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Autore: tomtom    22/08/2011    1 recensioni
"Muoio dalla voglia di conoscerlo, fratellino... "
[...]
"Stai ben certo, Mycroft, che potrai morire di voglia. Non sarò sicuramente io a  presentartelo... e comunque non è come pensi" 
Flashfic piuttosto abbondante, senza pretese. OOC? Forse... a voi giudicare.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Note]
Aiuto. Ebbene, questa è la prima storia che pubblico. È una cosa indecente, lo so XD
Non ho pretese, se non quella di strappare un sorriso.
Questa “robbbba” è ambientata qualche mese dopo l’incontro di Holmes con Watson, ai tempi di “Uno studio in Rosso”.
Abbiamo un’Holmes e un Mycroft che si confrontano, il tema è il nuovo coinquilino del detective; è la prima volta che l’argomento “Watson” viene sfiorato e bisogna precisare che Mycroft è (dovrebbe essere) digiuno sull’argomento.
Come detto in precedenza, non chiedo nulla… Solo, grazie per l’attenzione.
I personaggi non mi appartengono e non scrivo assolutamente a scopo di lucro.
Ringrazio per l’attenzione ;D
Ciao. *agita la manina*
 
***
 
 
Altro che castelli...
 
 
"Muoio dalla voglia di conoscerlo, fratellino... "
A quelle parole provai un'irritazione considerevole e fui costretto a spostare lo sguardo
verso la finestra di quel noiosissimo club per trichechi spiaggiati, pur di non fulminare
Mycroft con lo sguardo.
A pensarci bene, comunque, il mio fratellone era un tricheco bello (forse non proprio) e
buono, un tricheco fatto persona se non fosse stato sempre così dannatamente fastidioso,
cosa che dubito un tricheco possa essere.
Tornai a guarda quella figura immensa che era Mycroft.
"Ben detto, fratellone, le tue ultime parole sono state le più brillanti che io abbia
sentito in questi anni."
Dalla sua poltrona, Mycroft, mi lanciò un'occhiata annoiata, avendo già capito dove volessi
andare a parare.
"Stai ben certo, Mycroft, che potrai morire di voglia. Non sarò sicuramente io a
presentartelo... e comunque non è come pensi"
 
Incassò divertito la mia dose di "spirito di patata" (così si limitò a commentare il mio
intervento) e poi si accostò al tavolino che separava le nostre poltrone.
Puntò gli occhi nei miei mi avvicinai anche io.
 
"Oh, Sherlock, ti si legge in viso... sei innamorato..."
"No. Non è vero"
"...io già me lo figuro...", proseguì senza badare a me, con un'espressione sognante che
poche altre volte gli avevo visto "questo tuo Jim Watson"
"John"
"Ah, vedi, subito pronto a difendere l'identità del suo amato!"
Fortunatamente eravamo vicinissimi altrimenti non mi sarei contenuto ed avrei imprecato ad
alta voce.
"Mycroft, ti prego di smetterla."
Il punto era che quel sorriso beffardo e vittorioso mi urtava interiormente, non potevo
stare lì fermo ad incassare le sue supposizioni - totalmente esatte.
"Dicevo, questo tuo John me lo immagino già, un uomo robusto, forte, gentile, leale... Il
tuo tipo, insomma..."
Mi accesi in una risata sonora e vibrante. Sperai con tutto me stesso che non riuscisse a
cogliere il nervosismo che si celava dietro quella finta. Non poteva averla vinta e di
sicuro avrei fatto di tutto pur di non convincerlo del fatto che avesse dedotto
correttamente tutto quello che poteva dedurre sul conto di John.
 
"Mi dispiace distruggere la città volante che ti sei costruito."
"Cosa vuoi dire, Sherlock?"
"Voglio solamente sottolineare la grande portata di sciocchezze che ti sei immaginato. Le
persone avventate, sconsiderate e sognanti come te, Mycroft, si costruiscono castelli in
aria, ma tu, mio caro, con le tue supposizioni del piffero non ti sei costruito soltanto un
castello, ma anche tutta la città, una fortezza medievale italiana, in toscana, con tanto
di feudatario e contadini che sgobbano per lui..."
L'espressione incredula di mio fratello mi stimolò a continuare.
"Il dottor Watson è un anziano signore, con una stazza non troppo inferiore alla tua, molto
noioso, piuttosto silenzioso, terribilmente burbero e veramente sgradevole. Fidati,
Mycroft. John Watson è il tipo di uomo che non riuscirebbe a trovare una donna nemmeno
pagandola."
 
Passarono alcuni attimi in cui entrambi tornammo a sedere composti sulle rispettive
poltrone.
Già sogghignavo, pregustandomi la vittoria che, ero sicuro, avevo appena conseguito "per
sfinimento".
Mi alzai radioso e recuperai cappello e cappotto.
"Bene, Mycroft, ritengo non ci sia più nulla da discutere...Ci vediamo il più tardi
possibile, buona serata!"
 
Ero ormai sull'uscio quando sentii l'eco della sua voce raggiungere le mie orecchie.
"Sicuramente il Dottor Watson acconsentirà ad incontrarmi dietro richiesta..."
Mi bloccai, indeciso se tornare sui miei passi o meno.
Optai per fingere di non aver sentito e con l'amaro in bocca me ne tornai verso casa.
Mio fratello ne sapeva sempre una più di me.
   
 
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