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Autore: unleashedliebe    17/08/2011    15 recensioni
2008, il tour dei Tokio Hotel viene interrotto a causa dei problemi alla gola del cantante Bill Kaulitz.
“-Tu sei musica- sussurrai guardandolo negli occhi, mentre il suo viso si apriva in un sorriso innamorato.
-Sembri un’illusione- sussurrai. -Sono qua, al tuo fianco- mormorò caldo, rabbrividì.
-Sei bello, troppo. È normale domandarsi se esisti veramente, sai? Tanta perfezione in una persona non è ammessa. Tu, tu sei l’eccezione alla regola Bill-"

L’amore colpisce all’improvviso, non si è padroni di scegliere la persona di cui ci si innamora, succede e basta. Questo Bill e Mel lo sanno bene.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I Tokio Hotel non mi appartengono (se fosse così ora non sarei a scrivere storie su di loro ma a fare altro..). Quello che è narrato non ha corrispondenza con la realtà (in quanto frutto della mia mente a volte troppo contorta) e non è stata a scritta a scopo di lucro, perciò non ci guadagno nulla (ahimè!).

Note dell’autrice: Sono tornata, mi volevo scusare con tutti per il ritardo, avevo in programma di postare subito dopo la conclusione di “Stich ins Glück” ma vari contrattempi – tra cui il computer rimasto in riparazione per più di un mese e la mia voglia di scrivere improvvisamente scomparsa – mi trovo a pubblicare solamente oggi, tempo dopo. Mi è mancato stare su EFP, sinceramente (:
Ora ci terrei a dire qualcosa riguardo a “Atme die Liebe” {Respira l’amore}; il primo capitolo l’ho completato verso fine marzo, poi ho scritto gli altri con vari intervalli di tempo, a volte ho pensato di abbandonarla ma alla fine non l’ho mai fatto, perché mi sono impegnata molto e sento di esser e “cresciuta” man mano che scrivevo. Come capirete dal prossimo capitolo, ho scelto una protagonista “particolare” e spero il contesto non offenda nessuno. Il banner della storia non è questo, è solo per il primo, in quanto se avessi messo l’altro avrei svelato tutto troppo presto. Cos’altro dire? È diversa dalle altre storie che ho scritto, molto più romantica e introspettiva – credo. Ho davvero amato scriverla.
Sono stata molto indecisa riguardo al postarla o meno, più che altro temo non possa piacere! Alla fine se è qua è grazie alle parole della Ludo “è diversa da tutte quelle che ho letto,anche se in vertà non sono molte, ma è davvero diversa e sarebbe uno spreco tenertela per te ( e me ** ) DEVI, per favore" se ho trovato il coraggio necessario per postarla.
Cosa posso aggiungere? I primi capitoli saranno corti, man mano si allungheranno :3
Sono legata a questa fan fiction, perciò spero possa conquistare anche voi!
Posterò regolarmente – salvo imprevisti. Ci terrei lasciaste una recensione, fa sempre piacere sapere i pensieri su quello che scrivo, sia positivi che negativi, in fondo non sono nata imparata (purtroppo!) e ho solo sedici anni, studentessa di ragioneria non scrittrice! (Magari un giorno lontano però..)
Concludo quest’infinito monologo, buona lettura!

Unleashedliebe (Anna)


(c)ADL

Atme die Liebe


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PROLOGO

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Si diresse verso la porta con passi incerti. Vi si fermò davanti, voltandosi nella mia direzione.

- Il vero amore dura per sempre, supera ogni ostacolo e tempo. Ci amiamo e niente potrà impedirci di stare assieme, un giorno-.

Volevo trovare una risposta adeguata a quell’affermazione, ogni parola che mi veniva in mente mi sembrava banale.

Perciò ricambiai con un sorriso che era un misto di tante cose: rassegnazione, tristezza, amore, speranza, addio.

