Questa one-shot è ispirata ad un post di tumblr,
che sfortunatamente non ho neanche messo fra quelli che mi piacciono e che,
quindi, ho completamente perso.
I
Malandrini - in particolare Remus e Sirius, anche se James aiuta daveeero tanto - mi hanno sempre ispirato dolcezza. Non solo
la dolcezza da dente cariato, ma quella che viene dal cuore, quella dolcezza
che si tira inconsciamente fuori quando si parla con il migliore amico/la
migliore amica. Una dolcezza fatta anche di risate e litigi, una dolcezza fatta
di vera amicizia.
Spero
di strapparvi un piccolo sorriso e non qualche lacrimuccia come quella che io
ho perso - non è una storia triste, credo, ma in questo periodo ho l’emotività
di una donna incinta, scusate - mentre buttavo giù tutto questo.
Fatemi
sapere,
A.
As we go on, we remember
All the times we had together
And as our lives change, come whatever
We will still be friends forever
{ Graduation/Friends forever - Vitamin
C }
May I be your best man?
« Quando io sposerò la Evans… »
« James, se Lily ne avesse la possibilità, ti ammazzerebbe
» si intromise immediatamente Remus, lanciando un’occhiata esasperata all’amico,
prima di sistemarsi sotto le coperte.
Potter gli dedicò uno sguardo da cerbiatto incastrato in
una tagliola nel bel mezzo di una tormenta di neve, sporgendo il labbro
inferiore e con gli occhi lucidi. « Lei non mi ama? » chiese, ben cosciente dell’ovvietà della risposta,
accovacciandosi nel suo letto e portandosi le ginocchia al petto, fissando le
grosse e pelose pantofole a forma di cane.
Ironicamente, Sirius ne aveva un paio a forma di cervo,
complete di corna.
Lo stesso Sirius che gli si era avvicinato ed aveva
iniziato a dargli sonore pacche sulla spalla, compatendolo. « Su, su » disse,
alzando lo sguardo diamantino sul licantropo. « Anche
tu, Moony, potresti mostrare un po’ di tatto! »
Remus lo fissò con la mascella talmente spalancata che
sembrava voler toccare terra. Sirius Black, lo stesso campione di gentilezza
che aveva quasi ammazzato Piton per puro divertimento, aveva appena
rimproverato lui?
« Un avvenimento del genere dovrebbe essere ricordato »
ridacchiò Peter, sulla stessa lunghezza d’ombra dell’amico Lupin. « Sirius che
rimprovera Remus di non essere stato gentile » si fermò un momento, riflettendo
su qualcosa, che non doveva riguardare il cibo - altrimenti avrebbe avuto un’espressione
più gioiosa -, e poi sorrise, fissando i due Malandrini per eccellenza. « Ehi, Jim! Se è accaduta una cosa del genere, è anche
possibile che la Evans ceda alle tue avance e ti
sposi! »
Osservare James, in quel momento, fu come assistere alla
crescita di un albero a velocità centuplicata: da afflosciato sul suo letto,
com’era, si rialzò in tutta la sua cervide altezza e,
con il petto gonfio d’orgoglio, si voltò verso il migliore amico. « Sirius, TU SARAI IL MIO TESTIMONE! »
Black si alzò a sua volta, assalendo Potter con il tipico
abbraccio alla Black - il surrogato di una presa da wrestling, spesso collegato
a costole incrinate e tragiche cadute giù dalle scale -, e urlò come una
ragazzina eccitata. « Farò anche da padrino al tuo
primogenito! »
Prongs e Padfoot iniziarono a saltellare sul posto, nella
terribile imitazione di Emmeline Vance ed Amelia Bones
dopo che Fabian e Gideon Prewett le avevano invitate ad Hogsmeade. Fra i loro
squittii eccitati, tutto ciò che Remus riuscì a comprendere furono le parole: “Quidditch, campione, spogliarelliste”. Sperò con tutto il
cuore di non essere mai messo a parte di quello strano discorso.
Solo una volta che la tempesta emotiva da “SEI IL MIO
MIGLIORE AMICO E SARAI IL MIO TESTIMONE DI NOZZE” si
concluse, nella stanza al sesto piano del dormitorio maschile dei Grifondoro
tornò la beata pace. I Malandrini - candidi nei loro pigiamini
rigorosamente rosso e oro - si misero a letto e spensero le piccole torce che
ancora illuminavano la camera.
Passarono solo pochi minuti.
« Ehi, Moo » Remus si sentì chiamare da
James,
che dormiva nel letto alla sua sinistra. Quello a destra era occupato da
Sirius, mentre Peter era esattamente di fronte.
