Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Shannara_810    23/04/2006    14 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
name="ProgId" content="FrontPage.Editor.Document"> The Truth Behind His Frozen Hearth

The Truth Behind His Frozen Hearth

Parte I: Il segreto di Draco

Capitolo 19: Omniapurgalis

Investite come da un uragano senza eguali, le millenarie vetrate del castello iniziarono ad esplodere l'una dopo l'altra pugnalandolo con una miriade di schegge taglienti simili a lame sottili che al solo contatto con la sua carne dannata fondevano quasi fossero neve al sole.

Nel silenzio tombale del corridoio deserto i suoi passi echeggiavano sinistri... fremeva dalla collera come non mai.

Cosa stavi per fare?! Come hai potuto tentare di... Come hai potuto?! Un grido silenzioso gli riecheggiò nella sua testa, graffiandogli il cervello con deboli artigli da gattino. Noi l'amiamo!!!

"Fa silenzio! Smettila di seccarmi con le tue ridicole chiacchiere! Io non so cosa sia l'amore. IO NON HO UN CUORE!!!" A denti stretti la mise a tacere. Nel suo petto s'era acceso un incendio devastante, che continuava ad avvampare sempre più. Il dolore era quasi insopportabile. La vista aveva preso ad annebbiarsi e il suo respiro era interrotto da rantoli profondi. L'incantesimo del Bambino Sopravvissuto l'aveva colpito in pieno petto. "Maledetto Potter!" Un nuovo boato distrusse il vecchio mosaico di una sirena. I personaggi dei dipinti fuggivano al suo passaggio, i bambini ritratti disperati e terrorizzati tra le braccia delle loro madri. "Maledetto Potter! Come ha osato intromettersi!"

Harry è arrivato appena in tempo. Ancora quella stupida vocetta che, se avesse potuto, avrebbe volentieri estirpato con i suoi stessi artigli.

"Sta zitto! STA ZITTO! Presto riuscirò a sbarazzarmi anche di te, non preoccuparti e allora tutto sarà come dico io". Ringhiò violento contro un nemico invisibile al mondo, un nemico fastidioso che albergava dentro di lui. Una nuova ondata di magia investì il vecchio braciere, sbattendolo contro il muro dove un'enorme crepa s'aprì quasi la parete fosse cartapesta. Il metallo stesso si fuse.

Non mi lascerò sconfiggere da te. Farò di tutto per fermarti.

"Fermarmi?" Rise roco. "Ma se hai a malapena la forza di bisbigliare. Il tuo tempo è quasi scaduto". Lo denigrò. "Tutta colpa di questo dannato ciondolo!". Draco fece per strapparsi la gemma Hirui dal collo ma questa prese a risplendere minacciosa, bruciandogli la mano ancora una volta.

Non puoi privartene. Tu sei il Male e la gemma non può essere impugnata da uno come te. Continuava instancabile e torturarlo ma presto se ne sarebbe liberato, o sì, fosse anche l'unica cosa che avesse fatto nella vita.

"Staremo a vedere. Quanto pensi che ci metterò prima di superare anche questo piccolo contrattempo e possedere la tua adorata Mezzosangue!". Lo canzonò. Un ghignò malevolo gli illuminò sinistro il volto mentre sentiva la paura dell'altro aumentare e inebriarlo come il più squisito dei profumi. "Urlerà il mio nome fino a quando non avrà più fiato e solo allora la tramuterò in un essere uguale me. Sarà une splendida signora oscura, la degna regina del Dark Warrior!"

Non osare toccarla. Non ti permetterò di farle del male.

"Tu? Se non l'avessi capito: sei nato per fare del male! è questo il tuo obiettivo!!!" Era tutto incredibilmente comico. Quella divertente e insana presunzione dei buoni di dover sempre trionfare perché guerrieri della giustizia. Gli faceva passare addirittura il malumore pensare a tali scempiaggini. Quella ridicola anima s'illudeva di poter costituire un ostacolo alla sua ascesa. Era tutto così dannatamente divertente. Così dannatamente divertente. " Hai la faccia tosta di presumere di riuscire a fermarmi? Ma caro amico mio, io mi limito solo ad esaudire i tuoi desideri dopotutto. Io sono una parte di te, non scordartelo mai. La sento la tua lussuria, la tua bramosia di possederla, perché quindi dovrei farmi qualche scrupolo. è quello che vogliamo entrambi, no?"

La sua anima non rispose e Draco se ne sentì più forte. Quell'insulsa coscienza si era quasi esaurita del tutto. Ed allora, lui avrebbe fatto la sua mossa finale.

Non ti permetterò di toccare Mya. E se non sarò io a fermarti, saranno Silente ed Harry a farlo.

"Credi?" Il suo ghigno malevolo si tramutò in una maschera d'odio. "Eliminerò anche loro. Nessuno si metterà fra il Dark Warrior e il suo destino. NESSUNO! IL TEMPO DEI GIOCHI è FINITO!"

Una risata crudele pervase l'aria e l'anima si ritrasse sempre più debole, sconfitta ancora una volta.

******

Correva a perdifiato lungo il corridoio buio. Doveva fare in fretta: Silente voleva vederli tutti. Tirandosi dietro la sua borsa, sempre più pesante, si precipitò giù per la vecchia scala secondaria.

"Come mai così di fretta, 'Mione?" Una voce strascicata la raggiunse facendola sobbalzare. Veniva dall'ombra e, se la figura dalla quale si era emanata non ne fosse uscita, non era sicura che ne avrebbe mai riconosciuto il possessore. Ronald Weasley avanzava lentamente, profondi cerchi che gli sottolineavano gli occhi spenti, pallidi come un cielo sbiadito.

Lei rimase lì ferma, senza indietreggiare né avanzare. Sapeva che di fronte a sé aveva uno dei suoi migliori amici, una parte di lei si vergognava quasi dell'essersi così allontanata da lui ma la sua mente continuava a rimuginare su una cosa che Harry le aveva detto... Blaise aveva rivelato loro Draco era sicuro che Ron fosse passato dalla parte del nemico... avrebbe dato di tutto per non crederci, perché non fosse vero ma non poteva negare quel brivido che le percorreva la schiena quando i loro sguardi s'incrociavano...

"Dov'è Lavanda, Ron?" Gli chiese ma lui parve non sentirla.

"Cosa ci è successo, Hermione? Io, tu, Harry... quand'è che ci siamo allontanati?". L'attenzione del ragazzo era lontana, non focalizzata sulla sua amica ma i sensi della giovane erano allerta. Le stava girando intorno come una fiera contro una preda con le spalle al muro.

"Non so di cosa tu stia parlando, Ron". Strinse la borsa contro il suo petto.

"Sai benissimo di cosa sto parlando!". L'odio che aveva dentro la paralizzò. "Tu ed Harry avete preso la brutta abitudine a frequentare compagnie non proprio raccomandabili, pare". Sputò al suolo. "E mia sorella con voi. Cosa volete da Blaise Zabini?"

"Perché non me lo dici tu, Ronald? Come ha fatto Lucius Malfoy ad entrare ad Hogwarts?". Non credeva di poter provare così tanto odio, non per lui, per Ron, ma vederlo lì e sapere che con tutta probabilità era la causa di ciò che era successo a Draco le faceva andare il sangue alla testa.

"è ancora per Malfoy? Non capisco cosa ci trovi in lui... non vale niente, né come uomo né come Mangiamorte!". Sentenziò velenoso.

Con una forza incredibile, lo schiaffeggiò su entrambe le guance."è sicuramente molto più uomo di te!"

"Cos'è? Ti sei fatta incantare da un paio di occhi chiari e da quegli stupidi capelli biondi? Voi donne siete tutte uguali!". Aveva tentato di sminuirla ma Hermione non ci stette.

"Mi sono innamorata del suo cuore puro. Ora se non ti dispiace avrei da fare!".

Si voltò lentamente e a grandi falciate si allontanò. Ron rimase immobile per un istante prima di iniziare a ridere sguaiatamente. "Il suo cuore è più oscuro del nulla, Hermione. Non hai idea della tenebre che ha dentro!Ah ah ah aha..."

******

"Dannazione!" Con un moto d'ira Harry chiuse l'ennesimo libro inutile, lanciandolo sul pavimento. Sentì gli sguardi di Blaise, di Ginny, di Mooney anche quello di Silente su di lui ma era irrilevante. Niente, in quei dannati libri non c'era niente di niente.

Piton non si scompose ma anche per l'austero professore di Pozioni la pazienza era giunta ad un limite stremo. Erano giorni che trascorrevano ogni loro ora libera del giorno e della notte su quei volumi ma non c'era nulla che pareva poterli aiutare. Era stato allertato addirittura l'Ordine, Alastor in testa ad un nuovo gruppo di ricerca al Ministero ma pareva davvero un caso disperato il loro.

L'unica che non protestava era Hermione. Raccolse il libro e prese nuovamente a sfogliarlo, nel silenzio più snervante. L'atmosfera s'era fatta molto pesante.

"Professore Silente... " La voce di Ginny era incerta e vaga, inghiottita da quel silenzio che li stava lentamente soffocando. "Io... Io credo che stiamo sbagliando tutto". Piton inarcò la fronte vagamente divertito da quell'intervento che poteva sembrare quasi superbo.

"Vuole forse darci lezione su come condurre delle ricerche, Signorina Weasley?" Se anche fu possibile, Ginny arrossì ancora più dei suoi capelli. Deglutì a fatica ma continuò. "Io-io volevo dire che noi non sappiamo praticamente niente sui Warriors ed è come cercare un ago in un pagliaio".

Gli altri annuirono. Con un gesto stanco, Silente si tolse gli occhiali e iniziò a pulirli distrattamente. D'un tratto parve loro più vecchio e più fragile, mentre riponeva gli occhiali al loro posto, come se il peso di tutte le lotte che aveva affrontato e gli orrori che aveva visto si fossero affacciati contemporaneamente. Il suo volto era grave e triste. Li guardò uno alla volta, il futuro del mondo magico nelle loro mani, proprio nelle mani di quei ragazzi, e solo allora parve prendere nota di quanto fossero giovani. Poco più di bambini coinvolti in un qualcosa allo stesso tempo affascinante ma spaventoso.

Trasse un lungo sospiro. "Quella dei Warriors non è una bella storia, signorina Weasley. Soprattutto è una storia molto triste". Ci fu ancora una volta un profondo silenzio ancora più temibile delle parole che stavano per essere pronunciate. "A differenza di ciò che i miti o le credenze religiose tramandano, questo mondo non è cominciato con un Paradiso... ma con l'Inferno, l'Ade sulla quale le Forze dell'Essere esiliavano gli esseri corrotti dal Male". Sedette alla scrivania, le mani incrociate a voler nascondere la stanchezza nella sua voce. "Per secoli demoni e spettri dominarono questo mondo, combattendo i messaggeri della Luce e alle volte facendosi anche la guerra tra loro, ma con il tempo persero il dominio di questa realtà lasciando spazio anche ad altri esseri, i mortali, gli umani. I demoni abbandonarono questo mondo, rifugiandosi in altre dimensioni ma questo cambiamento non avvenne subito. I tentativi di riprendersi questa Terra furono tanti e sanguinosi. Finché..."

"Finché..."

"Finché non nacquero due esseri straordinari: un Figlio del Cielo ed uno della Terra, una Fenice e un Drago, uno Spirito Divino e un Demone con l'anima".

Quella rivelazione fece loro sgranare gli occhi dalla sorpresa. Demone? Demone con l'anima?

"Ma professore?" Che voleva dire, Harry pensò tra se. Che importanza aveva se una creatura delle tenebre aveva un'anima?

"Coloro che un tempo erano riuniti in Avatar, il Bene Supremo, ma che lo scontro contro il male divise in due anime contrapposte ma complementari..."

"No, non può essere". Era sconvolto. "Ha appena detto che i demoni erano malvagi!"

"Quell'essere non lo era, Harry. Non lo era. Anzi..."

"Bell'Angelo dalla Ali Nere perché piangi, là sulla collina?

Le lacrime tue, cristalli di luce, in gemme di ghiaccio il cuore ha mutato.

L'anima per amore dei tuoi cari hai donato,

ma ora di sangue nero son sporche le tue mani.

La Creatura dalla Ali Bianche odi chiamarti dal cielo infinito,

mentre asciughi le tue lacrime nel silenzio del mattino.

La maschera della notte ti riponi sul viso

e come una fiera avanzi nella battaglia".

Blaise recitò, senza accorgersene. Osservava il lago ghiacciato fuori dalla finestra e si rese conto che, da qualche parte nella sua testa, lui quella storia l'aveva già sentita. "Credevo che fosse solo una sciocca favola che avevo inventato da bambino. Non riuscivo mai a trovarle un finale adatto ma ricordo solo che mi rendeva triste ogni volta". Il Serpeverde arrossì, vergognandosi un pò di quelle emozioni fanciullesche.

Il preside annuì. "Non è una semplice favola, signor Zabini. Questa è una storia vera... Una storia di cui non ne conosce la fine semplicemente perché nessuno sa che fine attese i primi due Warriors. Combatterono per tutta la loro vita affinché ai mortali fosse concesso di vivere, senza conoscere mai tregua o pace... arrivando al sacrificio estremo." Si fermò per un attimo, la mano che gli tremava. "Rinunciarono all'amore... Quale sia stata la loro sorte, io questo non lo so. Posso solo dirvi che, consci del Male che albergava nel cuore dei mortali, decisero di legare la loro esistenza a questa realtà. I loro poteri, la loro essenza, sarebbero state trasmesse a due creature degne, simili a loro per carattere e volontà, che sarebbero venute al mondo ogni qual volta ci fosse stato bisogno di loro. Ma, ahimé, qualcos'altro fu trasmesso insieme alloro dono... il loro destino..." S'interruppe lasciando ai suoi allievi a quelle conclusioni non troppo felici.

"Vuol dire che anche il primo Dark Warrior perse la sua anima?" Hermione s'era alzata in piedi. Harry non l'aveva mai vista così furiosa, sconvolta... faceva quasi paura. "E ora la storia si ripete. Draco ha perso l'anima perché è così che ha voluto un essere morto secoli fa?!"

Prima che il Grifondoro potesse reagire, il vecchio preside lo fermò con un semplice gesto della mano. "Non volevo dire questo, signorina Granger. So che lei è preoccupata per il signor Malfoy ma questo non deve influenzare il suo giudizio. Il primo Dark Warrior e il giovane Draco hanno più cose in comune di quanto chiunque di noi possa credere. Ma io non ho le risposte che cerca. Sappia solo che l'eredità che gli è stata trasmessa è qualcosa che va oltre l'umana comprensione e non sta a noi giudicarla".

"Allora che facciamo, professore?". L'eredità di Draco? E che dire della sua eredità? Harry questo non lo sapeva. Poteri? I suoi non si erano ancora manifestati... ricordi... idem. Che cosa sarebbe diventato?

Silente si passò una mano sul viso ed avanzò lentamente verso la sua vecchia libreria. Sfiorò appena una statua di marmo, vecchia e consunta, ed allora lo scaffale scattò rivelando uno scompartimento interno. Una barriera luminosa circondava un vecchio manoscritto che al semplice tocco del vecchio si dissolse come l'acqua.

Il preside prese il manoscritto e sospirò pesantemente. "Spero solo che questo contenga le risposte che cercate". Senza aggiungere altro lo consegnò al Bambino Sopravvissuto.

Il libro s'illuminò. Un'iridescente luce rossa ne percorse il bordo ed d'improvviso esso si spalancò fra le mani stupite del Grifondoro. Mai nessuno prima di allora era riuscito a spalancare il segreto del Libro della Luna ed ora i suoi arcani misteri si erano rivelati sotto i loro occhi. Le pagine erano ancora bianche, nonostante la sua incredibile storia millenaria, strani simboli che le percorrevano senza sosta, in una danza di spirali e linee quasi a metà tra dei geroglifici e delle lettere greche. Eppure... Lettere rosse, forti e decise s'alternavano nelle pagine destre a segni neri, malinconici e sbiaditi capovolti sui fogli a sinistra. Parole antiche scritte da due mani diverse. Parole antiche che volevano narrargli una storia.

Al tocco delle dita tremanti di Harry le lettere scarlatte presero ad irradiare una luce propria e, d'un tratto che si fosse sollevato un vento invisibile, le pagine si voltarono di loro volontà, fermandosi in un punto prestabilito. Come sangue, l'inchiostro si sciolse per poi riformare parole che il ragazzo poté comprendere. I suoi amici lo osservavano allibiti mentre gli occhi di smeraldo brillarono d'un verde elettrico e senza che se ne rendesse conto aveva iniziato a leggere per loro.

Sentì un nodo farsi in gola mentre nella sua mente le parole lasciavano posto a immagini e sensazioni scaturite da quel simulacro di potere che, ai suoi occhi un pò spaventati, dava l'impressione di essere il diario di un essere senza tempo. Fu così che si ritrovò a condividere l'animo e il dolore per la perdita di un amico con qualcuno mai conosciuto, scomparso oltre diecimila anni prima, ma che infondo sentiva affine come nessun altro.

                                                                                                                                                        Rosso, 13ima luna, primo anno del Drago

                                                                    Tu che hai visto il dolore nel suo sguardo

                                                                         ora scorgi solo un oceano vuoto.

                                                                      Che il vento sospiri... Omniapurgalis.

                                                      Tu che indietreggi innanzi all'ira bruciante dai suoi occhi,

                                                                        la pazzia che guida il suo cammino.

                                                                     Che la terra tremi... Omniapurgalis

                                                                    Tu che hai abbracciato il suo dolore,

                                                                     le lacrime di chi non ha mai pianto.

                                                                   Che il fuoco si scateni... Omniapurgalis

                                                          Tu che hai urlato quando la speranza è infine morta

                                     Per colui che non spera perché il cuore ha sanguinato fino all'ultima goccia.

                                                                          Che l'acqua ululi... Omniapurgalis

                                                                            Tu che sei stato amato,   

                                                          perché mai più il suo spirito sarà in grado di farlo.

