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Autore: Brixegael    07/08/2011    1 recensioni
Racconto ambientato dopo la conclusione del primo capitolo della saga di Assassin's Creed. Altair ha recuperato la Mela dell'Eden, è diventato il nuovo capo della gilda degli assassini ed ha iniziato a scrivere il Codice. La storia si concentra su Fahd (Lince) uno degli assassini di spicco della "nuova" gilda.
Genere: Azione, Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ed ei sfilò la lama celata sotto il suo polsino in cuoio, con precisione penetrò nel collo dell'empio, purificandolo dai suoi peccati con la propria morte. Dalle sue labbra uscirono sibiliando tre semplici parole: Requiescat In Pace. Ancor prima che il mostro toccasse il suolo, il ragazzo, poco meno ventenne, iniziò a correre, senza una meta, l'importante era l'essere più veloce del vento. Girare l'angolo, scattare, voltare un'altra abitazione, diventare invisibili. L'adrenalina gli saliva ogni volta, in quella splendida routine di assassigni. Di fronte a lui un carretto pieno di fieno, senza alcuna protezione. Fahd si fermò di colpo guardandosi attorno. Nessuno. Per precauzione scalò la casa in pietra li vicino. La stanchezza della corsa sotto quel sole devastante si faceva sentire. Riuscito ad issarsi sopra il tetto, si sporse di poco oltre, vedendo due guardie armate di spade appena oltre il muro da cui stava per scappare. Lo stesso appostata dietro al carretto un'altra guarda, che impugnava stretta nella mano una lancia.
"E ti pareva.." Sbuffò fra sè e sè il ragazzo. "..Mai una volta che possa andare tutto liscio.." Fahd si risistemò la cappa sulla testa, portandosi sulle quattro zampe come un felino, fissando le guardie sotto di lui. Ora erano l'adrenalina e la pazzia a guidarlo: un ghigno si disegnò malefico sul suo viso con occhi sbarrati, nascosti dal cappuccio. Si appostò sul bordò e lasciò vincere su di lui la gravità. La lama nascosta scattò di nuovo nel cranio della vittima, mentre l'intero corpo di Fahd l'atterrò completamente: l'altra guardia non fece a tempo a voltarsi che il ragazzo aveva afferrato la spada dell'uomo morto, conficcandola nella gola dell'altro. Del caldo sangue scorreva sulla lama, l'assassino vi si chinò sopra, leccandolo via dall'arma. -Requiscat In Pace.- Sussurrò bevendo il sangue riversatosi nella sua bocca. La guardia dietro al carretto s'impietrì di fronte al ragazzo ma, stringendo più forte la lancia, si fece coraggio, caricandolo. Fahd si rimise composto di fronte al nemico. L'arma gli sfiorò il viso, finendo conficcata nel muro. Il ragazzo si era abbassato, colpendo col palmo aperto il gomito della guardia, spezzandolo, nemmeno fosse pane. L'uomo gridò di dolore l'istante in cui si rese conto che il suo braccio compiva un angolo retto nel senso opposto. Il ragazzo gli sferrò un calcio nell'addome, scaraventando il nemico al suolo, la quale, stava stramazzando dal dolore. Il ragazzo afferrò la lancia, staccandola dal muro. Col suo occhio destro iniettato di sangue, l'assassino gli conficcò l'arma nel cuore, facendo spruzzare del sangue come una fontana.

-Cos'è successo questa volta?- Chiese il capo della gilda.
-Un piccolo incidente di percorso.- Rispose Fahd con la tunica sporca di sangue.
-Quanti?- Il capo gilda sembrò spazientirsi.
-L'Empio e tre guardie.-
-Quante volte ti ho detto di...-
-Non è questo il modo in cui un tempo agivano gli Assassini!- Protestò il ragazzo.
-Sei ancora giovane e impaziente..- Il capo gilda si alzò in piedi da quella che poteva descriversi la sua scrivania. -..Com'ero del resto io al mio tempo.- Continuò avvicinandosi. -Fahd..-
-Non compromettere la confraternita.- Disse semplicemente. -Lo so, Altair, ma il mio sangue..-
-Il tuo sangue non deve mettersi in mezzo a tutto questo. Non devi farti prendere da lui, non ne devi dipendere.- Il ragazzo rimase in silenzio. -La Lince è un'animale scaltro, silenzioso ed irrequieto.-
-Per questo mi avete dato questo nome..- Fahd si allontanò di qualche passo, poggiandosi sulla ringhiera in legno che dava alla stanza sotto di lui, piena di guardie armate di lancie.
-Sono orgoglioso di te..- Disse Altair. -Ma non devi fare stupidaggini.-
-Son felice nell'udire ciò, vedrò di trattenermi.. La prossima volta.- Riprese il ragazzo.
-Per ora non ho compiti per te, sei libero di andare.- Continuò il capo gilda tornando all'enorme finestra che dava sul cortile. Il ragazzo fece un cenno con la testa e si tuffò all'indietro, oltre la ringhiera, atterrando nella stanza sottostante, fra la chiacchere delle guardie delle quali non si curò poi molto. Fahd attraversò il cortile della gilda, osservando due Novizi che si allenavano con la spada, sembravano due bambini con giocattoli di legno: si attaccavano, ma avevano paura di farsi male. Il ragazzo scosse la testa, camminando più velocemente, come per evitare di farsi mettere in mezzo a quegli stupidi allenamenti.
   
 
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