnare Kazuha a fare shopping.
 
 
Ciao a tutti! Okay, so che questa one-shot non è il massimo ma l’ho dovuta scrivere in fretta e furia a causa della mia partenza imminente per le vacanze. È un po’ un modo per farmi perdonare per il disastro che sto facendo con Silver Bullet, la mia long-fic.
Come sempre, mi farebbe molto piacere ricevere qualche recensione, giusto per sapere cosa ne pensate.
Buone vacanza a tutti :).
 
Francy
  
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