                                                                Che la tua fede ti sorregga... Omniapurgalis

                                                                  Perché la notte ora lo imprigiona, 

                                                                 non lasciare che la sua vita si spenga.

                                                      Che la mia benedizione ti accompagni... Omniapurgalis

Scrivo queste parole con la tristezza nel cuore, una tristezza che non avevo mai provato, mentre la mia ombra ha sacrificato una parte del suo spirito per il mio. Cammina innanzi a me, la Luce nelle Tenebre ancora in pugno, il sangue nemico che ancora cola da quella lama, da quelle mani, e mi pare di scorgere quel dolore che imprigiona il suo animo ma che non vuole condividere con nessuno. Magari è una mera illusione anche questa. Chi potrà mai abbattere quell'immensa muraglia con cui si circonda? Nemmeno io sento di averne la forza. Ogni giorno è una nuova battaglia per la sopravvivenza del mondo e ogni giorno sento che la nostra umanità scorre via come l'acqua di questa pioggia che ci bagna.

Ha sempre detestato la pioggia e non ne ho mai compreso il motivo fino a quella risposta... "Ci vedo la mia morte dentro". Pensandoci bene, anche quel giorno maledetto, quando offrì la sua anima per noi, pioveva. Credo di odiarla anch'io la pioggia a questo punto. Non che il sole sia molto meglio. Qui il cielo è sempre rosso come il sangue. Mi manca la distesa azzurra del mondo mortale. Il mondo infernale non è di certo un bel posto per vivere ma dopotutto questa è la via che ho scelto. Ma so che non sarei qui, a questo punto, senza la sua presenza al mio fianco. Non che glielo dirò mai sia chiaro. Alle volte il suo sorriso sarcastico mi da davvero sui nervi ma il suo è un modo come un altro per smaltire la tensione. Ma ora che ho visto la sua mente cinica e calcolatrice all'opera  so che mi ci vorrà ancora del tempo per accettarla.

Non so come spiegarlo, è una sensazione che mi scuote e da cui non riesco a liberarmi: il suo cuore è più freddo, più duro, più spietato e a volte, mi chiedo quale sia il lignaggio che lasceremo a coloro che verranno dopo di noi. Conosco ciò che mi aspetta e conosco ciò che aspetta la sua discendenza. Perché per ritrovare la sua forza, colui che porta il segno nero dovrà prima perdere se stesso. Ci scherza, magari farà davvero un pensierino sul diventare il nuovo conquistatore del mondo mi ha risposto, ma so che teme più di ogni altra cosa che il suo dolore passi a qualcun altro. Amore è solo morte e tristezza mi ha detto.

"Lontano dall'amore, lontano dal Bene, vivrai soltanto dolore, vivrai soltanto pene. Per morire e rinascere due volte affinché il cerchio sia completo". Questo è ciò che ha predetto il Re degli Sciamani, chi sono io per oppormi al destino? Ma ho deciso che non rimarrò senza fare niente anche stavolta. Omniapurgalis è tutto ciò che posso fare affinché nulla sia perduto, Omniapurgalis è tutto ciò che ho per sdebitarmi. La mia sola speranza è che coloro che verranno abbiano la forza di portare avanti il mio cammino e se la tragedia dovesse nuovamente abbattersi che sappiano che è solo l'amore la chiave. Solo la voce di un cuore pieno d'amore puro e sincero avrà mai la forza sufficiente per richiamare il suo spirito dalla tempesta ma il tempo non sarà mai un amico. Solo un'ora a disposizione, niente di più.

                                                                                                                                                                               B. S. Pendragon

Non appena ebbe finito di leggere, nuove lettere comparvero andando a formare quella che parevano gli ingredienti di una pozione. Harry era rimasto ammutolito. "Sembra... sembra quasi un diario" Farfugliò. Non riusciva a comprendere: era questo il libro che Voldemort cercava? Era questo il libro che racchiudeva il più grande sapere magico mai raccolto? Ma fu qualcun altro a rispondere per lui.

"Albus..." Severus Piton tremava come non aveva mai fatto. Non c'era scampo, non avevano scampo.

"Piton!" Remus afferrò il vecchio Snivellus per un braccio costringendolo a sedersi. Che cosa conteneva la parola Omniapurgalis di tanto spaventoso? Cosa nascondeva quell'incantesimo?

L'ex-Mangiamorte prese a gesticolare furiosamente. "Albus, nessuno ha mai portato a termine un Omniapurgalis con successo. è un'impresa senza speranza! Dannazione nessuno ha mai creduto che fosse qualcosa di più di un mito, una leggenda. L'ultimo pazzo che ha tentato di eseguirlo, o almeno è arrivato ad un qualcosa simile ad esso, ha finito di trascorrere la sua vita al reparto psichiatrico di San Mungo!" Tuonò.

"E, allora, che dovremmo fare, sentiamo?" Harry gettò di rimando. "Lasciare Draco in quelle condizioni? Aspettare che impazzisca o che prima ci uccida?!"

"Non puoi capire, Potter! L'Omiapurgalis è un incantesimo che non ha eguali! è troppo rischioso!"

"Ed, allora, correrò questo rischio!"

"Sempre pronto a gettarti a capofitto nelle situazioni senza speranza. Il Grande Harry Potter ha mai pensato che il mondo magico non può permettersi di correre il pericolo di perderlo?!"

Stava per controbattere ma stavolta fu proprio Hermione a fermarlo. "Ha ragione, Harry".

"Ma Hermione, proprio tu..." Non era da lei arrendersi ma soprattutto sapeva che non avrebbe mai rinunciato a Draco. Che voleva dire, allora? Lei sorrise, un sorriso sarcastico, malizioso, proprio da Draco. "Non hai capito, Harry. Non sarai tu a correre questo rischio... Sarò io".

"Cosa, no!"

"Hai letto le parole del tuo antenato. Solo un cuore pieno d'amore puro e sincero per Draco può riuscirci quindi sono io quella persona Harry". Concluse.

"è una scelta molto coraggiosa la sua, signorina Granger". Silente sapeva che quella scelta sarebbe gravata solo sulle spalle di quella giovane ragazza ma per lui era una stretta al cuore anche ora che lei aveva accettato la sua parte in quella storia.

Sentì su di sé lo sguardo fiero di Mooney, quello preoccupato dei suoi amici, quello rassegnato del preside ma niente la scosse come lo sguardo sbigottito dell'insegnante di Pozioni. "Che c'è?" Rise per le loro buffe espressioni. "Gli ho promesso che non mi sarei arresa. E non ho alcuna intenzione di farlo. Lui mi appartiene ed io appartengo a lui. Non mi accontento più di riaverlo solo nei miei sogni".

Nello stesso istante in cui la confusione si dipinse sul volto di Harry, una verità sensazionale si spalancò nella mente di Ginny. "Ryu". Fu tutto ciò che pronunciò.

Hermione annuì. "Già, il mio Ryu". Iniziò a raccontare loro dei suoi sogni e dello strano corteggiamento che lui aveva attuato, omettendo naturalmente alcuni dettagli privati della loro storia... Incredibile, affascinante, incasinata... solo e semplicemente sei anni d'amore.

I membri dell'Ordine, i suoi amici, erano ben oltre la semplice sorpresa come pure la curiosità di Silente che alla fine ridacchiò soddisfatto. "Beh, signorina Granger, sembra proprio che il giovane Draco abbia trovato un tutto suo modo per averla sempre tutta per sé. Non posso certo dire che non ha mai adorato l'attenzione quel ragazzo..."

******

Non appena l'incontro con Silente era stato aggiornato, Hermione aveva iniziato subito a lavorare all'Omniapurgalis... sotto la supervisione di Severus Piton sia chiaro. Il professore di Pozioni aveva avuto ragione: non aveva mai visto una pozione più complicata. Doveva bollire per tre giorni e tre notti, senza sosta, a fiamma altissima. Gli ingredienti erano rarissimi ma soprattutto molti di loro erano alquanto velenosi, il che giustificava le ripetute visite all'infermeria di Madama Chips e alla serra della Professoressa Sprout... le due donne erano molto curiose al riguardo ma il preside aveva preferito tenerle all'oscuro. Meno si diffondeva la notizia di una cura per il giovane Malfoy più sicuro era per loro. Tecnicamente erano lì per un "progetto speciale" per Piton, cosa che le rese molto sorprese. Quello di progetto speciale era un'altro piccolo eufemismo adottato dall' insegnante di Pozioni per definire una detenzione. Non si era mai sentita così stanca.

Erano trascorsi quasi di tre giorni da quando aveva accettato di prepararla ed oramai si era praticamente trasferita in pianta stabile nei sotterranei, in un piccolo laboratorio messole a disposizione da Silente. Aveva smesso di frequentare le lezioni, cosa impensabile per i suoi compagni di classe, alcuni dei quali ritenevano che fosse stata addirittura rapita da un gruppo di Mangiamorte per conto di Malfoy. Fra una sosta e l'altra studiacchiava gli appunti che Blaise e Harry prendevano per lei, anche se la sua mente era altrove. Ron non l'aveva più cercata.

"Non sapete quanto sono felice di non essere io quello che dovrà bere quella poltiglia". Blaise confidò ad Hermione mentre aggiungeva delle scaglie di Ungaro Spinato alla pozione.

"Grazie, Blaise". Gli rispose la ragazza distratta esaminando con cura le condizioni nella quale erano le scaglie. Anche se affilatissime queste dovevano essere nelle condizioni migliori.

"Mi sa che avrei dovuto usare dei guanti quando le ho prese da quel vecchio baule di Hagrid, ma vanno bene, vero?"

"Si, benissimo. Ma ora fammi vedere le mani". Sulle dita del Serpeverde c'erano tanti piccoli tagli che la ragazza guarì con un semplice gesto di bacchetta.

"Mi spiace". Il ragazzo aprì e chiuse la mano e si accorse che ora era tutto a posto.

"Naaa!" Fece lui. "è una scusa come un'altra per estorcere a Draco un certo cappotto italiano che mi interessa. Cosa credi: che stia trascurando il mio fan club senza avere nulla in cambio? Mi basterà chiedere ad una delle mie ragazze di fare i compiti al posto mio mentre le altre si dedicano ad un'accanita opera di pedicure e manicure". Per tale risposta ricevette un sonoro ceffone sulla nuca.

"Sono felice che tu sia mio amico, Blaise". Ammise sincera.

Il giovane Zabini annuì. "Hey, non fare così... non sopporto di vedere una donna triste, altrimenti mi viene voglia di consolarla..." Alzò un sopracciglio con fare da grande seduttore. "E davvero non voglio neanche immaginare a cosa andrei incontro se una certa persona venisse a sapere che ho sfiorato anche un solo capello della sua ragazza." Questo la fece ridere. "Sei un tipo interessante. Hermione Granger. Non ci vuole molto a capire perché Draco ti ami tanto. Quindi potrai sempre contare su di me".

"Lo stesso vale per noi". Harry e Ginny erano appena rientrati carichi di ceste con erbe maleodoranti. La mora non perse un solo istante. Scelse le foglie più fresche e verdi, quelle con i filamenti e le spine più forti prima di iniziare a ridurle in poltiglia con un vecchio mortaio. Pressò sempre più forte finché una strana e fangosa poltiglia verde fu aggiunta al composto.

Un lieve fumo scuro si sollevò dalla pozione che ritornò a bollire come se niente fosse. Hermione soppesava e controllava, mescolando e rimescolando senza stancarsi mai. I suoi amici la osservavano affascinati.

"Ora cosa farai?" Ginny si era accorta dei profondi cerchi neri che le scavavano il volto. Erano più di due giorni che Hermione non toccava cibo... quanto sarebbe servito ancora prima di farla crollare?

La ragazza più grande si lasciò cadere sullo schienale della sedia, chiudendo gli occhi e traendo un profondo sospiro. "Per questa sera ho finito. La pozione dovrà continuare a bollire per tutta la notte prima che possa aggiungere l'ingrediente finale... anche se non so davvero come procurarmelo..."

"Che ti serve? Insomma, Silente ha messo a disposizione tutte le sue conoscenze per aiutarci. Qual è l'ingrediente che ti manca?" Ad Harry non sfuggì l'espressione ironica che si dipinse sul volto della sua vecchia amica. Lei, per tutta risposta, estrasse un coltello dalle piaghe del suo mantello, facendolo ruotare e porgendogli il manico. Aveva l'aspetto di un antico pugnale rituale, di un'athame che Remus gli aveva detto veniva usato per i rituali neri. Lucius aveva scelto proprio un bel regalo per suo figlio.

La leonessa aprì a malapena una pozza dorata. "Mi serve un frammento della carne di Draco, o almeno una buona dose del suo sangue. Vuoi avere tu l'onore di farti dare un lembo della sua pelle?"

"Cosa?!" Esclamarono in coro i tre ragazzi.

"Avete capito bene... per completare la pozione occorre la carne di Draco o comunque il suo sangue. Avete qualche proposta?". I ragazzi scossero la testa ancora una volta sconfitti. Harry si nascose la testa fra le mani, quelle di Ginny che inconsciamente si strinsero a quelle di Blaise. Proprio ora che erano ad un passo dalla salvezza, si ritrovavano nuovamente al punto di partenza... dannazione!

"L'orario delle visite è passato da un pezzo, signori. Sarebbe il momento che voi tornaste ai vostri dormitori!". Una voce strascicata li colse alle spalle. Severus Piton aveva sentito tutto... non l'avrebbe mai ammesso eppure... il suo figlioccio era più amato di quanto nessuno avesse mai creduto...

"Ma professore..."

"Silenzio, signor Potter. Avete cinque minuti per sparire. Non appena sarò tornato con l'occorrente per l'incantesimo voi dovrete essere già spariti da un pezzo". Con un gesto del mantello, il professore di Pozioni era scomparso in una stanzetta laterale, i suoi passi che risuonavano tenuamente. Blaise e Ginny salutarono la loro amica ma Harry fece cenno di andare senza di lui. Si sedette di fronte alla sua amica, i suoi occhi verdi preoccupati in quelli stanchi della leonessa.

"Come stai? E non dirmi bene solo per farmi contento. Dico sul serio,'Mione".

Lei annuì impercettibilmente. "Sono stanca, Harry. Stanca e preoccupata e triste. Non lo so come sto. Tutto ciò che vorrei è stringere Draco tra le mie braccia, saperlo al sicuro e non lasciarlo andare mai più!". Si accasciò contro il petto del suo migliore amico, nascondendo il viso fra le pieghe del suo maglione. "Secondo te, una volta che sarà tutto finito, sarebbe una cattiva idea se lo rinchiudessi in una torre sperduta e gettassi la chiave?"

Harry ridacchiò. "Molto probabilmente la torre andrebbe a fuoco e crollerebbe in meno di dieci minuti, ma si potrebbe sempre tentare! Ma non credi che il diretto interessato troverebbe da ridire al riguardo?" Non la vide sorridere ma sapeva che c'era.

"Chi ha mai detto che sarebbe stato da solo in quella torre?!" Le allusioni in quella frase erano molto esplicite e il ragazzo sentì il suo sangue iniziare a bollire per la vergogna. "Hermione!"

"Che c'è?" Fece lei. "Siamo belli, giovani e innamorati... e credimi Draco ha un fisico davvero niente male... Te lo garantisco!"

Potter si portò le mani alle orecchie scuotendo la testa come un forsennato. "Non voglio sentire, non voglio sentire... le mie povere orecchie vergini! Resterò traumatizzato per tutta la vita! Hermione frequentare quel ragazzo ti fa mooolto male." Continuava a picchiettarsi la testa nella speranza che quelle immagini di Malfoy, Draco Malfoy, nu... nu... non riusciva nemmeno a pronunciarla quella parola, uscissero quando un flash gli attraversò la mente. "Tu e lui non avete..."

"No!" Rispose subito lei, anche se non lo aveva molto convinto.

"Hermione..."

"No, non  l'abbiamo fatto... anche se ci siamo andati vicini..." Lei chiuse gli occhi pronta ad una scenata.

Harry non credeva a quello che stava sentendo. "Dimmi che non è quello che penso".

"Draco si è fermato prima che, insomma hai capito... anche se ce l'ho messa tutta per provarci con lui". Gli sorrise debolmente vedendolo diventare prima verde poi viola.

"Sto per sentirmi male!" Piagnucolò.

"Ora non esagerare!" Hermione strinse nelle mani i lembi della sua gonna e in un breve istante le sue pozze dorate si inumidirono debolmente. "Mi ha detto che mi ama, Harry. Mi ha detto che mi ha sempre amata".

Harry l'abbracciò ancora. "Lo so. Draco..." Si trattenne dal dire Malfoy perché il biondo aveva dimostrato di possedere tutta la forza dei Black ora più che mai. "Il nostro Draco innamorato, fa un certo effetto!".

"Il nostro Draco?!" Un'affermazione quella di Harry che l'aveva lasciata senza parole.

"Non fare commenti, ok? Devo ancora raccapezzarmici con questa storia della parentela  mistica". L'apostrofò.

"Credimi, sono sicura che riuscirete andare d'accordo. Siete più simili di quanto immagini". Harry fece finta di dubitarne ma dovette ammettere di non aver mai visto Hermione così bella come nei momenti in cui parlava di lui.

Annuì contro i suoi capelli quando improvvisamente la sentì irrigidirsi. "Harry, Ron... tre giorni fa, Ron mi ha fermata mentre andavo nello studio di Silente".

Il ragazzo poggiò le sue mani sulle spalle della Grifondoro. "Ti ha fatto del male?" Cercò una risposta nel suo sguardo ma lei si limitò a scuotere la testa.

"No, ma mi ha spaventata. Quando gli ho chiesto se è stato lui ad aver portato Lucius qui ha Hogwarts i suoi occhi mi hanno gelato il sangue nelle vene. Non ha detto di si, ma non ha nemmeno negato".

Harry si scostò da lei e si passò una mano fra i capelli arruffati. "Silente ha detto di star tenendo Ron sotto controllo e di lasciarlo fare per ora, per capire meglio le sue intenzioni ma io non sono sicuro di poterlo fare. è il migliore amico, dannazione!"

