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Autore: barbyg90    24/08/2011    2 recensioni
Bella è stata adottata fin dalla nascita dalla famiglia Cullen, ma quando raggiunge l'età di sei anni, i suoi sogni iniziano a diventare qualcosa di più. Edward scompare all'improvviso senza lasciare nessuna traccia di se, ma Bella non resterà sola nell'attesa del suo ritorno. Quasi inconsciamente si avvicinerà a...
Tratto dal capitolo 10: " Come hai potuto? ".
Inarcò un sopracciglio. Chissà perché, ma avevo come la sensazione che mi avrebbe detto che non lo avevo allontanato subito.
" Non mi sembrava ti dispiacesse, all’inizio ", ecco.
" Non dovevi farlo. Co…come ti è venuto in mente? Non hai pensato che sono fidanzata e che ho appena tradito Jacob? ".
Non capii il suo sguardo cosa volesse dire. Sembrava sul punto di scoppiare a ridere, o a piangere.
Ma erano poco plausibili entrambe le cose… bhè forse la prima no.
" Credimi Bella, non hai tradito ".
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve! Finalmente l’ho completato… meno male che avete una pazienza infinita con me! Ci ho messo un po’ a pubblicare, stavolta, perché ho scritto la shot per il concorso estivo di efp ma soprattutto perché una certa autrice mi ha decisamente distratta dai miei doveri… ho trovato il suo profilo perché mi ha lasciato uno stupendissimo commento, mi sono incuriosita dalla recensione da lei scritta, e ho visitato il profilo scoprendo un sacco di titoli interessanti!!! Se vi va date un’occhiata, merita davvero :) e lasciatele un commento!!! Il genio si chiama Gaccia!!!

 

Capitolo 10

 

 

Non poteva essere successo davvero.

Probabilmente lo avevo sognato e stavo per svegliarmi, o poteva essere una stupida fantasia dettata dal mio inconscio temporaneamente danneggiato.

Guardai il ragazzo davanti a me con espressione allucinata.

Battei le palpebre due o tre volte, nella speranza di vederlo sparire, ma nulla. Rimaneva impassibile, con la mano poggiata alla guancia dove un attimo prima lo avevo schiaffeggiato.

Lo avevo fatto davvero?!

Complimenti Bella, fatti rispettare!

 Complimenti un corno. Lo avevo schiaffeggiato, diamine.

Pensai immediatamente a Jacob… ero fidanzata, e lo sapeva. Come aveva potuto?

Ma soprattutto, perché lo avevo baciato appassionatamente e poi lo avevo allontanato?

Perché lo volevi anche tu…

No, non era così, io stavo con Jacob. E mai, questo episodio, avrebbe dovuto raggiungere le sue orecchie, anche perché non aveva importanza.

<< Come hai potuto? >>.

Inarcò un sopracciglio. Chissà perché, ma avevo come la sensazione che mi avrebbe detto che non lo avevo allontanato subito.

<< Non mi sembrava ti dispiacesse, all’inizio >>, ecco.

<< Non dovevi farlo. Co…come ti è venuto in mente? Non hai pensato che sono fidanzata e che ho appena tradito Jacob? >>.

Non capii il suo sguardo cosa volesse dire. Sembrava sul punto di scoppiare a ridere, o a piangere.

Ma erano poco plausibili entrambe le cose… bhè forse la prima no.

<< Credimi Bella, non hai tradito >>.

Cosa intendeva con quella frase enigmatica?

Chiesi spiegazioni che, però, non arrivarono.

Mi domandai perché mai avesse agito così, ma se lo avessi chiesto non avrei ottenuto risposta.

Ritornai in macchina sbattendo lo sportello. Non vedevo l’ora di raggiungere gli altri e di allontanarmi da lui.

Allontanarmi?

Forse la mia testa lo desiderava, ma ultimamente era difficile conciliarla al cuore.

Mi raggiunse in poco tempo rimanendo ad osservarmi per un po’, finché non decise di parlarmi.

<< Non hai tradito Jacob perché quello non era un vero bacio. Siamo fratello e sorella, no? Era solo un gesto di affetto, ma più che altro un modo per farti tacere >>, mi sorrise.

<< Sei per caso impazzito? – sbraitai sull’orlo di una crisi isterica – Quello non era un bacio fraterno!  >>.

<< Allora cos’era? >>

<< Dimmelo tu, Edward! >>, urlai.

Aveva perso completamente il lume della ragione?

<< Ok, sarò sincero… dovevo verificare una cosa >>.

