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Autore: Kicca    07/04/2006    2 recensioni
Un Orchetto rovinò a terra ai piedi di Monica che osservò disgustata il ventre lacerato. Alzò lo sguardo e quello che vide la pietrificò. Il cuore iniziò a batterle ancora più velocemente. Non riusciva a credere ai suoi occhi. “Sto sognando! E’ l’unica spiegazione plausibile!” pensò non staccando gli occhi di dosso all’individuo davanti a lei. Nonostante l’oscurità riusciva benissimo a vedere due orecchie a punta che spuntavano tra la lunga e folta chioma nera.
Spero che la storia vi piaccia! Mi raccomando recensite! :D
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. R. R. Tolkien, mentre i personaggi inventati sono di mia proprietà, quindi se li volete usare o prendere come spunto, prima siete pregati di chiedermelo. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

ERINTI

PROLOGO: LA PROVA DI CORAGGIO

Era notte fonda. Il cielo era ricoperto di luminose stelle. Una candida luna piena stava sorgendo da dietro una montagna illuminando colline, boschi e prati. Ma non era l’unica luce che si scorgeva. In un campo alle pendici di una collinetta ardeva un piccolo fuoco. Intorno ad esso stavano delle figure: alcune sedute per terra, alcune su delle piccole sedie, altre su dei ceppi. Allo scoppiettare del fuoco si accompagnavano le loro voci ed ogni tanto si levavano delle risate. Dovevano essere una decina di ragazzi. Dietro di loro, messe in semicerchio, vi erano delle tende da campeggio. Poco distante una pianta, più precisamente una quercia, la cui chioma veniva illuminata dalla luce tenue della luna.
Mentre i ragazzi erano intenti a confabulare fra di loro, una ragazza, seduta a terra, aveva la testa sollevata e gli occhi che scrutavano il cielo, immersa in chi sa quali pensieri, e un sorriso stampato sul viso che era incorniciato da lunghe onde castane che le ricadevano lungo la schiena.
- Ah, Moni... – esclamò, girandosi verso di lei, la ragazza alla sua destra, poggiandole una mano sulla spalla. Si trovava più in alto rispetto alla brunetta dato che era comodamente appollaiata sulle gambe di un ragazzo, il quale sedeva su una sedia.
L'altra sobbalzò, riscuotendosi dai suoi pensieri più per il tocco che aveva sentito sulla sua spalla che per il fatto di essere stata chiamata. Spostò lo sguardo sul viso dell'amica, senza dover abbassare il capo, incontrando i suoi occhi neri e poi la guardò interrogativamente aspettando che parlasse mentre il cuore le batteva velocemente per lo spavento.
- Scusa, non volevo metterti paura. – iniziò, sorridendo per l'espressione dell'amica - Ma possibile che ogni volta che mi volto stai sempre a guardare le stelle? – chiese poi, con un tono tra l'esasperato e di rimprovero, ma non era per nulla arrabbiata.
Monica ritornò a sorridere, questa volta rivolta all'amica. In quell'istante si sollevò un leggero venticello che fece rabbrividire le due ragazze le quali, istintivamente, si strinsero nelle felpe. Nonostante si trovassero in piena estate, di notte si alzava un'arietta fresca e pungente. - Volevi sapere qualcosa? –
- Sì, non ho capito se tu dormi con Sabrina e me, oppure se vai a dormire con Milena e Diana. – rispose aggiustandosi i lisci capelli neri, che le ricadevano sulle spalle, scompigliati dalla precedente folata.
- Sto con voi, cara Eli. -
- Bene! – esclamò sorridendo. Stava per ritornare a seguire i discorsi degli altri ragazzi quando si girò di nuovo verso l'altra - Ma… toglimi una curiosità. É da un po' che ci faccio caso… Perché guardi sempre il cielo? - le domandò.
- Adesso non esagerare! Mica lo guardo ogni secondo! – cercò di minimizzare quella. Elisa alzò un sopracciglio poco convinta. - Lo guardo così tanto?! – chiese incredula e, vedendo la moretta affermare con la testa, cercò di dare una risposta plausibile, ma non la trovò – Non c'è un perché… mi piace osservare le stelle. Tutto qui. E questa sera sono stupende! – dichiarò un po' imbarazzata ritornando a faccia in su mentre allungava le gambe che fino a quel momento aveva tenute incrociate.