Lei gli prese la mano. "Lo salveremo, Harry, salveremo anche lui. Anche se non posso dire di non sentirmi responsabile".

"Non devi. Cosa avresti potuto fare, 'Mione? Mentirgli? Dire di amarlo ed illuderlo e poi gettare nel rimpianto sia la tua vita che la sua?".

"Lo so, ma..."

"Niente ma, Hermione. L'amore è un bene troppo grande per sprecarlo. Saresti stata disposta a rinunciare a Draco ora che conosci la verità?".

"Mai!".

"Allora hai fatto la cosa giusta!".

Proprio in quel momento un lieve rumore di passi striscianti li avvertì che Piton era vicino. Con un live cenno della mano, Harry si dileguò nella notte, lasciandola sola pronta per il suo allenamento serale con il Professore di Pozioni.

"Non avrei mai immaginato che il grande Bambino Sopravvissuto fosse diventato così esperto in faccende di cuore. Le sue parole erano illuminanti". Strascicò con la sua solita voce sarcastica.

"Ha sentito tutto, non è vero?". Lo guardò nel medesimo modo in cui Draco tentava di discolparsi da qualcosa di cui era sicuramente lui il colpevole.

"Ho sentito tutto". Sembrava che Piton avesse il bisogno di dire qualcosa eppure le parole gli morissero in gola. Aveva davvero un che di buffo. "Volevo... volevo... ringraziarla" Qui Hermione ebbe la netta impressione che stesse soffocando al pronunciare quella parola. "Per quello che sta facendo per Malfoy". Sì, ecco l'aveva detto, ora sarebbe stato preso in giro a vita.

Eppure faceva quasi tenerezza a vederlo così. "Le è davvero così strano pensare che una Grifondoro possa amare un Serpeverde?" Gli chiese seria.

"Draco è il figlio di Narcissa". Rispose enigmatico.

Ad un tratto, le parve di vedere innanzi a sé un ragazzino, un ragazzino timido e spaurito, disilluso e rassegnato all'essere divenuto il bersaglio di un gruppo di Grifondoro spavaldi. Non aveva mai capito quanto il professore avesse dovuto soffrire la solitudine per diventare la persona chiusa che lei aveva conosciuto. C'era una sfumatura nel tono nella quale lui aveva pronunciato il nome di Narcissa Black Malfoy che fece scattare qualcosa dentro di lui.

"Era..." Tossicchiò prima di continuare. "Era, forse, innamorato di lei?"

Piton la fulminò con i suoi occhi neri come il carbone, come aveva osato fargli quella domanda, essere così impertinente, ma capì che quella ragazza aveva voluto solo aiutarlo. Innamorato di Narcissa? Hmm, bella domanda. Come poteva spiegarle il legame che lo univa alla bella donna bionda?

"Amore... voi donne pensate subito che debba centrare l'amore... Ma no, signorina Granger, non ne ero innamorato almeno come intende lei. Narcissa era per me quello che oggi il signor Potter è per lei. Era la mia amica più cara, hmm, strano ammetterlo la mia più grande protettrice. Persino persone come James Potter e Sirius Black dovevano indietreggiare innanzi ad un suo ordine. Perché altrimenti crede che abbia tanto insistito con Lucius affinché io diventassi il padrino di Draco? Anche se alla fine non è poi servito a molto". Il suo sguardo si rabbuiò ancora di più. Una lieve ombra di tristezza lo velarono ma durò solo un istante. Subito l'ex-Mangiamorte si ricompose, afferrando la sua bacchetta e incitando la sua opponente. "Pronta, signorina Granger? Vediamo fino a che punto ha imparato l'incantesimo".

La ragazza iniziò a recitare l'incantesimo, pregando il cielo di avere la forza per portare a termine il suo compito...

******

Una figura incappucciata gli dava le spalle appoggiata al grande altare di pietra. Osservava il cielo ricco di stelle brillanti, fari in una notte senza luna. Il giovane dagli occhi ambrati fece un lieve inchino rispettoso.

"Menesis sta per sorgere. La Luna Nera stanotte sarà più brillante del solito. Lui attaccherà..."

Il moro Serpeverde trattenne il respiro. La pozione non era ancora pronta, dannazione.

"Qual è il piano dell'Angelo della Terra?" Gli chiese con una voce che non tradiva la più minima emozione.

"Harry ha aperto il Libro della Luna e ha trovato la formula dell'Omniapurgalis... Cioé il libro si è aperto sulla formula dell'Omniapurgalis. Pensa la loro sorpresa quando hanno scoperto come la storia si sta ripetendo. Lei avrebbe voluto strangolarti! Comunque ha iniziato a lavorarci subito, ma ci manca un frammento della carne di Draco per completarla".

Non vide la sua espressione nel buio ma gli parve che la figura stesse sorridendo, ghignando in puro stile Malfoy. "Immagino. L'Omniapurgalis, dici? Sembra che anche B. abbia deciso di mettersi in gioco, bene. Sarà più divertente. Mi aspetto che presto anche Potter riceva il suo ovum. Vedremo quanto vale il campione della Luce".

"Tu non hai intenzione di intervenire?" Gli chiese ma tanto già ne conosceva la risposta.

La figura ridacchiò. "Hmm, io? Cosa potrei mai fare, io? Sono solo un povero spirito errante, mio cucciolo di tigre, non avrei di certo la forza di fermare il Dark Warrior! Finché le due gemme non saranno di nuovo poste su questo altare nella Notte delle due Lune, non potrò ancora assumere forma corporea."

"Ma gli hai dato la tua spada!". Incalzò il moro.

"La sua spada, non la mia. Questa è una battaglia che il figlio di Narcissa deve combattere da solo. Come pensi che possa dominare le ombre se non riesce nemmeno ad accettare quelle che albergano dentro di lui. è una lezione che dovrà imparare a sue spese: prima farà pace con la sua malvagità più possibilità avrà di compiere il suo destino. E poi, da quello che mi è parso di vedere, dovresti dargli più credito... dopotutto è sopravvissuto fino ad ora, o sbaglio? Dal canto mio, io continuerò ad osservarlo".

Blaise scosse la testa, stringendo il pugno mentre la rabbia gli montava dentro.

"So che ora non puoi capire, ma è per il Bene di tutti. Se Draco ed Harry non dovessero superare la prova tutto questo verrà dimenticato... i loro poteri, i loro ricordi, il legame che li lega, che li unisce a voi Legatus e soprattutto agli Angeli. é questa la legge che ci siamo prefissati e dobbiamo rispettarla anche se ora non ci sembra giusto."

"Ma è sbagliata!"

"Forse, ma non sempre la cosa giusta coincide con quella necessaria. Devo rammentarti il motivo se oggi siamo sull'orlo di un nuovo Raquiem?"

"Draco non è Salazar!"

"Lo so". La sua voce s'addolcì un pò. "Per questo nemmeno io so come andrà a finire questa storia". Stavolta rise di cuore.

"Cosa ti diverte tanto?"

"A volte succedono cose talmente assurde che nessuno può mai prevedere". Rise ancora.

Blaise sembrò calmarsi ma non riusciva a trovare completamente pace. "E lo trovi divertente?"

"Sì, dannatamente divertente!".

"Uffà!" Sbuffò il moro che anche stavolta si era perso nei meandri degli arcani e diciamoceli anche assurdi ragionamenti di quella persona... spirito. "Alle volte non riesco proprio a capirti!"

"Che vuoi farci... alle volte non mi capisco nemmeno io. Ciononostante mi sorprende tutto questo tuo coinvolgimento: devi ammirarlo molto se hai sopportato lo scetticismo e l'astio di quei mortali. Dimmi, ti fa ancora male il viso?"

Il Serpeverde si massaggiò distrattamente la guancia, dove Potter lo aveva colpito. Non provava più dolore, vero, ma il Grifondoro lo aveva colto alla sprovvista e non gli era piaciuto affatto. "No, sto bene. Ma dovevo aspettarmelo. Il tradimento di un amico fa più male di qualsiasi altra cosa... posso capire Potter..." Ebbe la sensazione che lo spettro avesse alzato un sopracciglio.

"Devo aspettarmi un tradimento da parte tua, forse, mio childe?" Gli chiese, in tono atono ancora una volta.

"NO!" Quasi urlò. "No, mio Sire. Sai che non ti tradirei mai. La mia missione viene prima di ogni altra cosa".

"Molto maturo..." Una pausa. "Non hai intenzione di trasformarti in una di quelle patetiche creature della Luce tutte zucchero e miele, vero? Il mio fragile cuore potrebbe non sopportare lo shock..." Scherzò.

"Ah, col cavolo. E poi il tuo cuore non batte nemmeno!" Si colpì il palmo della mano con un pugno. "Io? Buono? Fossi matto! Il mio credo è bellezza, stile e savoirfer! Se si aspettano che mi metta a giocare all'eroe senza macchia e senza paura stanno freschi. Non mi spezzo le unghie senza un buon motivo!"

"Mi sembrava. Hai intenzione di vendicarti, quindi?"

"Vendetta, che parola esagerata. Ho solo intenzione di dare al Ragazzo Sopravvissuto un brutto quarto d'ora..."

"Capisco. Ma non hai risposto alla mia domanda: cosa pensi di Draco?"

"è in gamba: mi piace. è passionale, sveglio, sensibile. Ma al tempo stesso crudele e spietato. Gli piace dire quello che pensa e non ha paura di battersi. Ha una sincerità quasi brutale... ed una furia gelida tagliente e omicida come poche... Sai mi ricorda qualcuno che conosco..." Lasciò la frase in sospeso.

"Si, mi somiglia più di quanto non credessi, comunque non è il solo. è tua volontà servirlo fino alla fine?"

"Si. Nella buona e nella cattiva sorte, per il Bene e per il Male, per la Luce e le Tenebre".

"Allora hai la mia approvazione". Ora che il rituale era finito sarebbe occorso del tempo prima che le loro strade si fossero nuovamente incrociate.

Ma Blaise non si mosse. C'era ancora una cosa che doveva chiedere. "Perché sono solo io a conoscenza della tua esistenza?"

"Ti sbagli. Vi ho cercati tutti e tre ma solo tu hai risposto alla mia chiamata; Draco costretto in catene dall'Amitte Animum non è mai riuscito ad udire la mia voce  se non una singola volta quando nella Foresta Proibita si trovava tra la vita e la morte ed Hermione, beh, Hermione ha scelto di dimenticare. Ma non è a me che devi chiedere perché".

"Ho capito".

Una gemma sul dorso della sua mano iniziò a brillare. "Muoviti, ragazzo mio, l'attacco di Malfoy è già iniziato. Svegliati e corri in suo aiuto. Sai quello che devi fare".

Ancora una volta Blaise Zabini si inchinò innanzi al suo Sire, prima che la luce di un fuoco sconosciuto lo strappasse alle braccia di Morfeo. Mentre il giovane si allontanava avvertì distintamente uno strano tintinnio di campanelli. Il lieve strofinare di catene.

Si svegliò di soprassalto completamente avvolto dalle fiamme.

******

La lieve brezza primaverile le solleticava il viso. Una nuova forza le rinvigoriva le membra stanche donandole nuove energie. Si sentiva bene come non si sentiva da molto tempo. Non ricordava molto di quello che era successo ma non voleva che la sua mente fosse di nuovo al centro di un vorticare furioso di pensieri. Si costrinse a farlo, tuttavia. Si era allenata con Piton per molte ore prima che lui le lasciasse una piccola pausa per riposare. S'era seduta in un cantuccio e aveva chiuso gli occhi solo per un attimo. Eppure quell'attimo era bastato affinché il sonno potesse ghermirla.

"Mya, Mya amore apri gli occhi". Draco, Draco la stava chiamando e lei avrebbe risposto. Spalancò le sue iridi dorate e si immerse in quel mare di tempesta che sempre la circondava quando era insieme a lui.

"Draco". Il Serpeverde la teneva tra le braccia e lei sollevò lievemente una mano per accarezzargli il viso. La sua fronte candida era aggrottata e sembrava molto turbato. Qualcosa lo stava spaventando. "Draco...". Non era come tutte le altre volte. Ora Draco sembrava più etereo, irreale, come se una strana malattia lo stesse lentamente consumando. La sua forza vitale continuava a scemare fino al punto in cui una sola, debole fiamma era divenuta il suo unico sostegno. Poche braci che si stavano lentamente spegnendo.

"Non c'è rimasto molto tempo, Mya. Ascoltami bene". Le teneva il viso tra le mani tremanti e gelide, le labbra strette in due linee sottili. "Lui sta per attaccare l'ufficio di Silente. Vuole riprendersi la spada e non devi permetterglielo. Devi fermarlo ad ogni costo..."

Mentre diceva questo la sua immagine divenne come sfocata. Hermione tentò di afferrarla, trattenerla ancora per un singolo istante ma era inutile... Si stava svegliando.

In un ultimo eco evanescente poté solo sentire un flebile ti amo.

******

"Signorina Granger. Signorina Granger". Qualcuna lo stava scuotendo insistentemente e le braccia di Morfeo furono costrette ad allentare la loro presa. Spalancò d'improvviso i suoi occhi dorati su quelli corvini del professore di Pozioni afferrandosi alle sue braccia come al suo unico appiglio.

"Sta bene, signorina Granger?" Piton sembrava sinceramente preoccupato ma ora come ora non aveva tempo di leggere la sorpresa sul volto del suo professore. Con lento stupore si accorse di stare tremando e di non riuscire a dar voce a nessuno dei mille pensieri che le vorticavano nella testa.

"Respiri profondamente, Hermione". Tentò di aiutarla a sedersi più comodamente ma lei non voleva cedere quella morsa d'acciaio che gli serrava le braccia. A fatica aprì di scatto la bocca ed un flebile singulto riuscì finalmente a venire alla luce.

"La tregua è scaduta, professore". S'alzò a fatica, reggendosi all'uomo vestito d'ebano, e afferrando tremolante delle fiale vuote. "Stanotte Draco attaccherà per riprendersi la spada e noi dovremmo reagire". Non terminò nemmeno la frase che un immenso boato li fece sussultare, scuotendo il laboratorio fin dentro le fondamenta di roccia millenaria.

La forza di quella scossa li scaraventò al suolo. La pozione prese a sussultare... libri, sedie, tavoli... tutto intorno a loro veniva sballottato da una parte all'altra della stanza, tentando di colpirli. Era come se si trovassero all'interno della stiva di una nave nel pieno della burrasca. La stessa situazione vorticosa.

Una sedia si avventò contro la Grifondoro che riuscì a schivare per puro miracolo. Intorno a loro si era scatenato l'Inferno... Il calderone con la pozione si riversò al suolo senza che loro potessero fare nulla per impedirlo.

"NO!" Ma era troppo tardi. La scossa continuò ancora per qualche minuto prima che riuscissero a muoversi. Hermione si avvicinò lentamente al calderone e ne riversò quello che restava della pozione in una boccetta.

"Abbiamo solo un tentativo. Fallito questo, sarà finita per sempre". Si fissarono senza dire nulla.

Un nuovo boato li riportò alla realtà mentre Severus Piton estrasse la sua bacchetta. "Si sbrighi a raggiungere Potter, Granger. Non si fermi davanti a niente. Qualsiasi cosa si muove, la colpisca." Poi la sua espressione severa si sciolse quasi in un sorriso divertito. "Lottare al fianco di un insopportabile So-Tutto-Io... una beffarda punizione karmica, suppongo".

"La trova una fregatura, vero?" Gli chiese, un pò indispettita.

"Non mi sarei mai aspettato un genere di linguaggio da lei, signoria Granger. Gli effetti del signor Malfoy iniziano a farsi sentire, a quanto vedo".

"Nemmeno immagina quanto. Paura che le rovini il suo prezioso Serpeverde?" Hermione replicò in pieno la sarcastica espressione di Draco "Ammettilo-Che-è-Divertente-E-Fatti-Una-Risata.

Il professore si limitò a scuotere la testa, esasperato. Si, quei due erano davvero fatti l'una per l'altro.

******

"CEDRIC!" Un grido disperato lo fece sobbalzare. Afferrò gli occhiali sul comodino e saltò dal letto, incurante del disordine e del buio che regnava in quella stanza. Afferrò la bacchetta e con un rapido Lumos illuminò il breve corridoio che lo separava dalla stanza della Corvonero. La porta della ragazza era chiusa a chiave.

"Cho... Cho... Apri la porta, Cho!" Ma niente. Sentiva i suoi singhiozzi disperati, le sue urla quando d'un tratto gli parve di udire anche una voce maschile.

"Aiutami, Harry!". Il Grifondoro non perse tempo e agì d'istinto. Con una forte spallata, spalancò la porta per trovarsi di fronte uno spettacolo inaspettato: Cho era rannicchiata in un angolo del muro, in lacrime mentre una figura perlacea eppure solida avanzava verso di lei con un pugnale in mano... questa figura era Cedric Diggory.

"Ciao, Harry". Cedric era come lo ricordava, come in quella notte nel cimitero della famiglia Riddle. Ed ora il giovane Tassorosso era di fronte a lui, sorridente e beffardo, vestito con la sua vecchia divisa del Torneo Tremaghi e completamente sporco di sangue. "Sei arrivato, finalmente!"

"Tu... tu non sei reale!" Come se si fosse trovato innanzi un Dissennatore di Azkaban, Harry sollevò la bacchetta e, concentrandosi sul suo ricordo più bello, evocò in proprio Patronus. Il cervo di luce si preparò alla carica ma nemmeno la sua magia riuscì a far scomparire quello spirito infernale. Infatti lo attraversò come se l'ombra do Cedric Diggory fosse stata solo un miraggio.

"Non ti avvicinare". Cho continuava a borbottare, lo sguardo vacuo ma lo spirito sembrava aver perso completamente interesse in lei. No, lei era stata solo un diversivo. Era per Potter che era venuto. Solo per lui.

