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Autore: Valeriaep    20/08/2011    1 recensioni
"Tu farai, splendere ogni giorno il sole" le disse, mentre con un dito seguiva i lineamenti del suo, dolce viso.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Era fermo sul terrazzo di quella piccola casa estiva, in un piccolo ma caotico  paesino della Puglia. Ogni sera, sale quelle strette scale, che collegano il primo piano, al secondo piano, rifugiandosi su quel terrazzo.. Poco curato, con qualche pianta incolta, dai pavimenti scambiati, forse troppo usati. Si rifugia, facendosi coccolare dal vento estivo, quello che scompiglia i capelli, quello che rinfresca la pelle, accaldata dal troppo sole. 
Il rumore della strada, arriva alle sue orecchie, il cinguettio degli uccelli, si intromette tra i suoi pensieri. Un leggero vociferare, da parte dei vicini, gli sfiora leggermente la pelle.
Poi una voce
"mamma". Intravede una piccola creatura bionda, sul balconcino affianco al suo.
"dimmi" la voce della mamma, all'interno di quella casa, si fece sentire.
"ti voglio bene" disse quella piccola creatura.
Sorrise dolcemente anche lui dopo quelle parole.
Immaginava la felicità provata  dalla mamma, o per lo meno, provava ad immaginarla. Poi ritornò a fissare il palazzo davanti a lui.Quel palazzo era il suo preferito. 
Era formato da tre piani. All' ultimo piano, c'era un'allegra famiglia Napoletana, composta da chissà quante persone, ogni giorno si aggiungeva un individuo diverso. L'aveva soprannominata "The red family" Il capofamiglia, era un uomo di statura medio-bassa. Con una grande pancia, e dai capelli rossi. Aveva pochi capelli in testa, ma tenuti bene. Ogni sera sfoggiava sul terrazzino del suo appartamento una camicia diversa. Sua moglie è una donna robusta. Sembra una donna protettiva, e probabilmente la rende ancora più protettiva quell'enorme seno che si ritrova davanti. Due sommergibili in confronto sono nulla. La famiglia è composta da  ben quattro figli. Tutti maschi. Il più grande,  probabilmente una trentina d'anni, si fa vedere poco in giro. Il medio grande,  ogni sera rientra in casa con una ragazza diversa. Il medio piccolo, ogni sera organizza partite di "scopa" clandestine con amici, fumando sigarette di nascosto dai genitori. Edinfine  il piccolo, che sembra essere quello più tecnologico della famiglia. L'altra sera,è stato visto giocare con la wii, e più o meno avrà 4 anni.
Ogni fine settimana, a questo gruppone Napoletano, si aggiungono i nonni, sono una coppia di anziani e bizzarri vecchietti. Che quando arrivano riescono a farsi riconoscere ormai da tutto il paese. Oltre al vocione della nonna Red, si aggiunge anche l'amore sconfinato del nonno Red verso le canzoni neomelodiche.
Al secondo piano, invece ci vive, nel periodo estivo, da ormai due anni da quando lui è lì, una giovane ragazza. Amante dello stile inglese, dalla sua finestra si vede in bella vista, una mega bandiera Britannica, che ricopre l'intera parete. Ama gli animali, in particolare i gatti. Ne ha uno, che girovaga, in tutto l'isolato. Una sera ha fatto compagnia anche a me. Ed infine c'è il primo piano. Che è un appartamento disabitato ed in costruzione, da probabilmente anni.
 Affascinato dall'italia. House, era partito senza una meta fissa, poi decise di trasferirsi in Puglia, la casa in cui abitava era piccola, ma adatta per un uomo solo. E poi era colorata. Con l'italiano, inizialmente, era tutto complicato. Conosceva qualche parolina, ma dopo aver vissuto la quotidinianità italiana, ha iniziato ad apprendere meravigliosamente la lingua, e a parlarla in modo decente.