Il mio sopracciglio inarcato dovette essere un chiaro stimolo per continuare.

<< Alice e le sue stupide visioni mi inondavano la mente di immagini in cui io e te stavamo insieme… non hai idea... Dovevo verificare, no? Adesso so per certo che per te non proverò mai nulla >>, continuò a sorridermi.

Chissà perché, ma non mi convinceva del tutto.

Voleva verificare se provava qualcosa per me…

Non seppi spiegare il motivo, ma ci rimasi male.

Mi ripresi immediatamente, non dovevo dare a vedere la mia delusione. Sorrisi, quei sorrisi che di solito facevo a papà o ad Emmett quando volevo ottenere qualcosa:<< Ammettiamo che sia veramente così, adesso mi dici perché sei tornato? O, meglio ancora, perché te ne sei andato? >>.

Di certo non si aspettava quest’improvviso cambio d’umore. Rimase per un attimo spiazzato, come se fossi riuscita davvero ad ammaliarlo (certo, come no), e poi abbassò lo sguardo, quasi come se si sentisse in colpa… ma per cosa?!

<< Avevo delle cose da fare… >>, rispose vago.

Non se la sarebbe cavata così. Cos’era quella stupida storia che tentava di propinarmi?!

 << E ci hai messo tutti questi anni?! >>.

Guardò avanti, completamente assorto nei suoi pensieri.

<< Ricordi quando hai conosciuto i nostri parenti di Denali? >>, parenti si fa per dire, e non solo per la diversità di dna.

Annuii vagamente. Ricordavo solo la zia che somigliava ad Esmeralda de “Il gobbo di Notre Dame”, e la bionda che mi guardava male…

<< Ecco… vista la mia innata capacità di carpire profondamente i pensieri e le intenzioni altrui, ho intuito fosse necessario tenere sotto controllo la situazione >>, terminò.

<< Controllare cosa? >>.

<< Ok, mi arrendo >>, alzò le mani in segno di resa, facendo quel fantastico sorriso strano che faceva quando era nervoso o imbarazzato.

Iniziavo a ricordare tutti i piccoli gesti che lo caratterizzavano, non era cambiato per nulla in tutto il tempo trascorso lontano da me. Potevo quasi prevedere la sua prossima mossa.

Avrebbe smosso i suoi capelli con la mano destra inclinando di poco la testa…

Proprio come avevo supposto, le sue dita accarezzarono i capelli in un movimento fluido, naturale.

<< Quando sono venuti a farci visita, nei pensieri di nostra cugina ho notato qualcosa di strano. Da un lato aveva quasi timore verso di te, ma dall’altro, la infastidiva il mio modo di… di difenderti, ecco >>, mi distrasse dai miei pensieri.

Non mi era ben chiaro…

<< Devi sapere anche, che non siamo gli unici vampiri… In Italia, ad esempio, ce ne sono altri non proprio amichevoli verso chi non rispetta le loro leggi… >>, continuò molto più tranquillo di come aveva iniziato.

Mi raccontò che i Volturi, i vampiri italiani, facevano in modo di mantenere la loro razza segreta agli umani e che i Cullan, avendomi rivelato la verità quando ero piccola, correvano seri guai se si fosse venuto a sapere.

Gli chiesi come facessero a far rispettare le loro leggi, ma la risposta, forse, avrei preferito non sentirla.

Il solo pensiero che tutta la mia famiglia, me compresa, scomparisse dalla faccia della terra mi fece rabbrividire.

Edward se ne accorse, si avvicinò come a volermi abbracciare, ma alla fine strinse i pugni e rimase dov’era.

<< Quindi, quell’ossigenata di Tanya voleva andare a fare la spia?! >>, riassunsi con sguardo schifato.

Rise del mio soprannome, lui non era abituato ad Alice che la nominava sempre a quel modo, per me era naturale chiamarla così, come se fosse il suo cognome.

<< In effetti sì. Ma Tanya non è una persona cattiva, te l’assicuro. Ha vissuto solo delle esperienze che l’hanno portata ad avere una certa antipatia, o timore, verso i bambini. E se aggiungi anche una buona parte di interesse nei miei confronti, arrivi alla soluzione finale >>.

Cioè, io e la mia famiglia avevamo rischiato la vita perché l’Oca era interessata ad Edward?!

Ed Edward, conoscendo il suo interesse, era andato a vivere da lei? Tutto quel tempo?

