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Autore: AmhranNaFarraige    13/08/2011    4 recensioni
Taiga vive lontano dai suoi vecchi amici ormai da un anno. Ha promesso a Ryuuji che non si sarebbero rivisti fino alle loro nozze per poter vivere il loro amore appieno in quel momento. Tuttavia, durante la notte di San Lorenzo, vedendo una stella cadente desidera che il suo amato sia li' accanto a lei. E nella "Notte dei desideri" questo sogno si avvera, permettendo alla coppia di trasgredire al patto almeno una notte all'anno.
Il mio cavalo di battaglia per il concorso "La one-shot dell'estate".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryuji Takasu, Taiga Aisaka
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Taiga fece un gran respiro profondo, non poteva cedere, non voleva cedere e non avrebbe ceduto al sonno che s’imponeva cosi’ gradasso sui suoi occhi, imponendo loro di abbassarsi lasciandoli riposare. L’occhio era stanco, non la mente! La mente vagava ormai da parecchi minuti per i desideri degli ultimi giorni della ragazza. Vedeva stelle fluttuanti in un cielo neroblu elegantissimo, agitate ed impazienti roteavano rapide attorno ad un unico centro, ed era lei quel centro. Proprio ora che questo spettacolo tanto bramato le si offriva alla vista non poteva certo concedersi uno sfizio tanto frivolo come poter dormire. No, la piccola Taiga era davvero cocciuta, doveva sempre ottenere cio’ che desiderava ed ora voleva piu’ che mai vedere le stelle cadenti d’estate, e l’avrebbe fatto ad ogni costo! Che questo desiderio nascondesse uno piu’ profondo che non era in grado di ammettere? Chi puo’ dirlo se non lei stessa?! E se non lo voleva ammettere non lo avrebbe mai confessato ad altri. Nemmeno a se stessa.

Dunque Taiga si fece forza, e credetemi se vi dico che ne aveva di forza da vendere! Apri’ gli occhi, spalancandoli in una maniera spropositata, intenta a non chiuderli piu’. Davanti le si apri’ uno scenario mirevole: una distesa immensa d’acqua, volgarmente chiamata oceano, nome che ne sminuisce troppo il valore, viaggiava da destra a sinistra, da sinistra a desta giu’ verso l’oscuro orizzonte ed ancora piu’ lontano. Annegava con la sua imponenza ogni possibile sentimento di grandezza di un uomo, straziandone l’ego. Per fortuna lei ne era al sicuro, protetta da una striscia di sabbia bianchissima che le carezzava amichevolmente i piedi. Calma. Trasmetteva solo tanta calma, cosi’ diversa da quel mare esagerato. Cio’ che le stava alle spalle aveva poca importanza. Solo una villetta d’un bianco ingiallito dal tempo, casa dei nonni addormentati nel loro letto gia’ dalle prime ore del pomeriggio, contornata da un vasto prato puntellato di fiori che ospitava qua e la’ qualche albero stanco. Ma questo scenario era ben poco rispetto a quel che Natura avrebbe dipinto quella notte! Le stelle, da fisse che erano, si sarebbero mosse per stringere il mondo in un abbraccio che ti scaldava il cuore, facendoti sentire parte di quel tutto che a noi e’ noto come Terra. Taiga alzo’ gli occhi al cielo, non infastidita per qualche parola di troppo, ma bensi’ curiosa e sognante. Era da tanto che non se ne stava un po’ fuori citta’, sempre chiusa in case buie e tristi, accatastate l’una sull’altra, togliendoti il respiro. Ora invece se ne stava seduta nel piu’ totale nulla, col viso baciato dalla luce della luna, attenta ad ogni piu’ piccolo movimento percettibile. In citta’ era tutto cosi’ dannatamente confusionario. Qui si sentiva finalmente sola, nemmeno con se stessa, aveva deciso di abbandonare per un momento i suoi pensieri e tuffarsi in un cielo cosi’ bizzarro da iniziare a muoversi. Mai aveva visto un fenomeno simile, ed ora ne era tanto presa. “La magica notte di San Lorenzo” l’avevano chiamata i nonni qualche giorno prima “Quando il cielo prende vita dall’energia estiva, la notte del 10 Agosto”. Stranamente non si senti’ tanto impaziente quanto aveva creduto, ma, lasciandosi cullare dalla tiepida brezza del mare, si perse quasi sognante tra una miriade di puntini e scie luccicanti in un campo scuro. La stanchezza se n’era quasi andata da tanta pace, o forse s’era solo nascosta per poter permettere alla ragazza di godersi quel momento tanto aspettato. In ogni caso l’attenzione da parte sua non mancava. Roteava e roteava gli occhi, finche’ poi non decise di stabillizzarsi al centro, era di sicuro la visuale migliore che avrebbe potuto ottenere. Dopodiche’ attese e basta.