"Non puoi liberarti di me così facilmente, Potter". La voce di Cedric mutò in una molto più familiare... quella di Draco Malfoy. La forma che aveva assunto era stata solo un'esca, un pretesto per farlo cadere in trappola. Sapeva, il Serpeverde, che Harry non avrebbe lasciato mai un'amica nei guai. "Ti aspetto nello studio di Silente. è ora di saldare i conti una volta per tutte, fratellino!"

Lo spettro rise in un modo inumano, facendogli gelare il sangue nelle vene prima di scomparire nel nulla. Questo era stato solo un avvertimento, Harry lo aveva intuito e non osava davvero immaginare di cosa il biondo era capace. Nuove urla iniziarono ad innalzarsi verso i cieli di Hogwarts, un brivido premonitore che gli risaliva lungo la schiena: ormai l'attacco finale era iniziato.

Si avvicinò a Cho, tenta di di scuoterla, ma lei sembrava caduta in uno stato catatonico."Cho, Cho!" Ma lei non reagiva. Non gli restava che un ultima carta... la colpì sulla guancia. In un attimo fu come se la Corvo nero fosse scossa da un brivido ma i suoi occhi, anche se a fatica, riuscirono nuovamente a focalizzarsi sul Grifondoro.

"Harry ma cosa è successo?" Gli chiese spaventata.

Lui guardò la porta dalla quale venivano nuove urla di ragazzi e ragazze e una nuova determinazione sentì crescere in lui.

"Ce la fai ad alzarti, Cho?" Le chiese premuroso e lei annuì. "Bene, allora, prendi la bacchetta e seguimi." La ragazza si infilò una vestaglia, prese la mano del Grifondoro e con lui si diresse giù lungo le scale verso la Sala Grande.

******

Intorno a loro era il caos. Demoni, mostri, spettri, serpenti giganti... ogni sorta di creatura spaventosa si era materializzata come dal nulla e aveva preso a perseguitare gli studenti. I ragazzi più giovani erano scoppiati in un pianto irrefrenabile mentre quegli esseri tentavano di ghermirli e niente, niente sembrava riuscisse a fermarli. Hogwarts stava subendo il peggior attacco nella sua storia.

In ogni angolo, studenti di ogni età se en stavano rannicchiati tentando di nascondersi, sebbene fosse inutile. In pochi tentavano di ribellarsi, combattere ma anche la loro voglia di lottare svaniva presto. Più il panico prendeva il controllo delle loro menti più quelle creature si rafforzavano e la forza delle loro vittime scemava.

"No, no, no!" Come prima Cho, ora era Neville ad essersi rintanato contro un muro mentre un'orrida copia di Bellatrix Lestrange avanzava minacciosa verso di lui.

"Neville, reagisci!" Urlò Harry, facendosi strada a fatica fra quell'orda di ragazzi in preda ad un'isteria sconosciuta ma Paciock fu presto avvolto da fiamme impenetrabili prima ancora che riuscisse a raggiungerlo. Poteva sentire gli insegnanti gridare, tentare di mettere in salvo gli studenti ma anche loro presto sarebbero stati travolti da quella paura dilagante.

"Neville!"

Lui e Cho si erano separati in quel caos. La ragazza aveva accompagnato la professoressa Sprite alla ricerca degli altri insegnanti ed ora il Bambino Sopravvissuto arrancava a stento alla ricerca dei suoi amici.

Senza che se ne accorgesse un pirata con in pugno una sciabola affilata stava per colpirlo alle spalle quando una voce risuonò fra le altre grida.

"Expelliamus!" Il giovane si voltò di scatto giusto per vedere Remus Lupin scaraventare lontano il corsaro.

"Grazie!" Entrambi erano senza fiato ma non potevano permettersi di cedere. "Cosa sta succedendo, professore!". Urlò mentre una nuova esplosione mandava in frantumi alcune vetrate e le fiamme si fondevano con la pioggia e i tuoni della tempesta che stava imperversando. "Neville è intrappolato tra quelle fiamme!"

"Non lo so, Harry. Qualcosa ha dato vita a tutte le paure che coviamo dentro e ora queste sembrano aver assunto una volontà propria". Un nuovo scheletro si stava avvicinando a loro ma stavolta fu Blaise a neutralizzarlo, seguita a sua volta da Ginny.

"Harry!" Urlarono i due senza aggiungere altro.

"é Draco". Rispose lui a quella tacita domanda. "è Draco che ha causato tutto questo e ora mi sta aspettando per concludere i conti!" I suoi occhi incrociarono quelli di Ginny. La ragazza si portò una mano al petto, potendo quasi percepire il dolore che ora il suo Harry stava provando.

"Allora devi andare, Harry". Fu tutto quello che disse. "Qui ce ne occupiamo noi. Ti raggiungeremo dopo".

Ma il Bambino Sopravvissuto scosse la testa. "Non posso lasciarvi qui!".

"Si, invece, Potter". Intervenne il moro Serpeverde. "Non capisci? Tu non puoi fare niente. Non puoi batterti per gli altri perché sono proprio loro a non permettertelo!". Avanzò deciso verso le fiamme che circondavano Paciock."Io non ho paura... io non ho paura... io non ho paura..." Continuava a ripetere mentre passava attraverso a quel fuoco senza esserne minimamente scalfito. "Se non affronti la paura, se capisci che non è reale, allora questa ti lascerà in pace". S'avvicinò cauto a Neville, ignorando completamente Bellatrix e s'inginocchiò davanti a lui afferrandolo per le spalle. "Datti una svegliata, Paciock! Pensi davvero che Bellatrix Lestrange perda il suo tempo appresso ad un moscerino come te, sei inutile, un impiastro. Te te la fai sotto solo per un brutto sogno? Bah!" Lo arringò beffardo ma qualcosa scattò in Neville.

Smise di tremare e con tutta la forza che aveva in corpo spinse il Serpeverde lontano, urlando. "Sta zitto, stupido di un Serpeverde. IO NON HO PAURAAA!"

Bellatrix e le fiamme che li circondavano sparirono in una nuvola di fumo mentre Neville spalancava gli occhi, istupidito. "Cosa è successo?"

"Felice di riaverti con noi, Paciock!". Il moro sorrise beffardo dando all'altro ragazzo una bella pacca sulle spalle, cosa che lo stupì ancora di più.

"Bel lavoro, Blaise". Si congratulò Ginny mentre il moro faceva il segno della vittoria.

"Si, lo so. Sono un genio". Rispose un tantino arrogante.

"Ma se la paura più profonda di Neville è Bellatrix Lestrange, qual è la tua allora?" Harry gli si parò di fronte.

"A me da saperlo e a te da scoprirlo, Light Warrior". Rispose con una smorfia indefinita. "Ora datti una mossa, prima che quel pazzo faccia qualcosa di cui poi possa pentirsi".

Non c'era niente da fare, ma non riusciva a fidarsi completamente di Blaise. C'era qualcosa in quel suo atteggiamento di chi sa sempre qualcosa più degli altri che lo irritava profondamente.

Una nuova orda di mostri si stava dirigendo verso di loro. Harry sollevò la bacchetta in segno di saluto e gli altri risposero con il medesimo gesto.

Senza voltarsi indietro, si precipitò verso l'ufficio di Silente deciso a farla finita.

******

"Ti aspettavo, Potter". Draco Malfoy se ne stava tranquillamente seduto con le gambe accavallate sulla scrivania di Silente mentre in tutta Hogwarts si era scatenato il caos. Teneva le dita incrociate sul petto, giocherellando distrattamente con i pollici quasi tutta quella situazione lo stesse annoiando a morte. Sul viso il suo solito ghigno arrogante, più malvagio e spregevole del solito. Osservava il Bambino Sopravvissuto in qualche modo divertito dallo stato pietoso in cui riversava il pigiama rosso e arancio del moro. Quella era una partita personale tra di loro e nessuno avrebbe interferito.

"Finalmente ti sei deciso, Malfoy". Harry avanzò lentamente, studiando attentamente il suo avversario.

L'altro scosse la testa, sprezzante. "Sulla scelta del cognome avrei qualche riserva ma non sono qui per parlare di questo". Sorrise e in un breve istante una sfera infuocata aveva sfiorato per pochi millimetri la testa del Grifondoro. I suoi occhi di tempesta si tramutarono in uno sguardo predatore. "Consegnami la spada!"

Quella dimostrazione di forza non lo scosse minimamente. Harry Potter estrasse la sua bacchetta dalla tasca della giacca sollevandola verso il suo avversario. "Uno contro uno. Hai paura, Malfoy?"

In un batter d'occhio il biondo era scomparso per ricomparire innanzi alla sua nemesi la bacchetta di Harry contro il suo petto e la propria contro quella del Grifondoro, puntata all'altezza del cuore. "Non chiedevo di meglio! RICTUSEMPRA!"

Harry si gettò di lato, evitando il colpo appena in tempo. Strinse nel pugno la bacchetta e prima che l'altro potesse reagire, urlò "EXPELLIAMUS!"

Draco fu colpito in pieno e gettato contro la vecchia libreria i cui tomi gli si riversarono addosso. Il pesante legno lo fece inginocchiare al suolo ma nemmeno questo sembrò fermarlo. Con un semplice gesto della mano del biondo, i libri si sollevarono in aria per poi colpire in pieno il grifone. Un vento spettrale si unì ad essi tramutando i fogli ingialliti in lame acuminate. Il ragazzo tentò di farsi scudo con le braccia ma fu a sua volta spedito contro la nera parete rocciosa., il viso ricoperto da mille tagli sanguinanti. la bacchetta era caduta lontano.

"AHHH!!!" Quattro lame gli si conficcarono negli arti, inchiodandolo come una bambola di pezza, a quel muro. Il sangue, un lago rosso ai suoi piedi, scorreva copioso da quelle ferite inumano. Un martire crocifisso ad un palo di odio.

Il Serpeverde si asciugò un rivolo di sangue che gli fuoriusciva dalla tempia e alla vista di quel liquido rosso la furia gli montò dentro. "Come hai osato!". Fiamme nere esplosero dalle sue dita incenerendo tutto quello che li circondava. "Preparati a morire, Potter. Sul serio credevo che mi avresti opposto un pò più di resistenza. Che delusione! Ma va bene, non si può avere tutto dalla vita, ti pare? E, allora... CRUC..."

"EXPALLIAMUS!"

Una nuova presenza si era unita a loro. Senza che se ne rendessero conto, Silente era intervenuto a fermarli disarmandolo prontamente. In un solo istante il preside, Remus Lupin, Severus Piton ed Hermione Granger si erano riversati nello studio le loro bacchette pronte contro il seguace di Voldemort. la Grifondoro si chinò ad aiutare il suo amico mentre Draco sbuffò seccato per il loro intervento.

La ragazza accorse al capezzale del suo amico tentando di liberarlo ma sembrava impossibile. Piton si unì a lei e con uno sforzp sovraumano riuscirono a staccare il bambino Sopravvissuto da quella parete. Harry era svenuto.

"Hmm" Sollevò un labbro in segno di repulsione. "Come al solito ecco il Comitato Difendiamo San Potter! No, no, no... non sapete che è male educazione intromettersi nelle conversazioni altrui?"

"Posa la bacchetta a terra, Malfoy!" Intimò Lupin. "Sei circondato. No fare mosse azzardate!". Il professore si avvicinò lentamente ma il ragazzo biondo sorrise sprezzante.

"Ma professore! Osa alzare la bacchetta contro un suo studente? Cosa ne penserebbe il Ministero?"

Il licantropo serrò la mascella deciso. "Tu non sei uno studente comune, Malfoy. E credo nemmeno un essere umano... comune".

Il sorriso divertito scomparve totalmente dal viso del Serpeverde lasciando il posto ad una nuova, malvagia furia omicida. "Nemmeno lei, se è per questo. è solo un cane che scodinzola e lecca la mano del suo adorato padrone! Prima quel bastardo di Black e ora il povero e infelice Harry Potter!" Rise crudele.

Il professore di Difesa contro le Arti Oscure era accecato dall'odio. Le parole dell'Incantesimo di morte gli stavano lentamente gorgogliando in gola. Oh... come avrebbe voluto lasciarle andare e distruggere una volta per tutte quel dannato essere.

Sul serio?

"Cosa?" Fu sorpreso da sentire quella voce nella sua testa.

No, non è impazzito, mio caro professore. Sto solo parlando direttamente alla sua mente. Oserebbe davvero alzare la mano contro il figlio di Sirius?

Tu non sei degno nemmeno di pronunciare quel nome!

Ma va! Forse ho qualcosa che potrebbe farle cambiare idea. Per un istante, Draco spalancò la sua mente a quella del professore e tutti i suoi ricordi, le sue paure, la sua disperazione e il suo dolore si riversarono in quella dell'uomo più anziano. Remus sentì la voce morirgli in gola. scene raccapriccianti gli si pararono davanti e quasi senza che se ne accorgesse la bacchetta s'abbassò lenta.

Visto cosa ho dovuto subire per colpa di Black!? Non ha avuto nemmeno il coraggio di cercare la sua donna e suo figlio! Meritava di morire.

Tutto quel dolore non accennava a smettere e così il licantropo cadde in ginocchio. Il Serpeverde provò una soddisfazione catartica a quella vista. Piegare quell'uomo era stato quasi soddisfacente come se la sua vittima fosse stato lo stesso Black. Una strana e nuova euforia lo pervase, rendendolo per un istante cieco alle azioni di Silente che aveva quasi del tutto finito di guarire il giovane Potter. Ma non durò a lungo. Ora doveva solo pensare a sistemare il vecchio.

"Smettila , Draco!" Silente gli si parò innanzi ma lui non ne parve per nulla intimidito. Quel vecchio era divertente, credeva di poterlo fermare.

"L'ho già detto una volta: fatevi da parte e non vi accadrà nulla. Voglio soltanto Potter".

"Lasciati salvare Draco. Noi vogliamo solo il tuo bene". Ma il biondo non la bevve. Tutte quelle idiozie sul Bene e sul Male, quelle panzane sulla sua felicità gli facevano solo andare il sangue alla testa. A nessuno importava di Draco Malfoy. Soprattutto se si trattava di quei pagliacci dell'Ordine della Fenice.

"Il mio bene? IL MIO BENE! Non mi pare che il mio nome sia San Potter quindi come mai vi interessa la mia vita? Eh!!!" la sua furia si trasformò in una vampata di calore che s'avventò sul preside, ustionandolo. "Vi importava di me quando mia avete lasciato nelle mani di Lucius Malfoy? Vi importava di me quando mia madre è stata uccisa? Vi importava di me quando Voldemort mi ha quasi ammazzato! ORA SONO IO A DECIDERE CHI VIVE E CHI MUORE... a cominciare da voi!" Schioccò le dita e alcuni cristalli comparvero in circolo intorno ad ognuno dei suoi avversari. Una strana gabbia elettrica li circondò rendendo vana qualsiasi forma di resistenza. Solo Hermione ed Harry restavano liberi.

"Questa è una cosuccia che ho appreso dal vecchio Riddle. Spero che vi piaccia". Sorrise vedendoli scagliarsi inutilmente contro quelle sbarre elettriche e impossibilitati a superarli. Gli avevano perfino fatto passare il malumore. "Vi consiglio di non muovervi. Le sbarre si restringeranno ogni qual volta tenterete di forzarle ed allora potete già immaginare il resto".

"Draco..."

"Mi spiace padrino, ma ti sei messo dalla parte sbagliata stavolta. Chiunque non sia con me è soltanto un altro verme insignificante che va eliminato!". S'avvicinò lentamente alla Grifondoro che stringeva tra le braccia un Harry ancora svenuto, la bacchetta ancora stretta in pugno. Allungò una mano verso di lei.

"Mya, amore, consegnami Potter". Hermione lo vide lì, la sua mano che la chiamava e seppe che quello era il suo momento. Prese il pugnale che teneva nascosto tra le pieghe del suo mantello e come un lampo lo colpì al braccio, provocandogli una profonda ferita. Quello era lo stesso pugnale con cui Draco soleva punirsi e ne conosceva bene le proprietà. Quella lama che aveva preso quando lo aveva salvato avrebbe nuovamente bevuto il suo sangue ma stavolta sarebbe stato a fin di bene. La lama, infatti, assorbì il liquido rosso e se ne impregnò a tal punto che il metallo divenne dello stesso colore del sole al tramonto.

Il Serpeverde si ritrasse furioso, la mano con la bacchetta ancora in pugno sulla sua ferita che fu avvolta da una strana aura nera mentre si rimarginava di sua volontà. Anche lei lo aveva tradito.

"Sudicia, piccola Mezzosangue! Bel tentativo ma avresti dovuto mirare un pò più in alto!" Socchiuse debolmente gli occhi quando una luce la circondò totalmente sollevandola a mezz'aria e impedendole qualsiasi movimento. Non riusciva a muovere un muscolo, a pronunciare una sola sillaba, gli occhi che si spalancarono per il dolore di essere stretta in una morsa invisibile.

"E chi ti dice che non ho ottenuto proprio quello che volevo" Gli rispose con lo stesso tono di sfida, l'aria che minacciava di farle esplodere il petto ad ogni respiro.

Lui piegò leggermente il capo studiandola, quasi affascinato."A che ti serve un pò del mio sangue quando puoi avermi quando vuoi? Ricorda la mia proposta è sempre valida". I loro sguardi erano fissi l'uno nell'altro pronto anche ad un solo segno di cedimento.

"Cosa? Rinnegare tutto e stare con un fantoccio come te?"

"Preferisci Potter, allora? oppure Weasley, già il piccolo Lenticchia, uno sporco traditore che non ha nemmeno il coraggio di affrontarmi?" La denigrò.

Ma Hermione non si tirò indietro. "No, voglio solo riavere il mio Draco".

"Il tuo Draco è morto. Ora rimani pure qui a vedere come elimino il vostro eroe preferito. Faremo i conti dopo, non ti preoccupare." Voltò la sua attenzione su Harry. Era il momento e non c'era nemmeno gusto ad eliminarlo così senza resistenza. "Pugio" mormorò e la sua bacchetta si trasformò in un coltello affilato. Afferrò Harry per i capelli mettendo bene in mostra la sua gola. Iniziò a premere la fredda lama sulla sua giugulare, un rivolo di sangue che scendeva lentamente. "Dov'è la mia spada, Silente?"

