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Autore: FraRose    18/08/2011    4 recensioni
Caroline è ancora umana e si sente egoista, superficiale ma soprattutto sola. Vorrebbe assomigliare alle sua amiche, gentili e generose. Le sembra che casa sua non la vuole più ospitare.
Così si rifugia sulla spiaggia, dove spera di ottenere il suggerimento per cambiare in meglio. Perchè non è mai tardi per cambiare.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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La strada di casa 

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Ci sono luoghi che aiutano a capire quello che non si riuscirebbe a comprendere altrove.
Sono posti apparentemente insignificanti nella loro bellezza non esageratamente stupefacente, ma in realtà rappresentano un rifugio contro la solitudine che talvolta colpisce le persone.  
Caroline si sentiva persa e senza un punto di riferimento: sua madre lavorava giorno e notte e non le parlava mai, suo padre era scappato chissà dove senza lasciare messaggi e le sue amiche erano persone troppo buone e gentili per sopportare una come lei, anche se ci provavano senza impegnarsi poi troppo. Era come camminare su un sentiero senza essere pienamente consapevoli di dove si stesse andando. La strada era nebulosa in fondo, e Caroline non era in grado di vedere la sua meta finale. Era tutto troppo confuso. 
Caroline era una bella ragazza dai boccoli biondi, due grandi occhi verdi luminosi e i lineamenti del viso delicati. Tuttavia un bell’aspetto non può cancellare un carattere non così bello: Caroline era fin troppo sicura di sé, era civettuola e vanitosa, aveva il brutto vizio di giudicare prima di conoscere, ed era incredibilmente lunatica: era in grado di passare da un viso
ebbro di felicità e gaiezza a una maschera di furia e rabbia senza controllo. Questo odioso lato del suo carattere le impediva di rendersi disponibile con gli altri come avrebbe voluto, e ai suoi compagni di scuola appariva come un difetto su cui nessuno avrebbe mai potuto sorvolare.
Caroline aveva smarrito la strada di casa. Si sentiva come se la calda atmosfera accogliente tra le pareti dove era cresciuta non la volesse più ospitare. Questo pensiero la distruggeva.
Tuttavia, si ricordava ancora bene la strada che portava al suo rifugio: il mare. Là poteva piangere senza sentirsi osservata. Si rifugiava lì dalla tenera età di sette anni, quando sentirsi incompresi significava semplicemente non ottenere una bambola di plastica.
Caroline percorse senza rendersene conto la strada per la spiaggia; era come se i suoi piedi si muovessero da soli. Quando arrivò in prossimità del mare, dove le onde si rincorrevano con violenza per bagnarle i piedi e per poi ritornare indietro, si sedette. Caroline capì che stava per piovere appena appoggiò le mani sulla sabbia umida. Non curandosi dei vestiti che si sarebbero sporcati di terra e dei sassolini che si erano già incastrati tra le dita dei piedi nudi, la ragazza lasciò che le onde le bagnassero i pantaloncini e che l’acqua salata penetrasse attraverso i vestiti.
In passato Caroline aveva sempre trovato una risposta nel frastuono delle onde che si infrangevano rumorosamente contro gli scogli appuntiti, producendo una particolare schiuma bianca che l’aveva sempre affascinata, da piccola, per la sua particolarità di dissolversi in poco tempo. La ragazza sperava, ed era anche piuttosto fiduciosa, di trovare il suggerimento giusto per ricominciare una nuova vita come una Caroline mille volte migliore, che le amiche avrebbero invitato a cena e di cui sua madre sarebbe potuta andare fiera.
Caroline
fissò intensamente il mare: le sue acque scure e movimentate erano profonde; mentre lei non lo era affatto. Quando si trattava di sentimenti, lei era profonda tanto quanto una pozzanghera. Caroline era superficiale, egoista e pensava solamente a sé stessa.
La ragazza sospirò; come aveva previsto, cominciò a piovere. Caroline odiava la pioggia: era umida e fredda, aveva un strano odore che le pizzicava il naso e, come se non bastasse, le increspava i capelli perfettamente pettinati.
Il rumore della pioggia che picchiava sull’oceano era fastidioso; quel ticchettio regolare provocava una strana
inquietudine a Caroline, che attendeva con ansia quel consiglio dal cielo che arrivava sempre, quando lo chiedeva. Forse questa volta aveva esagerato: si era comportata troppo male per meritarsi un’altra preziosa possibilità.
Chiudendo gli occhi, si ritrovò a pensare alle sue amiche che l’avevano perdonata innumerevoli volte. Realizzò che non si era nemmeno mai resa conto del valore che avesse la loro amicizia. Lo capiva solamente ora, quando si trovava in bilico su un filo e la possibilità di perderle era troppo alta per sopportarla.
Caroline pensò a sua madre: quand’era piccola l’abbracciava tutti i giorni. Quando tornava a casa da scuola le raccontava sempre quello che aveva imparato e quello che aveva combinato. Erano piccoli guai, ma sua madre l’aveva sempre perdonata.
E infine Caroline pensò a suo padre: non lo vedeva quasi mai, era sempre in giro e non trovava mai tempo per parlare con sua figlia. Era come se a lui non importasse nulla di lei.
Caroline non lo aveva mai perdonato e non aveva alcuna intenzione di farlo.
L’infrangersi delle
onde sugli scogli era l’unico rumore che si sentiva sulla spiaggia solitaria.
All’improvviso Caroline trovò la risposta che cercava. Se voleva cominciare ad essere migliore poteva solamente immaginare come facessero sua madre e le sue amiche ad essere bellissime persone generose; però conosceva quello che loro facevano abitualmente anche a causa sua: perdonavano.
Caroline sorrise e si rialzò con i piedi che sprofondarono nella sabbia umida. Già programmava l’indomani: la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata perdonare suo padre; avrebbe ascoltato perché se ne era andato, avrebbe tentato di capire quello che non aveva mai voluto ascoltare per anni.
Caroline afferrò le infradito e attraversò di nuovo la spiaggia, accompagnata dallo scrosciare della pioggia e dal frastuono delle onde contro gli scogli.
Caroline capì che non era tardi per cambiare in meglio. Con un sorriso si ritrovò davanti alla porta di casa e si guardò indietro per vedere il percorso che aveva fatto per arrivare lì. Aveva impiegato pochissimo tempo, meno del solito, ma ora era tutto più chiaro: aveva ritrovato la strada di casa.

