Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: OperationFailed    06/08/2011    3 recensioni
A Londra, le stelle erano sospese lassù da qualche parte, slavate dalle luci violente della città, come qualcosa che sai che esiste ma non puoi vedere. Come una strada divorata dalla nebbia. A Londra, le stelle erano tessere di un puzzle abbandonato, disseminate sul pavimento da un bambino disordinato e volubile, corso appresso ad un nuovo gioco. A Londra le stelle stillavano pioggia, sciolte dal caldo anomalo che faceva boccheggiare anche John.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nickname: OperationFailed
Titolo: Somewhere overe there [... fading stars are lying around]
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: John Watson
Rating: Pg13
Avvertimenti: introspettivo
Conteggio parole: 500 con fiumidiparole
Riassunto: la notte prima della partenza piange lacrime bollenti, e John Watson cerca il senso della sua vita tra le stelle, un po' invisibili, un po' assenteiste. E' davvero necessario cercare se stesso tra i granelli di sabbia afghana? Non può bastare il grigiore e la frenesia di Londra?
Note: Partecipa alla speedy challenge dello Sherlockfest_it "notti d'estate, frammenti di passato". L'autrice remvsg ha trattato questo argomento prima di me, avendo avuto la mia stessa idea. Se le due fic fossero state molto simili non avrei pubblicato, ma credo che siano molto diverse e che sia quindi una bella cosa vedere come la stessa idea viene elaborata diversamente.
Prompt: Notti d'estate, frammenti di passato
Disclaimer: I personaggi di John H. Watson e Sherlock Holmes non mi appartengono, per loro fortuna, in quanto sono stati ideati da Sir. Arthur Conan Doyle, senza il quale noi non saremmo qui a consumarci cuore e cervello. L'adattamento BBC appartiene a Moffat e Gatiss e questa fanfiction non è a scopo di lucro (anche perché ci guadagnerei ben poco) e non intende offendere la sensibilità di nessuno.



Image and video hosting by TinyPic




Non poteva dirsi una notte stellata, quella. A Londra le stelle non esistevano. O almeno non avevano nulla a che vedere con i miliardi di scaglie di luna grattugiate sul deserto afghano, spolverate su quel piatto di pastasciutta a forma di cielo. Quelle stesse stelle che John avrebbe avuto sulla testa di lì a ventiquattr’ore, insieme alla sabbia rovente e alla distesa di nulla in mezzo alla quale si sarebbe trovato.
A Londra, le stelle erano sospese lassù da qualche parte, slavate dalle luci violente della città, come qualcosa che sai che esiste ma non puoi vedere. Come una strada divorata dalla nebbia. A Londra, le stelle erano tessere di un puzzle abbandonato, disseminate sul pavimento da un bambino disordinato e volubile, corso appresso ad un nuovo gioco. A Londra le stelle stillavano pioggia, sciolte dal caldo anomalo che faceva boccheggiare anche John. Quell’afa in un certo senso era un regalo, un assaggio di ciò che ci sarebbe stato nei mesi a venire.
A Londra imperava il temporale, e ogni goccia rovente moriva al suolo con uno schiocco. Anche questo, antipasto di future piogge d’armi, fragore di pallottole che al suolo con sé trascinano giù sangue e polvere - vita estinta che volteggia nelle correnti del mondo. Quella notte di stelle assenteiste e vergognose, John la passò sul tetto di casa, con le braccia ripiegate sotto il capo e le gambe incrociate verso l’infinito, gli occhi regalati al cielo. Quella notte che gli avrebbe portato via l’infanzia, che lo avrebbe tenuto sveglio a suon di dubbi caotici, che se non fosse che stava piovendo, gli avrebbe fatto sudare anche l’anima. Domani, un futuro atteso da mesi sarebbe diventato improvvisamente presente. Niente di nuovo o particolarmente preoccupante - è generalmente uso del tempo atteggiarsi a gran pittore e stemperare un futuro colorato in un presente più discreto e silenzioso, che muore e risorge ad ogni respiro - se non che John non sapeva. Non capiva se quella partenza era davvero il concretizzarsi del suo sogno – rendersi utile, spendersi per gli altri, strappare alla Morte le persone da sotto il naso, in una continua avventura che aveva il sapore di un gioco pericoloso – o era solo per senso del dovere nei confronti dei sacrifici che la sua famiglia aveva fatto per mandarlo alla Bart's. Era solo il non volersi sentire un buono a nulla, o era il suo desiderio di bimbo di guarire il mondo?
John non lo sapeva – e comunque era troppo tardi per cambiare idea, l'aereo sarebbe decollato nel giro di poche ore – ma era sicuro che in un altro pezzo di mondo, sotto un altro pezzo di cielo, sopra un altro pezzo di terra, avrebbe trovato se stesso.
Perché non c’è niente da fare, quando cerchi te stesso devi sempre farlo lontano dai frammenti di te che sono seminati in giro, alla larga dai boccioli di sogni sfioriti e dai profili nascosti tra gli oggetti scordati.
Quando cerchi te stesso il posto migliore è qualcosa che ancora non hai contaminato.
-




Il mio John è figlio di una generazione di pazzi, è vittima ed è carnefice di se stesso. E' un ragazzo confuso, che ha inseguito per tutta la vita uno scopo che ora non sa se è davvero quel che vuole. Ma i genitori, la Bart's, i sacrifici fatti.
Il mio John è la fotocopia immaginaria di tanti ragazzi che oggi non sanno poi tanto dove sbattere la propria vita.
Per questo non penso sia particolarmente OOC, ma se la pensate diversamente sono pronta a discuterne.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: OperationFailed