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Autore: sayuri_88    22/08/2011    10 recensioni
Edward si è appena trasferito in una nuova città e durante una fuga si scontra con due occhi marroni come il cioccolato e....LEGGETE^^
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Okay, dopo lo sclero di poche ore fa, la drabble " La Bella Italia"sempre in questa sezione, passo a qualcosa di più serio, spero^^
Spero vi piaccia e che magari mi lasciate un piccolo segno del vostro passaggio. 
Buona lettura!
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…: Fughe, scontri e biblioteche :…







 
Accelero il passo cercando di evitare i corridoi più affollati e intanto di arrivare il  più in fretta possibile al mio armadietto. E finalmente lo raggiungo senza essere intercettato.
- EDWARD! - oh mio Dio! Ti prego se esisti, aiutami!
Non mi giro neanche a vedere chi mi chiama, quella voce stridula e piuttosto fastidiosa può appartenere solo a una persona.
- Oh ma guarda com’è tardi! Arriverò tardi a lezione - esclamo guardando fintamente scioccato l’orologio al mio polso. Chiudo con un colpo secco l’armadietto e inizio a correre nella direzione opposto a quella della ragazza che fastidiosamente continua a urlarmi di fermarmi.
Svolto l’angolo e così preso dalla fuga, vado a sbattere contro qualcosa.
- AHIO! - o qualcuno. - MA TU NON GUARDI DOVE VAI? - esclama una voce arrabbiata.
- Scusami, scusami, mi dispiace… - dico tirandomi a sedere e raccogliendo, il più in fretta possibile, i miei e suoi libri che sono caduti nell’impatto. Quello che vedo dell’altro sono solo le scarpe, un paio di All Stars blu.  E solo quando alzo lo sguardo, per guardare l’altra persona, mi scontro con due occhi marroni. Caldi, intensi come il cioccolato e molto, molto arrabbiati…
E’ una ragazza. Ha i capelli castani sciolti sulle spalle, nessuna lacca o forcina assassina a tenerli imprigionati. Indossa degli jeans scuri tagliati in alcuni punti, probabilmente li ha fatti lei, una maglietta a maniche lunghe a strisce bianche e blu.
- Edward! Aspetta ti devo parlare - ancora quell’oca. Impreco sottovoce e mi alzo in fretta. Devo trovare un nascondiglio e il prima possibile. Sì, ma dove?
- Ehi con calma! Io sto benissimo! - protesta la ragazza con voce irritata. Abbasso lo sguardo e mi scontro ancora una volta con quei due occhi color cioccolato. La guardo interrogativo e solo dopo un paio di secondi realizzo che è ancora a terra. Lei sbuffa e puntando i piedi si alza. Ignora completamente la mia mano protesa per aiutarla.
- Ti sei svegliato un po' tardi bell’addormentato - dice prendendo in malo modo i suoi libri che avevo lasciato impilati per terra.
- Scusami è che… - ma non faccio in tempo a spiegare che la voce della mia persecutrice si fa sentire. E’ molto vicina!
- Ti prego nascondimi - la supplico, sarebbe meglio dire imploro. Lei mi guarda stralunata.
- Scusa? -
- Quella assatanata non mi da tregua! Ti prego aiutami… - continuo sottovoce per non farmi sentire da persone indesiderate. - Farò tutto quello che vuoi - giuro sperando di non aver davanti l’ennesima infoiata.
- Edward! Dove sei? - la ragazza senza nome mi sorpassa, armeggia con la sua tracolla, tirando fuori uno specchieto, come quello che Alice tiene sempre nella sua borsa e lo usa per sbirciare il corridoio. La guardo interrogativo e anche spazientito. Sto perdendo tempo prezioso per nascondermi!
Ma appena inquadra il soggetto delle mie paure sbuffa infastidita.
- Seguimi - sbotta chiudendo lo specchietto e buttandolo senza tatto nella tracolla.
- Dove? -
- Zitto e seguimi. Se no stai pure qui che tra due minuti arriva la tua spasimante. - dice lanciandomi un’occhiata divertita per poi avvicinarsi a una porta e aprirla. La tiene aspettando che entri prima di lei. Uno sguardo dietro di me, il mio nome chiamato ancora da quella voce gracchiante ed entro di corsa.
Subito vengo assalito da silenzio più assoluto. Sospiro felice e in pace con me stesso. La stanza è piena di scaffali, riempiti con libri di ogni dimensione. Sulla sinistra, una scrivania dove un signore sulla settantina legge tranquillamente un giornale.
La ragazza si avvicina al bancone e dopo aver salutato il signore firma un quaderno. Dalla targhetta scopro che si chiama Mr. Carter e che è il bibliotecario. Siamo nella Biblioteca.
La imito e la seguo mentre s’infila sicura nei corridoi deserti. Lei sembra non fare caso a me e anche quando raggiungiamo una saletta con un tavolo circolare si siede, prende un libro dalla tracolla ed inizia a leggere. Ignorandomi.
- Grazie - dico rompendo il silenzio che era calato. Senza muovere la testa, gira gli occhi per guardarmi. È solo un secondo, poi riporta l’attenzione sul libro.
- Di nulla - finisce la pagina e la gira, iniziandone una nuova. Io non so che fare. Mi siedo? Potrei studiare con calma poi sono invaso dall’irritazione, per colpa dell’oca non posso andare a lezione. Sono qui solo da due giorni e già salto le lezioni. Fantastico.
- La Stanley non entrerà mai qui. Ti puoi anche rilassare - sobbalzo sentendola parlare. Pensavo che non mi avrebbe più calcolato.
 - Non sa neanche che cosa sia una Biblioteca, quindi puoi tranquillamente sederti - tutto questo lo dice senza alzare gli occhi a guardarmi e la cosa m’infastidisce non poco. Okay che mi ha aiutato ma questa è maleducazione. Sbuffo per l’ennesima volta e la ragazza mi lancia uno sguardo infastidito, questa volta alzando anche il volto. Wow…facciamo passi avanti. Sorrido per scusarmi e lascio cadere il mio zaino e mi siedo sfogliando distrattamente il libro di letteratura. La lezione che avrei dovuto seguire ora.
 
