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Autore: RachelWantsToGoToBroadway    16/08/2011    2 recensioni
E' una storia uscita quasi per caso ed anche piuttosto corta...possiamo definirla un “tentativo”.
Diciamo che si svolge durante Eclipse, ma ha anche un contesto vago perché, dopotutto, ho semplicemente storpiato la scena in cui Bella e Rosalie parlano sulla terrazza non tenendo conto del bacio tra Bella e Jacob, della discussione dei Cullen in seguito alla quale Rosalie ha lasciato la stanza per recarsi sulla terrazza ed, infine, l'OOC...beh, quello si spiega da solo.
_ Dimmi, almeno ti è piaciuto?_
[...]
_ Ma che razza di domande fai? Certo che mi è piaciuto! Possibile che tu non sia ancora riuscita a capirlo?_.
_ Capire cosa? _.
_ Che ti amo, stupida!_.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse, Contesto generale/vago
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Come ho detto nell'introduzione, nella storia non ho tenuto conto degli avvenimenti precedenti alla scena della terrazza e nemmeno dell'evolversi della scena, quindi non aspettativi Rosalie che cerca di dissuadere Bella dal diventare una vampira con una descrizione del proprio passato, in questa storia non ci sarà niente di tutto ciò.

E' una cosa un po' diversa, la storia di un amore che non potrà mai vedere la luce del sole, ma sarà costretto a crescere nell'oscurità, occultato al resto del mondo...ok, non mi dilungo ulteriormente XD.

Auguro buona lettura a chiunque deciderà di leggere e, come sempre, i commenti sono sempre graditi, come pure gli inviti a darmi all'ippica o ad andare a cogliere i pomodori...giuro, non mi offendo^^. 

 

P.s: Le frasi sottolineate sono tratte da Eclipse ed appartengono a Stephenie Meyer, così come i personaggi e buona parte dell'ambientazione.
 

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Quella sera, appena l'avevo vista sgattaiolare fuori sulla terrazza di casa Cullen, avevo deciso di seguirla ed appurare la situazione una volta per tutte. Non arrivavo a capire perchè dovesse avercela proprio con me, che cercavo sempre di non crearle problemi, di non pestarle i piedi e di non infastidirla con la mia muta ammirazione.

“ Che problema hai con me, Rosalie?”, pensai facendo il mio ingresso nella terrazza illuminata appena dalla candida luce lunare.

Rosalie aveva i gomiti appoggiati sulla ringhiera di metallo e sembrava assorta dall'oscurità che si protendeva sotto ai suoi occhi.

_ Non devi per forza seguirmi ovunque vada, sai? _, osservò lei senza neppure voltarsi.

_ Scusa. Volevo solo parlarti..._, dissi avanzando a passo incerto verso Rosalie e poggiando anch'io i gomiti sul corrimano metallico, tenendomi comunque a debita distanza per non invadere il suo spazio.

_ Noi due non abbiamo niente da dirci _, asserì in modo tagliente, voltandosi verso di me con aria truce.

_ Ok, Rosalie, non riesco a capire cosa ho fatto per cui tu debba odiarmi... _, mormorai cercando di non guardare Rosalie direttamente negli occhi. Ero sicura che, se mai mi fossi persa nel suo caldo sguardo dorato, tutto il mio mondo sarebbe crollato ed avrei sentito il bisogno di esternare ciò che non avevo nemmeno avuto il coraggio di ammettere a me stessa.

_ Odiarti? Io non ti odio per niente _, disse con un sorrisetto amaro ed ironico allo stesso tempo, _ non che tu mi piaccia chissà quanto... _, aggiunse facendomi alzare bruscamente la testa per la sorpresa e fu lì che successe.

I miei occhi s'incatenarono nei suoi pozzi dorati che, pur serbando una certa felicità, erano intrisi di una malinconia talmente disarmante da accendere ancor più il mio amore per lei.

Sì, amavo Rosalie.

Finalmente riuscivo almeno ad interiorizzare quel desiderio che, in fin dei conti, c'era sempre stato ed era andato crescendo finché era stato troppo grande per non essere notato.

Non riuscivo a smettere di fissare quegli occhi che mi avevano ammaliata, di percorrere ogni linea del suo viso armonioso e di sognare di avere tra le mani quei bellissimi capelli color dell'oro, ma la cosa che mi intrigava di più, era che Rosalie aveva un'espressione incantata ed assorta come e più della mia, tanto da aver lasciato in sospeso ciò che aveva iniziato a dire.

