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Autore: PrincesMonica    26/08/2011    17 recensioni
Jared e Shannon devono presenziare, assieme alla madre, ad una riunione di Famiglia in Luisiana. Ma Costance li obbliga a trovarsi delle fidanzate che li accompagnino. Cosa succederà?
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Quella Lunga settimana
Autore: PrincesMonica
Rating: Rosso/Arancio
Disclaimer: Scrivo per puro divertimento personale e non a scopo di lucro. Non conosco Jared Leto (per ora) quindi non so assolutamente se i pensieri che ho descritto e la sua personalità siano anche solo minimamente simili.
 
Capitolo 1
 
Stava cercando in tutti i modi di trovare una buona scusa per propinarle quel viaggio. Il problema, e lo sapeva anche lui, era che non ci sarebbe potuta essere nessuna scusa che teneva, più di quella assurda richiesta di sua madre. Adorava Costance, era merito suo se lui e Shannon erano cresciuti così bene... Ok, magari non perfetti gentleman come richiedeva il galateo, ma avevano delle basi solide e credevano in quello che facevano, cose che in quei giorni era quantomeno complessa.
Magari sua madre avrebbe preferito che fossero due uomini da casa e lavoro, solo che il loro lavoro era decisamente fuori dagli schemi e la parola casa non aveva mai avuto un grandissimo significato, soprattutto quando fin dalla tenera età di sei anni avevano preso a girare per mezza America. Non che gliene facesse una colpa, ma non poteva lamentarsi che i suoi figli non avessero una vita stabile quando lei per prima li aveva fatti girare come due trottole impazzite.
Scosse il capo: non era quello il momento per mettersi a fare i conti con il proprio passato e di certo quei pensieri non lo aiutavano a decidere come affrontare il discorso con la sua amica. Sospirò davanti un palazzo non troppo alto, ma ben tenuto, davanti ad una delle innumerevoli spiagge della città.
"Chi è?"
"Jared."
"..... Sali."
Con rapidità fece i tre piani di scale e si ritrovò davanti ad una porta in finto legno, in quanto blindata, ancora chiusa, quindi suonò il secondo campanello. Qualche giro di chiave dopo si trovò davanti una ragazza che lo fissava incuriosito. Indossava un paio di pantaloni della tuta grigi, due volte più grandi di lei, una maglietta a maniche corte blu elettrico e solo dei calzini multicolori ai piedi. Dietro gli occhiali azzurri, due occhi grandi e castani, che rivelavano, spesso, molto di più di quello che lei lasciava intendere. I capelli, normalmente mossi e lasciati liberi dietro la schiena, erano raccolti in una stretta coda.
"Entra. Scusa se non sono di tante parole, ma stavo cucinando." infatti dalla spaziosa cucina tutta in tinta azzurro chiaro, proveniva un delizioso profumino. Inconfondibile la cioccolata si impossessò del suo odorato: Jared quasi dimenticò il motivo della sua visita. Seguì la ragazza e si sedette sul tavolo, mentre lei prendeva un mestolo di legno per mescolare una crema scura che sobbolliva sul fornello. Aveva mangiato molto spesso quello che lei cucinava, ma di rado l'aveva vista mentre preparava i suoi manicaretti.
"Mi spieghi che ci fai qui? Dubito che sei sceso dalla collina solo per guardarmi in tenuta da casa mentre preparo una torta al cioccolato."
"No in effetti, Monica. Però è interessante vederti in tenuta da casalinga piuttosto che quella di efficiente star della letteratura che vedo di solito alle presentazioni dei tuoi libro."