« Dimmi, Prongs » borbottò, più insonnolito che mai.
La luna piena era passata da poco e le sue energie non si erano del tutto
ristabilite.
« Quando ti sposi… posso essere io
il tuo testimone di nozze? » domandò, con la solita vocina
tenera e docile che usava quando il suo unico scopo era ottenere il permesso di
copiare i suoi compiti di Trasfigurazione. Non che gli servisse - l’avrebbe
fatto comunque - ma era in ogni modo buona educazione.
« Avevamo detto che avrei fatto io il testimone e che tu saresti stato il padrino del suo
primogenito. Non essere truffaldino, Prongs! » la voce
di Sirius arrivò leggermente ovattata, poiché era solito dormire completamente
sepolto sotto le coperte.
« Da quando conosci la parola truffaldino, Paddy? E, comunque, sono sicuro che
avessimo stabilito tutto il contrario! Non puoi essere il testimone di
entrambi! » la risposta di James arrivò immediata,
bassa come il sibilo di un serpente. Tutti conoscevano le tipiche reazioni che
il caro Wormtail era solito avere se veniva svegliato prima del dovuto. In quei
casi, Remus si convinceva che avrebbe dovuto trasformarsi in un leone, non in
un topolino.
« Non cambiare argomento, Prongs!
Avevamo deciso così! Tu saresti stato il testimone di Peter ed io il padrino di suo figlio. Non vorrai prenderti gioco
di un Black, spero »
il borbottio di Sirius apparve più chiaro in seguito al fruscio delle sue
coperte. Era uscito dalla sua tana notturna.
« Ma Peter non si sposerà mai! Verrà
a vivere con me o con te e farà la tata ai nostri figli. Io voglio essere il
testimone di Remus! » sbottò James ed il licantropo -
grazie alla sua vista potenziata - riuscì a distinguere la sua figura mentre si
ergeva nell’oscurità. Non si era azzardato ad aprire la bocca, consapevole che
si stesse aprendo uno dei soliti spettacolini che quei due mettevano su.
« E tu chi cazzo sei da poter
decidere autonomamente, Cerbiattina in calore? »
Remus fu quasi certo che in quel momento Sirius stesse ghignando. Lo faceva
sempre quando tirava fuori quell’orribile nomignolo che faceva perdere le
staffe a James.
« Come mi hai… bastardo di un barboncino! »
« Mamma di Bambi
» Remus maledì il giorno in cui mostrò la videocassetta di Walt Disney ai due,
di nuovo. La prima volta che l’aveva fatto era stato dopo che James, venuto a
conoscenza della morte della suddetta cerva, sembrava essere caduto in
depressione, passando le giornate a piangersi addosso e mangiando la
cioccolata.
« Chihuaua castrato »
« Castrato, io? Chiedi nel dormitorio delle ragazze, vediamo se sono d’accordo!
»
« Forse dovrei chiedere in quello
dei ragazzi, non credi? »
« Cosa…? Stronzo di un cervide! »
« Fottuto canide! »
« AVETE FINITO? »
tuonò Remus, alzandosi dal suo letto e fissando con astio i due amici, prima di
indicare il letto che lo fronteggiava, dove Peter si muoveva agitato. « Se si
sveglia siamo fottuti »
I due Malandrini lo fissarono con la stessa espressione
sconcertata, prima di sbottare in un poderoso «
SBOCCATO! », con tanto di gesti scandalizzati che li
fecero quasi precipitare dai rispettivi letti.
Il licantropo arrossì, incrociando le braccia al petto. « E, comunque, è inutile che vi facciate tutti questi
problemi. Non mi sposerò mai e, tantomeno,
avrò dei bambini »
« Perché mai, Baby Moo? Non sei brutto. Cioè, non sei bello come il
sottoscritto, ma te la puoi battere allegramente con James… »
si intromise Sirius, sedendosi sul suo letto, ma senza infilarsi sotto le
coperte.
« Sei sempre così umile » borbottò James, spingendosi gli
occhiali - che aveva infilato non appena la guerriglia con l’amico era iniziata
- su per il naso e guardandolo, prima di voltarsi verso Remus. « Ma ha ragione. Sei un bel ragazzo e quell’aria da cucciolo
in agonia fa impazzire le donne »
« Senza contare che sei quasi biondo » si aggiunse Sirius,
grattandosi dietro le orecchie come “il cane” era solito fare. Remus sospettava
che avesse qualche pulce.