Abbassò gli occhi e notai un luccichio che nascose prontamente coprendosi con gli occhiali da sole. Stava piangendo. A causa mia.

-Addio..- riuscì a mormorare talmente piano che temetti non m’avesse sentito.

-Arrivederci- rispose invece lui, dolcemente, per poi uscire dalla mia stanza.

…e dalla mia vita.

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CAPITOLO I (W)

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Madrid, marzo 2008.

I Tokio Hotel non si erano mai esibiti in Spagna, quello sarebbe stato il primo concerto nella capitale e speravano non fosse l'ultimo. Dall'uscita del singolo "Monsoon" si erano guadagnati una fama non indifferente su tutto il suolo europeo, permettendo così l'organizzazione del 1000hotels tour, i cui biglietti furono venduti in pochissimo tempo, catapultando la band di adolescenti sulle scene.

I quattro ragazzi erano radunati nel backstage, per il solito rituale pre-show. L'aria era un misto di adrenalina e nervosismo, Bill sbatteva nervosamente il piede a terra, Gustav aveva chiuso gli occhi e suonava con le bacchette sulla batteria immaginaria, Georg ascoltava musica a tutto volume mentre Tom si limitava a fissare gli altri componenti cercando di non farsi sopraffare dall'ansia; il manager David Jost li raggiunse annunciando mancavano solo cinque minuti all'inizio.

-Tutto bene Bill?- gli domandò il gemello, soppesando la sua figura con gli occhi: soliti capelli sparati in aria, trucco nero e vestiti stretti, lo sguardo tuttavia era strano.

-Si, ho un poco di mal di gola- rispose passando una mano sul collo. Il chitarrista capì che non aveva detto la verità, gli bastò uno sguardo, ma non poté indagare oltre perché era arrivata l'ora di iniziare. Il cantante bevve un bicchiere d'acqua cercando di far passare il dolore che ormai lo perseguitava da giorni e andava peggiorando; non aveva avvertito nessuno della situazione: il tour era in piena fase di svolgimento e non voleva causare preoccupazioni inutili. Prese un respiro e si preparò a intrattenere tutte quelle persone lì per loro; appena gli fu fatto cenno d'andare, uscì dalle quinte e si trovò di fronte un pubblico che l'accolse calorosissimo, cartelloni e grida. Per un attimo sentì il fastidio alle corde vocali sparire, azzerato da quella visione e dalla felicità che gli provocò. Si trovava a faccia a faccia con le persone grazie alle quali aveva realizzato il suo sogno di bambino, cantare. Nessuno gli aveva dato realmente corda annunciando i suoi progetti, tranne il fratello; per gli altri era il ragazzino strano, che si truccava e vestiva da diverso, guadagnandosi epiteti poco carini a causa della sua disomogeneità. Aveva sofferto, era stato vittima di bullismo, ciò non aveva fatto altro che fortificarlo e ora lui era davanti a migliaia di persone, chi l'aveva maltrattato era rimasto in Germania a condurre la vita banale tipica del paesino d'origine. Era la sua rivincita; s'inchinò alla folla, mentre i primi accordi di Tom invadevano l'arena. Inforcò il microfono e fece uscire le prime note, notò subito che qualcosa non andava, la voce usciva a fatica.

"We, were runnin' through the town,
our sences has been drowned
no place we hadn't b---"

A un tratto si bloccò: dalla gola non uscì più alcun suono. Il pubblico lo osservava senza capire, il cantante guardò il fratello, cercando di far capire che qualcosa non andava. Finita la canzone a stento, si diressero tutti nuovamente dietro al palco e vennero assaliti da domande sull'interruzione. Bill Kaulitz cercò di parlare, di spiegare, ma produsse solo lievi suoni, appena udibili. Sbuffò disperato, trattenendosi dal piangere. Il manager lo raggiunse accompagnato dal medico che li seguiva nelle varie tappe. Quest'ultimo lo esaminò velocemente, l'ambiente era frenetico e non era possibile fare una visita accurata, dichiarando ovviamente che fosse impossibile continuare. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, il front man scoppiò a piangere, coprendosi il viso con le mani; il fratello non perse tempo, gli andò vicino e l'abbracciò. Inutile dire fosse spaventato e vedere il gemello in quelle condizioni lo terrorizzava pericolosamente. Il signor Jost si vide costretto a uscire e annunciare l'interruzione del concerto, scusandosi e dicendo ci sarebbe stata una nuova tappa per sostituire quella appena sospesa.

