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Autore: Back To Vegas Skies    22/08/2011    2 recensioni
[Cobra Starship]
- C-cosa... Cosa cazzo era q-quello?
- Nate, io...
- Oh mio Dio. Oh mio Dio. Oh. Mio. Fottuto. Dio. - ripeteva sottovoce Nate, continuando a tastarsi le labbra con le dita.
- Suarez, tu mi hai... baciato! Baciato! - esclamò poi, puntandogli un dito contro, con gli occhi ancora sgranati.
- Nate, ascoltami.
- N-no! Tu mi hai baciato!
- Lo so che ti ho baciato, idiota! È inutile che continui a ripeterlo! Lasciami parlare - sbottò Alex, cercando di avvicinarsi, ma Nate si allontanava camminando all'indietro.
Bene, adesso aveva addirittura paura di lui!
Sospirò e si passò una mano tra i capelli sudati.
- Ascoltami... Io... Io sono innamorato di te, Nate - disse sottovoce, ma abbastanza chiaramente.
[Nate NovarroAlex Suarez, Cobra Starship]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cobra Starship
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene sì, finalmente ho scritto una Alex\Nate-Suarez\Novarro-Suavarro-Nalex (o come la volete chiamare voi çVç) che, per chi non lo sapesse, sono il bassista e il batterista dei Cobra Starship.
Probabilmente è tutto frutto della mia moooooooooolto fervida immaginazione, ma io insieme li trovo esageratamente adorabili.
So che sicuramente non sono così zuccherosi e dolcinosi (?) come li ho descritti, ma nella mia mente (popolata da unicorni e arcobaleni) li vedo così, quindi ci accontentiamo xD
L'idea mi è venuta dopo la videochat che Alex e Nate hanno fatto con i fan, dove qualcuno (santa donna!) ha chiesto ad Alex di dare un bacio a Nate.
 
Spero vi piaccia, anche se credo che avrò un’unica lettrice e boh, se volete farvi venire il diabete, questa è la fan fiction adatta LOL
 

 
“ALEX, CAN YOU KISS NATE?”
 

Alex sapeva che l'opinione di tutti sul suo conto era unanime.
Non c'era persona che non lo considerasse un cazzone, uno che aveva sempre voglia di scherzare e che raramente prendeva le cose in modo serio.
Non che a lui non facesse piacere che la gente lo credesse così, anzi. Era comodo, in un certo senso. Nessuno si aspettava niente da lui, nessuno pretendeva nulla. Lui doveva solo suonare, fare qualche stronzata con Gabe e Ryland e il gioco era fatto. All'inizio era addirittura divertente! Ma c'era qualcosa che non aveva messo in conto: nessuno lo prendeva mai sul serio.
Persino Gabe adesso lo guardava con un'espressione scettica. Sembrava sul punto di ridere! Per lui era stato uno sforzo enorme confessarlo, dirlo a qualcuno. Si sentiva esplodere, erano mesi che lo teneva segreto, e non era stata colpa sua se l'unica persona che aveva reputato adatta a questo genere di confessione adesso sembrava volergli scoppiare a ridere in faccia.

- Fratello, tu sei ubriaco! - aveva detto Gabe speranzoso, ma dall'espressione disperata dell'amico aveva capito che il discorso era spaventosamente serio - Lo sei v-vero?  
- ...dimmi che sei ubriaco. Dimmi che hai accettato un drink da Pete (cosa che sconsiglio a tutti), dimmi che ti sei fatto di crack, di cocaina, di colla, dimmi quello che vuoi, ma non puoi stare parlando seriamente! - la sua voce era supplichevole, il suo sguardo quasi... spaventato.
- Io... io credevo che tu saresti stato la persona adatta a cui dirlo... insomma... stai con Beckett da anni! - Alex piagnucolava, mordendosi forte le labbra di tanto in tanto.
- Ma con Bill è diverso! - rispose l'altro, scattando subito sull'attenti non appena Alex aveva pronunciato il nome del suo ragazzo.
- Perché? Che cosa cambia, Gabe?
- È di Nate che stai parlando, cazzo! Nate!
- E allora? - Alex sembrava sul punto di piangere. Si sentiva stupido ad averne parlato. Sarebbe stato molto molto meglio continuare a tenersi il suo bel segreto e magari portarselo nella tomba.
- Non... Non... Oddio - balbettò Gabe tra sé, prendendosi il volto tra le  mani.
- Ma sei proprio... insomma... innamorato innamorato? - riuscì a dire dopo qualche minuto.
Alex per tutta risposta sollevò un sopracciglio.
- Dovrei... dovrei essere felice per te, immagino...
- Perché qualcosa mi dice che non lo sei? - chiese sarcastico Alex.
- Perché sono sicuro che manderai tutto a puttane, Suarez! Te lo scoperai, poi ti stancherai di lui, gli spezzerai il cuore e... Mi sfascerai la band! - esplose l'altro, agitando le braccia in modo molto teatrale.
- Giusto! Perché è solo questo che è importante! Dio, Gabe, riesci a pensare a qualcosa che non sia la band o il pisello di William?
- Ma... io...
- Sai cosa ti dico? Io mollo. - lo interruppe.
- Co-cosa?!
- Me ne vado, ne ho abbastanza. Di te, dei Cobra e dei miei fottuti sentimenti che tutti sembrano ignorare, cazzo!
- Alex, aspetta! - gridò Gabe, ma inutilmente. Alex era già uscito dal tourbus sbattendosi violentemente la porta alle spalle.
 
