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Autore: blaineywainey    12/08/2011    6 recensioni
Kurt Hummel si è rassegnato ad una doppia vita nella sua piccola città dell'Ohio, Lima, nel 1959: un arrogante Greaser di giorno ed un fashionista romantico, amante della musica, di notte. Ma la vita di Kurt sta per essere totalmente scossa; nel bene o nel male.
Kurt avrebbe ceduto tutto quello per anche solo un briciolo di accettazione.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Lime, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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La seguente storia appartiene all’autrice americana blaineywainey, che mi ha gentilmente permesso di tradurla.

Questo è il link dove potrete leggere il primo capitolo in inglese: http://www.fanfiction.net/s/6905924/1/All_Shook_Up

Buona lettura.

 

 

Capitolo 1 - Prologo

 

Kurt Hummel era sempre stato un po’ strano. Ad eccezione del suo corpo snello color porcellana ed i suoi espressivi occhi blu marino , le sue abitudini aggraziate ed il modo in cui curava il suo aspetto lo differenziavano dai suoi coetanei. Comunque, essere un po’ diverso non sembrava avere molta importanza nella sua città, persino nella perfetta omogeneità dei quartieri periferici dove viveva. Suo padre aveva portato avanti l’officina locale per più di trent’anni; le persone rispettavano Burt Hummel e perciò rispettavano allo stesso modo suo figlio, senza chiedere nulla.

Ad ogni modo, Kurt non era tipo da spingere le persone a fare delle domande.

Neanche Burt faceva domande, e nemmeno sua madre, finché lei morì quando Kurt aveva nove anni. Nonostante la tragedia, questo portò Burt e Kurt a legarsi di più; si capivano l’un l’altro e si accettavano l’un l’altro nella buona e nella cattiva sorte, senza discussioni. Solo recentemente Burt aveva permesso a se stesso di innamorarsi un’altra volta e sposare Carole Hudson, la madre vedova di uno dei compagni di classe di Kurt, Finn. Come da regola Finn, già decisamente leale con il suo nuovo fratello, diede il benvenuto a Kurt nella sua cerchia di amici e fu così che entrò a fare parte del gruppo più alla moda della scuola.

Ogni volta che voleva uscire di casa o andare in giro per l'edificio, doveva seguire Finn, Puck e Sam, vestito con una maglietta bianca firmata, jeans con risvolto, converse nere e una morbida giacca di pelle. Spruzzava qualsiasi diavoleria sui suoi capelli per farli sembrare come quelli dei suoi amici (Kurt trovava la brillantina rivoltante), si rilassava da Dellie, andava da Breadstix, guardava i ragazzi fare bizzarri giochetti con il fumo delle loro sigarette e ne provava alcune delle sue di tanto in tanto, e viaggiavano per la città alternando automobili. Molti avrebbero detto che quella era una vita felicissima per uno studente delle superiori, ma per Kurt era un qualcosa molto meno che “ideale”.

Quello che Kurt voleva essere e voleva fare era lontano dal tipicamente idealistico. Aveva un cuore romantico, conosceva i testi di ciascuno dei suoi musical di Broadway preferiti e suonava al pianoforte melodie romantiche con languidi movimenti delle mani. La sua collezione di dischi era composta dai cantanti di canzoni sentimentali degli anni trenta e quaranta, il jazz degli anni venti, di musical, ed esclusivamente brani jive selezionati per popolarità a quei tempi, legati per lo più ad Elvis Presley. La sua camera era costantemente immacolata e combinata per colori in modo che i suoi occhi si svegliassero felici e riposati al mattino, e in segreto usava la marca preferita di crema da notte della sua defunta madre ogni sera, prima di andare a dormire, per mantenere il suo viso di porcellana impeccabile. Il suo cuore batteva per il canto, per cantare con la sua naturale voce da controtenore, così contraria a quella profonda da tenore dei suoi coetanei che cercava di imitare in pubblico. E oh, quanto desiderava possedere le riviste di alta moda per cui le ragazze a scuola svenivano, vestirsi come gli uomini in quelle pubblicità appariscenti.

Ma ahimè, Kurt era afflitto dalla “bella” vita, la vita per cui ogni adolescente maschio avrebbe ucciso.

Kurt avrebbe ceduto tutto quello per anche un grammo di accettazione.

Perfino suo padre, l’essere umano più comprensivo nella sua vita, comprendeva soltanto una certa parte di quanto diverso Kurt in realtà fosse. Kurt non era stupido, conosceva la sua mente e il suo corpo in modo perfetto, e sapeva esattamente a cosa equivalevano i suoi intimi segreti e desideri. Ma non era nemmeno ottuso. Sapeva che cosa avrebbero pensato le persone se fosse uscito allo scoperto dicendo che amava Broadway, e la moda, che voleva diventare una star o uno stilista. In tutta onestà, non sapeva se avrebbe potuto - oppure se lo aveva già fatto - convivere con la consapevolezza di quello che era. E se non poteva lui, allora come diavolo poteva suo padre, per non parlare degli altri abitanti della città?

Così Kurt scelse semplicemente di essere diverso. Anche se non poteva cambiare chi era dentro, cambiò tutto il possibile all’esterno. Si adattò ai jeans e alle converse, le giacche di pelle e gli hamburger, il popolare Rock N’ Roll, la brillantina e le macchine. Finché teneva gli amici lontani dalla sua camera, il suo santuario privato dedicato a “Il Vero Kurt Hummel” , per lo più a Kurt andava bene vivere una doppia vita.

Fu nel momento in cui Blaine Anderson apparve dal nulla che essere diversi, dentro e fuori, cominciò ad essere un po’ un problema.

   
 
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