Sono qui da due giorni e tutte mi sono addosso. Ma che hanno le ragazze di questa scuola?! Sembrano non aver mai visto un ragazzo. So di essere carino, me l’hanno sempre detto ed io stesso non posso negarlo, madre natura è stata indulgente con me, ma non sono certo un fotomodello. Sono un normale ragazzo a cui piace studiare, uscire con gli amici e divertirsi e magari trovare una ragazza di cui innamorarmi.
- Ma che avete voi ragazze di qui? - chiedo infine dando voce ai miei pensieri. Magari lei saprà darmi una risposta visto che è della città. Lei contrariamente a quello che m’immaginavo, non m’intima di stare zitto ma sorride. Il primo sorriso che le vedo fare. Non posso non pensare che quando sorride è davvero bella.
- Beh sei la novità e sei anche carino. Hai destato il loro interesse - accompagnando la frase con una scrollata di spalle - ma se sei fortunato l’effetto novità finirà presto -
- sono carino? - incalzo con un sorriso strafottente sul volto, ignorando il resto. 
A differenza delle altre, mi piace che lei lo pensi. Forse perché è la prima tipa normale che incontro in questa scuola o forse è perché la voglio mettere in imbarazzo, e vedere quanto è dura la sua corazza. La ragazza alza gli occhi al cielo e mi regala un altro sorriso.


