Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: sweetPotterina    08/08/2011    12 recensioni
Si può odiare e, allo stesso tempo, amare una persona?
Catullo avrebbe risposto di sì.
Catullo deve aver avuto il piacere di conoscere un lontanissimo antenato di Scorpius Hyperion Malfoy.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Odi et amo.
Si può odiare e, allo stesso tempo, amare una persona?
Catullo avrebbe risposto di sì.
Catullo deve aver avuto il piacere di conoscere un lontanissimo antenato di Scorpius Hyperion Malfoy.
Lui che è così arrogante, viscido e prepotente. Così dannatamente affascinante.
Siamo ancora una volta l’uno di fronte all’altro, pochi centimetri ci separano e basterebbe un solo passo per annullarli. I nostri respiri s’infrangono sulle nostre pelli nude, respiriamo i nostri profumi.
Menta, il suo, e lavanda, il mio.
Le mie gambe fremono, le mie mani sudano e il mio cuore batte forte. Tutto è fuori controllo.
Eppure i miei occhi mi rimangono fedeli, immobili, fissi nelle sue iridi argentee che mi feriscono come lame taglienti, dove lui nemmeno osa immaginare.
Dritto al cuore, su cui adesso poggia la punta della sua bacchetta.



-Che ci facciamo qui, Malfoy?
Una domanda strozzata.
Uscita a forza da polmoni spremuti come arance che hanno appena lasciato andar via l’ultima goccia di quel succo amaro. Da un cuore che non sa se rallentare la sua corsa, ora che il moto si è fermato, o riprendere a correre più velocemente di prima.
I due giovani ragazzi si erano ancora una volta scontrati nei corridoi e, per l’ennesima volta, avevano litigato rispettando la normale routine.
Stavolta, però, quando Lily gli aveva voltato le spalle frustrata per andarsene, Scorpius l’aveva fermata, prima di afferrarle il polso destro e trascinarla via.
Come se qualcuno avesse dirottato i binari di un treno, la cui rotta era stata prestabilita da un destino nato ancor prima di loro, il suo tram tram si era spezzato e la sua quotidianità aveva subito una strana variazione.
Dove l’avrebbe portata quell’inaspettato cambiamento?
Oltre le mura fredde e familiari del castello.
Oltre la pianura tondeggiante e brulicante di vita.
Era stato un bene che i fratelli di Lily non fossero stati presenti. Era stata fortunata.
Interesse e adrenalina, tuttavia, non avevano impedito alla giovane strega di avvertire quel penetrante e suadente odore di pericolo.
Per questo aveva provato a divincolarsi dalla sua stretta e a frenare l’andatura funesta del mago che, ciò nonostante, sembrava aver intrappolato il suo polso in una morsa d’acciaio.
La stessa morsa, più gentile e delicata, che ogni volta accompagnava il suo cuore in sua presenza.
Compreso quanto fosse inutile opporgli resistenza, alla fine, era stata costretta a seguirlo silenziosamente, seppur con una certa riluttanza, spinta dalla curiosità di scoprire le sue intenzioni.
La brezza estiva soffiava sui loro volti, scompigliando i lunghi capelli rossi di lei che, sotto il sole del mezzogiorno, sembravano ardere come fiamme nella notte.
Come sangue scarlatto nelle tenebre dell’inferno.
I caldi raggi del sole li raggiungevano ancora timidi sulla pelle nuda, risaltando in controluce i dorati fili di grano del ragazzo e la sua carnagione lattea che, anziché farlo apparire cereo come un morto, lo rendevano perfetto come un dio.
Come se sole e luna divenissero una cosa sola.
Circondati dalla primitiva natura della Foresta Proibita, dove gli alberi e le piante selvatiche erano immobili, chini in un solenne silenzio quasi inquietante, i due giovani ragazzi erano soli e vicini.
Talmente soli che qualsiasi suono o urlo, si sarebbe perso nell’aria ancor prima di raggiungere la vetta più alta dell’albero più maestoso.
Talmente vicini che resistere a quella pulsione innescatasi nelle loro vene faceva male.
Eppure, nonostante entrambi conoscessero le storie e le leggende che si narravano sulle creature che popolavano la terra incontaminata che li circondava, entrambi non prestarono attenzione alla surreale tensione creatasi, troppo occupati a non lasciar intravedere l’agitazione che aveva rapito i loro petti.
-Non dirmi che finalmente sono riuscito a intimidire la coraggiosa Lilian Potter- si decise a risponderle ironico il giovane mago, spostando indietro un ciuffo dorato dalla propria fronte.
Le lunghe ciglia della strega coprirono per un istante i suoi occhi scuri, per assottigliarsi l’attimo dopo con un’aria indignata.
-Mai- sibilò a denti stretti, ripescando il disprezzo che per un attimo aveva lasciato il posto al suo opposto.
Un attimo folle, irrazionale.
Non poteva essere altrimenti, poiché nel frattempo lui non aveva mai abbassato la bacchetta contro di lei.
Scorpius incatenò il proprio sguardo al suo, scrutando con attenzione ogni lineamento del suo viso, ogni cipiglio, ogni battito di ciglia.
Perforò le sue iridi nocciola, scagliandosi contro quella maschera d’indifferenza e strafottenza che Lily cercava a tutti i costi di mantenere in sua presenza.
Mentre l’espressione del mago sembrava rimuginare nella riflessione della sua breve risposta, il piombo liquido dei suoi occhi continuò a penetrare dentro di lei, fin dentro la sua anima, facendola sentire d’un tratto come se fosse nuda.
Quando Scorpius annuì, confermando delle supposizioni che solo lui conosceva, e l’angolo delle sue fine labbra s’issò per formare quello che aveva l’aria di un triste sorriso, Lily era certa di stare arrossendo.
Lui si scrollò le spalle noncurante e si avvicinò ancora di un passo, sfiorando quasi la punta delle sue scarpe, ma la giovane rimase immobile rapita dai suoi occhi che non avevano smesso un attimo di fissarla.
-Peccato.



