Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: 31luglio    21/08/2011    2 recensioni
«I close my eyes and… pray». Justin finì di cantare la sua canzone preferita, ‘Pray’. Lanciò uno sguardo al pubblico del Madison Square Garden. Come sempre, era formato maggiormente da ragazze, erano sempre poche migliaia i maschi presenti ai suoi concerti. Non che si lamentasse, per carità, era così bello vedere così tante ragazze che piangevano dalla felicità, o che cantavano e ballavano e saltavano con lui. Però non riusciva a capire come mai tanti ragazzi lo odiavano. Lui non aveva fatto nulla di male! Aveva seguito il suo sogno fin da piccolo e, alla fine, si era avverato. Cercava di non pensare spesso ai numerosi haters-di-Justin-Bieber, ma non ci riusciva. Era fiero delle sue Beliebers e dei Bieberboys, ma la maggior parte delle sue preghiere andavano alle persone che lo insultavano, o che gli dicevano cose cattive.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno
 
«I close my eyes and… pray». Justin finì di cantare la sua canzone preferita, ‘Pray’. Lanciò uno sguardo al pubblico del Madison Square Garden. Come sempre, era formato maggiormente da ragazze, erano sempre poche migliaia i maschi presenti ai suoi concerti. Non che si lamentasse, per carità, era così bello vedere così tante ragazze che piangevano dalla felicità, o che cantavano e ballavano e saltavano con lui. Però non riusciva a capire come mai tanti ragazzi lo odiavano. Lui non aveva fatto nulla di male! Aveva seguito il suo sogno fin da piccolo e, alla fine, si era avverato. Cercava di non pensare spesso ai numerosi haters-di-Justin-Bieber, ma non ci riusciva. Era fiero delle sue Beliebers e dei Bieberboys, ma la maggior parte delle sue preghiere andavano alle persone che lo insultavano, o che gli dicevano cose cattive.
Da quando aveva lasciato Selena, poche settimane prima, la vita era tornata a sorridergli. Con quella ragazza si era trovato bene solo all’inizio della loro storia, durata otto mesi, ma allo scoperto solo da sei. Le prime settimane erano state stupende: baci, coccole, sesso. Qualcuno con cui divertirsi, insomma. Lei non era niente di più che una collega e un’amica e avevano fatto tutto di nascosto. Però, poi, dopo otto settimane, lei non aveva fatto giri di parole. Voleva pubblicità e l’avrebbe avuta tramite lui. Aveva fatto fare un apposito contratto, di otto mesi. Conclusi gli otto mesi, l’avrebbe rinnovato. Da quando aveva firmato quel contratto era stato suo schiavo. ‘Justin, baciami’, ‘Justin, dì che mi ami’, ‘Justin, prendimi per mano e sorridi’, erano frasi ripetute a intervalli regolari di cinque minuti. Justin aveva cominciato ad odiare Selena. Aveva cominciato a volere una vera fidanzata, qualcuna con cui si trovasse davvero bene e ancora non l’aveva trovata. Almeno, però, ora era single e lo sapevano tutti. Aveva rotto con Selena tre settimane prima, a casa di lei. Le aveva urlato in faccia che non voleva più avere niente a che fare con lei, mentre i suoi occhi marroni lo guardavano inespressivi. Finito di farle la sfuriata, aveva anche sbuffato, come per dire ‘smetti di farmi perdere tempo’, poi aveva alzato le spalle e l’aveva accompagnato con indifferenza alla porta, salutandolo con un ‘Ciao, Bieber’.
Lanciò un’ultima occhiata al pubblico, prima di intonare One Less Lonely Girl. Chissà come sarebbe stata la nuova ragazza, si chiese. Aveva già fatto un tour, e in ogni concerto la sua troupe cercava tra il pubblico una ragazza, che diventava la OLLG. Lui le regalava i fiori, la abbracciava e cantava per lei. Era la sua parte preferita dello show, rendere felice una delle sue tante fans. Cantò la canzone, più impaziente del solito di scoprire la nuova ragazza.
Circa a metà della canzone entrò la fanciulla: vestita con un paio di shorts di jeans e una canottiera bianca e lunga con scritto in mezzo ‘Peace’ in grande, in azzurro. Justin la notò subito perché era diversa dalle altre. Non portava nulla di viola, il suo colore preferito, né Supra, le sue scarpe preferite, non aveva scritto da nessuna parte ‘Bieber’ o qualcosa che c’entrasse. E non stava piangendo, urlando, tremando. Anzi, sembrava avesse un’espressione… scocciata? Ci avrebbe giurato.
Il diciassettenne la guardò mentre si sedeva: aveva le gambe lunghe, il fisico slanciato, capelli lunghi, leggermente mossi e di un colore castano chiaro, tendente al biondo. Justin le si avvicinò piano, come per non volerla disturbare. Prese i fiori dalle mani dell’abituale ballerino che glieli porgeva e, ringraziandolo con un leggero movimento delle labbra, si diresse verso la ragazza. Quando le porse le rose, lei le prese, tranquilla. Non aveva mai visto una One Less Lonely Girl come lei. Sembrava completamente indifferente a lui e i suoi occhi verdi non lasciavano trasparire un filo di emozione.
Finita la canzone, prima che la ragazza lasciasse il palco, scostandosi il microfono dalla bocca, le chiese: «Come ti chiami?».
«Abigail», fu la risposta.
«Okay, Abigail, dopo il concerto torna qui, per favore. Porta anche la tua amica, deduco che tu non sia qui da sola.»
Lei annuì seria, poi abbandonò il palco con in mano il mazzo di rose rosse. Justin si rese conto che quella sera, durante quella canzone, aveva dato il meglio di sé, per quella ragazza, quella strana Abigail. Voleva farsi piacere a tutti i costi, ancora di più di quanto già le piacesse. Perché lei era una Belieber… Vero?
   
 
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