Si fidava di Gabe, o almeno lo aveva sempre fatto fino a quel momento. Aveva creduto che, tra tutti, lui sarebbe stato quello che lo avrebbe capito di più, dato che anche lui era innamorato di un ragazzo. E invece si era sbagliato. Gabe aveva pensato alla band, aveva pensato al povero piccolo cuoricino di Nate, ma non aveva pensato ad Alex. "Te lo scoperai e gli spezzerai il cuore", aveva detto. E al suo, di cuore, non ci pensava?
 
Non sapeva per quanto tempo aveva camminato, senza pensare ad una destinazione precisa, con il sole delle tre del pomeriggio che gli cuoceva la pelle e la maglietta che ormai gli si era completamente incollata addosso. Il paesaggio era sempre uguale, forse sarebbe stato saggio tornare indietro, e in effetti stava per fare dietrofront e ritornare almeno a riprendere le sue cose, quando, in lontananza, scorse una piccola stazione di servizio. Ma mentre si avvicinava per entrare nel bar si rese conto di non avere neanche un soldo con sé.
- Porca puttana! - disse sbuffando.
Si sedette su una panchina all'ombra, accanto all'entrata, e appoggiò la testa contro il muro rovente.
Pensò a Nate, a quanto fosse dolce e simpatico, pensò alla videochat che avevano fatto insieme qualche giorno prima e al suo cuore che aveva cominciato a battere più forte quando una fan gli aveva chiesto "Can you kiss Nate?" e lui l'aveva fatto, per finta e continuando a dire stupidaggini, ma l'aveva fatto. Non riusciva a togliersi dalla testa la sensazione delle labbra di Nate sotto le sue dita, il suo viso così vicino... Okay, era ridicolo, ma non riusciva più a tenere a freno i suoi sentimenti. Avrebbe voluto gridare al mondo che erano mesi che amava Nate Novarro e, cazzo, l'avrebbe sposato subito se lui gli avesse detto 'sì'!
Non sapeva bene come l'amicizia si era trasformata, gli aveva sempre voluto bene come un fratello, eppure era successo. Forse la colpa era stata della vodka, ma una notte si era ritrovato a sognarlo in modi non del tutto amichevoli. E nonostante la mattina seguente fosse abbastanza frastornato, ricordava nitidamente molta, decisamente troppa, pelle nuda, il suo piercing al naso che brillava vicino a parti abbastanza intime, sudore e mani e lingue e... Si era guardato i boxer e con sua estrema sorpresa si era ritrovato con un'erezione assurda (che era sparita solo dopo 3 docce ghiacciate). La storia si era ripetuta per giorni, finché non si era trovato a guardarlo dormire nella sua cuccetta, a pensare a quanto fosse bello e combattendo contro la voglia di stendersi accanto a lui e accarezzargli i capelli.
Non c'era stato verso di far sparire quei pensieri.
Nel mese seguente si era scopato ragazze su ragazze, si era ubriacato, drogato, si era immerso nel lavoro, aveva provato a ignorarlo, ma niente. Ogni volta che semplicemente lo guardava, sentiva l'impulso irrefrenabile di abbracciarlo e di proteggerlo, di baciarlo, di sentirlo suo. E ogni volta che Nate usciva con qualcuna, si sentiva rodere così tanto dalla gelosia, che entrava nel bagno degli uomini con la prima capitata sperando che lui entrasse e li vedesse, anche se subito dopo si sentiva così schifoso che tornava in albergo o nel bus più triste e demoralizzato che mai.
Non gli era mai successo niente di simile, con nessuna delle ragazze con cui era stato.
 