Allora stavano insieme…

<< Io e Tanya non siamo fidanzati, lei non mi interessa >>, rispose al mio pensiero. << In questi anni l’ho solo tenuta d’occhio, e quando non ho più sopportato le sue continue avances nei miei confronti, sono andato a vivere da solo… più o meno nelle vicinanze >>.

Aggrottai le sopracciglia non proprio convinta delle sue parole.

Ora avevo capito… non mi aveva del tutto abbandonata, in fin dei conti, si era allontanato dalla sua famiglia anche per proteggere me.

 

 

<< Bellinaaa, ma che fine avevate fatto??? Mi stavo preoccupando, pensavo che la mia dolce sorellina si fosse smarrita nel boscoo… >>, Emmett corse verso di me abbracciandomi.

Il viaggio, dopo la piccola sosta, era durato un paio d’ore. Avevamo dovuto prendere una barca per arrivare all’isola, ma tutto era andato per il meglio.

Avevo avvertito Jacob con un sms di non preoccuparsi se il mio telefono risultava spento, perché Edward mi aveva avvertita che sull’isola non c’era campo.

Sentivo di essere di nuovo in pace con Edward, e col mondo.

Non sapevo spiegare bene il motivo, e ultimamente le cose inspiegabili erano parecchie, ma ora che avevo messo da parte il rancore, dopo il chiarimento, tutti i vecchi sentimenti che provavo verso di lui sembravano rinascere.

<< Emmeeeeett >>, lo sgridò Edward quasi ringhiando.

Evidentemente aveva visto delle immagini nella sua mente, ma cosa?

Li guardai con sguardo interrogativo.

Nel frattempo, dopo l’urlo di Edward, anche gli altri si erano avvicinati per salutarci.

I miei fratelli ci guardavano sorridendo, proprio come se avessero parlato, o meglio sparlato, di noi fino a quell’istante.

Jasper, stranamente, riusciva a trattenere le risate meno di tutti.

<< Edward – colpo di tosse – e Bella – ancora tosse – nel bosco – ancora altri colpi di tosse - da soli… >>, scoppiò Jasper scatenando le risate di tutti tranne che le mie e quelle di Edward.

Se avessi potuto diventare più rossa di come ero, mi avrebbero notata anche dalla luna.

 

 

Dopo che nostra madre ci riportò all’ordine, io ed Edward sistemammo i nostri bagagli e li raggiungemmo in spiaggia, dove Alice aveva allestito un falò.

Quella ragazza aveva troppa fantasia sprecata, glielo dicevo sempre!

Praticamente, l’unico essere umano a consumare cibo ero io, perché scomodarsi tanto?!

Però dovetti ammettere che la carne cotta sulla brace, con tanto di marshmellow fumanti, erano stati un’ottima cena.

Potevo cibarmi solo di quello durante il soggiorno sull’isola???

<< Ragazzi, propongo di iniziare con le storie di paura >>, esordì Alice all’improvviso.

<< Non sono d’accordo >>, protestai. << Io la notte dovrei dormire >>, piagnucolai.

<< Dai stellina, bellina >>, mi supplicò Emmett facendomi gli occhioni da cucciolo.

Era impressionante vedere un omone grande come lui pronunciare simili nomignoli, e soprattutto guardarmi in quel modo.

Ma io l’avevo visto intenerirsi davanti alle scene d’amore dei cartoni della Walt Disney…

<< Inizio io, ok? Tesoro – mi guardò dolce -  spero di non metterti troppa paura >>, sorrise sadico.

Malefico emmett!

Ci mettemmo tutti in cerchio intorno al fuoco, ognuno vicino al rispettivo fidanzato, mentre io mi trovavo tra Alice ed Edward.

<< Era una notte buia e silenziosa. Sulla spiaggia di Mistery Night, sei ragazzi intorno a un fuoco si raccontavano storie di paura… >>, iniziò con voce cupa, quasi sussurrando.

<< Mistery Night… ma che nome è? >>, lo beffeggiò Jasper.

Tutti risero, tranne io che iniziavo già ad immaginare mille scenari nella speranza di prepararmi al peggio.

Sei ragazzi… proprio come noi adesso.

<< Zitti e ascoltate! Altrimenti mi rovinate la suspense >>.

<< Dicevo… sei ragazzi intorno a un fuoco si raccontavano storie di paura. Erano tre coppie, tutti innamoratissimi l’uno dell’altra. Erano in vacanza insieme >>.

<< Ma a noi tutti questi dettagli non ci interessano >>, sentii bisbigliare Alice nell’orecchio di Jasper.

Mi venne un po’ da ridere, ma più che altro mi stavo consolando perché tanto noi non eravamo tre coppie.