Tum tum. Tum tum.
Vorrei poter alzare una mano al petto per attutire il rimbombare dei battiti del mio cuore all’interno della cassa toracica, ma lui non me lo permetterebbe.
Lui che mi sta facendo impazzire con i suoi segnali ambigui, con i suoi seducenti sorrisi.

Cosa vuoi da me? Perché siamo qui?
Sta in silenzio, mi guarda, mi tocca.
Lo senti quello che mi fai? No, per fortuna.
Altrimenti, probabilmente, pretenderebbe il mio cuore su un piatto d’argento.

Lo hai già, stupido idiota.
Vorrei che la smettesse di avvicinarsi, di sfiorarmi con il suo respiro che mi provoca brividi freddi lungo la schiena.
Come ci riesce?
Mi confonde, mi destabilizza. Con lui smetto di essere me stessa.



Tremava Lily.
Tremava impercettibilmente sotto lo sguardo impassibile di Scorpius, sotto la punta della sua bacchetta che agilmente aveva preso a scivolare lungo il contorno di un suo seno, fino a tracciarne una lunga scia tra le piccole colline coperte dal sottile velo della candida camicia.
Per poi risalire fin sulla sua gola ormai riarsa.
La strega era indignata per la sfacciata sicurezza che mostrava Scorpius nel defraudare il suo corpo, come se fosse una bambola con cui giocare o, peggio, una cavia su cui sperimentare.
La strega, tuttavia, era anche eccitata per l’adrenalina che sentiva scorrere, per quel sangue che pulsava per l’anticipazione di ciò che sarebbe venuto dopo.
Per quella capriola che non smetteva di fare il suo stomaco, facendole salire il cuore in gola.
Ragione e sentimento si districavano in un’eterna lotta in cui non vi sarebbero mai stati né vinti né vincitori, perché dovere e volontà si contrapponevano l’un l’altro.
Non doveva provare quei sentimenti per lui e doveva respingerlo, lottare.
Ma era anche vero che non voleva assolutamente allontanarsi perché, invece, lo desiderava con tutta se stessa.
Un altro respiro e il suo petto si gonfiò, andando incontro a quel bastoncino lussurioso.
Rendersi improvvisamente conto che, nella sua mente, Scorpius aveva appena trasformato la bacchetta in un giocattolo erotico, la fece gemere sommessamente.
Oh, Morgana!
Ogni volta che la bacchetta scivolava sulla sua pelle, era come se Scorpius accedesse a dei bottoni che solo lui riusciva a intravedere per accenderli.
Lily, prima di allora, non sapeva neanche di possederli quei bottoni.
Così, quando il mago lentamente infilò la punta della propria bacchetta nella fessura aperta della sua camicetta, strappandone un primo bottone con una brusca pressione, Lily avvampò.
Fuori e dentro.
Serrò i pugni e rivolse a Scorpius uno sguardo colmo del suo più profondo disprezzo, ma continuò a non muoversi, rimanendo in attesa.
Fin quanto sarebbe stato disposto ad andare avanti?

