La strada di casa
Ci sono
luoghi che aiutano a capire quello che non si
riuscirebbe a comprendere altrove.
Sono posti apparentemente insignificanti nella loro
bellezza non esageratamente stupefacente, ma in realtà
rappresentano un rifugio
contro la solitudine che talvolta colpisce le persone.
Caroline si sentiva persa e senza un punto di riferimento:
sua madre lavorava giorno e notte e non le parlava mai, suo padre era
scappato
chissà dove senza lasciare messaggi e le sue amiche erano
persone troppo buone
e gentili per sopportare una come lei, anche se ci provavano senza
impegnarsi
poi troppo. Era come camminare su un sentiero senza essere pienamente
consapevoli di dove si stesse andando. La strada era nebulosa in fondo,
e
Caroline non era in grado di vedere la sua meta finale. Era tutto
troppo
confuso.
Caroline era una bella ragazza dai boccoli biondi, due
grandi occhi verdi luminosi e i lineamenti del viso delicati. Tuttavia
un
bell’aspetto non può cancellare un carattere non
così bello: Caroline era fin troppo
sicura di sé, era civettuola e vanitosa, aveva il brutto
vizio di giudicare
prima di conoscere, ed era incredibilmente lunatica: era in grado di
passare da
un viso ebbro
di
felicità e gaiezza
a una maschera di furia e rabbia senza controllo. Questo odioso lato
del suo
carattere le impediva di rendersi disponibile con gli altri come
avrebbe voluto,
e ai suoi compagni di scuola appariva come un difetto su cui nessuno
avrebbe
mai potuto sorvolare.
Caroline aveva smarrito la strada di casa. Si sentiva come
se la calda atmosfera accogliente tra le pareti dove era cresciuta non
la
volesse più ospitare. Questo pensiero la distruggeva.
Tuttavia, si ricordava ancora bene la strada che portava
al suo rifugio: il mare. Là poteva piangere senza sentirsi
osservata. Si
rifugiava lì dalla tenera età di sette anni,
quando sentirsi incompresi
significava semplicemente non ottenere una bambola di plastica.
Caroline percorse senza rendersene conto la strada per la
spiaggia; era come se i suoi piedi si muovessero da soli. Quando
arrivò in
prossimità del mare, dove le onde si rincorrevano con
violenza per bagnarle i
piedi e per poi ritornare indietro, si sedette. Caroline
capì che stava per
piovere appena appoggiò le mani sulla sabbia umida. Non
curandosi dei vestiti
che si sarebbero sporcati di terra e dei sassolini che si erano
già incastrati
tra le dita dei piedi nudi, la ragazza lasciò che le onde le
bagnassero i
pantaloncini e che l’acqua salata penetrasse attraverso i
vestiti.
In passato Caroline aveva sempre trovato una risposta nel
frastuono delle onde che si infrangevano rumorosamente contro gli
scogli
appuntiti, producendo una particolare schiuma bianca che
l’aveva sempre
affascinata, da piccola, per la sua particolarità di
dissolversi in poco tempo.
La ragazza sperava, ed era anche piuttosto fiduciosa, di trovare il
suggerimento giusto per ricominciare una nuova vita come una Caroline
mille
volte migliore, che le amiche avrebbero invitato a cena e di cui sua
madre
sarebbe potuta andare fiera.
Caroline fissò
intensamente il mare: le
sue acque scure e
movimentate erano profonde; mentre lei non lo era affatto. Quando si
trattava
di sentimenti, lei era profonda tanto quanto una pozzanghera. Caroline
era
superficiale, egoista e pensava solamente a sé stessa.
La ragazza sospirò; come aveva previsto, cominciò
a
piovere. Caroline odiava la pioggia: era umida e fredda, aveva un
strano odore
che le pizzicava il naso e, come se non bastasse, le increspava i
capelli
perfettamente pettinati.