<< Il più grosso e carino del gruppo iniziò a narrare la sua storia, ignaro che intorno a lui un essere sovrannaturale li stava osservando >>.

Mi venne naturale guardarmi intorno, anche perché mi parve di sentire un fruscio di piante proprio vicino a noi.

<< I ragazzi ascoltavano concentratissimi, i loro occhi non abbandonavano mai la figura del narratore. In lontananza, un gufo bubolava, nell’esatto momento in cui una delle ragazze emise un urlo… >>.

<< AAAAAAAA…. >>, urlò Rosalie, probabilmente seguendo un copione.

Stavo per strillare anch’io, ma cercai di tapparmi virtualmente la bocca, non dovevo far vedere ad Emmett che avevo paura di uno strillo e del fatto che la sua storia fosse quasi del tutto simile a ciò che stavo vivendo.

Tutti sghignazzavano, probabilmente avendo notato la mia reazione.

Con orrore, però, mi accorsi che la mia mano era completamente arpionata al braccio sinistro di Edward, seduto accanto a me.

Cosa avevo fatto?

Cercai di toglierla con nonchalance, ma come se per lui fosse un gesto naturale, mi accarezzò l’avambraccio con  la mano libera, calmandomi all’istante.

Non mi guardava, per lui quel gesto non rappresentava nulla di inconsueto.

Allora perché per me era tutto fuorché normale?!

Non ebbi il tempo di rifletterci troppo, Emmett continuava imperterrito il suo racconto:<< La ragazza che aveva urlato aveva visto una sagoma in lontananza che si avvicinava, ma il fatto sconcertante è che la sagoma le ricordava una persona… >>, ci guardò tutti facendo una pausa per aumentare la nostra attenzione.

<< …la sua sorellina morta dieci anni prima sotto forma di fantasma! >>, esordì tetro.

<< La ragazza avrebbe voluto correrle incontro, ma sapeva bene che quando si narra una storia di paura dinanzi un fuoco, nessuno dei partecipanti può lasciare la sua posizione… altrimenti gli spiriti evocati si impossessano dei loro corpi >>… forse era meglio un racconto di vampiri, pensai.

<< Stranamente, la ragazza non aveva timore di lei. Le mancava, e avrebbe voluto abbracciarla in qualsiasi sua forma… ma la ragazza, però, non poteva sapere che il fantasma era apparso per uno scopo: rubare il corpo di uno dei ragazzi seduti al falò! >>.

Doveva durare ancora molto?

<< Il narratore li costrinse a non voltarsi, a concentrarsi sulla luce del fuoco, a guardarsi negli occhi senza proferir parola, perché chiunque si fosse distratto avrebbe perso molto… >>.

Chissà perché tutti, me compresa, facemmo esattamente ciò che Emmett raccontava.

<< Li fece tenere per mano, formando un cerchio che li avrebbe difesi dalle azioni esterne >>, lo ascoltammo di nuovo.

<< Mentre raccontava e teneva d’occhio lo spirito, continuava a dire loro di non distrarsi >>.

<< Il fantasma, nel frattempo, si era avvicinato lentamente, sfiorando la sabbia ma senza lasciare traccia dei suoi passi. Il mattino seguente, si sarebbero viste solo le orme di quello che poteva sembrare un serpente… >>.

<< Girò attorno al cerchio formato dai ragazzi che fissavano il fuoco intensamente, senza mai perdere la concentrazione… chiunque avesse guardato lo spettro negli occhi bui e vuoti non avrebbe avuto la forza di resistere al suo richiamo… >>, sussurrò fissando il fuoco esattamente come faceva la maggior parte di noi.

<< Ma la bambina non si diede per vinta, cercò la persona che secondo lei avrebbe ceduto prima e iniziò ad avvicinarsi. Lentamente riusciva quasi a sfiorarla, finché, con tutta la sua forza di volontà la toccò sulla spalla, proprio vicino al suo collo scoperto, distraendola e prendendole l’anima…. >>.

<< AAAAAaaaaa…. >>.

Accaddero due cose contemporaneamente: Rosalie urlò di nuovo fissando qualcosa alle mie spalle, mentre io urlai perché qualcosa di freddo mi toccò il punto preciso che aveva descritto Emmett.

<< Cosa fate ragazzi? >>, chiese allegra nostra madre.

Non le avevo mai risposto male… ma questo sarebbe stato un ottimo momento!

Avevo ancora le palpitazioni mentre tutti ridevano ed Emmett si guardava attorno compiaciuto. Solo Edward sembrava studiarmi.

