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Autore: Lucifers Claw    17/08/2011    7 recensioni
[La Saga dei Gardella, La Rivolta dei Vampiri, III Libro]
Mi avvicinai a lei e con aria infastidita le dissi:
“Ti aspettavo ore fa”
[Max POV degli avvenimenti descritti nelle pagine 188-194]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ho scritto nella presentazione, questa storia riprende gli avvenimenti delle pagine 188-194 del terzo libro della Saga dei Gardella, ovvero La Rivolta dei Vampiri, e li descrive dal punto di vista di Maximilian Pesaro.
I dialoghi sono esattamente quelli del libro, non una virgola in più nè una di meno.
Scrissi la shot appena finii di leggere il libro, quando ancora la saga non era completata e il pairing finale non era noto.
Spero di non aver stravolto troppo le parole di Colleen Gleason xD
Enjoy ^^



Get out of my head




Victoria era in ritardo e io mi ritrovai ad aspettarla sotto la pioggia per svariato tempo.
Quando finalmente vidi la sua minuta figura che tentava di scavalcare il muro attorno alla Villa, il mio cuore ebbe un sussulto.
L’atterraggio di Victoria non andò a buon fine: cadde sulle sue stesse ginocchia e si rialzò imprecando.
Sorrisi affettuosamente. Per quanto fosse una Cacciatrice, in alcuni momenti era particolarmente goffa.
Mi avvicinai a lei e con aria infastidita le dissi:

“Ti aspettavo ore fa”

Perché non riuscivo a mettere via il mio maledetto orgoglio e ad abbattere questo stupido contegno che mi costringevo ad issare ogni volta che le ronzavo intorno?

“Bè, sciocco da parte tua aspettare qui così a lungo con tutta questa umidità. Cosa ci fai qui?”

“Aspettavo te.”

Sollevò lo sguardo e incontrò i miei occhi che la fissavano con grande ardore. Arrossì lievemente e mi disse:

“Che c’è? Ho una macchia sul viso?”

No, Victoria.
Hai solo un volto bellissimo, hai solo degli occhi che risplendono di luce propria e che sono in grado di scaldare il cuore di qualsiasi persona, hai solo delle labbra talmente seducenti da tirar fuori ogni fantasia nascosta nella mente di un uomo.

“Proprio là”

Mi avvicinai al suo volto e le accarezzai la sua soffice guancia con il pollice, scatenando un’ondata di energia dentro di me. Ma non era quello il momento per pensare ai miei sentimenti.

“Hai portato con te il frammento dell’obelisco?” – le chiesi.

“E anche l’ultima chiave.”

Annuii, aveva pensato proprio a tutto.

“Una buona strategia. Usare l’ultima chiave per aprire la Porta Magica, recuperare quel che ci serve, poi richiudere il frammento dell’obelisco dentro, al sicuro. Non solo non potrà essere rimosso senza le chiavi, ma la vicinanza stessa di Akvan non gli consentirà di avvertire la presenza di questa ulteriore fonte di energia.”

“E l’energia i qualsiasi altra scheggia o frammento che può avere con se maschererà la presenza di questo” –continuò lei. “Come facevi a sapere quello che avevo in mente di fare?”

“Era la cosa più logica. Hai trovato l’ultima chiave e ti sei resa conto del pericolo dell’obelisco. Molto semplice mettere insieme le due cose.”

“Hai parlato con Wayren riguardo l’attacco?”

Annuii. “Oggi, sul presto.”

L’esortai a muoverci con un gesto e le dissi:

“Bè, muoviamoci. A meno che tu non stia aspettando qualcun altro. Magari Zavier? Oppure.. no.. dev’essere stato Vioget a trattenerti.”

Odiavo il fatto che Sebastian Vioget avesse esplorato il corpo di Victoria ripetute volte e odiavo il fatto che a lui erano permesse cose che desideravo ardentemente ma che non avevo il coraggio di confessare.

“Perché non mi hai mai detto di Sebastian?”

Ma più di tutto, odiavo il fatto che Victoria sembrava mostrare un sentito interesse verso il francesino.
Sollevai il sopracciglio.

“Di Sebastian? Non è un argomento di cui parlo volentieri.”

“E’ un Cacciatore. Non me l’hai mai detto.”

“Che differenza fa? Può anche possedere il sangue dei Gardella, o aver ricevuto la chiamata.. ma ha scelto di ignorarla. Merita poco del mio pensiero e della mia preoccupazione.”

Le mie parole suonavano sicure e altezzose, eppure non riuscivo a smettere di invidiare la posizione che Sebastian aveva nella mente di Victoria.

