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Autore: ethelincabbages    19/08/2011    10 recensioni
Rose ragiona un po' sul rapporto tra suo zio Harry e sua madre, e sul proprio rapporto con Albus. È possibile incontrare la propria anima gemella e non riconoscerla? One-shot scritta in occasione del compleanno di Leireel: Pumpkin Pie e Pumpkin Tart, in qualche bizzarro modo... tantissimi auguri!!
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hermione Granger, Rose Weasley | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Hidden Harmony is better than the Obvious'
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Tantissimi auguri Leireel!! Non solo Pumpkin Pie, ma anche Pumpkin Tart per te... spero solo che la zucca sia di tuo gradimento!
Grazie mille, ancora una volta, a Kukiness, straordinariamente attenta e paziente. 



Niente zucca per Rose

Il silenzio assoluto non esiste.
Era una di quelle frasi che la maestra alla scuola elementare amava ripetere in continuazione: assegnava i suoi bei compitini e chiedeva alla classe di rimanere in perpetuo silenzio; quando poi non accadeva, tirava un sospirone e pronunciava la frase con il lustro di un proverbio antico da ripetere nei secoli dei secoli.
Rose ogni volta annuiva convinta, mentre tirava un buffetto alla mano di Al che, puntualmente, ridacchiava, mentre cercava di copiare la nuova lettera dell’alfabeto da tracciare.
Il silenzio assoluto non esiste.
Era una lezione di cui Rose era estremamente consapevole: se non erano le urla di Hugo e Louis che si rincorrevano per la collina, erano le chiacchiere di Molly e Dominique sull’ultima fiamma di Scorpius Malfoy. O nel migliore dei casi un mormorio infinito di rane e grilli concentrati a intonare il canto dell’estate.  Oppure i passi del tuo migliore amico, impegnato a salire la scala del vostro rifugio giovanile preferito: la casa sulla quercia dietro il capanno di nonno Arthur.
“Silenzio assoluto. Sarebbe piuttosto inquietante, non trovi?”
Roteò gli occhi al cielo, al suono della voce di Albus. Ma non diede segno di averlo sentito. Al si limitò a sbuffare leggermente all’apparente mancanza di educazione della cugina.  Rose lo sentì sedersi, accanto a lei, e poi distendersi, imitando la sua posizione.
Distesi contro una vecchia asse di legno, a fissare il vecchio soffitto.
“E no, non ti ho letto la mente. È solo che sei prevedibile.”
Rose lasciò morire la risposta che aveva sulla punta della lingua. Silenzio. Non era in vena di chiacchiere in quel momento.
“Ti ho portato la torta,” insisté lui. Come se un misero pezzo di torta le potesse far cambiare idea. “Millefoglie al cioccolato.” Rose dovette cedere, mordendosi il labbro per non sorridere davanti alla premura di lui. “Niente zucca per Rosie!”
“Lo ricordi sempre,” constatò lei stupita, mentre si tirava su. Afferrò il piatto e appoggiò la schiena contro la parete della piccola casetta, lo sguardo questa volta rivolto ad Al, che rimaneva sdraiato a terra, sorridente.
“Non è facile scordare diciassette anni di capricci.”
“Ah, sì?” chiese con finta indignazione e, con evidente intento vendicativo, spalmò un po’ di crema al cioccolato sul bel nasino di Al.
“Ohoh…” Albus si raddrizzò, con tutte le intenzioni di vendicarsi. L’espressione indignata e quel bel pois nero sul naso non facevano altro che aumentare l’ilarità della situazione. Rose rise di cuore. “Peggio per te. Sprecare il cioccolato sul mio viso, non ti facevo così generosa.” Puntò alla torta di Rose, che lei difese con ogni mezzo, finché non riuscì ad afferrarle le braccia.
Ridevano, ed era bello sentire il suono delle risate; coprivano il silenzio.
Senza pensarci, gli baciò il naso, leccando via quel po’ di cioccolato che vi era rimasto. Albus si fermò a osservarla, spaventato.
“Al,” sospirò lei infine “non voglio che accada anche a noi.”

