26/08/2011
2 recensioniAfter the Rain, There’s Always a Rainbow
Pioveva.Roxas era seduto sulla torre dell’orologio, come tante altre volte aveva fatto, ridendo e scherzando, guardando il cielo o semplicemente stando in silenzio.
Le uniche differenze erano che adesso pioveva, cosa molto strana, visto che si trovata nella “Città del Tramonto”, ma non gli importava che quelle leggere gocce d’acqua lo bagnassero: anzi, era felice che nascondessero quelle che uscivano copiose dai suoi occhi.
E poi mancava qualcosa. Mancava qualcuno.
E quel qualcuno era il suo migliore amico. Axel, si chiamava.
Dal primo momento che si erano incontrati, dalla prima missione passata insieme, o dal primo gelato consumato su quella torre, Roxas era rimasto ammaliato dalla bellezza del ragazzo, dai suoi capelli che ricordavano tanto delle fiamme, da quelle specie di tatuaggi che si ritrovava al di sotto degli occhi. O semplicemente dagli gli occhi stessi, del verde più bello in cui avesse mai avuto il piacere di perdersi.
Ma quell’amicizia era per Roxas qualcosa di più. Non sapeva spiegare cosa fosse: i Nessuno come lui e Axel non possono provare emozioni.
Ma se quest’affermazione era vera, perché faceva così male?
Ormai il ragazzo era di da quelle che sembrarono ore, da quando aveva visto il suo amico che si baciava con Larxene. Non aveva idea di cosa avesse provato.Gelosia, pensò. Ma già il fatto di aver effettivamente provato qualcosa lo lasciava di stucco.
Rimase lì a piangere per ancora tanto tempo. Forse troppo.
Ma ad un certo punto qualcosa bloccò la pioggia sul suo viso. Alzò lo sguardo e vide proprio la persona che avrebbe voluto evitare. Axel era lì, che lo proteggeva dalla pioggia con un ombrello color smeraldo. Proprio come i suoi maledetti occhi, pensò.
Gli fece un sorriso. Non il suo solito ghigno da strafottente, ma un’espressione sincera, che mai aveva visto sul suo visto.
Il biondo arrossì leggermente, e tolse lo sguardo dalla iridi smeraldine del rosso. In risposta, lui si sedette accanto a lui sul cornicione, luogo di tanta felicità e gioia, ancora tenendo l’ombrello sulle loro teste.
«Sapevo di trovarti qui.» Disse Axel «Ma mi è ancora sconosciuto il motivo»
Le parole però gli si bloccarono in gola. Neanche lui sapeva spiegare quel sentimento profondo che stava provando per lui. E inoltre, Roxas ne era sicuro, se lo avesse rivelato all’altro avrebbe di certo iniziato i suoi discorsi tu-non-hai-un-cuore.
Ma Axel non gli diede il tempo di rispondere
«Ti ho visto, sai? Ho visto che hai sorpreso me e Larxene, e ti ho visto anche fuggire con gli occhi bagnati»
Roxas non sapeva come rispondere. Così, di nuovo, fu Axel a parlare
«Quella donna mi stava parlando di qualcosa riguardo l’Organizzazione e Marluxia. Sembrava avessero un piano che necessitava la mia presenza. Ovviamente ho rifiutato, e quella la ha iniziato a sbaciucchiarmi, come se in quel modo avrei potuto cambiare la mia idea» Disse come se stesse tranquillamente discutendo delle condizioni meteo.
Il biondo sorrise: Axel non ha baciato Larxene. E’ Larxene che ha baciato Axel!
E allora fece una domanda, di cui però conosceva già la risposta.
«Axel, secondo te, i Nessuno possono provare sentimenti, anche senza un cuore?»
Sapeva benissimo la risposta che avrebbe ottenuto, ma non gli importava.
Era già pronto a sentire le parole dell’amico, che gli ricordavano costantemente che non poteva sentire alcunché senza il cuore.
Ma il discorsetto non venne. Bensì venne rimpiazzato da altre parole.
«Credo. credo di sì» Rispose con un sorriso molto simile al precedente
«Prima pensavo che, non avendo un cuore, non c’era nemmeno bisogno di provare a sentire qualcosa. Ma, diamine, solo adesso mi rendo conto che in realtà c’è sempre stata una persona per cui vale tentare. Qualcuno che mi fa sentire bene, come se avessi un cuore, come se fossi una persona reale»
Roxas, che aveva ancora il volto rigato da piccole e salate lacrime, si ritrovò a guardare ancora gli occhi verdi di Axel, il quale gli aveva preso il volto tra le mani, facendo anche cadere l’ombrello giù dalla torre, con il risultato di un bacio troppo dolce, e anche troppo bagnato.
Ebbene sì, si stavano baciando.
Roxas sentiva chiaramente il profumo dei capelli di Axel: profumavano di menta, di erba appena tagliata e di cocco; le sue labbra erano calde e morbide, ed erano per il biondo l’unica certezza in quel momento magico.
Si separarono, senza però togliersi gli occhi di dosso.
E allora Axel sussurrò sulle labbra dell’altro.
«Se non si fosse capito, mi riferivo a te»
Altri baci seguirono il primo, stavolta un po’ più passionali.
Roxas finalmente riuscì a pensare lucidamente, ma tutto ciò che gli venne in mente di fare, era sorridere, sulla bocca del ragazzo che, ormai non ne aveva più dubbio, amava.
E mentre la pioggia ancora bagnava i loro visi, nelle menti di due, il paesaggio del loro amore era formato da un arcobaleno che, effettivamente, corrispondeva al loro umore.
E sapevano che sarebbe stato così, fin quando avrebbero potuto sentirsi a vicenda.
Fine.
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Oh yeah, amicih carih, sono tornata con un'altra AkuRoku! *OO*
Ok, potrei anche smetterla di rompervi con queste mie "storielle", ma tanto siete voi che venite qui a leggerle ùwù"
Comunque, io amo la pioggia (ok, non gli acquazzoni, ma la leggera pioggerella che c'è in estate!) e mi è venuta l'idea per codesta storia! ùwù"
Addio, amicih bellih!