I suoi occhi assassini si conficcarono in quelli del Preside. Ad ogni istante che Silente rubava all'inevitabile la lama si avvicina sempre più alla carotide di quello stupido Grifondoro. Non aspettava altro.

"è all'interno di uno scompartimento segreto dietro la libreria. Ma può essere aperto sola dalla mia bacchetta". Il controllo di quel vecchio era in un qualche modo irritante. Quella sua sicurezza inquietante lo lasciava perplesso. Con un ulteriore schiocco delle dita le prese che teneva imprigionata Hermione si dissolse e lei cadde al suolo, il pugnale che scivolò via.

"Raccogli la bacchetta del vecchio e fa come ti ha detto. Riprendimi la spada!"

Hermione barcollò verso la gabbia di Silente e ne raccolse la bacchetta. Era titubante su cosa fare ma il sorriso sincero del preside la rincuorò. "La parola d'ordine è Amor Vincit Omnia, signorina Granger". Annuì impercettibilmente e si diresse verso la biblioteca semi carbonizzata. La bacchetta prese a brillare ed uno scompartimento fino ad allora invisibile si aprì innanzi a lei rivelando una strana a luminescente sfera di energia.

"Albus" Gridarono insieme Remus e Severus ma con debole movimento della mano il capo dell'Ordine li fermò. "Abbiate fede". Fu tutto quello che disse.

"Amor Vincit Omnia". La sfera si dissolse liberando la Luce nelle Tenebre.

"Prendila e consegnamela". Hermione la strinse fra le mani: era pesante, molto pesante ma in un certo senso la sentiva familiare. Uno strano formicolio iniziò a risalirle le dita ed era una sensazione quasi piacevole.

Non appena la spada fu di nuovo al fianco del suo padrone si dissolse in una fiamma oscura tornando a scomparire nel buoi della gemma ovum che il biondo portava sul dorso della mano. Le sue iridi di tempesta brillarono non appena l'eccezionale energia che quell'arma sprigionava tornò in suo possesso. Si sentì più forte e potente, finalmente pronto a finire quella pagliacciata.

"Molto bene". Disse soddisfatto. "Ora dite addio al vostro caro Harry Potter!".

"Noo!"

Iniziò ad affondare la lama nella gola,del moro quando una luce incredibile lo accecò, sprigionata da quel corpo incosciente, ma che ben presto spalancò i suoi occhi di un verde elettrico.

******

Non sapeva bene dove si trovasse. La testa gli doleva ma una strana sensazione di benessere lo pervadeva. Si sentiva come a casa...

Tutto intorno a lui esisteva solo un bianco candido ma quel colore non lo disturbava anzi... era un qualcosa di viscerale... uno strano senso di pace di cui non riusciva a capirne la provenienza... era questa la fine?

Harry...

Harry...

Harry, ti prego svegliati...

Una voce gentile lo stava chiamando, una voce che veniva da ogni dove ma al tempo stesso da dentro il suo stesso corpo... non gli era mai successo una cosa del genere...

Mio giovane discendente ti prego apri gli occhi...

Non voleva abbandonare quel piacevole senso di conforto ma non seppe dire di no a quella voce così gentile che lo supplicava.

"Cosa, cosa succede?" farfugliò ma quella voce non gli diede tempo per i suoi dubbi.

Devi fermarlo. Devi fermare il Signore Oscuro e salvare Draco...

"Ma come faccio! Lui è troppo forte! Non ho speranze contro i suoi poteri! Mi annienterebbe all'istante!"

Se ne avessi la possibilità, l'energia necessaria, proveresti ad opporti a lui? Se potessi salvarlo, lo faresti? Rischieresti la tua vita per un demone con l'anima? Rispondimi sinceramente...

"Si"

Allora, sii pronto ad accogliere i miei poteri, giovane discendente. Non c'è limite per coloro che combattono in nome della speranza...

"Giovane discendente?" Chiese allibito. Possibile che quella voce appartenesse a quella persona?

Io sono l'essere che era al principio del nostro destino. Tocca a te terminare ciò che io ho iniziato...

A quelle parole una nuova energia lo pervase e fu allora che Harry Potter capì ciò che era in realtà... cosa voleva dire essere il Light Warrior...

******

Come era successo per il giovane Serpeverde all'interno della Foresta Proibita, ora toccava ad Harry essere avvolto da una fiamma abbagliante, una fiamma candida come la neve. Questo fuoco di speranza lo avvolse come una calda coperta e lo sollevò mentre le sue membra stanche iniziarono a mutare. I vestiti sporchi e logori si tramutarono in splendidi abiti immacolati, ricamati d'argento mentre il suo corpo si faceva più forte e veloce.

Gli occhi di smeraldo si spalancarono battaglieri, degli strani segni simili a dei graffi argentei che gli adornavano a due a due le guance strette.

Un nuovo bagliore crebbe dal dorso della sua mano sinistra, dove l'ovum di Luce fece la sua comparsa. Era lui, lui stesso la luce. I suoi amici lo guardavano allibiti, sconcertati, quasi ignari che quello splendido bagliore aveva avvolto anche loro restituendoli alla libertà e donando loro nuove forze. Non avevano mai visto nulla di simile.

Discese nuovamente al suolo, parandosi di fronte ad Hermione. Draco lo fissava raggiante.

"Eccoti, finalmente!" Esultò, eccitato innanzi alla prospettiva di un combattimento senza precedenti.

"Arrenditi Draconis!" Gli intimò ma l'altro parve non sentirlo.

"Non sai da quanto aspettavo questo momento Phoenicis!" L'ovum oscuro prese a pulsare e un istante dopo, Draco aveva ceduto il suo posto al Dark Warrior. Oramai nemmeno l'Amitte Animum poteva fermare quel tornado di energia che si era scatenato in lui.

Uno contro l'altro i due guerrieri leggendari si fronteggiarono, studiandosi a fondo. Era come se fossero l'uno l'inverso dell'altro, sia il colore degli abiti, dei capelli, sia per il loro atteggiamento, il loro modo di porsi. Harry era dritto, serio, il viso imperscrutabile e imperturbabile. Anche Draco era dritto, ma quasi irradiato da quella luce omicida che gli balenava nello sguardo.

Le loro auree si scontrarono, furiose. Cozzavano, stridevano, tentavano di sottomettere la loro opposta, mulinando come un tornado. E loro due, immobili, erano proprio nell'occhio del ciclone. I secondi scorrevano come secoli interi eppure un istante successivo era come se fosse già trascorsa un'eternità. Regnava soltanto il silenzio.

"Bene, bene. Vedo che The First Light ha risvegliato i tuoi poteri solo per potermi battere. Dovrei sentirmi onorato, non credi?" L'Amitte Animum riusciva in un qualche modo ad imbrigliare la furia combattiva della sua energia, facendogli conservare, almeno all'apparenza, un briciolo di controllo.

"Ancora non capisco come The First Dark abbia potuto fare lo stesso per te". Nuovi termini e conoscenze gorgogliavano nella sua mente ed Harry si stupì nel notare che d'improvviso dai suoi occhi era come se qualcuno avesse sollevato un velo che rendeva tutto più chiaro. Tuttavia non poteva dire di star bene. Quella nuova forza che gli era stata donata tentava di sommergerlo, piegarlo nell'assecondarla alla sua causa. E gli sembrava di non avere la minima volontà nel resisterle.

"Era diverso. Era tutto diverso". lo sguardo del biondo si era fatto per un secondo vacante, sfocato, ma quell'attimo di sbandamento non era durato a lungo. Una fiammata nera era sfuggita all'ovum e ed ora la Luce nelle Tenebre era nuovamente stretta nel suo pugno. Ma non si mosse. Strano ma vero, voleva una battaglia equa. Voleva... doveva dimostrare di essere superiore a quell'eroe da strapazzo... per sé, per Voldemort e per tutti coloro che lo avevano sempre sottovalutato e ridicolizzato... voleva dimostrare a suo padre, una volta che Potter lo avesse rivisto all'Inferno, cosa si era perso quando lo aveva ripudiato come figlio scegliendo al suo posto quell'omuncolo occhialuto.

Harry... the Light Warrior fissava il suo ovum, respirando lento. Non capiva, non ricordava eppure sapeva che la risposta era in quella gemma.

Invocala, Harry... non c'è più tempo per le domande...

Un nuovo grave sospiro poi una luce accecante. Nel suo pugno, stretta e lucente, c'era l'Ombra di Luce, spada dal metallo candido e potente, forgiata dalla maestria elfica che la rendeva indistruttibile. Non riusciva a staccare lo sguardo da essa.

Ora potevano battersi...

"Scegliamo un posto migliore per batterci?" La voce del Serpeverde lo riportò alla realtà. Senza nemmeno aspettare una risposta si dissolse in un fuoco nero ma sapeva dove trovarlo.

Per un istante, Harry si girò verso i suoi compagni e solo muovendo due dita scagliò i cristalli contro la nuda roccia, riducendoli in frantumi. "State qui. Non tentate di fermarci. Non posso preoccuparmi anche per voi". Esclamò in una voce gelida che non gli era propria prima di dissolversi anch'egli in un fuoco bianco.

Non appena i due furono scomparsi, le gabbia magiche che li teneva imprigionati si dissolsero e i membri dell'Ordine furono finalmente liberi.

Remus aiutò l'anziano preside ad alzarsi ma Hermione si era già messa all'opera. Aveva afferrato il pugnale e aveva riversato il plasma che ne era contenuto nella boccetta della Pozione. Aveva capito che la salvezza di Draco ora dipendeva solo da lei, quindi non poteva permettersi alcuna esitazione.

"Che cosa vuole fare, signorina Granger?". ma le parole di Piton si persero nel vuoto. La ragazza era già scomparsa oltre la soglia, diretta verso il luogo in cui, con tutta probabilità, si sarebbe tenuto il loro scontro.

Remus fece per seguirla ma Silente lo fermò, scuotendo la testa. "Ora dipende da loro e per quanto mi spiace ammetterlo noi non possiamo aiutarli. Su andiamo, ci sono altri studenti che hanno bisogno di noi".

Lupin e Piton si guardarono fissi negli occhi, stavolta senza odio, e seguirono il preside lungo la vecchia rampa di scale.

******

BAMM BAMM

Colpo su colpo continuavano a fronteggiarsi nella tempesta. Draco attaccava ed Harry rispondeva. Harry gli scagliava contro una maledizione e Draco un nuovo anatema. le loro forze si equivalevano.

Le spade stridevano l'una contro l'altra, brillando come dei fari nella notte nell'oscurità del deserto campo da Quidditch dove si erano materializzati. I tuoni facevano loro da testimoni ma, sebbene combattessero al massimo delle loro forze, nessuno dei due riusciva a soggiogare l'altro. Gli spalti dove gli spettatori assistevano alle partite erano stati quasi demoliti del tutto, spuntoni e assi bruciacchiate qua e là testimoniavano tutto ciò che restava della loro esistenza.

"Arrenditi, Malfoy!" La voce di Harry si ergeva a malapena dalla tempesta. I suoi occhi sembravano due smeraldi fiammeggianti, animati da una luce più spettrale di quella appartenente all' Avada Kedavra.

"Mai!" Ruggì il biondo. "Non mi arrenderò mai davanti ad uno come te! Me la pagherai cara per quello che mi hai fatto!" S'avventò nuovamente contro il moro che a stento riuscì a ripararsi dall'affondo.

I loro volti erano a pochi centimetri l'uno dall'altro, potevano sentire i loro respiri fondersi, le loro auree darsi battaglia.

"Di cosa diavolo, parli!" Harry si liberò e indietreggiò di scatto.

Draco si passò una mano prima sul viso poi tra i capelli, sistemandoseli indietro come faceva quando era un ragazzino. Il suo viso era contorto in una smorfia di odio che non aveva eguali. "Mi hai portato via mia madre, mi portasti via l'amore di mio padre, stai cercando di portarti via la mia Hermione! Io ti distruggerò!".

L'odio aveva innescato in lui una miccia pericolosa. La sua aura aveva preso ad espandersi inghiottendo tutto. La pioggia, i tuoni, persino l'aria che li circondava paralizzando Harry e facendolo cadere in ginocchio. Il ragazzo si stringeva la gola, incapace di trarre anche un solo respiro. Era completamente disarmato.

Il Dark Warrior prese ad avanzare lentamente, la spada stretta con ambedue le mani, sollevata verso il cielo e pronta per il colpo di grazia. Un unico singolo colpo.

"Harry, prendi!" Come un fulmine a ciel sereno, Hermione sembrò apparire dal nulla. Gli lanciò la boccetta con la pozione con tutta la forza che aveva in corpo e il giovane Grifondoro fu lesto ad afferrarla. Mentre Draco aveva perso la sua occasione, distratto dall'improvvisa apparizione della ragazza, il Light Warrior afferrò la pozione e colpì con essa il suo avversario.

Un fuoco devastante iniziò a bruciargli in petto, come un qualcosa che il Serpeverde non aveva mai provato. "No, no, NO!" Un'energia incredibile si liberò dal suo corpo. Una luce abbagliante li investì e fu come se il ragazzo stesse esplodendo dall'interno. Harry, il più vicino a lui, si scaraventò a terra mentre quella ondata magica lo investiva e Draco cadeva al suolo, svenuto.

Ma per Hermione non fu così... Quel vento gelido la colpì in pieno, mozzandole il respiro. Senza che potesse fare nulla per muoversi fu colpita in pieno petto da un frammento di legno, acuminato come un pugnale. Il sangue aveva preso a colare copioso da quella ferita, facendola inginocchiare con le mani strette sul cuore. Era una ferita mortale.

"Hermione!" No, non poteva essere. Il moro si materializzò immediatamente al fianco della sua amica tentando di fermare l'emorragia con una mano, lei che si accasciava contro il suo petto.

"D-Draco s-sta b-bene, Harry?" Gli chiese, bisbigliando le parole quasi impercettibilmente.

"è svenuto". Rispose lui, in preda al panico. Anche ora, ferita così gravemente, il suo unico pensiero era rivolto verso Malfoy. "Devo portarti da Silente, lui saprà guarirti, non temere!"

Ma lei scosse la testa. "No, Harry. D-devi terminare l'incantesimo".

"Non se ne parla!" Urlò, squarciando il cielo come un tuono. "Non posso lasciarti morire così. Che cosa pensi che  farà senza di te, 'Mione. Che cosa farei io senza di te. Tu non puoi lasciarmi!". Hermione però non l'aveva sentito. Scivolando lentamente verso un sonno senza ogni, stava lentamente lasciando questo mondo.

"NO, NO!" In un lampo di luce, Harry si smaterializzò nella pioggia, proprio mentre Draco riprendeva i sensi.

Il biondo si sollevò lentamente, come un automa, sollevando il volto verso il cielo mentre la pioggia scrosciante gli colpiva il viso. Stette così per un tempo interminabile prima di iniziare a camminare  con lo sguardo sfocato verso la pozza di sangue dove fino ad un istante fa giaceva il suo amore. Sembrava non rendersi nemmeno conto di quello che stava succedendo intorno a lui. il suo ovum era divenuto opaco come la pietra e la Luce nelle Tenebre era scomparsa.

Si chinò a sfiorare con le dita quel liquido rosso mentre, come in un flesh, le emozioni della ragazza, il suo dolore diventavano le proprie

Calde lacrime salate, si mischiarono alle gelide gocce di pioggia che pareva volerlo sommergere con la sua forza e un grido lacerante gli salì in petto, su, più su fino al cielo infinito.

"Cosa ho fatto! CHE COSA HO FATTO!!!"

******

"PROFESSOR SILENTE!" Harry, non più il Light Warrior, urlò disperato completamente zuppo e sporco di sangue, Hermione ancora stretta tra le braccia. Lei pareva non respirare già più.

S'era rimaterializzato all'interno della Sala Grande, ora deserta, sotto gli sguardi attoniti degli insegnanti. Quelle orribili creature che avevano causato tutto quel trambusto si erano dissolte nello stesso istante in cui Draco ed Harry avevano iniziato il loro scontro. Gli studenti erano stati rispediti nei loro dormitori, tutti con in mano una boccetta di pozione soporifera. nessuno avrebbe dimenticatoi quella notte tanto presto.

"Oddio, la signorina Granger!" La McGranitt si portò una mano alla bocca, prima di correre al capezzale della ragazza insieme all'anziano preside. Gli insegnanti guardavano quella scena atterriti, le loro menti rivolte accusatori verso la mano ignota di quel crimine.

"Deve fare qualcosa, professore, deve guarirla!". Harry non si decideva a lasciarla e le sue urla squarciavano le loro anime. Silente, il viso affranto, posò due dita al collo della ragazza, e il suo volto divenne ancora più cupo. Il battito era quasi scomparso.

"Harry" Tentò di parlare ma il giovane non glielo permise.

"No, No!" Harry non poteva rassegnarsi. "Non posso perdere anche lei, non posso!" Pianse ancora più forte e le sue calde lacrime scesero sul petto martoriato della ragazza. "Non voglio!"

D'un tratto un tenue bagliore dorato prese ad illuminare le sue mani, un tenue bagliore che presto circondò tutto il corpo della Grifondoro. Piton e Lupin osservavano attoniti la scena, sorpresi all'inverosimile per quello che stava accadendo... Harry la stava curando.

Poni le tue mani sulla sua ferita e concentrati.

La stessa voce che l'aveva aiutato a trasformarsi ora era ricomparsa, dicendogli come salvare la sua amica.

Visualizza nella tua mente la sua ferita. Vedi il legno che esce da essa, i tessuti che si rimarginano, il sangue che rientra all'interno del suo corpo e riprende a circolare forte e sano. Senti la vita che torna a scorrere in lei. Puoi farcela, giovane discendente.

Harry Potter posò la ragazza al suolo delicatamente, poggiando le sue mani luminose su quella orrenda ferita.

Chiuse i suoi occhi smeraldo e si lasciò guidare da quella presenza amica.