- Alex? Alex? Alex, stai bene?
Probabilmente stava ancora sognando, dato che sentiva la voce di Nate chiamarlo.
- Alex?
- Mmmmh - rispose, agitando un braccio, per scacciare chiunque lo stesse disturbando.
- Alex, sono io, Nate! Svegliati!
Qualcuno lo stava scuotendo delicatamente, e questo qualcuno aveva detto di essere Nate.
Aprì gli occhi lentamente, aveva la testa dolorante e la schiena a pezzi. Dio, che squallore... aveva dormito contro un muro!
- Oddio... dove sono? Che-che ore sono? Dov'è Nate?
- Il sole deve averti colpito proprio forte, amico! Comunque, sei ad una stazione di servizio a 5 chilometri dal tourbus, sono le sei del pomeriggio e Nate è qui - rispose la voce di cui non aveva ancora identificato il padrone.
Quando riuscì a mettere a fuoco l'immagine, riconobbe Nate che lo guardava con un'espressione preoccupata.
- Ti sto cercando da due ore e mezza - aggiunse poi, abbassando lo sguardo.
- Scusa - riuscì a dire, anche se avrebbe voluto aggiungere parecchi insulti rivolti a se stesso. Aveva fatto preoccupare Nate, lo aveva fatto camminare per ore sotto il sole.  Esisteva un essere più orribile di lui?
Nate fece spallucce, poi disse:
- Forse è meglio che andiamo. Ti sei perso anche il soundcheck... Gabe è furioso.
Alex annuì, alzandosi a fatica dalla panchina. Probabilmente le persone di passaggio l'avevano preso per un barbone.
- Non devi prendertela così tanto per quello che dice Gabe. La maggior parte delle volte il suo cervello non è collegato alla bocca - disse poi Nate, sorridendo e poggiandogli una mano sulla spalla.
- Non... Non è Gabe il motivo per il quale me ne sono andato - rispose sottovoce, continuando a camminare, le mani in tasca e lo sguardo basso.
- Oh.
Nate sembrava sorpreso. Sicuramente ci aveva pensato e non aveva trovato nessun altro motivo plausibile.
- Beh... Qualunque problema, se ne vuoi parlare, io sono qui - aggiunse poco dopo con un sorriso.
- Sicuro - rispose Alex, trattenendo a stento una risata.
 
Camminarono in silenzio per più di mezz'ora.
- Non puoi telefonare a qualcuno per farci venire a recuperare? - chiese Alex, asciugandosi il sudore dalla fronte.
- Non ho portato il cellulare - rispose Nate, arrossendo.
- Ma... ma... Perché?
- Ero preoccupato per te e sono uscito in fretta... - cercò di scusarsi, con il risultato che Alex si sentì sull'orlo di un attacco cardiaco fulminante.
- Davvero eri preoccupato per me? - chiese senza riuscire a trattenere un sorriso enorme.
Nate annuì, senza guardarlo.
Alex gli saltò al collo e lo abbracciò forte.
- Grazie! - disse, con il naso affondato nella sua spalla.
Nate si irrigidì, poi, dopo qualche secondo, ricambiò l'abbraccio.
- Per così poco... - rispose timidamente.
- Non è poco per me - sorrise Alex.
Era bello stare stretto a lui, anche se in quel momento si trovavano in mezzo al nulla ad una temperatura di 40 gradi all’ombra.
Sollevò la testa dalla sua spalla e lo guardò. I loro volti erano tremendamente vicini...
Gli mise le mani sul viso, accarezzandone la pelle resa un po' ruvida dalla barba, socchiuse gli occhi e, con il cuore che correva in un modo assurdo, poggiò delicatamente le labbra sulle sue.
Nate sembrava pietrificato, ma Alex non si arrese. Infilò con dolcezza la lingua nella sua bocca, continuando ad accarezzargli le guance.
Ma non ebbe neanche il tempo di abituarsi alla sensazione che, in meno di un millesimo di secondo, Nate era a due metri da lui, che lo guardava con gli occhi sgranati e una mano tremante sulla bocca, con l'espressione più sconvolta che Alex avesse mai visto in vita sua.
- C-cosa... Cosa cazzo era q-quello?
- Nate, io...
- Oh mio Dio. Oh mio Dio. Oh. Mio. Fottuto. Dio. - ripeteva sottovoce Nate, continuando a tastarsi le labbra con le dita.
- Suarez, tu mi hai... baciato! Baciato! - esclamò poi, puntandogli un dito contro, con gli occhi ancora sgranati.
- Nate, ascoltami.
- N-no! Tu mi hai baciato!
- Lo so che ti ho baciato, idiota! È inutile che continui a ripeterlo! Lasciami parlare - sbottò Alex, cercando di avvicinarsi, ma Nate si allontanava camminando all'indietro.
Bene, adesso aveva addirittura paura di lui!
Sospirò e si passò una mano tra i capelli sudati.
- Ascoltami... Io... Io sono innamorato di te, Nate - disse sottovoce, ma abbastanza chiaramente - Innamorato innamorato - precisò, precedendo qualunque tipo di domanda stupida alla Gabe.
Nate stava zitto, con gli occhi sgranati.
- Tu sei impazzito, Suarez! Il sole ti ha dato alla testa! - disse poi, continuando a mantenere quell'espressione sconvolta. Ecco, adesso neanche Nate gli credeva.
- È per questo che me ne sono andato! Ero stanco di tenerlo nascosto! Sono davvero innamorato di te, Nate. Credimi.
- T-ti credo, solo che... Oh Gesù. Ho bisogno di alcool.
 