Scorpius non si lasciò ingannare dallo sguardo determinato con cui lei sosteneva quell’intima violazione.
La postura irrigidita, gli zigomi tirati e gli occhi appena spalancati erano solo vacui indizi dell’indignazione sempre crescente nella ragazza.
Sapeva che Lily stava per cedere.
E sapeva che non sarebbe caduta senza prima aver lottato da brava Grifondoro.
Non una sola volta la strega aveva abbassato lo sguardo sull’asta che come un serpente stava strisciando sul suo corpo, rimanendo inflessibile con il mento all’insù, sotto il suo sguardo divertito.
Il suo orgoglio le frenava la fuga e la curiosità, di quel qualcosa cui lei non era stata ancora iniziata, la immobilizzava sul posto.
Più di una volta, in quegli istanti, aveva desiderato essere lui a scivolare su quelle piccole e illibate rotondità, e non la sua insensibile bacchetta.
Ora capiva cosa doveva aver provato Eva sull’albero del Peccato.
Lily era la sua mela.
Proibita, peccaminosa.
Scorpius l’aveva stuzzicata e adesso, mentre i piccoli lembi del suo pudico reggiseno bianco svettavano dalla camicetta sotto la sua vista famelica, l’aveva provocata.
Non dovette attendere molto prima che la sua risposta saltasse fuori.
-Stai perdendo tempo, Potter. Non la troverai mai- la richiamò improvvisamente.
Lily, infatti, nascondendo le braccia dietro la schiena, aveva provato a sfilare la propria bacchetta che teneva tra la camicia e l’orlo della sua gonna a pieghe, invano.
Sgranò gli occhi per la sorpresa, intuendo solo in quel momento la trappola in cui era caduta.
Arrabbiata con se stessa, per essere stata talmente distratta da non essersi accorta del tiro mancino che lui gli aveva giocato, fece un passo avanti inveendo.
La punta della bacchetta che spinse contro la sua gola, però, la bloccò.
–Come hai fatto? Ridammela.
Lily sapeva esattamente come lui fosse riuscito a sottrargli la sua bacchetta.
Ne aveva approfittato quando, portandola con la forza fuori dal castello, l’aveva poi strattonata sulla radura in cui si trovavano adesso, dopo aver prima approfittato di quella vicinanza per insinuare una mano sul suo fianco.
Scioccamente Lily aveva interpretato quel gesto come una brutta copia di un abbraccio, sollevando lo sguardo stupefatta su quelli grigi del suo molestatore che avevano riflesso la sua immagine, talmente gli era stata vicina in quel momento.
Stupida.
La bacchetta del mago si mosse ancora, ridestandola dai suoi pensieri.
Lily la sentì strisciare fin sotto il mento per costringerla con una lieve pressione a guardarlo negli occhi.
-Un piccolo trucchetto di magia. Carino, non trovi?- le chiese derisorio.
Lily, però, ignorò la domanda, cui sapeva per certo lui non si aspettava una reale risposta, e strinse i pugni lungo i fianchi.
-Restituiscimela, Malfoy.
In un’altra circostanza quelle parole avrebbero assunto una tonalità diversa, vicina a una minaccia, ma in quel momento la rinnovata vicinanza di Scorpius sbiadì ogni sua intenzione.
Erano quelli i momenti in cui si ricordava perché lo odiava: per quanto intellettualmente brillante, lui non riusciva a fare a meno di essere un completo stronzo.
Affascinante e tentatore come il diavolo in persona.
-Quanta fretta! Dovresti sentirti lusingata che ti abbia portato in un luogo così appartato.
-Perché mai?- balbettò improvvisamente, cedendo alla ragione che per istinto di sopravvivenza la spinse a fare un passo indietro.
L’allusione celata nelle sue parole l’aveva fatta prontamente arrossire, di nuovo.
Una mossa sbagliata, perché le sue spalle si scontrarono sulla ruvida superficie di una quercia e, dal ghigno soddisfatto di Scorpius, capì che era caduta nella sua trappola.
-Non riesci proprio a immaginarlo? Eppure, in molte farebbero carte false per essere adesso al posto tuo- un altro passo e lui le fu di nuovo a un palmo dal naso.
Scorpius si stava prendendo gioco di lei, girandole intorno come fa il gatto una volta che è riuscito a mettere in un angolo il suo topolino. Voleva ammaliarla come un esperto incantatore di serpenti, usando l’ascendente che aveva su di lei.
E Lily sapeva che lui sapeva. Era merito suo d’altronde.
-Suppongo, allora, che conosci delle ragazze molto stupide- ribatté beffarda, con un’involontaria nota di disgusto.
Era infastidita che qualcuno potesse anche solo pensare di paragonarla a quelle ragazze, o persino pensare che loro fossero migliori di lei.
Non era gelosia, la sua.
-Probabilmente hai ragione. O forse no- ghignò il mago, inclinando la testa su un lato, come se in tal modo avesse una visione migliore di lei.
Sicuramente lo fu quella di Lily, che lo trovò dannatamente sexy.
-Ho ragione, così come sono convinta che nemmeno quelle oche giulive gradirebbero avere una bacchetta puntata alla gola.
La strega non sapeva quanto si sbagliava. Le amanti, che Scorpius aveva accolto nei più bui angoli del castello, spesso si erano rivelate meno pudiche di quanto potessero sembrare, rivelando desideri oscuri come le ombre che ogni qual volta li risucchiavano.
Ma questo non poteva rivelarlo alla dolce e ingenua Lily.
-Forse.



Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti fa soffrire, ma alla fine sarà anche l’unica persona che riuscirai ad amare.
E se lui ricambierà i tuoi sentimenti sarai fottuta, perché saprai di aver trovato la persona giusta.
Sei tu, Scorpius, quel dannato bastardo.
Lo so.



Doveva fare subito qualcosa. Erano settimane che aspettava una sua reazione, un piccolo segno, una risposta.
Neanche un’ora prima, in quell’ultimo giorno di scuola, aveva incominciato a perdere le speranze.
E ora eccola quella possibilità in cui aveva tanto sperato negli ultimi quattro anni.
Dal suo primo giorno di scuola.
Era il due Settembre quando persa per i corridoi sconosciuti di Hogwarts, in ritardo per la sua prima lezione, era finita correndo contro un ragazzo due anni più grande di lei.

-Sta attenta a dove metti i piedi, ragazzina.
-M-mi dispiace… scusa.


Mortificata per l’incidente e decisa a non rovinare la sua reputazione ancor prima che questa potesse prendere forma, era rimasta con il capo chino a raccogliere i suoi libri.
Credendo di essere nuovamente da sola, era rimasta piacevolmente sorpresa quando delle dita pallide e perfettamente curate le avevano proteso un libro che le era sfuggito. Prima di allora, non aveva mia visto delle mani così belle.

-Come ti chiami, ragazzina?
-Grazie. Io mi chiamo Lilian. Ma tutti…


Le parole le erano morte in gola quando per educazione era stata costretta ad alzare lo sguardo.
Due occhi chiari, come il mare azzurrino e limpido di un’isola tropicale, le avevano sorriso.
Come se però fosse stata una visione, pochi secondi dopo quei dolci lineamenti si erano dissolti lasciando spazio a un volto irrigidito, quasi marmoreo.
Era stato a quel punto che si era accorta della presenza alle sue spalle dei suoi fratelli e cugini, giunti in suo soccorso preoccupati.
Aveva cercato di difenderlo dalle implicite accuse di James, sconcertata dal profondo disprezzo che mai avrebbe pensato di scorgere negli occhi limpidi del suo bonario fratello. Solo molte ore dopo Lily aveva compreso la ragione di quell’astio che poco aveva a che fare con il suo innocuo incidente.
E benché presto anche lei si fosse ritrovata a provare quegli stessi sentimenti in più di un’occasione, non aveva mai più dimenticato quegli occhi né quel sorriso.
Il primo e l’ultimo che le avesse mai rivolto, prima che lui scoprisse la sua vera identità.