******

Intorno a lei c'era tanta nebbia, tanta tantissima nebbia...

Centinaia, migliaia di persone camminavano intorno a lei, urtandola e circondandola, quasi lei fosse invisibile. Camminavano verso direzioni ignote mentre lei rimaneva lì, paralizzata dalla paura e dall'incertezza. Cosa stava succedendo?

"Mya". Una debole voce la chiamò. "Mya".

"Draco!" Iniziò a correre a perdifiato fra quella folla, spingendo e calpestando, verso la sorgente di quella voce. "Draco!"

Le parve di correre per un tempo infinito ma finalmente lo vide: lui era lì, al centro di quella folla senza fine, il volto segnato dalla lacrime e i polsi ricoperti di sangue, proprio come in quella sera di tempesta.

"Draco!" Gli corse tra le braccia ma il suo corpo gli passo attraverso.

"Sono venuto per dirti addio, Mya" Le sorrise triste, voltandosi verso di lei.

"Come addio, che vuol dire addio!" Non poteva crederci. No, non poteva lasciarla. No, non poteva. Tentò di afferralo nuovamente ma era impossibile. Lui non era davvero lì.

"Mi spiace per tutto, Mya. Non sai quanto avrei voluto poterti rendere felice per sempre, ma non mi è concesso" Con il dorso della mano le asciugò le lacrime che le segnavano il viso. "Trova qualcuno migliore di me e sii felice. Non chiedo altro. Perdona questo mostro indegno che ti ha causato tanto dolore e se puoi, qualche volta, ricordati di me".

Draco le si avvicinò, lento, etereo, per posarle un tenue bacio sulle labbra. Un bacio leggero come la brezza primaverile. "Addio, amore mio".

Una luce dorata la circondò contro al sua volontà, riportandola alla vita mentre tutto quello che avrebbe voluto era rimanere con lui, per sempre.

"DRACOOO!!!"

******

"Ah". Con un sussulto, il respiro tornò dentro di lei. Era salva.

Hermione aprì gli occhi lentamente, piano piano, trovandosi innanzi il viso sporco ma sollevato di Harry. Lui l'aiutò ad alzarsi e la strinse forte. La ferita si era rimarginata del tutto e non ve ne restava alcuna traccia. Anche gli abiti della giovane si erano del tutto ricostruiti.

La McGranitt, gli occhi rossi e gonfi, si lasciò andare nell'abbraccio di Silente e Remus dovette ammetter che anche il vecchio e scorbutico Snivellus pareva sollevato. Il cuore di Harry era gonfio di gioia ma Hermione sembrava sconvolta, incapace di reagire, guardarlo, parlare.

"Hermione..."

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e lei iniziò a scuotere il capo violentemente. "Non può lasciarmi, non può lasciarmi..." Continuava a ripetere.

"Hermione..."

Prime che potesse anche solo sfiorarla, lei s'era già alzata. "NON PUò LASCIARMI!". Gridò disperata, se a gli altri o a se stessa, nessuno poteva dirlo. Come un invasata corse via, Harry superato un attimo di smarrimento, al suo fianco.

Lungo corridoi bui, scale mobili, stanze devastate, la Grifondoro sembrava correre senza un meta precisa, animata solo dal desiderio di salvare la persona che più amava. Il Bambino Sopravvissuto quasi non riusciva a raggiungerla, era una furia.

Innanzi ad una vetrata completamente distrutta, la giovane si fermò di scatto, il volto completamente smarrito.

"Hermione, che succede? Ti prego parlami!" Ma lei sembrava non averlo sentito.

"Vuole lasciarmi sola, Harry. é tutto finito. Vuole lasciarmi per sempre". Nuove lacrime presero a scorrere senza sosta.

"Non è ancora tutto perduto. Non devi perdere la speranza!" Tentò di farla ragionare ma era tutto inutile "Hermione, calmati. Dobbiamo trovarlo ad ogni costo! Abbiamo solo un'ora prima che la pozione svanisca per sempre." Harry urlò tentando di superare la tempesta, ma persino lui si sentiva insignificante di fronte a quella dimostrazione di furia e dolore. Scosse Hermione per le spalle e la ragazza sembrò riprendersi ma come poteva restare calma quando la persona che amava era pronta a sacrificarsi con l'ultimo gesto estremo?

"Non mi ha detto dove si trovava, Harry". Le lacrime continuavano a scorrere senza sosta. "Non posso perderlo, non posso perderlo stavolta!". Il Grifondoro l'abbracciò, nascondendo il viso fra quei ricci castani. No, stavolta non avrebbero lasciato solo. Si sarebbero ripresi Draco e nessuno avrebbe potuto più fargli del male.

Gradini che salivano infiniti... finestre coperte dalle ragnatele... vecchie costellazioni dipinte sui muri... il fiato gli venne meno sommerso in quella miriade di immagini e flash che attraversavano la mente. Era come se potesse vedere attraverso gli occhi annebbiato di qualcun altro, gli occhi di qualcuno confuso e spaventato che urlava contro una voce sconosciuta.

"No..." Scosse la testa incredulo. "Alla torre d'astronomia. Dobbiamo andare alla torre d'astronomia". Afferrò la leonessa per mano e si gettò a perdifiato lungo le scale. Draco avrebbe tentato di distruggere il suo demone da solo. Ed Harry sapeva che nessuno dei due sarebbe sopravvissuto.

******

La porta della torre s'aprì lentamente ed una nuova ventata di vento gelido li investì. Pioggia e grandine si riversavano contro di loro ed il moro teneva la sua amica dietro di lui, tentando di farle da scudo. La torre era completamente stravolta. Tutto era distrutto, incenerito, non era sopravvissuto praticamente niente alla furia inumana di quella battaglia interiore che il biondo stava vivendo.

Erano immersi in un silenzio spaventoso. Con Hermione stretta al suo fianco, Harry avanzò lentamente verso la vecchia finestra del tetto che dava all'esterno e solo allora si accorse di sibili carichi d'odio che si alternavano a deboli sussurri. Due grida così diverse ma che venivano dalla stessa voce.

"Stupido! Non avrai mai il coraggio di farlo!" Ruggì la prima.

"Se è l'unico modo per fermarti lo farò eccome!" Pigolò la seconda.

"Credi? Sei patetico. Non hai la forza per farlo...". Sghignazzò nuovamente quella prima voce che Harry identificò come EvilDraco.

"Ho già tentato una volta. Non ci vorrà molto". Ora fu il turno di SoulDraco di rispondere. La lotta contro la sua parte malvagia, l'aveva completamente sfinito e la sua energia vitale si stava lentamente consumando fino al suo limite estremo. La pozione che gli avevano scaraventato addosso e il potere del ciondolo di sua madre avevano completamente scisso le due personalità che ora si fronteggiavano l'una contro l'altra.

"Ma davvero? E alla tua adorata Mya non ci pensi? Chi la proteggerà da Lucius? Sei disposto a rinunciare a lei anche ora che è solamente tua?" EvilDraco iniziava ad essere realmente spaventato dalla determinazione della sua anima di fermarlo e se questa li avesse uccisi, sarebbe scomparso anche lui.

SoulDraco attese un istante infinito prima di rispondere. "Mya starà meglio senza di me. Io non ho fatto altro che rovinarle la vita e farò di tutto per difenderla anche da me stesso". Lì in piedi su quel davanzale, completamente inzuppato e infreddolito dal gelo sembrava un cucciolo indifeso. Nel suo sguardo s'alternavano una malignità impaurita ed una triste determinazione in un susseguirsi di sensazioni profonde e terrorizzanti.

I due Grifondoro avanzarono lentamente, per non spaventarlo ed indurlo ad un gesto impulsivo, ma lui non si era accorto di loro. Poterono così arrivargli alle spalle, la tempesta che andava sempre più a peggiorare.

"Draco". Fu solo un sussurro quello di Hermione ma lui la udì ugualmente. Si voltò verso di lei, gocce che lente scendevano sul suo viso e lei non capiva se fosse solo pioggia, o tutte le lacrime che erano state congelate nel suo animo dal maleficio del Signore Oscuro. La sua espressione le spezzò il cuore mentre vedeva l'uomo che amava pronto al sacrificio estremo, anche stavolta solo per lei.

"Non dovresti essere qui, Mya". Mormorò, silenziosamente implorandola di non rendere tutto più difficile. Quanto avrebbe voluto baciarla un'ultima volta ma non era possibile. Doveva lasciarlo andare e proseguire con la sua vita. Una vita fatta di successi e amore, un amore ricevuto da qualcuno certamente migliore di lui.

Chinò il viso per un attimo, in preda ad uno strano dolore che lo assaliva a fitte, mentre esso si contorceva in una smorfia crudele. Rialzò gli occhi maligni, gelandole il sangue nelle vene."Ha ragione, Mezzosangue. Queste non sono faccende che ti riguardano!"

"Invece sì!" Urlò lei. Si staccò da Harry, che era rimasto impietrito innanzi a quella scena e s'avvicinò ancora un pò proprio mentre quella figura bagnata si ritraeva sempre più. "Non posso permetterti di fare questo! Non capisci che io senza di te non posso vivere!!!" Gridò contro la tempesta ma Draco restava sordo a quelle suppliche.

Quel dolore al cuore lo colpì nuovamente. Il volto di Draco mutò ancora, lo sconforto e la tristezza che si impossessavano di lui ancora una volta. Scosse la testa in diniego. "Tu non puoi amarmi, nessuno può amarmi, non sono degno di essere amato..."

"Non è vero..." ma il giovane continuò.

"Che vita potrei mai offrirti? Pensaci, Mya. Che cosa dirà la gente quando ti vedrà al mio fianco. Che cosa farai quando Voldemort mi chiederà di uccidere le persone che ami. Che farai?" Più Hermione si avvicinava a lui, più la gemma Hirui risplendeva e SoulDraco riusciva ad emergere. Eppure entrambi sapevano che il male non avrebbe ceduto.

"Non mi importa!!!"

"TI HO QUASI UCCISA, MALEDIZIONE! E LA VOLTA PRIMA HO TENTATO DI VIOLENTARTI!!!". Draco piangeva senza sosta ed Hermione con lui. Come poteva esistere un dio che permetteva che loro soffrissero tanto, Harry non lo sapeva. L'unica sua certezza era di non avere le parole che avrebbero potuto salvare Draco, quelle albergavano solo nel cuore di 'Mione.

"Non mi importa". Ripeté ma la sua furia non s'arrestava. "Ora sto bene, no? Harry mi ha curato ed ora permettici di aiutarti, ti prego, ti supplico, amore mio".

Ma il Serpeverde sorrise amaro. "Non vedi? Harry salva le persone, io le uccido. Non merito di vivere...". Si voltò nuovamente ad osservare la tempesta che irrompeva su Hogwarts, pronto all'ultimo passo. Lo aveva ammesso ora anche di fronte a lei quindi era tutto finito.

Vederlo lì, in quello stato lo riempì di una furia che non aveva mai provato. Harry si sentì pervadere dalla collera contro Voldemort e contro Lucius. Avrebbe voluto distruggerli in quello stesso istante. Piano avanzò anche lui di qualche passo, i suoi occhi freddi e determinati."Vuoi che il sacrificio di tua madre sia stato inutile?" Lo apostrofò colpendolo al cuore, nella sua ferita più profonda. "Ha dato la sua vita per te, non conta niente?"

Draco rizzò le spalle e si voltò nuovamente. "Mia madre sarebbe ancora in vita se io non fossi mai nato". Ma quella sua espressione di colpa ben presto si mutò in una che Harry non riuscì a comprendere. "Persino per mio padre, la mia vita non è stata altro che una sorta di sbaglio imbarazzante se l'ha abbandonata".

"Di cosa sta parlando, Harry?" Hermione osservava con preoccupazione sempre più crescente il volto del Grifondoro mentre veniva attraversato da un'atroce miscela di preoccupazione e tristezza innescata da quell'affermazione che sapeva essere rivolta esclusivamente a lui, il volto che gli andava facendosi di un pallore immacolato.

Ma Draco non aveva ancora finito. "Diceva di amarla eppure ci ha lasciati in balia di Lucius. Se io non mi fermo adesso, Lucius mi userà ancora contro di voi ed io non voglio che Mya subisca lo stesso destino di mia madre". Ancora una volta dette loro le spalle. "L'amore porta soltanto morte e tristezza".

Il Bambino Sopravvissuto rimase impietrito a quella risposta. Draco sapeva e lo aveva scoperto nel modo più orribile. E quella scoperta lo aveva portato a perdere fiducia nell'amore. Come era accaduto al primo Dark Warrior ora stava accadendo anche adesso.

Ma nessuno dei due era preparato a ciò che stava per accadere...

                                                            I hope you’re doing fine out there without me
                                                            ‘Cause I’m not doing so good without you
                                                          The things I thought you’d never know about me
                                                          Were the things I guess you always understood…

Hermione, incurante della tempesta che andava intensificandosi avanzò verso la finestra. Piano piano, tenendosi in equilibrio con la mano appoggiata al muro, salì sul davanzale. Un groppo alla gola le serrava il respiro ma lo tenne a bada. Ricacciò indietro tutti i suoi timori, le vertigini, e avvicinò una mano al viso del biondo, sfiorandolo teneramente. I loro sguardi si incrociarono ed allora fece scivolare la sua mano sul volto del biondo, sul suo petto, sopra il suo cuore andando a trovare rifugio in quella più ampia di lui. Il vento soffiava con ancora più forza contro di loro, la pioggia sferzava e ululava ma per lei tutto questo era inesistente. C'era solo Draco.

                                                     So how could I have been so blind for all these years?
                                                        Guess I only see the truth through all this fear,
                                                                      And living without you…

L'ondata di bontà che lo aveva travolto e seppellito il suo demone per pochi insignificanti minuti si ritrasse e l'oscurità prese nuovamente il sopravvento. Con fare spavaldo e chiaramente di sfida, EvilDraco portò la mano della giovane alle labbra e la baciò senza mai staccare gli occhi dai suoi. "Se non ti conoscessi bene, direi che c'è del marcio anche in te, mia piccola Mezzosangue". Alzò un sopracciglio, fintamente sorpreso. "Perché non abbandoni questo branco di falliti una volta per tutte e ti unisci alla mia lotta per il dominio. So che non puoi fare a meno di me!"

'Mione contraccambiò la sfida senza tirarsi indietro. Gli carezzò le labbra e nuovamente cercò la mano gelida del biondo, accogliendola nella sua, bagnata ma calda. "C'è un angelo e un diavolo in ognuno di noi, non credi? Però su una cosa hai ragione, io amo tutto di te. Che sia la tua anima o la tua malvagità, che siano entrambe queste due parti di te, il mio Draco resta sempre il mio Draco".

Di nuovo, l'amore della Grifondoro la raggiunse. Il suo cuore gelido si sciolse ai suoi raggi e il senso di colpa e lo sconforto minacciò ancora di sommergerlo.

"Se non posso salvarti da questo destino, se per te è troppo penoso sopravvivere in questo mondo di dolore, allora preferisco svanire insieme a te". Continuò la ragazza. Era serena come non lo era mai stata, il suo cuore finalmente in pace. La sua voce limpida si erse nella tempesta e, strano ma vero, persino gli elementi della natura che in quella notte erano impazziti dovettero cedere il passo innanzi alla purezza del suo amore. Non pretendeva che Draco, intimorito da quella richiesta, indietreggiasse solo per salvare lei. Voleva solo stargli accanto se non in questa vita allora in ciò che li aspettava oltre il velo.

                                                            And everything I had in this world
                                                                   And all that I’ll ever be
                                                               It could all fall down around me.
                                                                   ust as long as I have you,
                                                                        Right here by me.

"Hermione, no!!!" Harry corse verso di lei ma 'Mione lo fermò. Il Serpeverde la supplicava con il solo sguardo di scendere di salvarsi, mentre sentiva il potere della gemma Hirui svanire lentamente e l'Amitte Animum riprendere il sopravvento.

                                                               I can’t take another day without you
                                                       ‘Cause baby, I could never make it on my own
                                                              I’ve been waiting so long, just to hold you
                                                          And be back in your arms where I belong

"Sta lontano, Harry. Tranquillo, non ho paura". Sorrise nuovamente e la sua attenzione tornò a concentrarsi unicamente sul suo amore.

                                                         I’m sorry I can’t always find the words to say
                                                       But everything I’ve ever know gets swept away
                                                                           Inside of your love…

"Non pensi a ciò che stai rinunciando. Perché Mya?" La voce del biondo era poco più di un sussurro.

                                                                And everything I had in this world
                                                                    And all that I’ll ever be
                                                                It could all fall down around me.
                                                                   Just as long as I have you,
                                                                          Right here by me.

"La risposta in realtà è più semplice di quel che credi". Lei rise un pò come una bambina che ai suoi stessi giochi infantili. "Se penso al futuro, Draco, io vedo soltanto te. Voglio soltanto te".

                                                                       As the days grow long I see
                                                                    That time is standing still for me
                                                                             When you’re not here

"Voglio crescere insieme a te, diventare la tua sposa, portare nel mio grembo i nostri bambini. Ci pensi?" Il suo sguardo si dipinse di mille sfumature mentre immaginava, sognante, un futuro radioso fatto di piccole, grandi gioie che avrebbero scoperto insieme.

                                                       I’m sorry I can’t always find the words to say
                                                      Everything I’ve ever known gets swept away
                                                                             Inside of your love

"Tanti bambini dai folti capelli biondi, con il tuo sorriso e i tuoi splendidi occhi di tempesta. Mi piacciono tanto i tuoi occhi sai? Voglio dividere tutta la mia vita con te e un giorno, sempre al tuo fianco, morire felice e serena per quello che abbiamo condiviso. Per me, non potrà mai esserci nessun altro. Quindi posso dirti solo questo"...

                                                                 And everything I had in this world
                                                                         And all that I’ll ever be

Gli strinse la mano saldamente...

                                                                    It could all fall down around me.
                                                                      Just as long as I have you,
                                                                               Right here by me.

"Se salti tu, salto anch'io".