La mia mente era un turbinio di pensieri e sensazioni, ma, istintivamente, esternai l'unica spiegazione logica che ero riuscita a formulare: _ Stai mentendo_.

Inizialmente, Rosalie sembrò svegliarsi di colpo, come se fosse stata presa di sprovvista dalla mia frase, ma, a giudicare dalla velocità con cui si riprese, probabilmente si era solo resa conto di avermi guardata per troppo tempo.

_ Sì, Bella, stavo mentendo...e visto che ti senti tanto esperta della psiche, che ne dici anche di scoprire cosa ne penso veramente di te? _, chiese tanto acidamente quanto maliziosamente avvicinandosi a me di qualche passo. Improvvisamente, fu come se il mio corpo fosse stato scosso da una scarica elettrica e fui costretta a stringermi nelle spalle. Ero sicura che l'estrema vicinanza a Rosalie avesse qualcosa a che vedere con l'ondata euforia che mi aveva appena colpita.

A pensarci bene, non ero mai stata così vicina a lei come in quel momento.

_ I-io..._, balbettai abbassando leggermente la testa per l'imbarazzo quando notai che Rosalie stava sorridendo, forse le divertiva il fatto di avere un tale ascendente sulle mie emozioni, _ davvero, non sono così presuntuosa da vantarmi di riuscire a smascherare ogni tua bugia...non lo so, ho semplicemente detto ciò che sentivo, magari hai detto la verità e provi solo un po' di antipatia nei miei confron-_.

Rosalie mi interruppe posando le sue gelide ed invitanti labbra sulle mie e, oltre a soffocare le mie parole, recise di netto il mio buonsenso.

Per la prima volta, fui io a prendere l'iniziativa e, prima che le nostre labbra si dividessero, infilai le mani trai capelli di Rosalie per approfondire il bacio.

In un primo momento, la sentii irrigidirsi per la sorpresa, ma, quando la mia lingua accarezzò le sue labbra, si sciolse cingendomi i fianchi prima con titubanza, poi con decisione.

Quasi non mi riconoscevo, non avrei mai immaginato di avere una parte così disinibita e, anche se avessi saputo di averla, non mi sarei mai aspettata che venisse fuori per merito di Rosalie...se avessi dovuto scommettere, avrei puntato su...

Un barlume di lucidità si fece largo tra la nebbia nella quale era immerso il mio giudizio e, velocemente, mi staccai da Rosalie, appoggiandomi con la schiena alla ringhiera dietro di me.

_ Ma cosa...? _, sussurrò Rosalie guardandomi con aria stralunata e le labbra più arrossate del solito.

...Edward.

_ Non posso farlo _.

_ Lo hai già fatto_, osservò Rosalie con una nota d'ironia nella voce melodiosa come cento campanellini.

Abbassai la testa. Come negarlo?

_ Dimmi, almeno ti è piaciuto?_, le chiesi colpita da un'inaspettata voglia di far chiarezza sulla situazione, alimentata dall'insicurezza che si era appena rimpossessata di me.

In fondo, era proprio quello il mio scopo: far chiarezza.

Lei mi lanciò uno sguardo allibito prima di rispondere con una certa irritazione: _ ma che razza di domande fai? Certo che mi è piaciuto! Possibile che tu non sia ancora riuscita a capirlo?_.

_ Capire cosa? _.

_ Che ti amo, stupida!_, ringhiò lei, zittendosi immediatamente una volta finita la frase, come se si fosse pentita di ciò che aveva appena terminato di dire.

La guardai con circospezione per un attimo. Non avevo mai pensato a Rosalie come ad una ragazza schiava dei suoi sentimenti, anzi, a dirla tutta, non avevo mai pensato a lei come ad una ragazza qualsiasi, bensì come alla più bella ed irraggiungibile delle vampire, per questo vederla correggersi e pentirsi delle sue stesse azioni me la fece vedere sotto una luce completamente diversa.

Forse Rosalie era più umana di quanto lei stessa credesse ed ora che tutto il gelo che la ricopriva si era sciolto, tutto ciò che rimaneva era una ragazza innamorata e maledettamente vulnerabile.

_ Rosalie...non possiamo _, dissi flebilmente, _ Edward ed Emmet sono..._, e lì non riuscii più a proseguire. Non sapevo cosa dire.

Quello che provavamo non era giusto, ma non riuscivo a farmene una ragione.

Mi veniva quasi da piangere.

Io amavo Edward, ma amavo anche Rosalie.