-Sai Malfoy, inizio a credere che tu stia cercando di sedurmi.
Decisa a ribaltare le carte in tavola, stavolta era stata Lily a sogghignare, sorprendendo Scorpius che però non si sbilanciò a quell’inaspettato cambiamento.
Inarcò un sopracciglio sospettoso, scrutando attentamente la nuova espressione della strega, che sembrava aver perso ogni traccia d’intimidazione.
La strega era determinata, il suo sguardo malizioso si posò su di lui con insolenza.
Capì che Lily voleva giocare, e Scorpius non si lasciò sfuggire l’occasione che tanto stava aspettando.
-Lo vorresti?- la provocò, leccandosi il labbro inferiore.
Poi fece un passo indietro, lasciando scivolare la punta della bacchetta di nuovo sul suo collo per infilarsi nei fili infuocati dei suoi lunghi capelli.
La strega trattenne a stento un brivido.
-Certo che no- rispose, con fin troppa enfasi.
Allora Scorpius piegò le labbra in uno strano sorriso, come se le sue parole avessero costituito per lui più un invito che un rifiuto.
Coprì nuovamente le distanze e chinò le labbra sul suo orecchio, annusando il profumo di lavanda dei suoi capelli.
Inspirò a fondo prima di sussurrare sensualmente.
-Bugiarda.
Lily s’irrigidì, il viso rivolto al lato opposto della bionda serpe mentre cercava di trattenere il respiro.
S’inumidì le labbra, cercando di trattenere ogni neurone impazzito per raccogliere le parole di un intero vocabolario e formulare una frase di senso compiuto.
La situazione le stava sfuggendo di mano.
Poi, il respiro caldo del mago s’infranse sul suo collo nudo e, Lily, provò improvvisamente caldo.
La sua pelle, sotto il cotone dei suoi abiti, bruciava.
Sussultò quando lo sentì parlare. Nascose un sorriso quando riconobbe le sue parole.
–“Caro diario, oggi è accaduto di nuovo: l’ho sognato. Non riesco ancora a capire perché continui a intrufolarsi nei miei sogni, in questo modo, ma sono quasi sicura di essere vittima di un incantesimo. Tuttavia, anche se detesto ammetterlo, questo non potrebbe mai spiegare perché continuo ad arrossire quando lui mi guarda e perché il cuore inizi a battermi forte quando è vicino. Rose, nel frattempo, non fa che straparlare dicendo che mi sono innamorata. Che cosa ridicola, vero?”.
Il mago arrestò la sua litania, quella nenia di parole che, dopo lunghe notti passate sulla stessa pergamena ormai stropicciata, aveva finito con l’imparare a memoria.
Ricordava perfettamente il giorno in cui, dopo una furiosa litigata, Lily gli aveva dato le spalle nella fretta di occupare il suo posto al tavolo dei Grifondoro e allontanarsi così da lui, ignara dell’oggetto che intanto l’era balzato dalla tasca.
Riprese fiato, soffiando lievemente sulla gola della giovane. Ma lei rimase ferma, non un solo muscolo si mosse e, Scorpius, non poté fare a meno di ammirarla.
Piccola e già così coraggiosa.
Un’altra ragazza non sarebbe mai riuscita a rimanere imperterrita così a lungo: sarebbe scappata via spaventata o, in alternativa, gli sarebbe saltata al collo.
Nel peggiore dei casi, sarebbe svenuta ai suoi piedi.
Forse Lily non aveva tutti i torti: erano proprio delle stupide oche.
Scorpius ripose lentamente la bacchetta nella tasca del suoi pantaloni e, prendendo una spalla di Lily, sfiorando con la punta del naso la sua fronte, continuò sussurrando.
-A questo punto ci sono delle cancellature e delle macchie d’inchiostro, ma se non ricordo male finisce così: Mi p-…
Dalla parte opposta, una piccola mano si mosse agilmente all’indirizzo della guancia di Scorpius, ma lui, che invece si era aspettato una simile reazione, la fermò prima di riuscire anche solo a sfiorarlo.
-… Mi piaci, Scorpius- concluse in un sussurro.
Lily si volse verso di lui, rossa in viso, ma rimase gelata sul posto dai suoi occhi grigio liquido, come il piombo.
Il suo palmo aperto ancora bloccato in aria dalla sua mano.
Era stato più forte di lei.
Quando mesi prima aveva fatto scivolare quella pergamena stropicciata dal suo mantello, sapeva che Scorpius la stava ancora osservando.
Ne aveva avuto conferma quando poi, una volta al suo posto, lui le aveva rivolto un’occhiata ambigua ed era uscito dalla Sala Grande senza aver terminato la sua colazione. Nelle mani, una pagina del suo presunto diario.
La sua era stata una scelta obbligata, dalla necessità di scoprire se il mago avesse mai potuto ricambiare quel qualcosa che lei sembrava provare inspiegabilmente per lui.
Nei giorni seguenti aveva sperato ardentemente che Scorpius non si approfittasse di quell’arma che Lily gli aveva volontariamente fornito, per usarla contro di lei di fronte tutti gli studenti di Hogwarts, o peggio, di fronte la sua famiglia.
Ma le lancette dell’orologio avevano continuato a girare nella sua attesa, senza che niente mutasse.
Lui aveva continuato a disprezzarla, a seguire la normale routine.
Fu inevitabile, quindi, che il suo severo e personale verdetto decretasse la più totale indifferenza di Scorpius nei suoi confronti.
Come avrebbe potuto pensare diversamente?
Come avrebbe potuto anche solo immaginare che l’avesse addirittura imparata a memoria?
Fu uno shock.
Un bellissimo shock, durato tuttavia un batter di ciglia.
Quando aveva alzato gli occhi su di lui aveva visto le sue labbra piegate in un sorriso dal sapore della vittoria. Stava ancora una volta giocando!
Quell’espressione la ferì: non era così che se l’era immaginato. Per questo l’attimo dopo la sua mano era partita per colpirlo.