*

Una penna. Possibile che sua madre non avesse una penna su quell’immensa scrivania? Delibere, circolari del Ministero, la versione a stampa dello Statuto Internazionale di Segretezza, temperini, matite, l’inchiostro e una piuma, persino un evidenziatore giallo, ma non una semplice, cara, vecchia penna nera.
“Mamma, ma ti pare che un Magistrato non abbia una penna?” sbuffò.
“Possibile che tu debba sempre cercarla tra le mie cose?” arrivò pronta la risposta dal salotto. “Vedi nel secondo cassetto a destra.”
Rose aprì il cassettino sotto la scrivania. “Oh,” la penna c’era, ma non fu a quello ad attirare la sua attenzione.
Si diresse in salotto. Hermione stava leggendo uno di quei suoi tomi immensi di ‘lettura leggera’, e Rose si soffermò a guardarla, mentre stringeva il ritaglio di giornale tra le mani. “Mamma, secondo te è possibile incontrare la propria anima gemella e non riconoscerla?”
“Stai ancora leggendo uno di quei libri spazzatura di Lavanda Brown? Ti ricordi quello che ti ho raccontato sulla cara Lavanda?”
Rose lasciò scivolare il vecchio ritaglio tra le pagine del libro che sua madre stava leggendo, davanti ai suoi occhi. Era un ritaglio del Profeta del 5 maggio 1998, l’articolo era stato strappato e restava la sola fotografia di prima pagina: il Golden Trio il mattino dopo la Battaglia di Hogwarts. Lo sguardo di Ron vagava assorto oltre il campo visivo della foto; Hermione stringeva la mano di Harry e lui osservava il viso di lei.
Era come se quella vecchia foto trasudasse amore; ma per quanto Rose avrebbe voluto ingannarsi, non era la mano di suo padre che sua madre guardava con venerazione.
Hermione posò il libro a terra, mentre osservava la fotografia che aveva colpevolmente conservato. Rose le si sedette accanto. Cercava cocciutamente di incontrare il suo sguardo e uno sprazzo di onestà.
“Hai presente, no? L’altra metà della mela. La persona per cui sfideresti le leggi dello spazio e del tempo, per cui ti butteresti ad occhi chiusi sul dorso di un drago in fuga. La persona con cui piangi senza imbarazzi inutili. La persona a cui confessi le tue paure, e i tuoi sogni. Che ti massaggia i piedi quando sei stanca. Che ti fa incazzare talmente da non aver voglia di parlargli per mesi, ma poi ti manca così tanto che non resisti un giorno. Che ti viene a cercare quando scappi via, e ti resta accanto, rispettando i tuoi spazi. Che ti canticchia piano nell’ orecchio un ritornello scanzonato, o borbotta frasi sconnesse solo per farti ridere. E ridete insieme, così da coprire il silenzio.”
 “Sì, è possibile…” mormorò Hermione, accennando un sorriso stanco. Sembrava parlare più con se stessa che con Rose.
“E lasciarsi sfuggire qualcosa di così bello? Perché?”
“Già,” Hermione prese le mani della figlia tra le proprie. Lo faceva sempre quando doveva parlare seriamente con qualcuno: iniziava a fissare le dita del suo interlocutore e a giocherellare con esse. “Ti ricordi, avevi sei anni forse, quella farfalla che avevate trovato sotto la vostra casetta di legno alla Tana? James era riuscito a infilarla in un contenitore trasparente, e Hugo continuava a saltellarle intorno. Ricordi che fine ha fatto quella farfalla?”
“Albus mi ha convinto a liberarla perché diceva che non era quello il posto per lei.”
“E lasciarsi sfuggire qualcosa di così bello?”


Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
   
 
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