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Autore: Avion946    22/08/2011    2 recensioni
Una singolare avventura che ci porta a viaggiare in terre lontane alla ricerca della soluzione di un antico mistero.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mistero Azteco Primo capitolo

Mistero Azteco

 

L' inizio della storia

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Prologo

 

Nel 1519 il governatore spagnolo di Cuba, Diego Velasquez, invia Martin Cortez in Messico perche' inizi una campagna di conquista allo scopo di raccogliere le ricchezze di quel territorio. Le cose per gli spagnoli procedono molto bene e alla fine l' imperatore Montezuma, che ha subito molte perdite in numerose sconfitte e' costretto ad accettare che Cortez, l ' 8/11/1519 entri nella capitale Tenochtitlan con i suoi uomini. Un anno dopo pero' il governatore di Cuba scopre che Cortez ha intenzione di estrometterlo dalla situazione per trattare direttamente con il re di Spagna Carlo V e per trarre quindi un vantaggio maggiore. Gli invia contro un contingente di truppe comandate da Panfilo de Narvaez, con il compito di catturarlo e di inviarlo come traditore in Spagna. Quando Cortes per difendersi sguarnisce la citta' e marcia contro l' avversario, gli atzechi vedono un occasione per ribellarsi e danno inizio ad una serie di iniziative che sfociano nell' episodio che gli spagnoli indicarono con il nome di 'Noche triste' (fra il 30 giugno ed il 1 luglio del 1520, notte in cui gli spagnoli dovettero fuggire dalla citta' subendo gravissime perdite di uomini e materiale e perdendo tutto il tesoro conquistato fino a quel momento. A questo punto Cortes con i pochi sopravvissuti non ha altra scelta che iniziare una marcia disperata che lo porti verso la salvezza.

                                                                            

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Nel gennaio del 1521 quel che resta dell' esercito e dei nobili, fedeli all' imperatore, e' rinchiuso nella citta' capitale e fortezza Tenochtitlan nella quale si sentono relativamente al sicuro. Sanno pero' che la posta in gioco e' altissima poiche' in pericolo non sono solo le loro vite ma l'esistenza stessa della civilta' del loro popolo. Morto Montezuma ed il fratello che gli era succeduto, Cuitlahuac, ora e' imperatore Cuauhtemoc. E' un uomo non piu' giovanissimo e si rende conto che gli spagnoli non desisteranno dai loro intenti solo per il fatto di essere stati costretti ad abbandonare la citta' . Anzi ha avuto notizie che, riorganizzati e potentemente riarmati, stanno tornando e assieme ai loro alleati indigeni, i Tlaxala, distruggono spietatamente tutto cio' che cade nelle loro mani. Il capo del gran consiglio dell' imperatore, il nobile Tupal Yupanqui, convince gli altri che occorre mettere in salvo la cultura ed il tesoro dell' impero. Si riferisce ad una  consistente quantita' di libri e manuali e oggetti preziosi di grande valore. Per ottenere cio', un gruppo scelto dovra' abbandonare in segreto la citta' e portare quanto detto in un luogo sicuro. Il piano viene accettato e, con grande cautela, portato avanti. Mentre gli spagnoli si fanno sempre piu' pressanti assieme ai loro alleati locali, si procede ai preparativi. Vengono scelte le persone piu' adatte allo scopo fra famiglie nobili, sacerdoti, collaboratori. Il 21 marzo dello stesso anno, approfittando della luna nuova, attraverso un tunnel segreto, di cui la citta' e' ricca ma di cui gli spagnoli non hanno mai saputo nulla, inizia la fuga dei coraggiosi. Poiche' la popolazione e' organizzata in clan (ayllos) e' stato prescelto quello del gruppo Inkarri cosi' chiamato perche' particolarmente devoto alla divinita' con lo stesso nome (il dio del fulmine e del fuoco). Si tratta di circa 250 persone, fra nobili, sacerdoti, mercanti, artigiani e collaboratori. Il 7 di agosto del 1521 Cortes muove all' attacco della citta' e, dopo una battaglia ferocissima casa per casa, la conquista e la distrugge. Non ci sono quasi superstiti. Sorprendentemente, con amara delusione del conquistatore spagnolo, non viene trovato nulla di prezioso e quelli che avrebbero potuto parlare, sono stati barbaramente e stupidamente uccisi.

 