Lei sorrise e lo fissò con la coda dell'occhio, sempre attenta a non far bruciare la copertura di quella che sarebbe diventata una perfetta sacher per la cena a cui era stata invitata quella sera. Il 2012 gli stava giovando parecchio. Da quando aveva finito il tour era finalmente riuscito a mettere su qualche chilo che da troppo tempo mancava e le occhiaie nere che per quasi due anni lo avevano accompagnato erano solo dei ricordi. I capelli decisamente lunghi e la barba lasciata crescere più del normale, rendevano il suo volto decisamente più maschio e più uomo di quanto non sembrasse. Capiva che era veramente in vacanza. E i vestiti trasandati le facevano capire che non aveva neanche la voglia di pensare di interessare a qualcuno. Peccato che pure con quei pantaloni blu e gialli dell'Adidas e la canotta dei Def Leppard, avrebbe attirato gli sguardi di chiunque. Si domandò, per l'ennesima volta, se Jared si rendesse conto quanto riusciva ad attirare la gente e di come, soprattutto, riuscisse a non passare inosservato. Era semplicemente troppo.
Troppo bello.
Troppo perfetto.
Troppo tutto.
"Quindi?"
"Che fai la prossima settimana?", chiese lui invece.
"Perchè?"
"Sai che non si risponde con una domanda ad un'altra domanda?"
Monica non si prese la briga di dire altro, ma tolse dal fuoco la glassa di cioccolato e la portò verso il piano di marmo dove, sopra un'apposita griglia di metallo, stava appoggiata una torta scura. Mescolò con lentezza facendo terminare tutto il bollore, fino a quando, con lentezza studiata, iniziò a versare il contenuto della pentola sulla torta. Con una spatola di metallo e pochi colpi di polso, coprì tutta la superficie che divenne lucida ed ancora più invitante. Jared non perdeva un solo movimento, anche perché era straordinario come la cioccolata scivolava ordinata sui bordi e come Monica riuscisse a non farne cadere troppo sul piano. Dopo un paio di minuti, versò quello che rimaneva del composto in un vasetto di vetro e lasciò che la glassa si rapprendesse.
Finalmente andò a sedersi davanti a lui sorridendo. "Sai che ti ho chiesto cosa vuoi?"
Jared la fissò torturandosi il labbro: era stata una follia venire lì. La conosceva da anni, sapeva che non era il tipo di donna che accettava simili progetti. Poi pensò a sua madre e alle urla che avrebbe tirato, oltre alla rottura di palle per almeno un anno. No, era qualcosa che non poteva decisamente sopportare.
Monica roteò gli occhi esasperata dal silenzio dell'amico.
"Ok, ok, va bene. Avrei bisogno che tu mi facessi un favore enorme."
"Del tipo?"
"Diciamo che dovresti farmi da fidanzata per una settimana, tò, dieci giorni al massimo."
Calò il silenzio: Monica lo fissó come se fosse impazzito del tutto, cosa che forse era vera. Non capiva se si era bevuto l'ultimo goccio di sanità menta e o se non l'avesse mai veramente avuta. Optò per la seconda. Poi si mise a ridere di gusto. La stava prendendo in giro, ovviamente. "E io ancora che ti sto ad ascoltare! Che scemo che sei."
"Non ti sto prendendo per il culo. Ho bisogno di una ragazza seria per qualche giorno. E tu sei l'unica che mi sia venuta in mente che può rispecchiare un po' quello che mi serve."
Adesso lo stava fissando in muto stupore. Jared fu tentato di chiuderle la bocca con un piccolo gesto del dito, prima che una mosca vi entrasse.
"Ok, questa è una situazione assurda.", mormorò Monica alzandosi e dirigendosi verso la sua camera da letto. Jared la seguì: forse era il caso che le spiegasse tutto dal principio. La trovò mentre si stava spogliando. Senza un minimo di pudore, la guardò "Scusa? Puoi uscire?"
"Ti ho visto spesso in costume. Non è una novità.", notò i segni chiari delle smagliature sulla pancia, ma anche il seno abbondante ben sostenuto da un reggiseno bianco sportivo. Spartana fino in fondo, pensò.
"lo so, ma non amo farmi vedere semi nuda dagli amici in camera mia."
"Paura che ti salti addosso? Tranquilla, non sei il mio tipo."