- Sarà molto molto, decisamente molto meglio per te se non ti azzardi mai più a sparire in questo modo, Suarez!
La faccia di Gabe era livida di rabbia, la sua voce probabilmente l'avevano sentita fino in Africa.
- E tu! - si girò verso Nate - Parecchi anni fa hanno inventato un oggetto meraviglioso, lo chiamano cellulare, non so se lo conosci!
Vicky ridacchiò e anche Alex lo avrebbe fatto se non si fosse sentito così umiliato.
Nate non gli parlava praticamente dall' "incidente" ed evitava persino di guardarlo.
Salirono sul palco dopo pochi minuti, salutando il pubblico sorridendo.
Alex non parlò, si limitò a stare fermo al suo posto senza guardare nessuno.
Gabe rideva, cantava, parlava con i fan, tutto come sempre.
Alex per la prima volta in tutta la sua carriera si ritrovò a pregare che arrivasse presto l'ultima canzone, per correre via da quel palco, lontano dai riflettori e dagli sguardi di centinaia di fan, lontano dalla persona che amava di più al mondo, ma che adesso lo odiava e lo evitava come mai nessuno aveva fatto prima.
 
 
Nate, durante quello show, aveva fatto schifo. Aveva sbagliato almeno dieci volte, attirandosi tutte le maledizioni possibili da parte di Gabe e di Ryland che si erano dovuti inventare soluzioni assurde per poter rimediare e fare in modo che il pubblico non se ne accorgesse.
Alex aveva posato il basso ed era corso verso il tourbus, si era spogliato e si era infilato nella sua cuccetta, il tutto in meno di cinque minuti e sotto gli sguardi sconcertati degli altri. Chiuse la tenda, si tirò le lenzuola fino a sopra la testa e si premette il cuscino sulla faccia. 
- Suarez - si sentì chiamare, anche se i numerosi strati di tessuto sopra di lui gli impedivano di riconoscere chi fosse a disturbarlo.
Non rispose. Sentì la tendina aprirsi e la voce che lo chiamava più vicina.
- Suarez, cazzo, lo so che sei sveglio. Rispondimi.
- Vattene, Gabe! Lasciami in pace.
Qualcuno gli tirò giù il lenzuolo e lanciò il cuscino ai piedi della cuccetta.
- Non sono Gabe e non me ti lascio in pace.
- Nate... Va' via, per favore. Mi sento già abbastanza umiliato... - disse, cercando di sporgersi per prendere la tenda, ma Nate la teneva ferma saldamente.
- Fammi spazio - disse Nate, serio.
- Cosa?
- Ti devo scrivere una lettera per fartelo capire? - chiese, arrampicandosi sulla scaletta di ferro e stendendosi accanto ad Alex, che lo guardava con un'espressione sbigottita mentre si appiattiva contro la parete.
Tirò la tenda scura bruscamente, poi si girò verso Alex.
- Non capisco perché sei qui.
- Mi sembra che io e te abbiamo lasciato un discorso in sospeso, Suarez.
Alex deglutì.
- Non ho più niente da dire - disse sottovoce, abbassando lo sguardo e cercando di spingersi maggiormente contro il muro.
- Okay. Ora tu ascolti me, però.
Alex annuì, continuando a non guardarlo.
- Guardami, Alex - cominciò Nate a voce bassa. Gli prese il mento con una mano e gli sollevò il viso.
- Guardami!
- Ti... ti sto guardando - rispose, un po' spaventato.
- Come può uno come te essere innamorato di uno come me?
- C-cosa vuoi dire?
Nate sospirò, senza togliere la mano.
- Tu sei... Tu sei simpatico, divertente e sei... Cazzo, sei così bello! È impossibile che io possa piacerti - disse, e anche se sorrideva, il suo sguardo era triste e malinconico.
- Sei proprio un cretino, Nate - rispose Alex, sorridendo, mentre sentiva il petto alleggerirsi in modo considerevole.