“Ti ha salvato la vita.”

Avrei preferito bruciare all’inferno piuttosto che vederlo stringere tra le sue braccia Victoria.

“Cosa della quale gli sarò eternamente grato” – risposi amaramente. “Avrebbe potuto accettare molte vite se avesse accettato il posto che gli spettava al Consilium”

“Lui indossa la vis bulla”

Sollevai entrambe le sopracciglia infastidito dall’idea che mi ero fatto del perché Victoria avesse visto il basso ventre di Vioget, dove si trovava la sua vis bulla, e lei arrossì.

“Ah.” – dissi seccamente. “Questo spiega il tuo ritardo nel portar via i frammenti dal Consilium. Eri impegnata…in altro modo.”

“Proprio così. Ma adesso sono qui.”

Non riuscii a trattenermi dal pensare che fosse qui, con me.
Amavo Victoria. L’amavo più di quanto credevo fosse possibile, l’amavo oltre ogni mio limite e ogni ondata di gelosia che seguiva un suo incontro con Vioget, non faceva altro che aumentare il mio sentimento nei suoi confronti.
Conoscevo tutti i suoi difetti, erano stati la prima cosa che avevo notato in lei ed erano stati gli artefici della mia passione. Più mi mostrava il suo lato negativo e più io amavo la scissione interiore che la torturava.
Era incredibilmente sentimentale ma allo stesso tempo razionale, intelligente e caparbia. Era vendicativa e coraggiosa, era forte e fragile. Era..era così dannatamente intensa.
Un sorriso amaro si formò sul mio volto.

“E allora Sebastian sia. Zavier è ancora tutto intero o ci sono dei pezzettini da raccogliere?”

Lei non mi rispose, si limitò ad alzare il mento così proseguii.

“Ti avevo messa in guardia. E chi sarà il prossimo, Victoria? Di certo non vorrai distruggere l’intero esercito i Cacciatori, uno dopo l’altro, perché non sei in grado di controllare la tua..”

Mi interruppi bruscamente, se avessi proseguito mi sarei esposto troppo e non volevo che lei sapesse cosa provavo, non volevo essere un ulteriore spasimante che si aggiungeva alla lunga lista.
No. Io volevo di più.

“E’ una perdita di tempo. Non ci resta molto prima del tramonto.”

La superai e mi incamminai verso i cespugli che costeggiavano il muro della Villa lasciandomi andare ai miei pensieri ingarbugliati.
Non riuscivo ad ammettere a me stesso che una ragazzina di 21 anni fosse stata in grado di ridurmi in questo modo. Mi sentivo così incredibilmente impotente di fronte alla travolgente ondata di sentimenti ed emozioni che vorticavano nel mio corpo. Era come se, senza di lei, non ci fosse una ragione logica e sensata per continuare la sua lotta contro il Male. Come se il senso di solitudine che mi attanagliava ogni volta che la sapevo essere con un altro uomo potesse dilaniare il mio cuore freddo, come se la preoccupazione che mi tormentava ogni volta che la sapevo combattere con vampiri potenti potesse distruggere ogni mia capacità razionale.
Battei il piede a terra. Cristo, non potevo ridurmi così per lei.
Mi voltai in preda alla rabbia.

“Victoria.”

Ero in procinto di spiegarle i mille e più motivi per cui non poteva comportarsi così quando notai un luccichio nero provenire dalle sue mani. Stringeva il frammento dell’obelisco di Akvan tra le sue dita. Come diamine le era venuto in mente di toccarlo senza un qualsiasi tipo di protezione?

“Ma cosa..”

Si fece avanti e si fermò a breve, brevissima distanza dai miei occhi.

“Sei soltanto geloso” – mi disse in tono provocatorio.

Cercai di concentrare ogni mio pensiero sul mio respiro e le risposi:

“Pensi troppo a te stessa, Victoria.”

“Nessuna donna ti permetterebbe di..”

Scoppiai a ridere, mosso più dal tumulto di emozioni che circolavano nel mio corpo che non da una possibile nota ilare.

“Mi dispiace deluderti, ma non sono mai stato uno che abbia praticato l’astinenza, forzata o meno. Sono soltanto selettivo per quanto riguardo le mie…compagne. Ne hai avuto le prove, dunque perché dubitarne?”

Forse perché da quando lei si era impossessata del mio cuore non riuscivo a pensare a nessun’altra e al diavolo l’astinenza.
Mi costrinsi a concentrarmi sul frammento che aveva in mano piuttosto che alle sue invitanti labbra a così poca distanza dalle mie. Le strinsi il polso mentre lei iniziava a ridere in modo molto strano.