Non prendeva Vicodin, ci stava riprovando. L'anno trascorso in prigione, lo avevo allontanato dal medicinale. Provò a trovare una distrazione. Ogni volta che la gamba faceva male, faceva di tutto per distrarsi. O si immergeva nella lettura, o ascoltava musica, oppure usciva, scendeva, e girava per la città.
Quella sera d'agosto, il vento era più forte del solito. La luna, tendeva a nascondersi dietro ad una nuvola. Probabilmente non aveva voglia di mostrarsi. E nel cielo non si vedeva neanche una stella. 
Dopo aver fumato una sigaretta, per noia, e non per vizio, iniziò a controllare i suoi vicini. Diene un' occhiata veloce ai Red, che però, erano nel bel mezzo di una delle loro tante cene abbondanti. Riusciva perfino a sentire il profumo delle patatine fritte, immerse probabilmente nel troppo olio. E quindi troppo fritte. Poi controllò la ragazza al piano di sotto. La vedeva ferma al computer, probabilmente chattava con qualcuno, o magari stava scaricando del materiale porno..
Tutto era così tranquillo, neanche la sua gamba si lamentava, ormai erano due settimane che non provava dolore, forse qualche leggera fitta, ma facilmente sopportabile. Amava stare sul suo terrazzo, ascoltare il silenzio, godersi la città dall'alto. Amava ogni singolo giorno in quel luogo, ogni singolo minuto trascorso su quel terrazzo, e in quelle mura colorate. 
Il suo telefono squillò, lo sentì suonare dal terrazzo.
Chi poteva mai cercarlo? Era un numero Italiano, che a stento era stato dato a qualche amico contadino della zona.
"Pronto?" il suo accento perferramente italiano, fece esitare l'interlocutore.
-"House?" la voce maschile dall'altra parte sibillò..
Ancora silenzio.
Dall'altro capo la voce non aveva niente di familiare, non gli ricordava nulla, a parte un terribile accento straniero. Qualcuno del passato lo aveva rintracciato?
-"Sono Wilson"
Quella  voce, così pacata, così gentile, quasi indiscreta.
Decise di rispondere.
" Si sono sono House, però io, non riesco a ricordarmi di te."
Ormai House,era ritornato sul terrazo,  lasciandosi cadere sulla sua solita sedia scomoda. Mentre ascoltava l'interlocutore.
-"..come?"
"Qualche anno fa, ho avuto un'incidente, mi hanno detto in moto, ho trascorso un breve periodo in carcere, se sei un parente, non preoccuparti, non ho ucciso nessuno. Sono semplicemente entrato con l'auto in un appartamento. Non chiedermi il motivo, perchè io non lo so, o meglio non lo ricordo. Uscito dal carcere, mi sono sentito spaesato, così ho preso il primo aereo, accontentadomi anche degli ultimi biglietti rimasti. La scelta era o per l'egitto o per l'Italia, ma credo che le piramidi non facciano per me. Quindi ho scelto la seconda.."
-"Allora è vero. Sei in Italia!?"
La voce era sconvolta, da quelle rivelazioni. In realtà quella situazione era ironica.
"Si, vivo in Italia. Parlo Italiano, mangio cibo Italiano, ho fatto l'amore con donne Italiane. Mi vesto con abiti Italiani. E spio i miei vicino Italiani, da un'appartamento Italiano.Ho appena chiuso una relazione con una donna Italiana, era troppo gelosa. Dicono che tutte le Italiane lo sono. Quindi se sei sempre un parente, speranzoso di vedermi con una famiglia e dei figli, mettiti l'anima in pace, perchè per il momento non c'è nessun progetto in ballo.."
Poi Esito qualche secondo. " Quindi? chi sei? Come hai fatto ad avere questo numero?
-"Io sono Wilson", rispose l'uomo, dandolo per scontato. Poi rimase in silenzio, ancora non credeva a quella situazione. "Sono un tuo amico, vivo nel New Jersey, sono stato un tuo collega. Ho avuto il tuo numero, tramite Scott Bernaby, dice di averti visto su una bicicletta, in Puglia."
 