Un luccichio nell’angolo a sinistra! No... Falso allarme, solo un’impressione. Attese.

Ecco, una scia sopra l’oceano! Sbagliato. A qualcuno era venuta la grande idea di distruggere le speranze di una giovane fanciulla mettendosi a pilotare un aereo. Attese.

Ehi, un momento! Una stella s’era messa una coda! Li’, quasi in centro al cielo, forse un po’ verso sud... O quello era l’ovest... Taiga non lo sapeva, ma una nuova incredibile certezza si fece spazio nel suo cuore intrepido. Ne era convinta, quella era decisamente una stella cadente, non sarebbe potuto essere null’altro. Che spettacolo, che meraviglia, quale magia le era toccata vedere! Oh, cosi’ semplicemente perfetto! Vago’ in descrizioni razionai ed imperfette dell’accaduto per qualche istante, finche’ non le giunse alla mente il ricordo di qualcosa... La voce della nonna, troppo smielata per quella del consorte, quando diceva delle parole... Oh si’, come aveva fatto a scordarsene?! “La cosa piu’ importante e’ che quando vedi una stella cadente devi esprimere un desiderio. Non dirlo a nessuno, pero’, mi raccomando, altrimenti scappera’!”. Certo, doveva esprimere un desiderio, allora. Esploro’ dunque dentro se stessa alla ricerca di cio’ che desiderava piu’ di tutto il resto, piu’ ancora del vedere le stelle cadenti, sogno gia’ coronato. Ecco, in effetti uno ce n’era, ma piu’ che riempirla di gioia all’idea di renderlo reale lo temeva. Le dava troppa tristezza pensare a quello che le mancava piu’ dell’ossigeno in quel momento. Non solo in quel momento... Ormai era passato un anno, in cui era riuscita a sopravvivere solo grazie al tentativo di scordarsene per un po’. Le era anche riuscito bene, almeno finche’ non ci fce un po’ caso. Il cuore le batte’ a mille per l’emozione e per l’angoscia assieme, tra le dita percepi’ lo scorrere di corti capelli curati alla perfezione, la vista le si annebbio’ finche’ non distinse una figura: prima solo una macchia incolore, poi si divise in sempre piu’ particolari fino a prendere la forma di un volto. Un volto ben noto alla piccola Taiga. Era il volto del suo amato Ryuuji. Oh Ryuuji... Sapeva bene cosa desiderava, ma non poteva tuttavia chiedere tanto. Era stata lei stessa a chiedere alla sua anima gemella di non vedersi, almeno fino alle nozze, fino a che non si sarebbero giurati eterno amore. Il loro amore sarebbe durato in eterno, certo, dunque non era giusto consumarlo ora. No, che se ne stesse ben lontano! Ohddio, era tutto un controsenso, ma serviva quache ostacolo... Ma quella notte questi buoni propositi potevano anche adarsene a quel paese! Era la notte dei desideri o no?! E allora che male c’era, Taiga desiderava solo vedere Ryuuji, carezzargli il viso e magari anche staparli un bacio affettuoso sulle labbra. Arrossi’ al solo pensiero, ma era quel che era, il suo desiderio. Si strinse nel suo vestito candido cercando di scaldarsi. Le mancava il respiro del suo ragazzo sul collo, la sua voce sussurrata all’orecchio, il calore che solo lui le sapeva dare. Doveva essere forte, mai s’era vista prima d’allora una tigre debole e lei non sarebbe stata la prima, nossignore. Chiuse gli occhi e si lascio’ infine in uno stato di dormivegia: non dormiva, ma da fuori poteva sebrare cosi’, mentre al suo interno vibravano forti emozioni e fiorivano ricordi.