- Eh?
Alex cominciò a ridacchiare, Nate sembrava quasi indignato.
- Come puoi solo pensare una cosa del genere? - disse dopo un po', smettendo di ridere, ma sulle labbra gli rimase un sorriso.
- Io sono innamorato di te. - sussurrò - Sono tanto tanto tanto innamorato di te. Credimi, tu per me sei l'essere più perfetto che esista e non devi chiederti come tu faccia a piacermi, sono io che devo chiederti se sono abbastanza per te!
Nate si sciolse in un sorriso e in un attimo i centimetri che li separavano sparirono.
Alex lo tirò sopra di sé, stringendolo per i fianchi, e Nate gli allacciò le braccia al collo.
- Scusa se prima mi sono sconvolto, ma non me l'aspettavo - sussurrò Nate, con un tono che sembrava davvero dispiaciuto.
- Non importa, adesso mi ripagherai con gli interessi -  rispose Alex sfiorandogli le labbra.
- Oh, davvero? - ridacchiò Nate, lasciando che i loro nasi si toccassero.
Alex sentiva il respiro caldo di Nate su di lui, le sue mani che gli accarezzavano i capelli e i suoi occhi che lo guardavano e che sembravano più belli che mai, e allora non riuscì più a trattenersi.
Sporse velocemente il viso in avanti, intrappolando le labbra di Nate nelle sue, e cominciò a baciarlo con forza, stringendolo di più a sé e sentendosi mancare quando l'altro aveva risposto al suo bacio.
Fu qualcosa di frenetico e disordinato, c'erano saliva e lingua e denti e la barba di Nate che gli pizzicava la pelle, ma era una sensazione così meravigliosa che si chiese come aveva fatto a vivere senza fino a quel momento.
Nate intrecciò saldamente le dita di Alex insieme alle proprie, continuandolo a baciare con dolcezza. Era tutto così perfetto che niente avrebbe potuto...
- Oh Cristo!
Un grido acutissimo li fece sobbalzare, facendo sbattere Nate con la testa contro il legno della cuccetta.
I restanti componenti dei Cobra erano lì, davanti a loro, tutti e tre con un'espressione sbigottita dipinta sul viso.
- Ah, siete solo voi! Mi avete fatto prendere un colpo - disse Nate, sistemandosi tranquillamente di nuovo contro il petto di Alex, che lo strinse a sé immediatamente. Lo avrebbe difeso da qualunque eventuale attacco da parte degli altri, anche a costo di essere cacciato via a calci dalla band.
- Volevamo solo vedere come stavi, Alex, ci eri sembrato un po' giù. Ma vedo che ci ha già pensato Nate a consolarti - ridacchiò Ryland.
Vicky li guardava sconvolta, Gabe sembrava divertito.
- Fanculo - disse Nate, con la faccia seminascosta dal lenzuolo sotto il quale aveva coperto lui e Alex.
- Fino a prova contraria siete voi che fate in...
- Okay, allora noi ce ne andiamo! - lo interruppe Gabe, trattenendo a stento le risate - C'è una festa qui vicino, volevamo invitarvi, ma suppongo abbiate di meglio da fare, quindi... Ciao! - concluse, chiudendo velocemente la tenda.
- Ryland, dimmi che ti piacciono le ragazze. Ho bisogno di sentirtelo dire. Dimmelo! - esplose Vicky in modo isterico, provocando le risate degli altri due.
- Io adoro le ragazze!
- Credo che tu sia l'unico qui. Tra poco i Cobra Starship cambieranno il nome in "Sleepover Club"! - esclamò sconsolata.
- Dai, sbrighiamoci, ci aspettano - disse poi Gabe e tutto quello che Alex e Nate sentirono dopo fu il rumore della porta che si chiudeva alle loro spalle.
Erano di nuovo soli e stavolta nessuno li avrebbe disturbati.

   
 
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