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Autore: Juu_Nana    25/08/2011    1 recensioni
Ero innamorato di lei. Ma non ero affatto sicuro di poter riuscire a dichiararmi. Tipico, lo so. Sommate questo a un amico troppo sicuro di sè, al mio vice-caporedattore e a un compagno di classe che non sopporto per avere una vaga idea di cosa mi sia successo all'inizio di questo infernale anno scolastico
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Di carta, d’ Inchiostro, di Pioggia

- Diana Marcato! -
Non riesco, non riesco a controllare il tono della mia voce. Metà degli studenti nel corridoio si girano. Lei sbatte un paio di volte le palpebre, perplessa.
- Per favore non interrompermi - imploro, prevenendo una sua interruzione.
Sono rigido come un ciocco di legno, in piedi davanti a lei e sono assolutamente sicuro di avere la faccia color ciclamino.
- Ecco… mi chiedevo se tu… se per caso vorresti…! -
Non ci riesco! Non ci riesco, maledizione!
Stringo i pugni sudati. Non posso fermarmi adesso. Strizzo gli occhi per un attimo e mi umetto le labbra secche.
- Io ti…! -
- Diana! -
Mi blocco. Volto lentissimamente la testa, lanciando lampi dagli occhi.
C’ è un ragazzo che marcia veloce verso di noi.
- Scusa Fabio, posso interromperti un attimo? Devo dire a Diana una cosa molto importante - dice, tutto sorridente.
Ho alternative? Annuisco rigidamente e mi scanso.

- Ciao Michele - saluta lei, un po’ spaesata dalla situazione in corso - cosa devi dirmi? -
Lui si schiarisce un attimo la voce.
- Ecco: mi sono reso conto che tu mi piaci molto Diana. Vorresti metterti con me? -
Mi si schiudono le labbra. Lo stomaco mi si contrae.
Lei arrossisce, non meno stupita di me e distoglie lo sguardo.
- Cos… ma che dici? - balbetta tutta impacciata con un sorrisino timido
- Ci conosciamo da pochissimo… - aggiunge, portando le mani alla tracolla della borsa.
- Per te questo è un problema? Sento di essermi innamorato di te e se volessi stare con me mi renderesti il ragazzo più felice della terra - risponde Michele, tranquillissimo, avvicinandosi un po’. Lei indietreggia un attimo, imbarazzatissima.
- Ci… ci penserò, ok? - pigola.
Michele esibisce uno sfavillante sorriso.
- D’ accordo. Mi aspetto un sì però, sappilo - dice. Poi le scosta un ciuffo di capelli scuri dietro l’ orecchio, le prende il mento tra due dita e la bacia. Lì, in corridoio, davanti a mezza scuola.
Io, che fisso immobile la scena a neanche mezzo metro di distanza, sento un’ orrenda sensazione di prosciugamento. Nicola, nella piccola folla che ci circonda, si sbatte una mano sulla fronte. Qualche ragazzo fischia, poi parte un applauso.
Michele si stacca e le sorride di nuovo, passandole il pollice sul mento, poi si gira con nonchalance e inizia ad allontanarsi.
Qualcosa dentro di me precipita dal petto al terreno.
- Ci conto eh? - esclama, volgendosi verso Diana e agitando la mano. Lei riesce ad annuire e ad accennare un movimento della mano in risposta. Lui allarga il sorriso e le strizza l’ occhio, mentre fende nell’ entusiasmo generale il gruppo degli studenti assiepati.
Anch’ io lo seguo con lo sguardo. Lui se ne accorge quando è arrivato alla fine del corridoio. Mi sorride, mi fa l’ occhiolino e sparisce dietro l’angolo.
- Fabio? -
Mi volto di scatto. Non so che espressione ho, ma la vedo esitare.
- Ehm… tutto ok? - chiede.
“Effettivamente mi sento parecchio di merda…”
- Sì tutto ok - rispondo, con tono un po’ tanto funereo.
- Sicuro? - insiste lei un po’ preoccupata.
- Tranquilla, va tutto una meraviglia - forzo un sorriso. Sorride anche lei.
- Allora: cosa dovevi dirmi? -
Il rossore che le infiamma le guance ancora non è scemato, anche se l’ imbarazzo sta passando.
Sul suo volto si sta facendo strada un’ espressione raggiante, o almeno così mi sembra.
- Volevo chiederti se… -
Una scusa, mi serve una scusa.
- …se? - incalza lei - capo, insisto. Sei sicuro che vada tutto bene? -
- Sì, ti ho detto di sì -
Capo? Ah, già.
- Giusto, volevo chiederti se volevi occuparti dell’ articolo di attualità per il numero prossimo del giornale -
Dico la prima idiozia che mi passa per la testa, senza nemmeno preoccuparmene più di tanto.
- Ah, tutto qui? Cioè, volevo dire… ok, nessun problema -
- Perfetto - sospiro io, sistemando lo zaino sulle spalle. Mi sento svuotato e con il morale che sfiora il livello scarpe.
- Allora ci vediamo martedì in redazione, ciao! - mi saluta lei, mettendosi le cuffie dell’ iPod e iniziando a scendere le scale. Continuo a guardarla mentre si allontana scandendo con le labbra una canzone. Poi mi giro verso Nicola, che mi aspetta mortificato.
Stringo le spalline dello zaino e mi avvio a mia volta verso le scale, trascinando i piedi.

  
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