-Non dovresti temermi.
C’era qualcosa che non quadrava agli occhi di Lily in quel momento.
Durante le sue elucubrazioni mentali doveva essersi persa un passaggio perché Scorpius sembrava furioso.
Ma non ne aveva nessun diritto perché lei, lei soltanto, poteva essere arrabbiata.
-Cosa ti fa credere che lo stia facendo?
-Stai tremando.
Lily rimase per un attimo inebetita di fronte quella constatazione, perché aveva maledettamente ragione, nonostante lei non se ne fosse minimamente resa conto.
-Inizio a sentire freddo. E sono stata impedita dal prendere il mio mantello prima di uscire.
Una spiegazione piuttosto impertinente poiché non poteva neanche essere presa in considerazione. Benché si trovassero in Scozia, l’estate era completamente arrivata.
-Menti, ancora.
Lily fece per protestare, ma si morse la lingua per evitare di dire qualcosa di ancora più stupido.
Quello doveva essere il momento della dichiarazione di Scorpius non dell’umiliazione di Lily.
Aveva voglia di piangere perché era stata lei stessa a mettersi in quel pasticcio.
-I casi sono due, Potter: o hai paura di me, una cosa saggia a mio dire, o vuoi che ti baci con la stessa intensità con cui lo voglio io.
Lo sguardo di Scorpius s’intorbidì di un’emozione che una parte atavica di lei riconobbe all’istante. Sapeva che doveva andarsene di corsa o chiamare aiuto, ma i suoi piedi si rifiutarono di muoversi.
-Vai troppo in fretta, Malfoy.
-Davvero? O, forse, vado troppo piano?
Scorpius le mise un dito sotto il mento e Lily capì che l’avrebbe baciata.
Come in quei film romantici che aveva imparato ad amare con sua madre sul divano, a casa di sua zia Hermione, di fronte al televisore.
Eppure, nonostante la testa le dicesse di fermarlo subito, le sue labbra solleticarono di anticipazione, e le sue mani, che avrebbero dovuto respingerlo, gli si posarono lievi sul petto. La ragazza chiuse gli occhi inebriandosi del respiro di lui che le accarezzava il viso.
Con un braccio forte, Scorpius l’attirò a sé, contro il suo corpo duro e caldo. Poi le sfiorò le labbra con le sue, in un primo tocco morbido ed esitante.
Il suo primo bacio!
Il cuore di Lily aveva quasi smesso di battere e non poté trattenere l’ondata di emozione che la invase.
Scorpius sapeva di essere pazzo a farlo, ma, dannazione a lui, non riusciva ad andarsene. Ci aveva provato, tanto, ma poi lei aveva parlato e gli si era avvicinata.
Sembrava uno spirito dei boschi selvaggio di una qualunque leggenda pagana.
Nei suoi grandi occhi scuri non c’era ombra di quella seduzione esperta delle altre sue compagne, che ormai conosceva intimamente.
Anzi, quegli occhi esprimevano ogni emozione che la attraversava: circospezione, confusione e crescente passione.
Con un gemito di frustrazione le fece scivolare un braccio attraverso la vita e la attirò a sé, catturandole le labbra in un bacio selvaggio che distrusse ciò che restava del suo controllo.
Le stuzzicò le labbra con la lingua per schiuderle e la sentì irrigidirsi sorpresa, poi rilassarsi, mentre la bocca si arrendeva istintivamente alla sua.
Le braccia di lei gli circondarono il collo, attirandolo a sé ancora di più.
Le baciò le guance e la fronte. E lei lo guardò sotto le palpebre semichiuse, con gli occhi accesi di eccitazione.
Scorpius tornò a impossessarsi delle sue labbra con un gemito, sopraffatto da una brama ardente che andava contro ogni logica e rendeva vano qualsiasi tentativo di ragione.
La sentì inarcarsi contro di lui, schiacciandogli le curve morbide contro il corpo con un sospiro sommesso.
Allora si chinò a baciarle la gola, riempiendole la pelle di brividi. Quella risposta, seppur timida, gli rivelò la sua innocenza, la sua purezza.
E per qualche strana ragione, il pensiero lo eccitò.
Le affondò il viso fra i capelli, tirò via il nastro che tratteneva ancora parte di essi e fece scorrere le mani fra i morbidi capelli lisci.
Avrebbe dovuto fermarsi, subito. Ma alla fine, fu solo un rumore indistinto tra gli alberi alle loro spalle a rinsavirlo da quel delirio.
Si scostò di scatto da Lily, come se bruciasse.
L’attimo dopo era già in cammino, di ritorno al castello.

