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Autore: LeftEye    23/08/2011    4 recensioni
Paola ha confessato al marito di averlo tradito, ma lo ama ancora. Per farsi perdonare, gli prepara la sua torta preferita. Poi aspetta che lui torni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ricettario dell'anima'
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Crostata alla marmellata

 

 

 

Paola impasta la farina con gli altri ingredienti per la frolla il più velocemente possibile. Il segreto per una buona pasta frolla è lavorarla il meno possibile ed evitare che si scaldi troppo.

E' passata mezzora da quando Carlo è uscito di casa sbattendo la porta.

Paola gli rimprovera sempre di essere troppo rumoroso, ma stavolta al baccano non ci ha pensato.

Oggi gli ha confessato di averlo tradito, e di avere avuto un amante per ben sei mesi, perciò non ha protestato quando Carlo ha sbattuto la porta.

Non sa perché abbia deciso di dirglielo proprio oggi, non sa perché ha deciso di dirglielo e basta. Le cose avevano iniziato ad andare così bene tra lei e suo marito, da quando aveva messo fine alla relazione con Giorgio, che non valeva la pena tirare fuori quella storia. O forse no: forse è proprio perché le cose andavano bene, che ha sentito il bisogno di liberarsi di quel peso.

Ha scoperto di amare ancora Carlo, come lo amava dieci anni fa, come l'ha amato quel giorno in cui lui le ha fatto trovare l'anello dentro al sacchetto di popcorn. La relazione con Giorgio è stata solo un errore e Paola venderebbe l'anima al diavolo per poter tornare indietro e sistemare le cose.

Quando ha confessato tutto, Carlo si è messo a gridarle contro così forte che ha quasi avuto paura che le mettesse le mani addosso, ma Carlo è un signore e in dieci anni non l'ha mai sfiorata per farle del male. Ha spaccato la vetrinetta del salotto dove tengono le bomboniere dei loro amici, ha pianto – non lo aveva mai visto piangere, nemmeno al funerale della madre –, le ha chiesto "perché Paola? Perché mi hai fatto questo? Cosa ti ho fatto mancare?" e poi ha preso le chiavi della macchina ed è uscito.

Paola l'ha sentito sgommare sul vialetto di casa e ha sperato che si fosse almeno messo le cinture. Carlo non mette mai le cinture, anche se sarebbe il primo a doverlo fare, visto che è un carabiniere: se non rispetta lui la legge, come può farla rispettare agli altri?

La verità è che Carlo ha tanti piccoli difetti che lei, nel suo profondo egoismo, ha visto come ostacoli insormontabili per avere un matrimonio perfetto, fino a quando non si è finalmente resa conto che il matrimonio perfetto non esiste e che, anche se esistesse, lei non lo vuole.

Giorgio era all'apparenza l'uomo perfetto: colto, raffinato, un grande amatore, un ottimo ascoltatore, e un eccellente cuoco. Paola non avrebbe saputo dire cosa fosse più bello con lui, se fare l'amore o cucinare. Ma poi, col tempo, si è accorta che Giorgio era talmente colto da farla sentire ignorante, talmente raffinato da farla apparire come una donna rozza, talmente bravo a letto da non poter fingere un orgasmo, talmente un buon ascoltatore che, al momento opportuno, sapeva rinfacciarle qualsiasi stupidaggine da lei pronunciata, parola per parola... ed era decisamente troppo bravo in cucina, tant'è che non le lasciava mai far niente perché sosteneva che lei non avesse un'accurata preparazione culinaria.

Carlo invece, quando torna a casa la sera, si mette in terrazzo a fumare, con addosso ancora la divisa e, lasciando la finestra aperta, guarda Paola che cucina. In silenzio, la guarda e basta attraverso la nuvola di fumo della sigaretta, poi quando è pronto rientra, si siede di fronte a lei e dice sempre "che buono Paola!".

Carlo non si accorge quando Paola finge un orgasmo perché è troppo stanca per continuare; quando pensa che lei abbia finito, le accarezza i capelli, la bacia sulla guancia irritandole la pelle con la sua folta barba nera, e poi si mette a dormire accanto a lei. Non le legge poesie d'amore, non le fa ascoltare musica jazz, ma la lascia riposare.

Carlo ha tanti difetti, ma Paola lo ama, e spera che, dopo oggi, anche lui continui ad amarla. Vuole rimettere le cose a posto, ripartire da zero senza bugie e sotterfugi, e cosa c'è di meglio di una crostata, il dolce preferito di Carlo, per ricominciare?

Paola stende la pasta frolla sul ripiano infarinato della cucina, poi la solleva e la mette accuratamente sulla teglia imburrata; ci versa dentro un intero vasetto di marmellata di albicocche, la preferita di Carlo, poi taglia delle striscioline di frolla e le stende sopra, a formare una griglia. Inforna e aspetta.

Ogni tanto va alla finestra per vedere se Carlo torna, ma se che ha bisogno di tempo per riflettere. Prova a chiamarlo sul cellulare, ma è spento. Sta sicuramente decidendo sul da farsi, e Paola prega affinché lui decida di perdonarla.