Il rumore della pioggia che picchiava sull’oceano era
fastidioso; quel ticchettio regolare provocava una strana inquietudine a Caroline,
che attendeva con ansia quel
consiglio dal cielo che
arrivava sempre, quando lo chiedeva. Forse questa volta aveva
esagerato: si era
comportata troppo male per meritarsi un’altra preziosa
possibilità.
Chiudendo gli occhi, si ritrovò a pensare alle sue amiche
che l’avevano perdonata innumerevoli volte.
Realizzò che non si era nemmeno mai
resa conto del valore che avesse la loro amicizia. Lo capiva solamente
ora,
quando si trovava in bilico su un filo e la possibilità di
perderle era troppo
alta per sopportarla.
Caroline pensò a sua madre: quand’era piccola
l’abbracciava tutti i giorni. Quando tornava a casa da scuola
le raccontava
sempre quello che aveva imparato e quello che aveva combinato. Erano
piccoli
guai, ma sua madre l’aveva sempre perdonata.
E infine Caroline pensò a suo padre: non lo vedeva quasi
mai, era sempre in giro e non trovava mai tempo per parlare con sua
figlia. Era
come se a lui non importasse nulla di lei.
Caroline non lo aveva mai perdonato e non aveva alcuna
intenzione di farlo.
L’infrangersi delle onde sugli scogli
era l’unico rumore
che si sentiva sulla spiaggia solitaria.
All’improvviso Caroline trovò la risposta che
cercava. Se
voleva cominciare ad essere migliore poteva solamente immaginare come
facessero
sua madre e le sue amiche ad essere bellissime persone generose;
però conosceva
quello che loro facevano abitualmente anche a causa sua: perdonavano.
Caroline sorrise e si rialzò con i piedi che sprofondarono
nella sabbia umida. Già programmava l’indomani: la
prima cosa che avrebbe fatto
sarebbe stata perdonare suo padre; avrebbe ascoltato perché
se ne era andato,
avrebbe tentato di capire quello che non aveva mai voluto ascoltare per
anni.
Caroline afferrò le infradito e attraversò di
nuovo la
spiaggia, accompagnata dallo scrosciare della pioggia e dal frastuono
delle
onde contro gli scogli.
Caroline capì che non era tardi per cambiare in meglio.
Con un sorriso si ritrovò davanti alla porta di casa e si
guardò indietro per
vedere il percorso che aveva fatto per arrivare lì. Aveva
impiegato pochissimo
tempo, meno del solito, ma ora era tutto più chiaro: aveva
ritrovato la strada
di casa.
Angolino
della fra
Questa nota è
IMPORTANTE
Beh innanzitutto scusatemi ma ciao a
tutte! XD
Allora voglio specificare alcune cose:
Caroline è umana. So inoltre perfettamente, come fan
accanita di TVD, che il
papà di Caroline non è esattamente come
l’ho descritto qui e la situazione è un
tantino diversa, ma sapete… questa cacchetta di OS
sarà uno dei miei quattro
temi di italiano per l’estate. La traccia era inserire dieci
parole date dalla
prof e creare qualcosa… alcune parole come
“gaiezza” e “ebbro” sono
parecchio
forzate. In teoria dovrebbero venire fuori di colore blu le parole che
dovevo
inserire, spero solo che l’HTML le faccia venire
fuori…
Quindi se vedete errori di ortografia
ditemelo che mi gioco un voto XDXD
È inoltre la mia prima OS su Caroline
quindi non so… che ne dite?
È molto riflessiva, ma d’altronde non
si possono inserire dialoghi nei temi d’italiano.
È una follia usare la mia
fanfic per un tema? Ah boh! Ma ormai la tengo, non ho voglia di
produrre un’altra
cosa diversa da questa.
Ringrazio tutte le mie ragazze che mi
sostengono su questo sito!
Spero di ottenere tante recensioni
positive (spero) ma anche negative in caso di tanti errori. Alla
prossima
Bacioni <3<3
Fra