Lily aveva le labbra in fiamme, il cuore al galoppo per una corsa sfrenata.
Quando Scorpius si era bruscamente staccato da lei, aveva subito aperto gli occhi incontrando lo sguardo di lui che l’aveva immediatamente catturata.
Era grigio come il cielo in tempesta, velato da squarci della notte più profonda che la raggelarono, per lo stupore.
Nei suoi occhi vi era puro tormento, la brama più oscura.
Si lasciò cadere sull’umida terra, quando lui, dopo un interminabile silenzio in cui aveva sorretto il suo sguardo, si era voltato lasciandola da sola.
Prima di allora, aveva solo sognato quel magico momento.
Magico, sì.
Perché nemmeno nelle sue più ardue speranze aveva immaginato che un suo bacio potesse essere tanto bello.
Non era sicura di essersi davvero innamorata di Scorpius, nonostante davvero sua cugina Rose avesse ipotizzato una simile conclusione per il suo strano comportamento negli ultimi mesi.
Una cosa però adesso poteva dirla: le piaceva, e tanto.
-Anche tu.
Una piccola voce s’insinuò nella sua mente, soltanto per un secondo, così flebile che temette di essersela immaginata. Poi invece comprese: era la risposta.
Si voltò e vide il viso di Scorpius qualche metro più avanti, poco prima che lui tornasse a darle le spalle.
Si era voltato.
Mise le mani per terra per farsi forza e alzarsi, ma qualcosa di appuntito le punse il palmo della mano.
Abbasso lo sguardo e trovò una rosa muscosa (1).
Sgranò gli occhi, certa che quel fiore così bello non appartenesse alla foresta in cui adesso si trovava. La prese delicatamente, mentre si portava il palmo ferito sulle labbra.
Ne annusò i petali, chiudendo gli occhi per assaporare pienamente il dolce profumo.
Quando li riaprì, tra le sue mani aveva la propria bacchetta.
Allora rise e senza perdere altro tempo si alzò e corse da lui.