_ Sai, Bella, è per questo che, in un certo senso, ti odio_, continuò Rosalie con lo stesso tono infastidito, _ non sei neppure capace di scegliere l'ovvio e sei sempre talmente confusa che tendi ad affogare in un bicchiere d'acqua per qualsiasi cosa _.

_ Sinceramente, adesso mi sembri tu quella confusa. Prima dici di amarmi, poi dici di odiarmi _, le feci notare sistemando la mia schiena contro la ringhiera.

_ Non potrei amarti se non ti odiassi, non può esistere l'amore senza l'odio_, disse approssimandomisi con ancor più lascivia, _ ho sempre detestato le persone indecise, introverse, con evidenti tendenze asociali, prive di autostima e, comunque, non ne ho mai frequentate né durante la mia vita da umana, né durante la mia eternità da vampira.

Tu, Isabella, sei tutte queste cose messe insieme, tuttavia, appena ti ho conosciuta, ho provato qualcosa di profondo per te. All'inizio, pensavo unicamente di odiarti, ma poi ho capito: tu m'intrighi troppo, Bella.

Tutti questi difetti ti rendono unica, diversa dal tipo di persone col quale ho sempre avuto a che fare e che ho amato. Emmet, infatti, è il tuo esatto opposto _.

_ Con questo vuoi dire che non provi più niente per Emmet? _.

Rosalie ridacchiò, allungò le braccia ai lati del mio corpo, come a volermi abbracciare, e strinse le mani intorno al ferro della balaustra alla quale ero appoggiata. Il suo corpo stava praticamente aderendo al mio ed il gelo che emanava era riuscito persino ad attraversare la mia felpa provocandomi brividi lungo la spina dorsale, ma, nonostante ciò, mi sentivo come se stessi letteralmente andando a fuoco per l'eccitazione e non osavo muovermi o spostare le braccia da lungo i miei fianchi.

Mi accorsi che i suoi occhi stavano cercando i miei, così mi concessi di perdere il lume della ragione ancora per una volta.

Rosalie sorrise benevola, i suoi denti perfettamente bianchi brillavano nella notte. Non l'avevo mai vista sorridere così a nessun altro.

_ Bella, come potrei non provare niente per Emmet? L'ho amato con tutto il mio cuore e lo amerò per sempre..._.

_ Ma? _,chiesi inebriata dal suo meraviglioso profumo.

_ ...ma amo te di più_, annunciò così disinvoltamente da far sembrare quell'amore qualcosa di facile con cui convivere.

Le sue mani si staccarono dalla ringhiera e mi cinsero la vita in un abbraccio dolcemente impacciato, al quale mi abbandonai senza pensarci due volte. Circondai il collo di Rosalie e poggiai il mento sulla sua spalla.

_ Ti amo anch'io, Rose _, soffiai teneramente al suo orecchio.

_ Ma? _.

_ Ma tu sai meglio di me che il nostro amore è impossibile_.

La sentii aumentare la stretta sul mio corpo così che i nostri bacini si toccassero ed i nostri seni si trovassero compressi. Di nuovo, fui percorsa da migliaia di brividi che, però, erano ben lontani dall'essere causati dal freddo.

Rosalie trasudava sensualità da tutti i pori e mi sentivo attratta da lei come mai da nessuno prima di quel momento, nemmeno da Edward o da Jacob. Avevo una voglia irrefrenabile di sentire nuovamente le sue labbra sulle mie, il suo alto gelido nella mia bocca, la sua lingua stuzzicare il mio labbro inferiore, ma, sopratutto, avevo bisogno di sentirla mia.

_ Niente è impossibile, Bella _, mormorò affondando il viso nei miei capelli castani ed inspirandone profondamente l'odore prima di sciogliere l'abbraccio.

Ci ritrovammo ancora l'una davanti all'altra, immerse in un silenzio talmente impregnato di parole da risultare assordante.

Il dono di Edward è facilmente aggirabile, sopratutto per chi ci ha a che fare da una vita.

Rose aveva un'aria indecifrabile, tra lo sconforto e l'attesa, mentre io, per una volta, sapevo qual'era la cosa migliore da fare.

La migliore per noi due, non necessariamente quella più moralmente corretta.

Le carezzai il viso etereo con la punta delle dita e mi sporsi quanto bastava per raggiungere le sue labbra e lasciarle un delicato bacio a fior di labbra.

_ Sarà il nostro piccolo segreto, Rosalie_, sussurrai ad occhi chiusi sulle sue labbra, per poi tornare in salotto. 

   
 
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