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Autore: BaronessSamedi    10/08/2011    7 recensioni
Molte volte anche le persone più importanti ci deludono...
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’ero tra tutte le tue insicurezze e i tuoi fallimenti, quando tutto quello che avevi era un bel faccino e un lavoro di merda, di cui non te ne fregava assolutamente niente, da cui non avresti mai potuto trarre il necessario per vivere, e men che meno qualche soddisfazione che non fosse quella di attirarti ogni giorno il cazziatone di un sovrintendente diverso.
Io ci sono sempre stato, irrimediabilmente irretito dalla purezza e dal talento grezzo e scintillante che intuivo dietro quei tuoi occhi grandi, lucidi e innocenti, spalancati nel tentativo di vedere oltre l’assurdità di questo pazzo e crudele mondo. Perché sì, tesoro, tu ed io avremmo potuto andare oltre, eravamo fatti per questo: vivere il sogno, creare quello che non c’era, immaginare l’impossibile e portarlo in superficie appena con un brivido, non importava fino a che punto tu fossi un disastro piagnucoloso e scarmigliato, ed io un pazzo ed un maniaco.
Ma ora non mi piaci più.
Ora che l’universo ti sorride e che ti sei riscattata dalle umiliazioni, dalle prese in giro e dall’ilarità di gente che non capisce, la fortuna e la boria di chi vive bene si sono mangiate tutto il resto. Hanno polverizzato il regno fatto di bellezza e di magia che avevamo creato per viverci noi due soli, senza lasciar entrare nessun altro. Ora tu dai al mondo quello che esso ti chiede, e lui ti ricambia con sorrisi plastificati fatti in serie, grotteschi simulacri e facsimili d’amore, ammirazione prefabbricata e lodi lobotomizzate e scipite.
Non ricordi più chi ti era accanto quando piangevi e ti facevi domande. Ora ti sei data tutte le risposte, e credi che questo ti possa bastare. Non capisci che sono il dubbio e l’incertezza a dare sapore alla vita.
Forse sono io che sono incapace a starti accanto ora che sei forte e potente. Forse la mia debole natura mi impedisce di pensare a me stesso – a noi due– in una posizione dominante. Diavolo, tifo persino per la squadra più scalcinata del campionato pur di non dover patire la delusione di una sconfitta imprevista, e per questo ancor più amara! E’ così, se sei un numero uno gli altri si aspettano sempre troppo da te. E io non voglio più vivere da numero uno, voglio fare il cinque, al massimo il sei. Un happy medium, si direbbe all’inglese. Sono un vigliacco? Sì, forse. Se vinci hai sempre delle grosse responsabilità. Che io, ora, ho troppa paura di assumermi.
E’ finita, mia dolcissima.
La tua vita ora è bella, ma per me non c’è più posto.
Il mio posto lo devo ritrovare cancellandoti.
Per questo sto venendo verso di te e in mano ho benzina e fiammiferi, e nel cuore un grande rimorso per quello che avremmo potuto essere e che non siamo più.
Per questo non ho la forza di guardarti mentre il mio braccio si muove da solo, come spinto da una forza indipendente dalla mia volontà.
Per questo, il tuo corpo sta iniziando a bruciare.


NOTA AUTORALE (seeeeeeeeeeee…..): Che dire? A tutti capita di venire delusi dal comportamento di un amico o di una persona amata, e di avere bisogno di sfogarsi. A me è successo varie volte, infatti la ragazza di cui si parla mi è stata ispirata più da un collage di care personcine che non da una in particolare. Anzi, a beneficio di coloro che mi hanno fatto venire l’idea per questa sottospecie di racconto, aggiungo: Cari Voi-Sapete-Chi-Siete, qualora, per motivi a me ignoti, doveste appestare questa pagina con la vostra esecrabile presenza, non temete: non ho intenzione di darvi fuoco. Non valete la pena di un’incriminazione per omicidio volontario (sfigata come sono, non mi darebbero le attenuanti). Ciononostante, vi esorto cordialmente ad andare affanculo. Grazie, Helly.
   
 
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