Gli occhi marroni le brillavano, come se facessero anche loro parte di quello spettacolo che quella sera sovrastava le loro teste. Una miriade di stelle come non se ne erano mai viste prima.
- Effettivamente hai ragione. – dovette ammettere la vicina dopo aver alzato anche lei la testa, iniziando a scrutarle.
Fu in quel momento che una scia luminosa attraversò rapidamente il cielo scomparendo poi dietro una montagna.
- Guarda! Una stella cadente! – gridò felice Monica come se fosse la prima volta che ne vedeva una.
- L'ho vista! E comunque non c'è bisogno che ti agiti tanto! – la rimbeccò l'amica, sconvolta dall'enfasi che aveva espresso la brunetta, con un sorriso sulle labbra “É sempre stata così, si meraviglia per le piccole cose. Anche per le più semplici. Ma è questo che mi piace di lei. Ti auguro di avere tutta la felicità del mondo amica mia!” pensò mentre le si dipingeva sul volto un dolce sorriso.
- Ma hai visto quant'era grande? -
Elisa stava per risponderle, ma venne interrotta dal suo ragazzo che domandò dove fosse passata, mentre qualcun altro si lamentava perché non era riuscito a scorgerla in tempo.
- Hai espresso un desiderio, Eli? -
- Sì, Moni! – rispose sorridendo soddisfatta dopo aver dato le indicazioni al ragazzo. Questo domandò incuriosito quale fosse il desiderio, ma la moretta non aveva alcuna intenzione di rispondergli. Iniziarono a bisticciare e la cosa andò avanti per un po' finché lei non ebbe la meglio. Monica era lì che li osservava divertita, così come tutti gli altri, infatti ormai i due erano al cento dell'attenzione, ma ad un tratto si rattristò “Quanto mi piacerebbe anche a me avere un ragazzo da amare, con cui potermi confidare, e con cui condividere le mie passioni! Ma mi sa che dovrò aspettare ancora molto prima di incontrarne uno, se poi è detto che lo incontri.”
I suoi pensieri vennero interrotti da una ragazza bionda con i capelli a caschetto che sedeva su un ceppo, accanto a lei, sulla sua sinistra - E tu Moni l'hai espresso il desiderio? –
- Certo Sabri! – affermò dopo essersi voltata nella sua direzione con un sorriso a 32 denti, cercando di scacciare i tristi pensieri di poco prima “All'amore penserò poi, ora mi devo divertire! In fondo ho solo diciannove anni!” pensò ritornando così di buon umore.
- Invece di stare ad osservare le stelle… perché non facciamo qualcosa? – propose un ragazzo dai capelli rossi, corti e dritti, che sedeva a terra accanto alla biondina. Tutti si voltarono nella sua direzione un po' perplessi.
- Ma sono le 2 di notte, cosa vuoi che facciamo?? – ribatté Sabrina un po' seccata, mentre lo osservava con i suoi occhi azzurri, esponendo così i pensieri di tutti.
Il ragazzo, che le circondava con un braccio la vita, per tutta risposta si limitò ad alzare le spalle. Gli amici che aspettavano una risposta, credendo che lui avesse in mente qualcosa, sbuffarono.
- Sei sempre il solito! – si lamentò la biondina portandosi una ciocca dei corti capelli dietro l'orecchio.
- Potremmo raccontare storie dell'orrore! – propose un ragazzo castano, che sedeva dall'altra parte del fuoco. Ma l'idea venne bocciata quasi subito.
- E che ne dite di una prova di coraggio? – domandò una ragazza con lucenti capelli rossi, un po' bassa di statura. Al primo impatto si capiva subito che era molto simpatica e alla mano.
La domanda restò sospesa nell'aria per alcuni istanti, come se tutti ci stessero riflettendo su.
- Sai che non è una brutta idea? Brava Diana! – affermò Leonardo, il ragazzo dai capelli rossi.
- Ecco, dovresti prendere esempio da tua sorella, lei sì che ha delle idee geniali! – affermò Sabrina stuzzicandolo.
- Sabri, lo sai che mio fratello è un incapace! La sua zucca vuota non riesce a formulare niente che non sia il basket o le ragazze! – spiegò quella seria.