« E sei un prefetto con ottimi voti »
« Il fascino del bravo ragazzo colpisce sempre… »
« E sei mezzo lupo! »
« Le donne amano un animale a letto… »
«Scusate, vorrei ricordare che suddetto animale potrebbe
sbranare l’ipotetica moglie in una qualsiasi notte di luna piena e che,
comunque, non sono molte le ragazze che si abbasserebbero a stare con uno come
me » la voce di Remus, bassa ed incolore, fermò quelle eccitate degli amici. « Nessuno vuole un mostro in famiglia. Ed io non passerei
mai la mia maledizione ad un bambino »
« Ma Moony… » tentò James, con le sopracciglia aggrottate,
mentre Sirius gli lanciava un’occhiata che sembrava voler urlare “che cazzo
stai dicendo?”.
« Niente moglie e niente figli. Fossi
in voi cercherei di trovare una ragazza a Peter »
***
Nella cucina di Grimmauld Place, Sirius osservava con malandrina
tranquillità lo scambio di battute e sguardi che il suo migliore amico stava
avendo con una ragazza. E non una qualsiasi ma sua cugina Ninfadora. La sua adorabile, distratta e stramba cuginetta.
« Remus, sai che hai degli occhi prooprio belli? »
« Ehm… grazie, Dora »
Cuginetta che sembrava completamente cotta del bel
licantropo scorbutico e tenebroso che era il suo migliore amico.
Perfetti, semplicemente perfetti.
« Sirius, perché hai quell’espressione
compiaciuta? » domandò Kingsley, seduto al suo fianco
e con un’aria particolarmente preoccupata stampata sul volto.
« Uhm… non è niente » Black vide sua cugina baciare la
guancia del licantropo prima di lasciare Grimmauld e sorrise in modo ancora più
aperto. « Stavo pensando che Harry è
diventato proprio un uomo, ormai »
Quella stessa sera, nel piccolo salottino al primo piano -
dove solitamente Sirius passava le sue solitarie serate -, Remus si stava
godendo una bella tazza di cioccolata calda, comodamente rilassato su una delle
grandi poltrone. Quella di fronte alla sua era occupata dal migliore amico e da
una grande bottiglia di whisky incendiario.
« Moony? » chiese il malandrino, sollevando
lo sguardo lucido, per via del troppo alcol, dal pavimento e puntandolo in
quello del rilassato licantropo.
« Uhm? »
fu la sua unica risposta, troppo impegnato a sorseggiare quella meraviglia
della natura che Molly Weasley gli aveva preparato prima di andare via, quella
sera.
« Posso essere io il tuo testimone
di nozze, vero? »
« Ancora con questa storia? Pad,
avevo già spiegato che… » tentò di protestare Remus,
ma l’occhiata puramente ubriaca che l’amico gli rivolse bastò a farlo fermare. Non
era in se, in quel momento.
« Sono sicuro che anche Dora sarà d’accordo,
già. Dopotutto sono suo cugino! » il Malandrino
sorrise, accasciandosi sulla sua poltrona, mentre il licantropo lo guardava con
il sopracciglio inarcato.
« Dora? Non dire sciocchezze,
Sirius! Lei è una bambina innocente! » sbottò Remus,
leggermente più roseo sulle guance, sperando di affogarsi nella sua cioccolata.
« Una bambina che, quando ti
guarda, ti vede nudo come mamma Lupin ti ha fatto. Proprio un’innocente » la cioccolata andò di traverso al povero licantropo, che
fissò l’amico fra lo spaventato e l’imbarazzato, facendolo scoppiare in un’allegra
risata. La risata simile ad un latrato che non aveva più sentito dalla morte di
James e Lily.
« Dai, Sirius, non è divertente. Piantala
di scherzare » borbottò Remus, sperando che una
qualsiasi maledizione lo colpisse in quel momento. Nonostante tutto, fu felice
di aver avuto l’occasione di riavere il vecchio Pad. Anche se solo per un istante
e per via dei fiumi di alcol ingeriti. C’era il suo vecchio Sirius, in quel momento.
« Sissignore, io sarò il tuo
testimone di nozze! Quel giorno sarò io ad allacciarti il nodo alla cravatta,
perché sarai troppo agitato, e sarò al tuo fianco mentre Dora si avvicinerà
lentamente, cambiando colore di capelli ogni secondo. Starò lì con te e sarò
pronto a farti lo sgambetto e placcarti nel caso decidessi di darti alla fuga » l’Animagus annuì a se stesso, con un sorriso intenerito
stampato sul volto, senza alzare gli occhi dalla bottiglia che stringeva fra le
mani. Remus lo guardò per un lungo attimo, sentendo un calore all’altezza del
petto che lo riportò a tanti anni addietro, quando era un ragazzino con il
terrore di restare solo.