Mai se lo sarebbe aspettato, meno che mai in qel momento. Un braccio forte, un braccio da uomo, le cinse improvvisamente, ma comunque dolcemente, la vita. Si’ sveglio’ di colpo impaurita, sussulto’ e quasi emise un urlo. Lo soffoco’ non appena si rese conto. Incredibile. Il sogno che stava facendo le era uscito dalla testa e s’era seduto alle sue spalle, cosi’ incredibilmente vicino, ma mai troppo, mai abbastanza. Inspiro’ una gran boccata del suo profumo, finche’ non trovo’ il coraggio di voltarsi, temeva ancora che non fosse reale, ma con la velocita’ di chi ha paura che svanisca appena visto. Ma non era il caso di temere, nient’affatto. Lui era li’, dietro le sue spalle, pronto a difenderla da qualunque cosa. Che sciocca che era stata, lui ci sarebbe sempre stato, l’aveva cacciato via cosi’, senza un vero motivo, solo impaurita e spaventata da qualcosa che lei nemmeno conosceva. Ryuuji era li’, reale quanto Taiga, quanto la sabbia, quanto l’oceano e le stelle, quanto il mondo intero. L’abbracciava come lei aveva sempre desiderato, ed ora sentiva finalmente tornato il calore perduto. Questa situazione non era per niente giusta, andava ben oltre il loro accordo, ma stava cosi’ dannatamente bene che non avrebbe dato ragiona a nulla. Aveva cosi’ sentito la mancanza di quelle braccia, anche se aveva tentato costantemente di annegarla nella dimenticanza. Lo amava, tutto qui. Nulla di strano, ma cosi’ incredibilmente estraneo al pensiero che aveva sempre avuto dell’amore. Ora si sentiva davvero felice ed una volta gustato a fondo quell’attimo di riconciliazione, cosi’ si senti’ infine in grado di proferire parola.

-Ehi, Ryuuji, che fai? Non era questo che ti avevo detto. Ti stai gia’ prendendo troppe liberta’, non saresti dovuto venire.

Non c’era una parola di verita’ in queste parole. E’ vero, Taiga gli aveva detto di non vedersi, ma non riusciva ora ad essere seria dopo una sensazione cosi’ meravigliosa. Anzi, lo stringeva ancora piu’ a se.

-D’accordo, principessa, allora me ne vado subito!

Fece per alzarsi, ma solo per permettere alla sua amata di saltargli letteralmente addosso. E in effetti cosi’ fece. Un sussurro all’orecchio, Taiga ora non scherzava

-Mi sei mancato...

Un luccichio sulla guancia della fanciulla. Che stesse piangendo? Nella notte non si vedeva, ma probabilmente era cosi’.

-Ehi, ora piangi, piccola tigre? Non dovresti, guarda che fai piangere anche me...

-Oh... Era cosi’ tanto che nessuno piu’ mi chiamava cosi’. Ne e’ passato di tempo! ...Quanto? Non ricordo piu’ ormai...

-E’ un anno. Ho contato ogni songolo giorno e non riuscivo proprio ad aspettare. Prima mi hai chiesto perche’ ho rotto l’accordo, ebbene, non sono riuscito a non pensarti, e piu’ ti pensavo piu’ realizzavo che... Ecco, che io ti amo! Non ci posso fare nulla, non puoi chiedermi di starti lontano. Oh, concedimi solo una notte, un cosi’ breve sogno, una follia d’estate e poi me ne andro’. Aspettero’ la prossima notte dei desideri per realizzare il mio, cosi’ finche’ non ci sposeremo.

-“La notte dei desideri”... Sai, prima che tu arrivassi ho visto una stella cadente, cosi’ ho espresso un desiderio. Penso che questa tradizione debba essere onorata, il mio desiderio s’e’ avverato!

Distolse per la prima volta gli occhi da quelli del promesso sposo per dirigerli in direzione dell’apparizione della sua stella. Chise gli occhi, chino’ il capo e bisbiglio’ una parola. Ryuuji non pote’ sentirla, ma in quel momento Taiga aveva detto “grazie”. Anche se non stanca della posizione lei si alzo’ in piedi e prese per mano il ragazzo, cercando di sollevarlo da terra. Questo s’alzo’, ma nel farlo la prese per la vita e la strinse al petto, portandola in braccio fino all’acqua, sul confine tra terra e mare. Lei grido’ e si dimeno’, ma non aveva paura. Non poteva aver paura, non ne era in grado quando si trovava tra quelle braccia. Infatti fu lui a sedersi, inzuppando i pantaloni, mentre la teneva stretta sul grembo, protetta dalle onde. Un po’ si stupi’ quando lei si alzo’ per sedersi li’, accanto a lui, ed ancora di piu’ quando si sdraio’ fino a bagnare i suoi capelli d’oro nell’acqua salata dell’oceano. Dunque decise di imitarla, per poterle cosi’ girarle il braccio attorno alle spalle. Se ne starono cosi’, sdraiati nel mare, abbracciati per un tempo indeterminato. La calma fu rotta solo una volta dalla voce cosi’ azzeccata della tigre mansueta.

-Ryuuji, la vedi quella stella cadente? La regalo a te, a me non serve piu’, sai, il mio desiderio s’e’ gia’ realizzato.

-Il mio non ancora, l’accetto ben volentieri, allora.