                                                                And everything I had in this world
                                                                     And all that I’ll ever be
                                                                  It could all fall down around me.
                                                                   Just as long as I have you,
                                                                           Right here by me.

Nessuno in vita sua gli aveva mai parlato in questo modo, nessuno gli aveva mai aperto il cuore con tanta sincerità ed allora sentì per un attimo la sua determinazione venir meno. Forse... forse... forse c'era ancora una possibilità per loro. Se le avesse permesso di completare l'incantesimo, magari tutti i loro sogni avrebbero potuto ancora avverarsi. Strinse ancora di più la mano della ragazza che amava e quasi impercettibilmente fece un passo indietro verso la salvezza della torre... ma...

******

A miglia di distanza, in un oscuro maniero qualcuno decise che era ora di finire una volta per tutte il Dark Warrior e la sua sudicia compagna.

"Distruggi la mezzosangue!!!" Una mano viscida come l'artiglio di un rettile, gettò nuova polvere nera all'interno del calderone, che prese a ribollire e a spumeggiare impazzito. "Animum evanesco!"

******

Come un artiglio affilato, qualcosa gli strinse il petto talmente forte da privarlo del respiro. Fu colpito da un pugno invisibile, che gli strizzava il cuore mentre un rivolo di sangue gli bagnava le labbra.

"Ahhh!!!" La vista gli si annebbiò completamente e il suo spirito fu risucchiato da un immenso vortice oscuro che lo strappò in un solo istante da quella realtà.

"Draco!" Hermione urlò ma prima che potesse anche solo pensare di avvicinarsi a lui, il Serpeverde le strinse il braccio con una forza inaudita. Con un rapido gesto le afferrò la gola stringendola e affondandole le unghie nella gola. Un ghigno di morte deformò i suoi lineamenti angelici riducendoli alla maschera di un demone.

"Vuoi morire con noi? Allora unisciti alla nostra pazzia mezzosangue!!! Ah aha aha aha..." Sollevò Hermione dal davanzale piantando i suoi occhi plumbei in quelli di smeraldo di Harry. "Scegli Potter: mi uccidi e salvi la tua mezzosangue oppure la lasci morire e completi l'Omniapurgalis? Aha aha aha aha...". Il tempo si fermò mentre Harry Potter alzava lentamente la sua bacchetta in un ultimo disperato tentativo.

Ti fermerò.

Troppo tardi moccioso, la tua mezzosangue è spacciata!

No!

"Accio Hermione!" Urlò il Bambino Sopravvissuto ma non accadde nulla. La magia del Dark Warrior era troppo forte. Con un semplice gesto della mano, Harry fu scaraventato con la parete di nuda roccia, cadendo al suolo con violenza. Un dolore acuto scoppiò come un milione di scintille nel suo braccio destro, nell'istante in cui l'osso del suo arto si ruppe in mille pezzi.

"Niente da fare, Potter. La tua ridicola magia non può nulla contro di me!". Incurante del suo braccio ferito,. Harry pensò ancora una volta a quelle emozioni che lo avevano portato a mutarsi nel Light Warrior ma il dolore gli annebbiava la mente. In lui, c'era soltanto rabbia e dolore e tristezza e il potere della Luna continuava a restare dormiente. Affinché potesse attingere ad esso, doveva combattere con cuore sereno ma ora questo gli pareva un ostacolo insormontabile.

"Che cosa vuoi fare?!" Urlò ancora, tentando di liberarsi da quelle catene roventi che sbucando dal suolo lo strinsero, bloccando qualsiasi suo movimento, lasciandogli solo la possibilità di vedere Hermione che annaspava impotente cercando di liberarsi da quella stretta mortale.

Io ti fermeròòòò!!! Con le poche forze che le erano rimaste, l'anima di Draco si concentrò allo stremo. Il suo demone sentì la vita venirgli meno mentre lo spirito faceva appello ad un potere sconosciuto. In un'ultima e disperata magia d'amore, iniziò a spegnere il suo stesso soffio di vita.

Così ci ucciderai entrambi!!! Pazzo!!!

Si

Prima che la vita lo abbandonasse completamente il demone giocò la sia ultima carta. Con un urlo inumano scaraventò Hermione fuori dalla finestra...

"NOOOO!!!", urlarono due voci mentre Mya precipitava al suolo.

******

Voldemort rise di gusto a quella scena, tornando a sedersi placido sul suo immenso trono. Uccidere il grande amore della sua vita, non aveva potuto sperare in una fine più crudele per quel ragazzo. Infondo era un peccato, tanti straordinari poteri sprecati per un sentimento così insulso come l'amore, ma infondo questa soluzione era sicuramente la migliore. Un tale shock emotivo avrebbe stroncato una volta per tutte la volontà di vivere di quell'insulso moccioso che stavolta non avrebbe avuto più alcuna ragione dal trattenersi dal prendere la propria vita. E senza il Dark Warrior, Harry Potter non avrebbe costituito per lui una minaccia più di un qualsiasi altro mago. Il potere della Luce non era sufficiente a fermare il Signore Oscuro, occorrevano anche le tenebre.

Ciò che rimaneva per lui un mistero, però, era come era stato possibile che il depositario di un tale potere fosse l'insulso figlio di Lucius Malfoy. Voldemort sapeva, sapeva che l'ultimo Dark Warrior nella storia magica era stato Salazar Serpeverde quindi come era stato possibile che lui, suo erede, non avesse ricevuto tale dono? Ah, ma ora tutto questo non contava più. Morto il giovane Malfoy, anche i poteri di quel fastidioso Potter sarebbero scemati rapidamente, non appena il bonding si fosse infranto.

Accanto a lui, Lucius e Codaliscia gioivano guardando la pura soddisfazione che si leggeva nello sguardo del loro padrone. Lo specchio rivelatore aveva mostrato loro l'intera battaglia che si era tenuta al castello di Hogwarts e dentro di loro sentivano che la loro vittoria era vicina.

Malfoy Sr non poté non provare una certa soddisfazione. Anche l'ultimo traccia dell'odiato Sirius Black sarebbe stata presto cancellata dalla faccia della Terra. Ogni volta che fissava la tempesta nello sguardo di Draco, rivedeva lo stesso ardore e disprezzo che c'era stato in quello di suo padre. Quel padre che si era sempre divertito a farlo sentire meno di zero, lui... lui che discendeva da una rinomata stirpe di purosangue, lui che aveva giurato di epurare il mondo da mezzosangue, babbanofili e mostri come i licantropi di cui l'odiato Black amava tanto circondarsi.

Ad un cenno di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, i Mangiamorte iniziarono a radunarsi intorno a lui, tronfi ed ebbri dal successo del loro padrone. In quella superficie argentea si rifletteva l'inizio del loro futuro: Harry Potter inginocchiato e impotente, un'altra insulsa mezzosangue uccisa e soprattutto il Dark Warrior finalmente al loro servizio. Ma...

Come la scintilla che segna l'inizio di un grande e devastante incendio, un puntino bianco si erse nel loro sogno di vittoria, una debole lucina nata da una piccola perla che presto divenne un bagliore devastante che scaturì dallo specchio, accecandoli...

******

Nello stesso istante in cui la Hermione veniva scaraventata all'esterno, una nuova ondata di forza lo assalì restituendolo alla vita. Quella malvagità che fino ad allora gli era parsa senza confini, gigantesca come un colosso d'un tratto si fece insignificante. Piccola e fragile, un nonnulla che poteva essere tenuto imprigionato nello stesso palmo della sua mano. E così fece... Agì d'impulso... Si gettò insieme a lei. L'avrebbe salvata costi quel che costi e se non ci fosse riuscito sarebbero rimasti insieme ugualmente. Se era questo lo shock emotivo che Voldemort aspettava per distruggerlo completamente, aveva davvero fatto male i suoi calcoli...

******

Tutto si mosse al rallentatore. Vedeva gli occhi di Draco, crudeli e assassini come non lo erano mai stati e sentiva la micidiale presa che le stava togliendo il respiro farsi sempre più letale. Poi l'aria che tornava devastante nei suoi polmoni, il vento sferzante, la pioggia battente, una scheggia di cielo nero ed un urlo straziante.

Chiuse gli occhi, una lacrima silenziosa che si mischiava all'acqua celeste, mentre sentiva il suo corpo farsi leggero come una piuma. Presto l'aria l'avrebbe schiacciata al suolo e per lei sarebbe stata la fine. Ma non le importava. Non le importava morire, abbandonare questo mondo. Non era questo il suo rimpianto... Perdonami, amore mio. Non sono riuscita a salvarti...

Un calore improvviso l'accolse, un sogno che si spalancava innanzi a lei a pochi secondi dalla fine. Qualcosa di forte e caldo la circondò, stringendola saldamente mentre ruzzolavano nella tempesta, sulle tegole taglienti, proteggendola da qualsiasi urto quando alla fine venivano scaraventati verso il suolo.

Sentì un grugnito di dolore ed un braccio cingerle la vita fin quasi a farle mani mentre la sua caduta si arrestava e restava sospesa così, per aria.

Una dolce fragranza le pervase i sensi, una nuova sensazione che oscurò tutte le altre, che riscaldò il gelo di quella notte e illuminò il buio che l'aveva travolta... il profumo dell'erba primaverile... il profumo del suo drago...

"Hermione stai bene?" Avvertì un respiro caldo poco distante dalla sue labbra ed una voce roca richiamarla alla vita. A fatica, combattendo la forza devastatrice della pioggia che continuava a imperversare su di loro, si costrinse ad aprire gli occhi e quello che vide fu per lei una visione celestiale... un miracolo... il suo, il loro miracolo...

I capelli erano completamente incollati sulla sua fronte e i suoi occhi quasi totalmente oscurati da essi ma mai, mai erano stati più vivi e belli come in quel momento. Il suo corpo emanava un calore delizioso e per un istante, non fosse per la tragicità di quella situazione, avrebbe buttato tutto all'aria per avere la possibilità di baciare in eterno quel bellissimo angelo che l'aveva salvata.

Con uno sforzo immane, Draco reggeva entrambi con un solo braccio al vecchio cornicione cadente lottando contro la natura maligna e, al tempo stesso, contro la fatica sia fisica che mentale che che lo aveva condotta sul ciglio dell'incoscienza. Le stava sorridendo, lo stesso sorriso del giorno in cui era stato catturato dall'Oscuro Signore e, senza accorgersene, Hermione si ritrovò a ricambiarlo. Annuì estasiata.

"Bene!" Sforzandosi riuscì a baciarla velocemente. "è da un pò che non ci vediamo. Devo dire che sei sempre più bella amore, sai?." Le rivolse il suo mezzo-sorriso più straordinario, quasi divertito del silenzio della sua ragazza. "è un piacere sapere che ho ancora questo effetto su di te, tesoro!"

"Draco..." Riuscì a malapena a mormorare lei.

Lui strinse i denti, tentando di tenere la sua presa su di lei più salda. "Porta le tue braccia sulle mie spalle!". Le ordinò e 'Mione ubbidì senza esitare, le loro labbra ora a pochi centimetri di distanza. I loro respiri si confusero, innamorati. Draco la baciò con foga. Aveva bisogno di sentirla vicina, ora come non mai. Cercava nei suoi occhi una qualche traccia di paura, timore, ma non ve ne trovò. C'era solo il suo amore e tanta, tanta speranza. "Mi dispiace averti coinvolta in questo casino".

"Mi spiace non averti potuto aiutare prima. Sei quasi morto per me". La pioggia rendeva più difficile restare aggrappati in quella posizione assurda ma sembrava che a quei due non importasse. "Ti amo".

"Beh, grazie" Il Serpeverde rise, divertito. "Comunque, credo che possiamo ancora tranquillamente romperci l'osso del collo, se è questo che ti preoccupa!" Lei si strinse ancora di più, nascondendo il volto nell'incavo del collo di lui, ridendo sommessamente. "A ogni modo, ti amo anch'io".

Si guardarono per un lungo istante senza dirsi niente. Non ce n'era bisogno. La tempesta nel suo sguardo sembrò placarsi per un attimo. "Non è ancora tutto finito, Mya. Lui è ancora qui. Sotto controllo ma ancora qui!". Il suo demone si struggeva nel tentativo di liberarsi ma la magia del Dark Warrior era troppo forte. Era vero, il suo fisico non avrebbe retto alla trasformazione ma poteva attingere a quella energia per restare padrone del suo corpo e salvare la persona più importante della sua vita: Mya. Guardò con rabbia lo scorcio di finestra che riusciva ad intravedere. "Potty, maledizione!" Nessuna reazione.

"Potter, vedi di fare qualcosa, qua rischiamo di ammazzarci sul serio!" Ancora nessuna reazione.

"Harry James Potter alza il tuo culo eroico e datti una mossa, cazzarola!!!"

Fece di tutto per non ridergli in faccia ma non ci riuscì... anche in una situazione assurda come quella: Draco Malfoy era sempre Draco Malfoy...

******

Fissava atterrito la finestra. Era finito... era tutto finito. Hermione era morta e Draco, pochi istanti dopo, si era gettato insieme a lei. Non riusciva a muoversi. Le energie lo avevano completamente abbandonato. Le catene magiche che lo tenevano imprigionato si erano dissolte non appena il biondo cercatore era svanito oltre la sua vista eppure per lui non faceva alcuna differenza. Si sentiva morto dentro.

Aveva fallito, anche questa volta aveva fallito: prima con Cedric, poi con Sirius ed, infine, con Hermione e Draco... aveva fallito.

Calde lacrime gli rigavano il viso mentre s'accasciava al suolo, battendo il pugno ancora sano contro la nuda pietra. Aveva fallito... continuava a ripetersi, singhiozzando, solo questo.

"Potty, maledizione!" Gli pareva quasi di sentire la voce del biondo, tornato dall'aldilà a tormentarlo, fino a quando non fosse morto di pazzia. Era tutto così reale.

"Potter, vedi di fare qualcosa, qua rischiamo di ammazzarci sul serio!" Ecco, ora Draco sarebbe comparso nel suo corpo perlaceo, con tanto di lenzuolo bianco e catene. Rise tra le lacrime: sarebbe bastato lui ad accopparlo, risparmiando a Voldemort una bella gatta da pelare.

"Harry James Potter alza il tuo culo eroico e datti una mossa, cazzarola!!!" Draco? Draco!!!

S'alzò di scatto, incurante del dolore che gli bruciava in tutto il corpo, e corse alla finestra. Non poteva crederci! Lì, appesi al cornicione, c'erano Draco ed Hermione. Erano vivi... Erano ancora vivi!!!

"Hermione, Draco. Siete ancora vivi!" Urlò dalla gioia, sporgendosi fino al limite.

"Felice di rivederti, Harry". Gli rispose la Grifondoro.

"Sarei anch'io felice di continuare questa piacevolissima ed interessantissima conversazione". Draco sollevò le labbra in un sorriso totalmente, ma totalmente falso. "Ma come vedi sono un tantino occupato!" Harry continuava a restare fermo. "Potter, giuro che se ne usciamo vivi ti strozzo con le mie mani. Tiraci fuori di qui, imbecille!" Era solo un tantino alterato, ma solo un pochino.

"La bacchetta, la bacchetta..." Come un forsennato, iniziò a frugare nella stanza, fra le macerie ma non ve ne era traccia. Doveva trovarla, doveva assolutamente trovarla...

******

"Vedi? E questo dovrebbe essere il salvatore del mondo magico?" Draco tentava di far ragionare Hermione, cercando di distrarla in tutti i modi dal guardare in basso. Oramai aveva perso quasi completamente la sensibilità nel suo braccio e non era sicuro se questo era una buona o una cattiva cosa. "Non posso lasciarlo solo cinque minuti che mi va in panne! è un imbranato!"

La fatica diventava sempre più forte e l'Amitte Animum continuava a resistere. L'ora che avevano a disposizione era quasi scaduta e presto la sua anima sarebbe scomparsa per sempre. Eppure, sapeva, aveva l'assoluta certezza che si sarebbero salvati. Dannazione, la speranza di quella ragazza era contagiosa.

"Non riesco a trovarla maledizione!" Harry tornò ad affacciarsi, disperato.

CRACK... CRACK...

Il cornicione iniziò a spezzarsi sotto il loro peso, sgretolandosi rapidamente. Impaurita, Mya si strinse a lui. Era questa la fine?

Draco, invece, non cedette. Doveva proteggerla, doveva proteggerla e costruire con lei il loro futuro. Senza staccare mai i suoi occhi da quelli impauriti di lei, gridò superando la tempesta.

"Harry... Harry ascoltami attentamente. La gemma sulla tua mano è ancora brillante vero?"

"Si" Rispose il Bambino Sopravvissuto, osservando l'ovum sul dorso della sua mano sinistra. Sentì tutta la preoccupazione svanire innanzi alla tranquillità nella voce del biondo. Una nuova forza lo pervase. Doveva solo lasciarsi guidare da lui. Draco conosceva la strada.

"Bene! Allora richiama la spada. Pensa a cosa hai provato stringendola tra le mani, pensa a come era straordinario sentirsi inondare dalla sua energia. A cosa voleva dire essere il Light Warrior! Trasformati, so che puoi farcela!". Hermione gli stava scivolando e oramai non c'era più tempo.

Harry chiuse gli occhi. Tentò di concentrarsi, tentò di richiamare quelle emozione che gli sembravano così lontane ma non ci riusciva.  era tutto così distante, così confuso. "Non ci riesco!" Urlò disperato, ma non era questa la risposta che il biondo voleva sentire.

"Devi!" Sollevò il suo sguardo. Come quella volta, come in infermeria la tempesta incontrò lo smeraldo. "So che puoi farcela fratellino!"

Quella semplice frase fu come un pugno in faccia. Draco aveva fiducia in lui...

In quello stesso istante il cornicione cedette e il Serpeverde e la Grifondoro caddero nel vuoto. Il biondo strinse a sé la sua Mya con tutta la forza che gli restava, facendole scudo con il proprio corpo. Sapeva che da una caduta di quel genere nessuno dei due sarebbe sopravvissuto ma era più forte di lui. Si tennero stretti mentre il suolo si avvicinava a tutta velocità.