Il gruppo dei fuggitivi si e' mosso in direzione sud-est diretto alla localita' di Oaxaca, dove dovra' incontrare un personaggio che li aiutera' a raggiungere la lontanissima meta finale verso la quale sono diretti. Si tratta di Tumbe Guayanan, un nobile di una potente famiglia divenuta importante con il commercio e che ha partecipato, con le sue conoscenze alla messa a punto del piano. La sua famiglia e' stata fra le prime ad entrare in contatto con il popolo dei Ppolm, i quali costituiscono una casta chiusa dedita alla venerazione di una particolare divinita' che indicano con il nome di Ek Chuuah, il dio dell' acqua. Si tratta di un popolo di navigatori che commerciano con tutti gli insediamenti lungo la costa del Pacifico , dal Messico fino al Peru'. Hanno una consistente flottiglia di zattere da trasporto e sono acerrimi nemici degli Spagnoli che sistematicamente abbordano le loro imbarcazioni e depredano i preziosi carichi. Il gruppo si imbarca nella localita' di Polcatlec , l' attuale Acapulco, e parte per un viaggio che si protrae per circa quattro mesi. Alla fine sbarcano nella localita' di Pachamac, l' attuale Lima. Il luogo e' stato scelto perche' la zona e' libera dagli spagnoli e quindi abbastanza sicura. Non essendo sufficientemente certi di potersi fidare degli abitanti del posto, visto il valore di cio' che gli e' stato affidato, il gruppo, muovendosi con grande cautela, e guidato da un amico di Tumbe, Ahkal Mo' Naab, raggiunge una zona a est  di Cuzco, ricca di caverne e anfratti naturali, dove potra' stabilirsi almeno per ora, allo scopo di organizzare un insediamento sicuro ed il piu' possibile confortevole. Il luogo e' all' interno della terribile ed inestricabile selva Antisuyo e in prossimita' del fiume Amarumayo, oggi chiamato Madre de Dios. Purtroppo nel 1523 Cortes incarica i fratelli Alvarado di sbarcare in Guatemala per la conquista del territorio. La campagna, sia pure con difficolta', procede e si conclude con la conquista di Cuzco nel 1527. Il gruppo che nel contempo si e' organizzato in una vera e propria cittadina posta in un luogo praticamente inaccessibile, e' rimasto al di fuori di tutta la questione. Gli abitanti, che ormai si sono riorganizzati, stabiliscono di restare nascosti per tutto il tempo che sara' necessario. Saranno attenti osservatori di quello che accade intorno a loro. Consentiranno ai sacerdoti di Cuzco di trasportare nella loro citta' gran parte del tesoro prima dell' arrivo degli spagnoli e quando nel 1572 cadra' l' ultimo baluardo di resistenza, la citta' di Vilcabamba dove verra' ucciso anche l' ultimo imperatore, Tupac Amaru, metteranno in salvo un capitale enorme relativo alla cultura per le conoscenze scientifiche, mistiche  e culturali. Rendendosi conto che non potranno piu' tornare a casa, capiscono che per tenere fede al loro impegno resteranno li' per sempre. Riferendosi alla loro vecchia capitale, un po' per la continuita', un po' per nostalgia, chiamano la loro citta' con il nome di Paititi, ossia “uguale a..”. Nessuno ne sapra' piu' nulla o almeno fino ad oggi.......

 

 

Oggi …......

 

Mi chiamo Michele Chiti. Vivo a Roma e lavoro in una organizzazione che si occupa di indagini per conto di una importante agenzia di assicurazioni. Personalmente mi occupo di operazioni legate a furti d' arte e antiquariato. E' un lavoro paziente, metodico e scrupoloso intervallato pero', piu' spesso di quanto vorrei, da episodi piu' o meno intensi e violenti, quando nel corso di un' indagine, occorre vedersela con personaggi disposti a tutto e senza nulla da perdere. In tali occasioni, specie negli ultimi tempi, si sono fatti sentire i miei cinquant' anni e i miei dieci chiletti di sovrappeso e piu' volte mi sono domandato se non sia il caso di pensare a qualcosa di piu' tranquillo. Ma tutto sommato, la mia vita mi piace cosi' com' e' e mi mette in contatto con persone di vario genere legate al mio ambiente di lavoro. Alcune importanti, altre estremamente esperte, altre ancora simpatiche e con le quali ho stretto da lungo tempo una bella e solida amicizia. Una di queste e' Mario Sarti, giornalista, noto per i suoi scoop in campo archeologico. Ci siamo dati piu' volte una mano a vicenda nel nostro lavoro e siamo ottimi amici anche se viviamo lontani. Lui e' di Milano e li' e' il centro del suo lavoro.

Dati i nostri frequenti rapporti non mi e' sembrato strano ricevere posta dal mio amico. Quello che mi ha sorpreso e' stato che una volta aperta la grossa busta consegnatami, al suo interno ho trovato un foglio ed un' altra busta sigillata. Sul foglio leggo :

"Caro Michele, ti invio questo materiale perche' penso che tu sia la persona piu' giusta da contattare. Ho lasciato questo plico ad un amico di fiducia che aveva l' incarico di spedirtelo qualora io non fossi tornato a riprenderlo nel giro di sei mesi. Cio' significa che certamente mi e' accaduto qualcosa. Il contenuto dell' altra busta ti spieghera' di cosa si tratta. Confido che saprai trattare le notizie di cui sarai messo a parte con la discrezione e la prudenza di cui ti so capace e valuterai il da farsi con scrupolo. Inutile dirti che apprezzerei molto se potessi cercare di capire cosa mi e' successo ed eventualmente, se lo ritieni opportuno e possibile, darmi una mano. Nella busta troverai anche un  assegno per una cifra piuttosto consistente con la quale finanziare eventuali ricerche o fare, a tua scelta, un bel brindisi alla mia salute. Conoscendoti opto per la prima ipotesi ma se l' eta' o la pancia ormai ti frenano, sapro' capire. Ciao dal tuo amico Mario Sarti."

Sono alquanto preoccupato. Conoscendo il mio amico, non mi faccio ingannare dal tono scherzoso della lettera. Se ha ritenuto di usare questo mezzo, sapeva certamente di correre qualche rischio, in qualsiasi cosa si sia messo. Nel mio studio, con calma e tranquillita', apro la seconda busta. Contiene una agenda. Al suo interno trovo immediatamente l' assegno (20.000 € ! Perbacco! Cosa dovrei fare con una cifra simile? Altro che brindisi!) e lo metto al sicuro. L' agenda e' scritta in forma di diario, con note, indicazioni e rapporti precisi di un' avventura di viaggio. Via via che procedo nella lettura rimango sempre piu' esterrefatto. Alla fine ho bisogno di riflettere su cosa io possa effettivamente fare per intervenire nel giusto modo.

Per aiutarmi a raccogliere le idee ripasso mentalmente il contenuto del diario.

  
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