Infatti Leonardo praticava il basket da molti anni ed era un bravo giocatore; e se la sorella era di statura bassa, lui raggiungeva facilmente il metro e novanta.
- Senti chi parla… “Miss stupidità” in persona! – replicò arrabbiato, si alzò in piedi e si posizionò davanti a lei con aria di superiorità.
- Ehi! Se qui c'è uno stupido quello sei tu! – esclamò adirata la sorella imitandolo, lo sguardo infuocato – Tzè… palo della luce! – mormorò poi a bassa voce.
- Cos'hai detto? – domandò lui alzando la voce. Stava per ribattere, ma Sabrina si mise in mezzo e li divise.
- Basta voi due! Siamo qui per divertirci e rilassarci, non per litigare. – ricordò guardando prima l'una poi l'altro e a questo si rivolse – Mi meraviglio di te! Hai diciannove anni, ma non li dimostri affatto! -
- Io non c'entro niente, avete iniziato voi! – brontolò quello, offeso dalle sue parole.
- Si stava scherzando! – precisò la biondina.
- Io dicevo sul serio. – si intromise Diana che nel frattempo si era riseduta.
- Diana! – l'ammonì Elisa anticipando Leonardo che stava per ribattere.
- Comunque se c'entra qualcosa con il cimitero io non ci vengo. – precisò Monica cercando di sviare la lite in corso.
- Io uguale! – le fece eco Elisa, mentre le altre ragazze annuivano con il capo.
- Non perché io abbia paura, ma è una questione di rispetto verso i morti. – spiegò.
- Sì, come no! – la prese in giro suo fratello.
- Ma che avete tutti questa sera? – domandò una ragazza mora sbuffando. Aveva dei corti capelli mossi.
- Non ti preoccupare Moni, non avevo pensato al cimitero. – la rassicurò Diana lanciando poi un'occhiataccia con i suoi occhi verdi al suo ragazzo che borbottò qualcosa, anticipando così Monica che iniziò a ridacchiare – Ma a quella foresta lassù! – continuò, indicando poi il luogo dei suoi pensieri: una foresta che ricopriva tutta la collina e si estendeva per molti chilometri, non molto lontana da dove si trovavano loro. Tutti si voltarono verso il luogo indicato. In quel momento, anche se illuminata dalla luce della luna, un ombra cupa veniva dal folto di essa.
Un brivido attraversò la schiena di Monica, ma non ci fece più di tanto caso, ritenendolo una reazione all'aria fresca della notte - Spiegati meglio. -
- Ecco, la prova di coraggio consisterebbe nell'inoltrarci tutti nella foresta e vedere chi riesce di più a trattenercisi. – dichiarò l'altra con un sorrisetto malizioso sulle labbra carnose.
- Tutto qui? – domandò uno dei ragazzi più giovani del gruppo come se fosse la cosa più facile del mondo.
- Beh… mi sembra una prova semplice. – constatò la moretta che gli sedeva accanto.
- Milena, tu sempre coraggiosa! – riferì l'altro sorridendogli dolcemente.
- Certo Stefi!- affermò lei ricambiando il sorriso mentre due grandi occhi verdi lo guardavano sognanti.
- Stefano, ma ancora non le hai capite le sue intenzioni? – si intromise il più grande del gruppo con un sorriso furbo stampato sulla sua espressione buffa – Dice così perché poi lassù, al buio, ne approfitta! – rivelò.
Tutti quanti scoppiarono a ridere mentre i visi dei due ragazzi iniziarono a colorarsi di rosso e Milena iniziò a protestare sostenendo che non era vero. Ad interrompere le risate fu il ragazzo di Elisa, Michele, che alzandosi in piedi dopo averla fatta scendere dalle sue gambe, incitò gli altri ad incamminarsi verso la meta prefissata.
- Eccone un altro! – esclamò di nuovo il biondino mentre Elisa lo mandava a quel paese senza tante formalità e Michele sorrideva sornione.
E questo provocò, di nuovo, l'ilarità di tutto il gruppo. Piano piano, intanto, si erano alzati tutti in piedi e iniziarono ad organizzarsi. Spensero per sicurezza il fuoco, con non poca difficoltà; misero a posto le coperte nelle tende che poi chiusero accuratamente; infine si procurarono alcune pile e poterono partire alla volta della foresta.
   
 
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