"Hermione, Dracoooo!!!" Una fiammata bianca purissima avvolse il Bambino Sopravvissuto ed ancora una volta avvenne il miracolo. Il suo debole corpo di sedicenne fu sostituito da uno più forte e possente che nemmeno l'acciaio avrebbe potuto scalfire. Gli occhiali scomparvero mentre la sua vista si acuiva oltre l'inverosimile, assumendo quelle caratteristiche che la rendevano sempre più simile a quella di un uccello rapace. Candidi vestiti bianchi sostituirono la sua divisa zuppa. Il guerriero di luce era tornato.

Balzò sul cornicione ed allungò un braccio verso i suoi amici che stavano cadendo verso il suolo. Quasi a volerli afferrare, urlò "Arrestum Momentum!!!". Una luce accecante scaturì dalla sua mano, una luce che diradò le tenebre ed avvolse i due ragazzi. La caduta s'arrestò e piano, come sorretti da ali invisibili, i due atterrarono sull'erba bagnata, sotto la violenta pioggia battente. Nello stesso momento in cui questo avvenne Harry scomparve avvolto dal fuoco per poi riapparire accanto a loro ai piedi della torre.

"State bene, ragazzi?" Li scrutava attentamente nel tentativo di trovare danni o ferite da guarire ma non ve ne erano. Hermione, allontanatasi per un attimo dal suo ragazzo, lo abbracciò e lui la strinse, se non per consolarla per trasmetterle un pò di energia che sapeva le sarebbe ben presto servita..

"Ce l'hai fatta, Harry!". Risplendeva di gratitudine, letteralmente. Harry annuì mentre il suo sguardo si spostava sul biondo, in piedi, dall'aspetto stanco e stravolto ma che gli sorrideva, a metà tra un ghigno e una sincera espressione di gioia. "Già. Ma la prossima volta, mi raccomando, prenditela più comoda, dopotutto rischiavamo solo di spiaccicarci da un centinaio di metri". Tentò di scherzare ma nemmeno lui riuscì a trattenere quel profondo senso di orgoglio che in un secondo pervase il Light Warrior. Harry lo percepì distintamente e dentro di sé esultò. Avere la stima di Draco gli procurava una felicità strana ma al tempo stesso particolare, come se dentro di lui qualcosa avesse bramato per averla.

"Hey, la prossim..." Ma non terminò la frase che Draco chiuse gli occhi in preda ad un dolore fitto e lancinante. Le gambe del cercatore biondo cedettero sotto il peso della fatica e del maleficio, lasciandolo crollare al suolo. Il Grifondoro l'afferrò prontamente e solo allora si accorse di quanto il corpo del giovane fosse gelido. Forti e nuovi tremori lo scossero, la sua vista che s'annebbiava.

"Mi sa che non sto bene come pensavo" .Riuscì a sussurrare. Harry gli fece cenno di non parlare ma Draco gli afferrò la mano. Con una voce sconosciuta, sibilò. "Dieci minuti, niente di più". Per un istante i suoi occhi balenarono di un azzurro intenso, poi svenne stremato.

Harry, non perse tempo. Se lo caricò in spalla ed afferrò Hermione per un braccio, svanendo ancora una volta nel bagliore della sua magia.

******

Ricomparvero nella capanna deserta di Hagrid. Il mezzo-gigante aveva raggiunto gli altri insegnanti nel tentativo di frenare l'ondata di panico che il potere di Draco aveva causato fra gli studenti e questo luogo parve loro il più adatto e tranquillo per ciò che stavano per compiere. Nessuno prima di allora era riuscito a terminare un Omniapurgalis, e a loro venivano concessi solo dieci minuti.

Il Grifondoro osservava la sua amica armeggiare infondo alla stanza, aizzando le braci nel camino e preparando il letto sulla quale avrebbero adagiato il biondo per completare il rituale. Hermione tremava, se per il freddo o la preoccupazione, lui non lo sapeva, o forse per entrambi così fece l'unica cosa che gli venne in mente. Chiuse gli occhi per un attimo e i loro vestiti furono nuovamente asciutti mentre un piccola fiammella comparve a mezz'aria per poi distribuirsi fra i tizzoni quasi spenti e le vecchie torce di torba. Lei gli sorrise mesta ma grata.

Così come era comparsa la magia del Light Warrior lo lasciò, restituendolo al suo normale corpo di sedicenne. Era ancora nuovo a questa esperienza ma Harry capì che la trasformazione così come i suoi poteri erano legati al suo istinto di proteggere: se avvertiva che uno dei suoi amici era in pericolo allora la magia si impadroniva di lui, rendendolo invincibile. Pensò che anche per il biondo doveva essere lo stesso tuttavia per lui la cosa era più circoscritta. La minaccia doveva essere rivolta contro Hermione per innescare la magia.

Si sedette sul letto, incurante del braccio rotto, e strinse a sé suo fratello che incosciente, mormorava frasi sconnesse. Erano per lo più parole oscure altrimenti ripeteva il nome di Hermione e di sua madre, ma una singola volta, solo una singola volta, ad Harry parve di udire Draco fare il nome di Sirius.

Perché mi hai lasciato, padre?

Ora aveva la certezza che Draco sapeva. Se fossero sopravvissuti sarebbe stato un duro confronto il loro.

"Siamo pronti?" Hermione era terrorizzata ma tentava di controllarsi. Il Bambino Sopravvissuto le carezzò una guancia e lei ricambiò il suo sguardo.

"Andrà tutto bene".

Lei non rispose ma si chinò a sfiorare le labbra del suo ragazzo. "Presto starai di nuovo bene. Ed allora staremo sempre insieme".

Harry non volle approfondire il significato di quelle parole. Aveva paura di vedere i pensieri celati dietro di essi... sapeva solo che Draco non era l'unico pronto a sacrificarsi per amore. Il suo antenato aveva avuto ragione: l'amore era davvero l'arma più pericolosa.

                                                                           "Expurge corpe et animo te

                                                                           Ablegate lemuribus malis

                                                                  Per amorum meum ad virtuum revienes

                                                                         Per amor meum mihi revienes"

Continuava a ripeterlo ancora e ancora lentamente, quasi caduta in uno stato di trance dove, seppur tutto il suo essere era rivolto alla salvezza del Serpeverde, era attenta a ciò che la circondava.

Draco iniziò a tremare incontrollabilmente, gocce di sudore che gli imperlavano la fronte. Serrava forte la bocca, quasi a trattenere un grido mentre Harry faceva appello a tutte le sue forze per trattenerlo. Lo teneva stretto, seduto sul grande e lanoso letto di Hagrid mentre intorno a loro tazze e teiere vorticavano frenetici. Il biondo aveva un potere spaventoso e il Bambino Sopravvissuto sentiva i muscoli venirgli meno per lo sforzo ma si costrinse a resistere. Hermione e Draco stavano facendo la loro parte e lui avrebbe continuato a fare la sua anche se tutte le vene nel suo corpo fossero esplose.

Un minuto...

'Mione sentì una strana sensazione pervaderla, quasi un prurito fastidioso... il morso di un milione di insetti affamati che si erano accaniti contro di lei. Lentamente quella sensazione andò intensificandosi finché non mutò in una sorta di calore... e il calore in un incendio senza fine. Le pareva di sentire persino l'odore della sua carne bruciare, lo sfrigolio della pelle, ed allora fu certa che il Male che stava estirpando dal corpo di Draco l'avrebbe consumata completamente.

Due minuti...

Fu allora che le immagini le riempirono la mente senza sosta. Lampi d'orrore e depravazione... orripilanti semi piantati nello spirito del Serpeverde da lente morti alle quali era stato costretto ad assistere. La ragazza conosceva alcune vittime, ma la maggioranza erano solo corpi senza volto. Hermione sentì la nausea salirle lungo l'esofago ma la respinse. Doveva completare l'incantesimo. Solo quello.

Tre minuti...

Per un attimo, Hermione pensò che la sua vista le stesse giocando un brutto tiro ma non durò a lungo. Uno sciame oscuro prese a salire dal petto di Draco e i suoi occhi si spalancarono in un muto orrore mentre quello iniziò a danzare minaccioso intorno a loro.

"E-era davvero dentro di lui?" Poté sentire Harry mormorare sbigottito.

Gli insetti si tramutarono in forme contorte che sussurravano cariche d'odio in una lingua che lei non poteva comprendere. S'innalzarono verso il soffitto dove scomparvero per un istante, latrando come animali feriti.

Quattro minuti...

Un vento gelido iniziò a soffiare ed allora le figure nere tornarono accerchiandoli. Una nuova sensazione di malessere e di panico la colpì ed ancora Hermione temette di non farcela. Come bestie impazzite, gli spettri si scagliarono contro di loro pronti a difendersi e ad uccidere tutti coloro che avessero osato sfidare i piani del grande Voldemort. Cercando di tener fermo il Dark Warrior con solo il braccio sinistro, che in quella forma sopportava con coraggio una brutta frattura, Harry sfoderò la sua bacchetta tentando di difendere se stesso e i suoi amici, ma gli avversari erano troppi. Una delle figure la toccò, facendole accapponare la pelle. L'aria si mosse sempre più veloce e i capelli della ragazza s'agitavano selvaggi intorno a lei, colpendole il viso dolorosamente.

Cinque minuti...

"H-Hermione, Hermione". Stavolta il bambino Sopravvissuto era in pieno panico. Così come un solo istante prima s'agitava in preda a forti convulsioni, ora il biondo non si muoveva più, non gemeva più e il suo respiro era a malapena percettibile. "Hermione, Draco... non riesco più a sentire il suo respiro!". Sembrava che l'attacco che contro di loro veniva scagliato dipendesse dalle condizioni in cui riversava l'Erede dei Malfoy. Ora che lui era ad un passo dalla fine, veniva loro dato un piccolo attimo di respiro.

Avrebbe voluto fermarsi ma la Grifondoro si costrinse a continuare. Le figure nere erano così dense intorno a loro da oscurare anche la luce emanata dalle torce e dal camino. Erano viziose, oleose, come il residuo di una pozione andata a male.

Sei minuti...

D'improvviso Draco strinse la bocca così forte che le vene sulla sua fronte avevano preso a pulsare indemoniate mentre i denti battevano in un tetro e malato suono in sottofondo. Nuovamente prese a contorcersi nel tentativo di liberarsi ed ancora una volta Harry lo strinse a sé. Gettò la bacchetta, incurante delle ferite che quei mostri gli procuravano e concentrandosi unicamente sul ragazzo che aveva tra le braccia. Piegando la testa all'indietro, il Serpeverde iniziò a urlare mentre quelle forme iniziavano a diradarsi.

Sette minuti...

Più gli spettri diminuivano intorno a loro più essi si facevano pericolosi e mortali, ma le urla di Draco non cessavano. Il corpo della Grifondoro era in fiamme. Nemmeno una Cruciatus avrebbe potuto essere paragonata a quella sensazione così simile ad una combustione spontanea.

Otto minuti...

Ne erano rimaste pochissime... l'incantesimo era quasi completo...

La stanza esplose in un turbinio di fuoco e luce mentre la porta della casupola di Hagrid semplicemente fu incenerita... pezzi di legno che volavano nella aria, pezzi di legno che avrebbero potuto colpire entrambi. Una fiammata bianca li avvolse e nuovamente Harry Potter lasciò il suo posto al Light Warrior. Difendi i tuoi amici... proteggili... continuava a ripetersi... pensa solo a questo... Socchiuse gli occhi per un istante ed un'immensa barriera di luce li circondò proteggendoli da qualsiasi cosa.

Nove minuti...

Cos' vicina, così vicina... solo due ombre ancora. Draco smise di urlare e la sua testa s'accasciò contro il petto del Grifondoro. Era svenuto. E presto sarebbe toccato ad Hermione. Come uno scheletro, era così che lei si sentiva, semplicemente ad una passo dal baratro della morte. Il Male puro che era stato celato nel corpo di Draco si era in qualche modo riversato anche nelle sue vene, lasciandola debole e sfinita. Non aveva immaginato questo. Era convinta che nemmeno il Professor Piton avrebbe immaginato tanto. Nella sua mente confusa pensò che avrebbe potuto scrivere un libro sugli effetti devastanti dell'Omniapurgalis.

Un'ultima ombra... che come un avvoltoio volava su di loro... riluttante a scomparire per sempre... poteva farcela...

Quella, però, non s'arrese. Come un toro impazzito prese a lanciarsi contro la barriera luminosa innalzata dal moro. Senza esitare, quell'essere senz'anima iniziò a richiamare a sé la magia del Dark Warrior che tramutatasi in tizzoni ardenti s'accanì contro il suo stesso evocatore incosciente. Hermione pensò che questa era davvero la fine. Nuove lacrime s'affacciarono ai suoi occhi mentre nella sua mente ripercorreva la sua vita e tutte le cose che le sarebbero mancate... i pomeriggi impossibili sui compito con Harry e Ron, le chiacchierate con Ginny, le lezioni della McGranitt, le battute di Blaise... gli abbracci di Draco... i baci di Draco... Draco...

"No!" raccolse tutta la forza che le era rimasta e continuò a mormorare l'incantesimo mentre anche la sua voce veniva meno, consumata e roca.

L'ultima ombra... l'ultima...

Poi tutto esplose in una sensazione di luce e calore, un profondo senso di pace che li pervase tutti... per un momento, Hermione vide un lampo d'oro e di rosso prima che le tenebre la inghiottissero e cadesse esausta sul petto del suo amato. Una nuova fiammata bianca avvolse il Bambino Sopravvissuto mentre un debole sorriso gli illuminò il viso. Stanco, s'abbandonò anch'egli ad un sonno senza sogni, suo fratello e la sua migliore amica al proprio fianco, sfiniti ma vivi. Ma prima che perdesse totalmente i sensi, scorse un sorriso beato sul volto di Draco, del suo amico, di suo fratello, che sospirò contento quasi avesse capito che il suo incubo era finito.

In lontananza un grido inumano urlò nella notte "NOOOO!!!"

_________________________________________________________________________________________________________________
 

Note: ora 11:47 del 12 Aprile 2006. Finalmente è finito! Sono molto delusa e infuriata con me stessa per aver impiegato tanto per terminarlo ma spero che l'attesa sia valsa a qualcosa. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno continuato a recensire i vecchi capitoli e mi scuso di cuore per non aver aggiornato prima.

Alcuni pezzi saranno più lunghi di altri ma posso solo dire che alcuni di essi risalgono addirittura all'anno scorso. Non voglio trovare scuse, anche se sono stata davvero impegnata con mille e più problemi, ma credetemi non ho potuto fare di meglio.

Questo capitolo lo dedico alla mia amica M., che purtroppo è scomparsa di recente, e spero che ovunque le si trovi le possa piacere. Era una delle mie più grandi fan, nonché una persona di cui sentirò in eterno la mancanza. Per molto tempo non me la sono sentita di continuare a scrivere ma poi ho pensato che a lei avrebbe fatto piacere. Come mi diceva sempre: lo spettacolo deve sempre continuare!

Ora, bando alle cose tristi, andiamo avanti con le solite spiegazioni di fine capitolo. Quasi quasi faccio una lista, quindi procediamo in ordine:

1. la persona incappucciata che Blaise incontra in quella sua specie di visione, è, come in molti spero che abbiano intuito, il primo Dark Warrior o meglio The First Dark. I due sembrano conoscersi da tempo e credetemi se ne arriveranno delle belle. Perché, vedete, nemmeno Silente è sicuro che TFD (scusate l'abbreviazione) sia davvero morto, chissà. Vi lascio la suspance.

Per quanto riguarda Blaise e la sua paura più grande, avete notato che lui si risveglia circondato dalle fiamme. Beh, questo è un indizio molto importante anche sul perché lui e Ginny sembrano avere un'affinità così particolare...

2. piaciuta la trasformazione di Harry? Ho cercato di caratterizzarla la meglio soprattutto in un confronto con quella di Draco. Proprio per questo ho deciso di dargli il potere della guarigione. Ora sono davvero agli antipodi: uno che uccide, l'altro che guarisce. Beh, direi che i problemi di Draco sono terminati... per ora, naturalmente.

3. Il famoso "Libro della Luna", come ha potuto verificare Harry non è solo sapere magico ma la raccolta delle esperienze di coloro che li hanno preceduti. Solo lui e Draco possono accedervi e solo loro due possono decifrarlo. Tuttavia ognuno do loro può leggere solo la parte scritta dal proprio antenato. In merito, non so se ho chiarito le cose o le ho complicate ancora di più. Come Draco, anche TFD ha vissuto esperienze simile e sembra proprio che tutte le avventure che i nostri amici hanno passato fino ad ora sono state solo un allenamento per quello che dovrà ancora venire...

4. Purtroppo non so chi abbia scritto la canzone che ho inserito. L'ho trovata su un giornale qualche tempo fa ma non riesco proprio a ricordare né l'autore né il titolo. Sorry. Per quanto riguarda l'Omniapurgalis, che può essere tradotto come "purificazione di ogni cosa", ho rispolverato un pò del mio vecchio latino. Eccovi la traduzione (non proprio letterale ma questa è la più semplice possibile): ti guarisco nel corpo e nell'animo/ ricaccio via le ombre del male/ per amor mio che tu ritorni alle virtù/ per amor mio che tu ritorni da me. Avrei potuto scriverlo in italiano ma in latino ha tutto un altro fascino.

Credo che con questo sia tutto. Se ci sono altre domande potete farmele quando volete, quindi (sono praticamente in ginocchio) recensite, vi prego. Baci e alla prossima.

P.S: ringraziamenti speciali a (rullino i tamburi): super gaia, buffy88, Kiara, Francys, Didi e naturalmente Kishal. Sto pensando a quello che mi hai detto tesoro, ma le mie mani non vogliono collaborare. Al solo pensiero di Draco e Pansy in att... att... vedi si rifiutano di scrivere, beh insieme hanno minacciato di ammutinarsi. Vedrò quello che riesco a fare. Ciao ciao.

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shannara_810