Scorpius la sentì arrivare alle sue spalle, ma si ritrovò impreparato alla spinta che lo fece cadere carponi in terra, poco elegantemente. Si voltò imprecando sottovoce, sedendosi sull’erba fresca mentre si massaggiava il mento.
-Che diav…
Non terminò la frase che la punta di una bacchetta gli sfiorò il mento. Ghignò.
-La prossima volta sii uomo e non invadere la mia privacy, Malfoy .
-E’ un promemoria per il futuro, Potter?
Lily portò i suoi lunghi capelli dietro le spalle e tracciò con la bacchetta una lunga scia lungo la sua gola e poi sui lineamenti austeri degli zigomi.
-No, è una minaccia.
Poi sollevò l’asta sulle proprie spalle, come se fosse stato un lungo e pesante bastone, e avvicinò impudentemente il suo viso a quello del mago.
- Un’ultima cosa, Malfoy. Lo sapevo già, ma sono contenta che tu finalmente abbia trovato il coraggio di dirmelo.
E gli regalò un bacio. Leggero, delicato, spontaneo.
-Come?- riuscì solo a chiedere lui, sbigottito per quel bacio e per le sue parole insieme.
Allora Lily rise piano, alzandosi in piedi.
-Malfoy, tutti sanno che nella mia famiglia i diari segreti sono un tabù. E per la cronaca, che io lo sapessi o no, me lo hai appena confessato, o dovrei dire confermato.
Lui provò ad afferrarla, ma lei gli sfuggì via, come una farfalla troppo bella per essere rinchiusa dentro una boccia o sul palmo di una mano.
Era stato fottuto da una ragazzina. Ma che importanza poteva mai avere adesso?
-Maledetta serpe.
-Questo fa di te un Grifondoro, dunque?- lo richiamò Lily, mentre gli dava le spalle per dirigersi al castello.
-Piuttosto la morte, Potter.
-Come sei melodrammatico, Malfoy - lo canzonò da lontano lei, trattenendosi dal ridere.
-Mi vendicherò.
Lily arrestò il passo e Scorpius, ancora a terra, provò improvvisamente il timore di aver detto qualcosa di sbagliato. Ma la strega poi si voltò e le rivolse un sorriso dolce, sereno.
-Passa una buona estate, Scorpius - gli augurò prima di sparire oltre le verdi coltri.
A presto, mia piccola Lily.

La strega iniziò a correre una volta smesso di contare fino a dieci.
Non si voltò a guardarlo e continuò la sua corsa fin dentro il castello, nella sua calda e familiare camera del suo dormitorio rosso-oro.
Il cuore di Lily batteva ancora forte nel suo petto, ma era felice.
Le sue labbra erano ancora calde del suo sapore.
E probabilmente un giorno lo sarebbero state di nuovo.



Odi et amo.
Si può odiare e, allo stesso tempo, amare una persona?
Catullo avrebbe risposto di sì.
E anch’io.



FINE



Questa storia ha partecipato al contest “New Generation” indetto da June_, classificandosi quinta e vincendo il premio Prompt.
Questa storia ha anche partecipato al “Contest Lampo EDITE e INEDITE - Ormai la cosa va di moda” indetto da Roby_Marauder97, classificandosi ottava a pari merito.
Ringrazio tantissimo le giudici e anche tutti voi che siete giunti fin qui. Spero la storia piaccia anche a voi.
Note:
(1) La rosa muscosa è in ciò che Scorpius trasfigura la bacchetta di Lily. Chiamata dialetticamente borracina, è una rosa che significa bellezza e capriccio. Dato che non ho dato voce al suo personaggio, questo mi è sembrato un modo, un po’ romantico e indiretto, di far luce in parte sulle sue motivazioni: Scorpius, infatti, è attratto e incuriosito dalla bellezza di Lily, ma presumibilmente niente di più. Non si dichiara, ma confessa – in seguito- semplicemente che le piace. Ma sono tanti i motivi e i modi in cui una ragazza può piacerle, motivi e modi che non ho voluto specificare e lasciare invece alla libera immaginazione del lettore. L’unica cosa che però si può dedurre, è che intanto sapeva che piaceva a Lily e, dato che in fondo la ragazza non dispiaceva neanche a lui, prima di partire per le vacanze si è voluto togliere un capriccio, che anche in questo caso può essere interpretato in modi diversi.
Una cosa è certa: la storia termina con un lieto fine che lasci immaginare, almeno a me piace vederla così, che quest’episodio sia stato per i protagonisti l’inizio, un po’ bizzarro, di un qualcosa che li porterà all’amore.



Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
© Elyxyz

   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sweetPotterina