 

 

 

Angolino della fra

 

Questa nota è IMPORTANTE

 
Beh innanzitutto scusatemi ma ciao a tutte! XD
Allora voglio specificare alcune cose: Caroline è umana. So inoltre perfettamente, come fan accanita di TVD, che il papà di Caroline non è esattamente come l’ho descritto qui e la situazione è un tantino diversa, ma sapete… questa cacchetta di OS sarà uno dei miei quattro temi di italiano per l’estate. La traccia era inserire dieci parole date dalla prof e creare qualcosa… alcune parole come “gaiezza” e “ebbro” sono parecchio forzate. In teoria dovrebbero venire fuori di colore blu le parole che dovevo inserire, spero solo che l’HTML le faccia venire fuori…
Quindi se vedete errori di ortografia ditemelo che mi gioco un voto XDXD
È inoltre la mia prima OS su Caroline quindi non so… che ne dite?
È molto riflessiva, ma d’altronde non si possono inserire dialoghi nei temi d’italiano. È una follia usare la mia fanfic per un tema? Ah boh! Ma ormai la tengo, non ho voglia di produrre un’altra cosa diversa da questa.
Ringrazio tutte le mie ragazze che mi sostengono su questo sito!
Spero di ottenere tante recensioni positive (spero) ma anche negative in caso di tanti errori. Alla prossima
Bacioni <3<3

Fra

 

   
 
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