« Dovrò fare anche il discorso, sì.
Mi alzerò in piedi e dirò quanto sono fiero che il mio piccolo Moo sia diventato un uomo. » la
sua voce divenne strascicata per via della sbornia che cominciava ad essere
davvero potente. La lucidità sembrava averlo decisamente abbandonato. « Un uomo grande e grosso, sì. Io sarò lì e dirò a tutti
quanto siamo fieri di te, io e James. Dirò a tutti che noi avevamo sempre saputo che avresti trovato una bella moglie »
Remus lo guardò, i suoi occhi
improvvisamente lucidi come quelli dell’ubriaco amico. Se fosse stato sobrio
non avrebbe nominato il vecchio Prongs. Era quasi un tabù, se Harry non era nei
paraggi. Ma, d’altronde, quel ragazzo era uguale al padre. Sarebbe stato
impossibile evitare di parlarne.
Jimmy mancava a tutti ed Harry era diventato la
distrazione perfetta per la loro nostalgia.
« Forse è meglio andare a dormire, Pad » disse
improvvisamente il licantropo, alzandosi e facendo passare un braccio intorno
alla schiena dell’amico, per tirarlo su e trascinarlo verso la sua stanza.
« Io sarò il tuo testimone e dirò a
tutti che sono fiero di te. Tu sei l’unico migliore amico che mi è rimasto e ti
voglio bene, tutti devono saperlo »
***
Nel piccolo giardino di casa Tonks, nulla faceva pensare
che fosse in atto una cerimonia nuziale. Nulla, escludendo il semplice abito
bianco che un’emozionata Ninfadora stava indossando.
Era una cerimonia molto intima. Davvero molto, ma molto, intima. C’erano solo i due
sposi, i genitori di Dora ed il celebrante. Nessun altro.
Remus era lì, accanto a quell’uomo di mezza età e con
pochi capelli, ad aspettare quella ragazza che per tanto tempo si era limitato
ad amare in segreto. Cosa che lei non aveva mai fatto. Non si era mai
vergognata di provare amore per lui, un mostro.
Sirius aveva sempre avuto ragione, su di loro.
Sirius.
Lo stesso uomo che si era fatto in quattro per loro, che
aveva tentato in tutti modi di fargli aprire gli occhi e che si era autoproclamato
testimone. Arrivato a quel punto, Remus l’avrebbe scelto davvero.
Avrebbe voluto vederlo quella mattina, mentre gli faceva
il nodo alla cravatta perché le sue mani tremavano davvero troppo per
riuscirci. Avrebbe voluto vederlo mentre sorrideva, al suo fianco, dandogli
forti pacche sulla spalla e lo incoraggiava a non mollare, minacciandolo di
fargli lo sgambetto in caso di fuga. Voleva vederlo mentre si alzava, un calice
in mano, e faceva il suo discorso su quanto fosse fiero di lui.
Avrebbe voluto vederlo e basta. Anche solo per un attimo.
Cosa avrebbe fatto? Gli avrebbe sorriso, sicuramente. Magari
avrebbe anche alzato i pollici con aria vittoriosa. Sarebbe stato felice per
lui, Sirius, esattamente come James.
In quel momento, l’ultimo Malandrino desiderò mollare
tutto e scappare via. Che senso aveva tutto ciò? Tanto sarebbe morto anche lui
e Dora avrebbe sofferto. Non voleva che anche lei si tormentasse per quel
destino che lui aveva sempre riconosciuto come proprio.
Forse alla ricerca di una via di fuga, si guardò intorno
e, fra gli alti cespugli di quel giardino, vide degli occhi argentei ed una
grossa e scura figura acquattata. Quando si rivoltò - con il cuore in gola - per controllare, la
figura e gli occhi erano scomparsi.
“Starò lì con te e
sarò pronto a placcarti nel caso decidessi di darti alla fuga”
Quelle parole rimbombarono nella sua mente, con la
consapevolezza che un Black era solito fare sempre quello che prometteva. Che fosse
scalare una montagna o comportarsi da bravo testimone anche dopo la morte.
Sirius aveva mantenuto la promessa. Lui era lì, pronto a
fermarlo da quell’atto di codardia e autolesionismo.
E Remus sapeva che, anche senza quello stupido
discorso in pubblico, Sirius e James erano fieri di lui, come lo erano sempre
stati.