La notizia dell'annullamento dello show fece il giro dell'Europa e già il giorno dopo apparivano sui forum messaggi disperati delle fans, ansiose di sapere che succedeva: dalla band solo silenzio. Chiarimenti si ebbero due giorni dopo, quando i quattro si sarebbero dovuti esibire a Barcellona. A salire sul palco però non furono loro, bensì l'organizzatore del tour che annunciava la sospensione di tutte le date di marzo; fecero poi il loro ingresso i componenti, Tom prese il microfono.

-Siamo molto dispiaciuti per questa interruzione. Purtroppo mio fratello non sta bene, ha problemi alla gola ed è tornato in Germania per farsi visitare- fece una breve pausa, guardando le reazioni di chi aveva davanti, tutti ammutoliti. -Non appena starà meglio, riprenderemo i concerti e torneremo qui. Scusate-

I tre salutarono il pubblico e sparirono dalla scena, rifugiandosi subito nel tourbus, diretti nella loro terra.

Subito dopo il concerto spagnolo Bill fu fatto tornare a casa, su ordini del medico, per farsi visitare. La clinica consigliata fu la "Kölner Klinick", una delle più rinomate cliniche private europee, oltre che la più costosa e riservata. Si trovava nella zona periferica di Colonia, una zona blindata, proprio perché i pazienti che vi andavano erano per la maggior parte ricchi o famosi.

Il cantante fu controllato dal dottor Merken, importante logopedista. La diagnosi fu da subito chiara: cisti alle corde vocali, da operare subito.

Alla notizia, il moro rimase sbigottito, terrorizzato, triste, demoralizzato. Esibirsi era il suo sogno, senza la musica non era nessuno, quell'operazione avrebbe potuto cambiare la sua vita, oltre quella dei compagni. Fu raggiunto dalla madre e dal patrigno, pronti a sostenerlo.

Ciò che gli dava la forza era la famiglia, ma ancor di più i fans. Non fecero mancare il loro appoggio, mandarono messaggi, lettere, regali. Di tutto e di più.

L'intervento a cui si doveva sottoporre era pesante, doveva prima prendere aspirine per togliere l'infiammazione e, una volta tolta la cisti, non parlare per dieci giorni e fare tre settimane di riabilitazione. Un inferno, il fatto peggiore era che non era sicuro la sua voce sarebbe tornata come prima.

-Bill, sei pronto?- domandò il gemello, stavano preparando le valigie per il "soggiorno". Rispose con un cenno positivo, non molto convinto. -Andiamo dai-.

Presero l'aereo che li portò da Amburgo alla clinica, il gruppo aveva prenotato su un albergo poco distante da lui, per potergli stare vicino.

Il cantante rimase sorpreso della grandezza della clinica, la prima visita l'aveva fatta su una succursale e l'imponenza del luogo a lui davanti lo intimoriva non poco. L'edificio era un palazzo grande e a diversi piani, l'entrata era arredata in stile moderno, l'ascensore di vetro portava ai diversi reparti: c'era quello per le malattie neurologiche, il reparto per chi malato di anoressia e bulimia, come un ospedale vero e proprio quindi.

Accompagnato da Tom e da Simone - la madre - si recò al centralino, non servì neanche che si sforzasse di parlare, la donna di là dal balcone lo riconobbe e lo portò alla sua stanza, una camera abbastanza grande, luminosa e ben arredata. Il ragazzo sorrise, almeno non aveva l'aria di una camera mortuaria. Si tolse gli occhiali da sole e il cappellino utilizzato per non farsi riconoscere e li posò stancamente sul comò.

