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Autore: HarryJo    11/08/2011    2 recensioni
Breve James/Sirius per una sfida con Noth; è stata scritta in 20 minuti e ha vinto.
James e Sirius.
Sirius e James.
Erano inconfondibili. Facce della stessa anima, pronte a lottare per difendersi, e a schernire chiunque arrivasse loro sotto tiro.
Eppure, la loro, non era solo amicizia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Sfide in 20 minuti.'
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Fanfic scritta in venti minuti esatti per una sfida con Noth e vincitrice.

 

Aveva perso. Per sempre.

 

 

James aveva incontrato Sirius lo stesso giorno in cui era partito per Hogwarts.

Non aveva avuto dubbi, sin dal primo momento, dell’affidabilità del ragazzo; nonostante provenisse da una famiglia di Serpeverde, era certo che sarebbe stato Smistato a Grifondoro. E così era stato.

Tutti i momenti che avevano passato insieme da quel giorno, James se li ricordava benissimo. Era il suo migliore amico, il suo Malandrino preferito.

Un fratello, per lui.

La vita li aveva uniti, e sentivano che il loro era un legame indissolubile, diverso da tutti gli altri.

Insieme riuscivano a fare tutto. Si sentivano più vivi, pronti a spaccare il mondo e a ridurlo in piccoli frammenti.

James e Sirius.

Sirius e James.

Erano inconfondibili. Facce della stessa anima, pronte a lottare per difendersi, e a schernire chiunque arrivasse loro sotto tiro.

Eppure, la loro, non era solo amicizia.

Se ne resero conto quando era troppo tardi per tornare indietro. Quando, rimanendo soli a guardare il Lago Nero durante la notte, dopo aver scherzato a lungo su cosa avrebbe fatto loro Gazza se li avesse trovati, si erano addormentati, l’uno abbracciato all’altro.

Così, dolcemente, e non si erano nemmeno accorti di tenersi per mano.

Al loro risveglio si erano guardati, e non avevano potuto fare a meno di prendersi in giro, con la loro solita spigliatezza.

E poi, d’un tratto, si erano avvicinati sempre di più, fino a rendere sottile come uno spillo la distanza tra le loro labbra. Era stato un bacio di passione, un bacio che non aveva paragoni. La loro amicizia aveva nascosto un amore ben più profondo di quanto avessero mai potuto immaginare.

E, da allora, ogni momento libero lo avevano passato a viversi, a condividersi, più di quanto avessero fatto in precedenza.

Finalmente era loro chiaro cosa li distingueva da tutti gli altri amici. Il loro continuo ricercarsi, il bisogno di sapere di essere l’uno il punto di riferimento dell’altro aveva finalmente un senso, per loro.

 

 

« James ».

La voce di Sirius era poco più di un sussurro, lanciato nel cuore della notte.

L’aria gelida gli graffiava il volto e lo costringeva a serrare gli occhi, che continuavano a riempirsi di lacrime.

L’amore, alla fine, non era bastato per tenerli saldi e uniti per sempre.

Perché James era morto. James se n’era andato, e nessuno sarebbe più riuscito a portarlo da Sirius. Aveva perso. Per sempre.

E cosa poteva fare allora, se non urlare contro la notte?

Un nome, un nome pieno di sentimenti, che l’aveva accompagnato in tutti quegli anni.

« James! »

Un grido inutile, distante.

L’amore non era nulla, confronto al dolore.

E, nella cella di Azkaban, per il tempo restante, continuò a sognare quel volto.

Quei capelli corvini che non era mai riuscito a domare, che non erano mai riusciti a domare.

Quelle emozioni che solo lui sapeva dargli, con i suoi baci e le sue carezze proibite, lasciate ad ogni ora rubata allo studio.

Quelle mani che tanto aveva carezzato, torturato, fino a farle diventare sue.

Quegli occhi in cui aveva amato perdersi, ogni volta che lo faceva suo, perché gli dichiaravano tutto il suo amore.

Aveva perso tutto quello.

Che senso aveva vivere? Azkaban era un luogo perfetto per lui.

Un luogo senza felicità, un posto dove non poteva far altro che ripensare ai suoi rimorsi.

Non sarebbe più stato felice, senza la sua metà.

James.

   
 
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