Fece un sorrisetto a meta’ tra il malizioso ed il tenero. S’avvicino’ lentamente alla fanciulla adagiata al suo fianco, cosi’ bella ed immobile sembrava una bambola. Le guardo’ i capelli: amava i suoi capelli. Le guardo’ gli occhi: amava pure quelli. Le guardo’ la pelle: la amava. Le guardo’ le labbra: era tempo ormai di realizzare il suo desiderio, l’aveva chiesto alla stella e lei gli aveva lasciato l’occasione, la sua ragazza cosi’ bella accanto a lui, la sua bocca, la bacio’, quella sua bocca. Lei un po’ si sorprese, all’inizio, ma poi si lascio’ andare, chiuse gli occhi e si perse nel paradiso. Per Ryuuji quel bacio voleva dire la realizzazione di un desiderio, ma ora in Taiga ne era esploso un’altro. Attese pazientemente un’altra stella pellegrina, cosicche’ da poter baciare ancora l’amato e Ryuuji decise allora di prendere parte a quel gioco. Passarono la nottata a fare a gara a chi per primo vedeva una stella, cosi’ da poter dare un bacio all’altro. Spesso imbrogliavano e si scambiavano pegni d’amore anche in mancanza di una scia luminosa, ma a quel punto nemmeno il cielo attirava piu’ la loro ottenzione. C’erano solo la tigre e il dragone, c’erano l’uno per l’altra e ci sarebbero sempre stati, anche se avessero vissuto lontano per un po’, non sarebbe comunque stato in eterno. Si ritrovarono infine nuovamente seduti sulla buanca spiaggia, seduti vicini, un po’ infreddoliti, ma al caldo di una coperta che Taiga aveva furtivamente preso nella casa dei nonni, e piu’ ancora al caldo del loro amore cosi’ giovane e puro. Il sonno iniziale s’impossesso’ infine della ragazza, troppo stremata ormai dai giochi amorosi e dalla tarda ora per poter resistere. Appoggio’ il capo sul petto liscio dell’amato e si concesse alla notte, addormentandosi nella maniera piu’ bella che pote’ mai ricordare. Quando Ryuuji se ne accorse le rimbocco’ per beme la coperta fino al collo, standole costantemente accanto a tenerle caldo. Era cosi’ incantato dalla bellezze della sua fidanzata, non sembrava reale... Quasi un sogno! E voleva viverlo quel sogno. Si sdraio’ anche lui, tenendo la fanciulla appoggiata al suo corpo, offrendosi qualche ora di sonno vicino alla sua futura moglie, quasi fossero gia’ sposati. Era un quadretto che scoglieva il cuore, lasciatevelo dire da chi lo sa.

Giunse dunque il mattino, la fine del sogno, quella parte che e’ sempre la piu’ triste. Ryuuji sapeva di soversene andare, doveva mantenere il patto. Si sveglio’ col primo raggio di sole che tocco’ terra, sperando invano che fosse un’altra stella, sapendo tuttavia che non lo era. Tento’ di sollevare la chioma dorata di Taiga senza svegliarla, con la maggior calma possibile. Lei continuava a dormire, era sempre stato cosi’. Nemmeno una bomba l’avrebbe potuta svegliare! Si tolse la coperta di dosso e l’arrotolo’ tutta sul corpo minuto della ragazza, che giaceva sulla sabbia col vestito ancora un po’ umido che le paceva risaltare la sua silouette. Oh, lui amava anche quella! Il sole gia’ era nato del tutto, doveva sbrigarsi. Diede un bacio frettoloso ma intenso sulla fronte candida e si diresse nella direzione opposta dell’oceano. Prima ho detto che nemmeno una bomba poteva svegliare la piccola tigre, ma la distanza del suo amato si’. Infatti, sentendo quel calore cosi’ bramato allontanarsi, quela apri’ gli occhi e lo guardo’ con aria da cane bastonato.

-Ryuuji... Non andartene! Ti prego.-

-Ehi, tigre, in fondo non avevi torto, sai. Penso anche io che non dovremmo vederci prima di sposarci, prima di poterci dare totalmente l’uno all’atra. Non essere triste, tornero’ la prossima estate, nella “Notte dei desideri”.

-Non e’ quello. E’ che... Ancora non ti ho detto...- trattenne il respiro e poi esplose in un’unica emissione di fiato. –Ryuuji, io ti amo!

-Lo so.

Un sorriso fu l’ultima cosa che Taiga ricordo’ di quella nottata stupenda. Un sorriso meraviglioso e poi le spalle dell’uomo che amava allontanarsi all’orizzonte, accompagnate da una promessa destinata a divenire tradizione.



  
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