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Autore: Samisa2    21/08/2011    0 recensioni
Jane è stata invitata al raduno degli ex allievi del suo liceo e Maura la costringerà a partecipare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa è la prima fanfic ispirata da "Rizzoli e Isles" che scrivo.
Sperando che i personaggi non siano troppo OC e che la storia vi diverti vi auguro una...
buona lettura!


“Il raduno al Fenway HS”

Capitolo 1 "L'invito"

Aprì gli occhi e cercò la sveglia con lo sguardo. Erano le 6.00.
Il suo maledetto orologio interno l’aveva svegliata. 
Richiuse gli occhi e si rigirò sull’altro lato. Strinse a se il piumone e con poca forza cercò di rimodellare il cuscino, senza successo.
Avrebbe dormito tutta la mattinata.
__ __ __

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Fece finta di niente.

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 

Sentì il rumore della chiave che girava, la porta aprirsi, dei passi e poi la sua voce.

-Janeeeeeeeeee, piccolaaaaaa sei ancora viva?

Sua madre come ogni domenica mattina era passata per ispezionare la casa.

-Jane!sei ancora al letto?!?
-mmm

Non voleva svegliarsi.

- Forza giù dal letto…
- Mà sono le sei e oggi è il mio giorno di riposo
- Sono le 10 e dovresti dedicare il tuo giorno di riposo alla casa e a te stessa. Da quando non vai a comprare qualcosa di decente da mettere? Da quando non pulisci casa?

Guardò la camera con aria disgustata

- Perché ti ho dato le chiavi di casa?
- per le emergenze!
-allora perché sei qui?

La madre andò nell’altra stanza portando con se la cesta dei panni sporchi.

-Per me due cucchiai di zucchero, grazie cara

Sentì un’altra voce femminile.

-Mauraaaa?!? Maura sei qui?

Non ebbe nessuna risposta. 

- Mauraaaa

Decise di alzarsi e di andare a controllare.
Indossava una felpa grigia, larga, scolorita e rovinata ai polsi. Un pantaloncino corto in contrasto con il felpone caldo e dei calzettoni di lana, stile nonno campagnolo.

-Maura!
-Buongiorno Jane. Vuoi una tazza di caffè?

Isles era seduta su uno degli sgabelli della cucina. Con una mano teneva il giornale e con l’altra una strana tazza con il caffè.

-Faccio da sola.

Prese un’altra tazza dall’aspetto strano e ci versò del caffè, tre zollette di zucchero e una goccia di latte. Si mise comoda sull’altro sgabello, avvicinò a se il contenitore dei biscotti e fece segno all’amica di darle una pagina di giornale.

-Tieni
-Da quando tu e mia madre complottate contro di me?

L’amica sorrise arricciando leggermente il naso.

-Bass è in letargo e io non sapevo cosa fare. Per questo ho accompagnato qui tua madre
-Perché non andavate a farvi un giro lontano da qui?
-Mi diverto tanto vedere tua mamma torturarti
-Era una battuta?

Risero sonoramente

-ehy! ragazze cosa vi diverte così tanto?

Jane guardò la sua collega poi la madre 

-Maura ha appena detto che sei una “torturatrice”

E iniziò a ridere osservando lo spettacolo offerto dalla bomba che aveva appena innescato

-cosa?
-No, non ho detto che lei è una torturatrice. Ho detto che mi diverte assistere …bhè! Lo strano approccio che avete mi diverte
-Vuoi dire che siamo strane?
-No, un po’…diciamo che non tutti si comportano così

Continuarono a parlare cercando di chiarirsi mentre la poliziotta smise di ridere concentrandosi su delle lettere poste sul tavolino.

-Mà, hai preso tu la posta?

La madre non rispose.

Bollette, pubblicità di cosmetici e un invito dell’ Fenway High School di Boston.

“Ehy Jane Rizzoli sei invitata al raduno degli ex allievi del Fenway che si terrà il 23 Settembre 2011 alle ore 21.00 nella splendida palestra del nostro magnifico Liceo.
Porta con te una tua foto del liceo e tanta allegria. 
Ti aspettiamo.

Invito valido per due persone”

Accartocciò velocemente il biglietto e lo nascose in tasca per evitare domande esasperanti .

-hai appena accartocciato l’invito del tuo liceo

si girò e notò che l’amica la stava osservando

-Hai letto la mia posta?
-No, ho solo I N V O L O N T A R I A M E N T E letto il mittente 
-Quindi ?!?
-Quindi non sei l’unica che sa investigare
-Non parteciperò!

Prese il foglio dalla tasca e lo butto sul tavolo.

-Perché non vuoi andare? Sei una bella donna e la più giovane detective del paese. Non puoi lamentarti , hai avuto successo nella vita e per questo nessuno potrà dirti niente.

Sbuffò aggiustandosi distrattamente i capelli.

-non mi va di ritornare in quell’ambiente malsano. Ho sempre odiato quei corridoi, le persone che c’erano. Ho odiato il liceo.
-Ma se non vai i tuoi amici crederanno che sei diventata una donna brutta e sola.
-Non ho voglia di incontrare Bree Lee Jonson ne gli altri.
-Bree Lee?!?
-Si era il suo nome di battesimo. E’ stata cheerleader-capo per tutti e cinque anni e…
-ti ha tormentato per tutto questo tempo
-più o meno

Prese un biscotto e bevve un sorso di caffè per nascondere l’espressione amareggiata.

-Non può essere stata così malefica…
-Urlava nei corridoi chiamandomi “cavallo selvaggio” 

Notò lo sguardo interrogativo di Maura e aggiunse

-per la camminata poco elegante e per i capelli poco curati

iniziarono a ridere come due ragazzine

-dai non è poi così grave!

Rizzoli sollevò il sopracciglio destro e la guardò meravigliata

-cosa c’è di peggio?
-vivere come un “cavallo slevaggio” dopo gli anni del liceo

indicò lo strano abbigliamento e la pettinatura poco elegante dell’amica

-Era un’altra battuta? Tra qualche giorno ti vedrò al Saturday Night Live

Angela Rizzoli in quel momento entro nella stanza con l’aspirapolvere 

-Chi andrà al Saturday Night Live?
-Maura, Maura andrà al SNL


Avviò l’aspirapolvere e iniziò ad investire tutto quello che incontrava, tappeti, tavolini, riviste. 
L’aspirapolvere era piccolo, ma emetteva un rumore insopportabile tanto che le donne si coprirono le orecchie con le mani.

-MAAAAAA’

Fece finta di non sentire.

-cerca le chiavi della macchina, io vado a vestirmi. Usciamo!
-Andiamo a comprarti qualcosa per il raduno?
-Che?
-Dai ti farò da accompagnatrice.
-Davvero?
-Sarò a tua disposizione per tutta la serata

Jane indossò un pantalone grigio, una maglietta arancione e i suoi soliti stivaletti rovinati in punta. Passò le mani tra i capelli, cercando di pettinarli e prese la felpa verde e arancio che aveva indossato il giorno prima. 
Sulla poltroncina, sotto la felpa, trovò le chiavi dell’auto.

-andiamo!
-ma non ho ancora trovato le chiavi della macchina. Andiamo con la mia?
-No. Le ho trovate io. Mà noi usciamo.

La madre fece un cenno con la testa dando poca importanza alle ragazze.
Aveva altro a cui pensare. 
Aveva una guerra da vincere.
  
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