- Sei un bel ragazzo e se ti sei dato un’occhiata in giro potrai notare quel’è il livello di questa scuola. Sei la novità e decisamente sopra la media. Ma non montarti la testa per il complimento -
- ma anche alla mia vecchia scuola ma nessuna mi ha mai assalito -
- Di dove sei? - è la prima domanda personale che mi fa.
- Chicago -
- Beh lì come minimo ci saranno, quanti? Tremila studenti? Non so se ti sei accorto di quanti ce ne sono qui… - ridacchio divertito. Effettivamente a Chicago eravamo in molti e si riusciva a passare inosservati.
- E tu? Perché non mi corri dietro come più o meno tutto il corpo studentesco femminile della Forks High School? -
- Perché non mi faccio abbagliare da un bel corpo e un bel faccino - vorrei chiederle perché è così chiusa e fredda verso di me e probabilmente verso chiunque gli capiti a tiro. Ho visto qualcosa quando mi ha sorriso, è come se celasse una parte di se dietro a un muro spesso e resistente per proteggersi. Ma probabilmente se aprissi la bocca per chiederglielo mi manderebbe gentilmente a quel paese.
La campanella suona annunciando la fine delle lezioni.
- Bene! Un’altra giornata finita - esclama felice. Si alza, raccoglie le sue cose e si mette la tracolla in spalla.
- Buona fortuna con le tue spasimanti - mi dice sarcastica. A quanto pare le piace ridere delle disgrazie altrui.
- Ci si vede - saluta quando ormai ha imboccato il corridoio.
- Aspetta! - quasi urlo per attirare la sua attenzione. Lei si ferma e si gira, guardandomi curiosa. Raccolgo le mie cose e mi metto davanti a lei porgendole la mano.
- Io sono Edward - guarda la mia mano con un sopracciglio alzato e poi la stringe. Una presa forte e sicura. Lo avevo capito che ha un bel caratterino.
- Isabella, forse in futuro ti darò il permesso di chiamarmi Bella - scioglie l'intreccio delle nostre mani e ritorna a darmi le spalle. La affianco, seguendola in silenzio. Non mi sfuggono le occhiate che mi lancia e ogni volta le riservo un sorriso smagliante a cui lei risponde alzando un angolo della bocca. Arrivati al banco, firma ancora il quaderno per segnare l’ora di uscita e senza aspettarmi si dirige verso la porta. Io ho il tempo di firmare e guardarla aprire la porta e salutarmi mentre esce.
- Ciao Cullen -
Un momento. Come fa a conoscere il mio cognome?



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C'è ancora qualcuno? siete riusciti ad arrivare fino a qui? Spero di sì. Non faceva così schifo, o forse si?
Alla prossima^^Secondo voi merita un seguito? 






Shade-Tolerant 
CONCORSO ONE SHOT DELL'ESTATE
Ho pensato a come deve essere passare le vacanze estive per una persona che non può, per cause di forza maggiore, passare una giornata sotto il sole come fanno tutti ed è uscito questo...spero vi piaccia^^
Dal capitolo:
Sognavo che un giorno avrei potuto correre sotto il sole, andare alla spiaggia a nuotare e poi asciugarmi sulla sabbia, pranzare in un parco mentre i raggi del sole sfioravano la mia pelle come delle carezze. Un sole che mi era amico insomma. Ma la realtà era ben diversa.

La mia piccola fifona 
- Oddio!oddio! Edward ho paura - mormorai avvinghiandomi al braccio del mio ragazzo.
Mi aveva convinto a entrare in quell’edificio che sembrava aver scritto a caratteri cubitali “abbandonate ogni speranza voi che entrate” ma che il mio adorato ragazzo, a quanto pare, non aveva visto. Dovrò suggerirgli una visita dall’oculista mi appuntai mentalmente una volta che saremmo usciti da quell’inferno.

La Bella Italia 
E se qualcosa non va come la Meyer ha deciso? E se Edward, dopo aver salvato Bella e dopo averla convinta a cenare alla "Bella Italia" incontrasse qualcuno che cambia le carte in tavola?


Red Fairytale -
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….

 
   
 
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