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Autore: Len IlseWitch    25/08/2011    3 recensioni
E' trascorso un anno esatto dallo Zero Requiem, e un 'giovane demonio' riflette sulla vita e sul suo significato.
E su quello che questa data rappresenta per lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lelouch Lamperouge
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Caro Suzaku,

scrivo questa lettera sapendo che non la spedirò mai.
Davvero sciocco da parte mia, sul serio sto diventando sentimentale, ma oggi è un giorno importante.
 Per tutto il mondo.
E’ passato un anno esatto da quando il novantanovesimo Imperatore di Britannia è morto. Da quando è cominciata una nuova era.
Riflettendo, è davvero ironico che proprio io sia qui, nel cuore della notte, a trarre conclusioni su quanto accaduto…proprio io, che dovrei essere incatenato nelle tenebre della morte  e che invece mi ritrovo qui, in mezzo al nulla, alle prese con un’esistenza alla quale ancora non so dare un valore.
Perché quel giorno, con lo Zero Requiem avrei dovuto regolare tutti i conti in sospeso. Da bravo opportunista quale sono, la mia morte mi appariva come la sola via di fuga possibile per evitare di sprofondare all’inferno.
Non avevo capito di esserci già finito.
Ho imboccato una strada senza ritorno, stringendo un patto con una strega immortale,  che ora dorme in questa stessa stanza, anche lei alla ricerca del significato della vita, nella rincorsa di una felicità tanto agognata quanto sfuggita…
Coloro che ancora oggi mi chiamano ‘Demonio’, non hanno certo tutti i torti…Sorrido, pensando che il mio piano è davvero riuscito alla perfezione, che tutto è andato secondo i miei piani. Tranne per il fatto che sono ancora vivo.
Una parte di me, la mia parte umana che in questi lunghi mesi di esilio si è fatta così prepotentemente viva, vorrebbe precipitarsi da te, da Nunnally, da tutti coloro che ho amato per dirvi che appartengo ancora a questo mondo. Ma soprattutto Suzaku, per alleviare il senso di colpa che provi. So di apparire presuntuoso, ma per uno come te, che si è sempre sforzato di fare la cosa giusta, che ha sempre pensato prima agli altri, non dev’essere facile.
Vorrei credere che il tuo odio nei miei confronti sia abbastanza forte da soffocare il dolore, ma ti conosco abbastanza da sapere che il tuo animo è troppo nobile per essere immune al rimorso.
Il mio animo invece, che di nobile non ha mai avuto nulla, riesce a sopportare fin troppo bene questa situazione.
Vorrei dirti tutte quelle verità che meriti di conoscere: quando ti accusarono dell’assassinio di Clovis, ti salvai perché ti voglio bene, forse più che a chiunque altro inclusa mia sorella, e non per far conoscere Zero al popolo.  Quando Euphemia si macchiò della strage degli Eleven fu soltanto colpa mia, ma non usai il Geass intenzionalmente te lo giuro. La uccisi, ancora una volta  per salvare te, perché ti avrebbe ucciso, perché la mia maledizione era caduta anche su di lei.
Quando Shirley morì ero davvero disperato, e anche quella fu solo colpa mia anche se non premetti direttamente il grilletto.
Quando progettai lo Zero Requiem, non sapevo di aver acquisito il Code.
Queste sono le mie verità in questo oceano di bugie.
Te lo giuro Suzaku, non lo sapevo. Volevo davvero morire e spezzare il circolo di odio. Non volevo prendere in giro nessuno. Ma le mie menzogne si stavano già ritorcendo contro di me, in una beffa oltre ogni previsione.
Neppure C.C. se n’era accorta, convinta come tutti noi che mio padre fosse morto per mano degli dei. Probabilmente in quell’occasione mi ascoltarono proprio allo scopo di punirmi. E ripensandoci ora, il fautore materiale della morte di Charles fui io.
Quando mi risvegliai, dopo due giorni dallo Zero Requiem, per un istante ebbi seriamente paura: ero all’inferno? Perché certamente non potevo sperare nel Paradiso…
Evidentemente, Suzaku, l’inferno non c’è. Altrimenti non si spiega perché Dio mi abbia rimandato qui.
Pensi che sia strano, non è vero? Io però ne sono convinto: Lui non mi ha voluto, probabilmente non mi vorrà mai.
Ha deciso che devo vivere, vivere con i miei sensi di colpa, senza possibilità di fuga.
Accetto la punizione, la merito.
Tuttavia, in quest’ultimo periodo, una nuova prospettiva si è affacciata alla mia mente.
Forse Dio voleva che facessi qualcosa. Non mi sono mai curato molto di queste cose, ma dopo essere tornati dalla morte è lecito porsi alcune domande.
Forse Lui voleva che mantenessi la promessa fatta a C.C.
 Le avevo giurato che le avrei donato il sorriso, ma ancora una volta pensando solo a me stesso, imponendomi  un prezzo per tutte le mie azioni, stavo per venire meno alla parola data. E questa volta, non mi è stato permesso.
Vorrei tanto sapere cosa pensi tu, Suzaku, di tutto questo.
Sono un demone immortale, condannato alla vita eterna, un elemento di disturbo nell’equilibrio del mondo: il secondo custode del Code.
Un demone che deve, e vuole, rendere felice una strega.
Forse, quando entrambi avremo trovato la serenità, vedremo la luce in fondo a questo tunnel.
Sembra assurdo pensare che l’uomo ha inseguito l’immortalità dalla notte dei tempi; ed è ancora più assurdo che le sole persone ad averla, non la vorrebbero.
Quale scelta abbiamo? Di veder invecchiare e morire, una dopo l’altra, le persone che amiamo.
E’ la nostra maledizione.
Il nostro destino.
Quindi, per ora ti dico addio, mio caro amico.
Nella speranza che ci sia qualcosa, alla fine di questa vita, alla fine di ogni cosa, che ci riconduca tutti ad un più profondo significato.
Nella speranza  di un domani incerto…ma che arriverà.
Nella speranza di ritrovarsi, un giorno.
 

Lelouch.
 

 
 
 

Nota dell’autore:questa fanfiction è dedicata a tutti quelli che, come me, sono convinti che Lelouch è vivo e che interpretano il finale come un nuovo inizio:

 

     Akira
Yuko
Tadai
E tutto il gruppo dei miei pen friends di Tokyo.
E anche per Berserker Eagle!

 

     
 Questa è per voi, ragazzi! (Se poi la volete tradurre in giapponese, fate pure…)
 
    

 

  
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