Due mesi prima...
 
"Wilson!"
"Ehy,Cuddy.." 
"sei in ritardo."
"lo so." rispose lui.
"come mai?" investigò lei
"ho incontrato un amico per strada."
"un amico?"
Lui sorrise, le accarezzò il volto.
"non essere gelosa" le si avvicinò, baciandola delicatamente sulle labbra.
"devo parlarti di una cosa"disse l'uomo.
Si avviarono nell'ufficio di lei.
"Ho incontrato Scott, l'ex chirurgo.."
"sisi.. lo ricordo"disse lei, volendolo far arrivare al punto.
".. non so come dirtelo.."
"nel modo più chiaro possibile"
Fece un lungo sospiro "hanno visto House in Italia, su una bicicletta."
Silenzio. 
Fu come un pugno in pieno viso, lo stesso dolore.
Erano due anni, che non si avevano sue notizie, tutti erano andati avanti. Lei e Wilson, ormai si erano avvicinati sentimentalmente, stavano  provando da due anni a stare insieme, e stavano bene. E adesso, nuovamente quel nome, nuovamente House, nuovamente il dolore.

...
 
"Anche gli zoppi, possono andare in biciletta, sai?!" disse House, accentuando il suo tono ironico
Silenzio dall'altra parte del telefono.
"non sto prendendo medicinali per la gamba. Che però mi fa sempre male, solo che con intensità diverse, e poi, sono capace di gestire il dolore."
Quella voce così pacata, vibrava nelle orecchie di Wilson, vibrava in tutta la stanza, faceva vibrare il cuore di Cuddy.
"Comunque, Wilson, perchè mi hai telefonato?"
-"Perchè sono tuo amico, perchè volevo sapere come stavi. Perchè vorrei rivederti.."
"Sto bene, ma non ho nessuna voglia di tornare, non mi interessa del mio passato. A me sta bene il presente. Il presente qui."
L'uomo guardò negli occhi la donna seduta al suo fianco, che lentamente mordeva il labbro inferiore, le afferrò la mano."
"ok, House" Era sollevato, in cuor suo, era felice di sapere che House non voleva tornare, soprattutto perchè non voleva perdere la donna che aveva accanto.
"Wilson?"
-"Si?!"
"Salutami Rachel."
Quelle parole gli trafissero il cuore, gli fecero sfranare gli occhi, gli attraversarono il petto."
-"Co..come?!"
Sentiva la mano di Cuddy, stringere più forte la sua.
" L'unica cosa che so di lei è il suo nome, l'unica cosa che ho di lei è una lettera sbiadita. Mi sono informato, ho letto che è figlia della dottoressa.."Esitò, per ricordare il nome.."Lisa Cuddy. Spero stiano bene."
Pianse, le lacrime iniziarono a scendere inesorabilmente dal  volto della donna. Quell'impatto con quella voce, con quelle parole, con quell'uomo per lei furono drastiche, Pensava fosse un capitolo chiuso, pensava di provare così tanto odio, in realtà non lo aveva dimenticato E' bastata una parola per farle ritornare tutto a galla. Tutto l'odio, tutti i ricordi, tutto l'amore.
"Buona vita Wilson, è stato un piacere poter parlare con te. Se vieni in Italia fammi uno squillo."
Lisa corse via, lontana da lui, la lasciò correre. Non poteva farci nulla.

Lui ritornò a guardare il cielo, si accese una sigaretta,  aveva mentito. Ricordava tutto, ogni singolo giorno, ogni singolo dolore, ogni singolo rimpianto. Quando ha scoperto che Cuddy e Wilson avevano una relazione, decise di scappare via da tutto ciò che lo circondava, ed iniziare una nuova vita. Dimenticandosi il passato.
Ma in quella vita nuova, quella telefonata, non ci voleva..
  
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