“Parli della volta in cui ti ho visto uscire mezzo nudo da quella stanza insieme a Sara? Non avrei mai detto che fossi capace di inscenare una cosa del genere, evidentemente eri molto determinato a liberarti di me.”

Errato, Victoria.
Fosse stato per me ti avrei cullato tra le mie braccia mentre ti sussurravo dolcemente tutto quello che avevo intenzione di fare, ma nuovamente il tuo bene veniva prima di qualsiasi mio desiderio. Possibile che non si fosse ancora resa conto di quanto era grande la parte di me che stavo sacrificando solo per lei?

“E darti prova dell’affetto che nutrivo per la mia fidanzata sarebbe servito a liberarmi di te? Se solo fosse stato così semplice.”

Se solo tu mi amassi.
Le strinsi il polso con più forza e concentrai tutte le mie capacità razionali su quel frammento d’ossidiana che le sue docili mani stringevano.

“Posalo, Victoria.”

“Affetto per Sara Regalado? Di certo non potevi provare nulla per lei”

Come potevo provare qualcosa per quell’insulsa italiana quando il mio pensiero era solo ed esclusivamente diretto alla Cacciatrice dai capelli neri?
Victoria iniziava a divincolarsi dalla mia stretta, ma velocemente le bloccai il polso con entrambe le mani.

“Ti spezzerò il polso, se necessario. Lascialo.”

“Lo faresti davvero?”

“Lo farei.”

Ovviamente stavo mentendo. Come avrei mai potuto fare del male all’unica donna che amavo più di me stesso?

“Lascialo, Victoria”

Finalmente si decise a lasciare il frammento che le cadde dalle mani e con un calcio lo mandai il più lontano possibile dalle sue dita.
Non sciolsi la mia presa sul suo polso e con una mano le scossi la spalla, portando così il suo sguardo alla stessa altezza del mio. Mi guardò dritto negli occhi, scatenandomi un brivido lungo la schiena e, con fare provocatorio, mi chiese:

“Adesso hai intenzione di baciarmi?”

Si, Victoria.
Ho intenzione di baciarti, ho intenzione di assaporare quelle labbra che sogno da troppo tempo ormai, ho intenzione di farti mia, di possederti e di poterti stringere a me ogni volta che lo desidero.
Non provocarmi, Victoria, non provocarmi.
La lasciai andare spingendola e lei indietreggiò di qualche passo.

“Preferisco non mettermi in coda in una fila tanto lunga.”

“Di cosa hai paura, Max?”

Di me stesso.
Di quello che provo.
Di te.
Di quello che scateni dentro il mio corpo.
Decisi di lasciarmi andare al mio istinto e le sorrisi.

“Dunque vuoi che io ti baci, non è così, Victoria?”

“Perché no?”

“Certo…perché no?”

Mi avvicinai a lei facendola indietreggiare fino a farle appoggiare la schiena sulla parete, poggiai le mie mani ai lati della sua testa privandola così di ogni possibile via di scampo e, quando lei chiuse gli occhi, permisi alle nostre labbra di toccarsi.
Le sue labbra erano calde e dannatamente perfette, il calore che emanava il suo corpo era così irresistibile che mi chiesi come riuscivo a resistere all’impulso di farla mia in quel preciso istante.
Le nostre bocche si schiusero e quando la mia lingua toccò la sua, iniziò uno strano, piacevole e sensuale gioco a cui non avrei mai voluto porre fine.
Finalmente la stavo assaporando, finalmente mi aveva permesso di potermi ubriacare di lei più di quanto già non facesse la sua sola presenza.
Svogliatamente mi ricordai il motivo per cui eravamo la e, mentre ponevo fine al nostro primo bacio, le morsi dolcemente un angolo del labbro inferiore.
Percepivo ancora il suo respiro caldo sul mio volto quando ritrovai la mia lucidità e la mia freddezza.

“Ora che la tua curiosità si è placata, possiamo tornare al nostro compito?”

Senza lasciarle il tempo di rispondere, mi allontanai da lei prima di ricadere nell’impetuoso vortice di emozioni in cui mi spediva ogni volta che posava i suoi occhi su di me.
Raccolsi il frammento di ossidiana da terra e le dissi:

“Abbiamo perso già abbastanza tempo. Il sole sta per tramontare.”

Detto questo, ricominciai a muovermi e cercai di allontanarmi il più possibile da lei e dal suo inebriante odore.
  
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