Mi guardava le tette?!

<< Il tuo cuore sembra impazzito, Bella calmati, era solo una storia… >>, non smetteva, perché?

Anche la sua vicinanza, ora, mi creava dei problemi…

Ok, urgeva un diversivo! Pensa… alla guerra nel mondo… ai bambini che muoiono di fame… a quando Edward se ne era andato…

Mi calmai, per fortuna, ma durante la notte, strani sogni popolarono la mia mente…

 

Edward in una landa desolata, seduto verso un lago ghiacciato. Intorno a lui una vasta distesa di neve bianchissima…

<< Ti stavo cercando >>, mormorò suadente una figura alle sue spalle.

Non rispose, continuava a fissare il lago con uno sguardo preoccupato in viso, uno sguardo perso, di chi si sente in trappola.

<< Perché te ne stai da solo qui fuori? Vieni dentro con me >>, continuò la donna.

Scosse solo la testa, era stanco di ripeterle continuamente le stesse cose.

<< Potresti impegnare meglio il tuo tempo in mia compagnia >>. Non si arrendeva, la sua mente proiettava su Edward scene del tutto fuori luogo.

<< Vai avanti, ti raggiungo tra un po’ >>, si arrese.

Considerò che era inutile continuare ad essere duro con lei, l’avrebbe solo spinta verso ciò che voleva evitare… il motivo per cui si stava sacrificando.

 

Mi svegliai di soprassalto, la fronte imperlata di sudore e le palpitazioni.

Il mio cuore stava facendo troppi straordinari ultimamente.

Ricordavo ogni dettaglio, ogni stato d’animo ed ogni pensiero del sogno appena fatto.

Mi capitava spesso, quando ero più piccola, di fare sogni simili, ma erano anni, ormai, che non mi accadeva.

Chi era la gatta morta del sogno? Tanya, per caso?

Aprii la cerniera della mia comodissima, e unica, tenda da campeggio e mi guardai intorno. Gli occhi gonfi di sonno e una miriade di pensieri ad offuscarmi la ragione.

Avevo dormito sulla spiaggia, con i miei fratelli a farmi compagnia, non volevo andare in casa, in un letto normale ci dormivo sempre.

Mi guardai intorno ancora, nella speranza di scorgere qualcuno, ma evidentemente c’ero solo io sulla spiaggia.

Il mare era una distesa piatta di acqua cristallina, talmente calmo da non avere nessuna increspatura neanche a riva. Doveva essere molto presto perché c’era poca luce.

Scalza raggiunsi la riva bagnandomi i piedi con quell’acqua così fresca. Camminai per una decina di minuti finché non vidi Edward seduto su uno scoglio che guardava l’orizzonte, proprio dove sarebbe sorto il sole.

Aveva le mie cuffie nelle orecchie, non mi aveva di sicuro sentito arrivare visto che ti isolano dal resto del mondo… mi sembrava alquanto strano che non si accorgesse di me, ma decisi di avvicinarmi senza farmi notare.

A pochi passi da lui lo sentii canticchiare.

<< What you mean to me, Search your heart, search your soul, And when you find me there,  you'll search no more… >>.

Mi venne quasi un colpo, pensando di essere stata scoperta.

Ma stava semplicemente cantando una canzone che conoscevo bene… e che risvegliò altri ricordi.

 

 

 

Salve! Capitolo quasi infinito ma alla fine ho deciso di tagliarlo proprio qui :) spero non sia stato pesante da leggere… miiii che ansia O___O   piaciuta la storia di paura? L’ho inventata di sana pianta per cui, siccome è la mia primissima esperienza in qst campo (non ne ho neanche mai lette), abbiate pietà XD ma un pochino fa paura??? Poco poco? ^__-  

Per quanto riguarda il SOGNO, insieme agli altri che Bella ha fatto… tutto avrà una spiegazione… un po’ contorta e parecchio fantasiosa, ma tutto tornerà :) chi ha letto l’altra storia già dovrebbe saperlo… ma lo saprete anche voi!

Poi… in qst capitolo ci sono mille novità!

Mancano pochi capitoli alla fine… anche se avrei voluto continuare a scrivere perché per me adesso si fa interessante.

E infine, ma non meno importante, volevo comunicarvi che ho creato un account su face book dove pubblicherò spoiler e piccoli sondaggi che riguardano le mie fic :) questo è il Link AGGIUNGETEMI!!!

ps.chi mi dice che canzone è riceve uno spoiler! Hauahua

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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