Dopo quaranta minuti la torta è pronta; la toglie dal forno e la lascia a raffreddare.

Carlo non è ancora tornato: meglio così, lui ha sempre il brutto vizio di mangiare le torte ancora bollenti, perché è troppo impaziente per aspettare, e poi gli viene il mal di pancia.

Dopo due ore e mezza, tuttavia, Paola inizia a preoccuparsi: dov'è finito?

Ma prima ancora di mobilitarsi per cercarlo, ecco che suona il campanello: strano, le sembrava che Carlo avesse preso le chiavi di casa con sè.

Ma non è lui, è Marcello, uno dei colleghi di Carlo. Non è una visita di piacere, perché indossa la divisa.

Gli apre la porta e, non appena lo guarda in faccia, Paola capisce che c'è qualcosa che non va.

«Paola...» mormora lui, mordendosi il labbro inferiore come un adolescente impacciato.

«Che c'è? Che è successo?»

«Carlo... ha avuto un incidente in auto. Non ha dato la precedenza ad un incrocio e ha fatto un frontale con un autobus. Paola... non ce l'ha fatta.»

Paola lo guarda strano, come se non avesse capito.

«No... no, no» dice, come se Marcello le avesse appena raccontato una palla.

«Mi dispiace Paola» il carabiniere stringe con forza il cappello tra le mani, ha gli occhi lucidi e arrossati. E' sempre stato molto legato a Carlo.

«No...» ripete lei, e quasi vorrebbe chiudergli la porta in faccia, letteralmente, e fargli sanguinare il naso per averle detto quella stronzata.

«Vieni, sediamoci» Marcello le posa una mano sulla spalla e la spinge delicatamente in cucina, dove la fa sedere; fa per allontanare la mano, ma Paola gliela afferra con uno scatto talmente improvviso da farlo sussultare per lo spavento.

La guarda negli occhi: ha realizzato.

«Dimmi che non è vero!»

«Mi dispiace tanto, Paola. Hanno chiamato subito l'ambulanza, ma l'impatto è stato talmente forte... e Carlo non aveva nemmeno le cinture.»

Marcello evita i dettagli, anche se lui è stato uno dei primi ad arrivare sul posto, e ha visto tutto, e si chiede se riuscirà mai a cancellare l'immagine che ha stampata in testa.

Paola gli stringe la mano con forza e si mette a singhiozzare, lui le si siede accanto e la abbraccia. La camicia blu della divisa si bagna e si stropiccia, ma non importa.

Marcello rimane lì almeno tre quarti d'ora, ma alla centrale gli hanno detto di non preoccuparsi e di restare tutto il tempo necessario. Paola piange per tre quarti d'ora e Marcello la consola, le dice di farsi forza, le dice che Carlo non la vorrebbe vedere in quello stato. Poi, le chiede chi deve essere contattato, lei gli dice dei nomi e Marcello fa un paio di telefonate: chiama la madre di Paola, la sorella di Carlo, e il medico di famiglia che prescrive un tranquillante per Paola.

«Tua madre sta per arrivare con le medicine, non ti preoccupare» le dice.

Paola se ne sta seduta con la schiena ingobbita e la mani abbandonate in grembo; fissa il ripiano della cucina e mormora:

«Gli avevo preparato una crostata...»

«Ah... Carlo diceva sempre che eri una cuoca eccezionale» risponde Marcello, ma parla tanto per parlare, e ogni cosa che dice gli sembra stupida. Vorrebbe fare qualcosa per far sentire meglio Paola, ma riempirla di complimenti sulla sua cucina non servirà a niente. Eppure continua a parlare. «Sì, diceva che eri bravissima a fare le crostate alla marmellata, e che la sua preferita era quella alla marmellata di lamponi.»

E in quel momento Paola solleva la testa di scatto.

«No, la sua preferita è la marmellata di albicocche» ribatte quasi con rabbia. Come si permette Marcello di fare un errore del genere?

«Ah sì? Forse ricordo male. Mi sembrava che lui si portasse sempre al lavoro il panino con la marmellata di lamponi.»

Paola ha un flash, un'epifania: Marcello ha ragione, la marmellata preferita di Carlo era quella ai lamponi.

Quella alle albicocche era la preferita di Giorgio, il suo amante.

Lei ha preparato per suo marito una crostata alla marmellata di albicocche, e ora suo marito è morto.

 

 

 

 

Ingredienti per la pasta frolla:
- 500 gr di farina 00
- 250 gr di burro
- 250 gr di zucchero
- 1 uovo
- 3 tuorli
- 1 bustina di vanillina
- la buccia grattuggiata di un limone
- un pizzico di sale

 

Impastare il burro in pomata con lo zucchero, la vanillina, le uova, la buccia di limone e il sale. Versare la farina e impastare fino a ottenere un composto omogeneo, lavorando l'impasto il meno possibile. Avvolgere nella pellicola e far riposare in frigo per 30' ca.

Stendere poi la frolla in una tortiera, aggiungere la marmellata e cuocere a 180° C per 40' ca.

 

   
 
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