Buon
pomeriggio!
Finalmente
giungo da queste parti con qualcosa di nero;
ah, quanto mi è mancato il SasuSaku!
Per ricominciare a scrivere su di loro ho scelto la via della
flashfic AU circa scolastica, non impegnativa, che fotografa dei
piccoli momenti SasuSaku in una stanza d'albergo. Uh uh uh. ;) Che
dire, ringrazio persone come Cà, Yume e Ainsel che mi hanno tirato
su il morale quando mi ero convinta di non saper più scrivere una
SasuSaku a causa di una certa yaoi e di una threesome scritta
ultimamente. Non so se ho perso la mano, a dir la verità, ma sarò
sincera: mi è piaciuto un mondo scrivere “And Heaven is in sight”,
è stato bello tornare a
casa con questi due
individui nati per stare assieme.
La dedico a coloro che credono
in me come scrittrice e come balck panter, alle ragazze nerissime
che ci sono in giro, e non solo. Sperando che vi piaccia e
ringraziando in anticipo quanti leggeranno e/o recensiranno, vi
auguro una buonissima lettura! <1
I’m
on a roll this time
and heaven is in sight.
[Every
TearDrop Is A Waterfall]
And heaven is in sight.
Credeva
di essere in un sogno, ne era proprio convinta mentre boccheggiava
sotto al concreto peso di Sasuke che, senza chiederle il permesso né
dirle alcuna cosa, l'aveva catapultata in quel sogno nel quale
c'erano sensazioni fisiche talmente potenti da minacciare di
svegliarla da un momento all'altro.
“Sicuro che non arriverà
nessuno?” domandò soffiando sulle labbra del ragazzo che, per
risposta, la baciò senza delicatezza, ma con una veemenza che la
fece gemere. Non avrebbe voluto gemere in quel modo così poco
composto, ma Sasuke le aveva abbassato una spallina del reggiseno e
aveva cominciato a morderle un capezzolo.
“Sicura che non vuoi
scappare via?” si sentì domandare e allora Sakura si irrigidì
appena, mise un broncio ch'egli non avrebbe mai potuto vedere in
quella oscurità di una stanza d'albergo. “Guarda che, comunque,
Shikamaru è stato rapito da quella posseduta di Temari e quanto al
baka... “ Sasuke si interruppe, saggiò il collo caldo della
ragazza, avidamente, con piccoli baci e leccate.
“...è andato
a vedere se almeno può stare nella stessa stanza di Hinata”
completò la frase Sakura stringendo le mani contro le braccia del
ragazzo che, ad inizio sogno, le aveva permesso di entrare in quella
camera d'albergo in piena notte.
Era cominciato tutto da un
messaggio che lui le aveva mandato quel pomeriggio. “Vediamo se
hai coraggio, Haruno. Ti aspetto alle due e un quarto, stanotte. Da
me” Dire che leggendolo le era
venuto un batticuore da mozzarle il fiato era poco, se Hinata non
fosse stata lì con lei probabilmente si sarebbe fiondata in quel
momento stesso nella stanza dell'Uchiha, a sgridarlo per averle dato
della vigliacca e costringerlo contro una parete e... ma Sakura sentì
un forte batticuore anche ora in
quell'idillio di sogno allorchè la mano di Sasuke si spinse contro
la sua femminilità.
“Vedo che ti piace” constatò Sasuke e
lei potè giurare che stesse sorridendo, di quel suo sorriso raro e
misterioso di cui si era innamorata due anni prima, nel vedere il suo
nuovo compagno di classe.
Sakura si sentì presa in giro e gli
morse il lobo di un orecchio, irritata. Fece scorrere una mano lungo
gli addominali scolpiti del ragazzo e poi sempre più giù, fino al
cavallo dei jeans. Lì, trattenendo il respiro, si fermò.
Aveva
paura di svegliarsi.
“Bè?” Sasuke probabilmente sorrise pieno
di ambiguità “vuoi tornare al sicuro nella tua cameretta?” le
domandò strafottente, la voce piena di una strana eccitazione, meno
monotona del solito, tremila volte più bella di sempre. Sakura
sospirò e allora con un solo gesto gli abbassò i pantaloni. Se lo
ritrovò sopra di sé in un lampo, pesante,
caldissimo. Mai avrebbe pensato che Sasuke Uchiha potesse scottare
tanto.
Ad un certo punto il fremere e la gioia di quel momento
tutto suo furono
talmente potenti da eliminare in lei ogni paura di essere in un
sogno. Se li godette,
quegli istanti superbi. Si scoprì sicura, decisa, libera
di fare cose a Sasuke che mai avrebbe immaginato da sola nel suo
letto.
Era il cuore che batteva sempre all'impazzata dentro al suo
petto a scandirle il tempo, a contarle i minuti intanto che lei
credeva di essere nell'eternità. Un cuore che battè sempre più
veloce allorchè Sasuke le strinse il piccolo seno tra le sue mani
candide “non ci penso nemmeno “ sussurrò senza fiato e strinse
il corpo dell'Uchiha tra le sue cosce sode.
Sasuke non disse più
niente, la baciò più e più volte premendo dentro di lei che
soffocò un urlo contro quelle labbra che aveva desiderato tanto.
Amava quelle labbra e amava quel corpo. Sentirlo
dentro sé – pensò prima di non poter pensar più - era la cosa
più bella che le fosse capitata
in diciotto anni. Fu con questa constatazione che strinse Sasuke a sé
ancor più forte e lo pregò e volle che le desse di più.
Muoversi con lui, stesso ritmo, averlo in lei. Tutto ciò era
meglio di un sogno, molto più vivido,
tutto più vero.
Ad
un certo punto arrivò il Paradiso e con esso Sasuke si lasciò
andare su di lei, stanco, e allora Sakura volle cingerlo
delicatamente, volle abbracciarlo e così fece.
Ne stava provando
di cose nuove, in quella notte di fine Marzo, in una gita scolastica
che fino a poche ore prima si era rivelata amena. Era da poco passato
il suo compleanno, ma tutto quello,
lì per lei in ritardo di due giorni, era il dono più bello che le
avessero mai fatto. Ne era sicura.
Stava abbracciando Colui che
l'aveva tentata con naturalezza e affetto, come si abbraccia un
angelo, perchè Sakura non credeva che Sasuke potesse essere un
diavolo. Sasuke respirava calmo, ora, profumava di menta ed era
buonissimo; Sakura pensò che avrebbe potuto rimanere abbracciata a
lui all'infinito, se solo un Dio glielo avesse concesso. Ma quello
non era un sogno – realizzò prepotentemente accarezzando gli scuri
capelli dell'Uchiha – e molto presto l'alba sarebbe giunta, e con
essa Naruto e la sua contentezza per aver dormito accanto a Hinata,
Shikamaru e la sua felice stanchezza, e con essa l'inizio della
routine quotidiana, una vita da scoprire.
Ma ancora non si chiese
cosa sarebbe stato di lei o di loro da lì a poche ore, in quel
momento si sentiva completa e le voci sommesse che arrivavano dalle
altre stanze e il respiro buono di Sasuke la fecero addormentare con
le mani tra i suoi capelli neri come quella notte che doveva pur
finire, un grazie dipinto sulle labbra.
SasuSaku.