-Voglio restare un po' solo- comunicò a fatica, ricevendo occhiate ammonitrici dai familiari, i quali per non farlo parlare oltre decisero di congedarsi.

Finalmente solo si buttò su letto, costatando fosse abbastanza comodo, altro punto positivo.

Era stanco, aveva solo voglia di piangere. Non poteva parlare, sarebbe dovuto rimanere lì per un mese intero, la maggior parte del tempo senza spiccare parola, cosa irreprensibile per un logorroico come lui. Gli tremavano le spalle, scosse dai singhiozzi, doveva sfogarsi. L'unico modo che conosceva era scrivere, frugò nella borsa e tirò fuori un blocchetto e la penna, tracciando le prime parole che gli vennero alla mente.

"Gib mir Leben, gib mir Luft
Mein Herz schlägt weiter, weil es muss"

Quest’attività lo calmò leggermente, ormai anche le lacrime erano finite. Passata una mezz'ora si ricompose, lavandosi velocemente il viso, cercando di far sparire il rossore e il gonfiore degli occhi. Si sedette sulla sedia di fronte alla finestra, guardando un po' il paesaggio circostante: non c'era un gran che là fuori, solo tanto verde, qualche rada casa, nulla di più; sbuffò: cosa avrebbe fatto durante quei trenta giorni là dentro? Sentì il cellulare vibrare, lo tirò fuori dalla tasca e sorrise vedendo il mittente: Tomi, il quale voleva sapere se andasse tutto bene. Gli vennero i sensi di colpa: si era comportato male negli ultimi giorni, ma la situazione lo soffocava. Premette velocemente i tasti per la risposta, e inviò: "Senza voce, depresso, spaventato. Per il resto è okay". Il display brillò, chiamata in arrivo, la rifiutò, "Non posso parlare, sarebbe una conversazione a senso unico, no?". Il fratello non si fece attendere, ridacchiò vedendo che aveva scritto. "Beh, così capisci come mi sento io quando inizi a parlare e non smetti! ;-)" Sapeva sempre come tirarlo su. Replicò con un secco "Touche."

Lo scambio di messaggi durò un'oretta, durante la quale Bill ebbe il tempo di rilassarsi e tranquillizzarsi. Non avendo nulla da fare estrasse dalle sue cose il computer messo lì dal gemello, non era pratico di tecnologia, non avendo altro da fare optò per navigare un po' in internet.

Sorrise guardando lo sfondo scelto dal chitarrista, una loro foto di quand'erano bambini, due biondini identici che giocavano al mare. Sorrise ancor di più notando aveva creato una cartella con tutte le sue canzoni preferite, da quelle di Nena a quelle dei Placebo; aveva pensato proprio a tutto!

Fece partire la playlist, mentre girava qualche sito sulla band. Gli s’inumidirono gli occhi leggendo i messaggi dalle fan, loro lo stavano sostenendo, pregavano per lui. E lui avrebbe fatto di tutto per ripagarle di tanto affetto, sarebbe tornato a cantare; come prima, migliore di prima.

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NdA: Sono ancora qua sì, ora che avete letto volevo fare delle precisazioni anche sul primo capitolo ^___^
Come avete capito la storia è ambientata nel 2008, quando Bill fu operato alle corde vocali. Come dimenticare quel periodo in fondo? Penso che noi fan ce lo ricorderemo come un bruttissimo momento, però se non avessero cancellato parecchie date del tour per poi riprenderle, io non li avrei mai visti a Modena l'estate (prima e ultima volta a cui ho assistito a un loro concerto, purtroppo).
Ah, le parole che si vedono nel banner sono della lettera scritta da Bill per i fans (:
Ora avete avuto un assaggio della vicenda, a presto (credo!) per il prossimo ;D


   
 
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