"Lo so, quindi é per questo che trovo assurda la tua idea. Vallo a chiedere ad una delle Barbie che ti scopi una notte sì ed una anche."
"Non ho questa vita sessuale così movimentata come credi tu. E comunque nessuna di loro va bene per quello che mi serve."
"Ah, ti serve una con il cervello?"
Lui sorrise: "Beh, più o meno sì. Senti, la situazione è questa. Ieri sera mamma è venuta da noi brandendo una lettera con fare alquanto minaccioso. Era una lettera di zia Margot, una specie di pro pro zia della Louisiana, una parente di secondo grado di nonna Ruby. Sta organizzando un super mega ritrovo di tutti i fottuti Metrejons e affini. Ovviamente fottuti solo perché la situazione è di merda."
"Ok, ma io che c'entro?"
"C'entri, perchè mamma vuole che io e Shannon ci presentiamo con due fidanzate serie al nostro fianco."
Monica era senza parole, non riusciva neanche a ridere. " E perché? Non mi è mai perso che le interessasse così tanto la vostra situazione sentimentale."
"Appunto, ma pare che al raduno ci sarà anche Zia Franny estremamente in competizione con mamma."
"Ancora non capisco."
Jared si schiarì la voce prima di intraprendere una incredibile imitazione di sua madre, dal modo di fare al tono. "Lo sapete quante volte vostra zia Franny mi ha ripetuto che il suo George é intelligente, con un lavoro stabile e che belli sono i suoi nipoti? Mica come i miei due debosciati! Questo ci ha detto, ti rendi conto?", finì con voce normale.
"Povera donna, ha anche ragione. Ormai avete entrambi varcato la soglia dei 40 e lei non vede piccoli Letini all'orizzonte."
"Ti prego non mettertici anche tu. Ho bisogno di un aiuto, non ho voglia di rotture di palle per un anno intero con lei che mi ripete quanto sia bravo George, quanto l'ho delusa per non aver portato una fidanzata e simili."
Monica sorrise. "È interessante vedere come l'unica donna che ti comanda a bacchetta é tua madre."
"Non scherzare. Quella é capace di ucciderci con la stessa facilità con cui ci ha fatti. Non voglio neanche sapere chi si porterà dietro Shannon, ma io vorrei avere al mio fianco qualcuno su cui possa fare affidamento. Quelle che tu chiami Barbie ancora un po' non sanno neanche il mio cognome o cosa faccio realmente nella vita."
"Appunto, ti serve una con il cervello. Perché non l'hai chiesto ad Emma?", bastò l'occhiata obliqua che le lanciò per capire l'antifona: Emma era tanto cara e tanto buona, ma di certo non era una ragazza che si lasciava trascinare in quelle follie. Senza contare che era tornata in Australia per un degno e meritato mese di ferie.
"Ok. Quindi spiegami che cosa dovrei fare."  
Jared sorrise: era fatta! "Niente di che, qualche effusione in pubblico, andare in giro mano della mano, dormire assieme al massimo."
"Si può fare, non mi sembra tragico. Ok, che ci guadagno io?"
Jared sbattè le palpebre incredulo. "Un viaggio pagato e vitto e alloggio gratis nella splendida Bossier city?"
"Non scherziamo. Vengo a fare la tua burattina per una settimana intera e non ho nulla in cambio? Andiamo Jay, sono una amica, non una santa."
"Non ti facevo così venale."
"Le ultime volte che hai chiesto il mio aiuto mi sono trovata sempre nei guai. E ci ho sempre rimesso qualcosa. Stavolta voglio tutelarmi."
Jared la fissò: alla fine era rimasta solo con i pantaloni e la biancheria. La discussione l'aveva tanto presa che non si era rivestita e in quel momento giocava con il bordo della maglietta ancora in mano. In fondo era carina, anche se non proprio per i suoi canoni estetici. "Cosa vuoi?"
"Mi accontento di poco, visto che conosco i tuoi agganci. Voglio solo due biglietti tribuna Vip per il concerto degli U2 del prossimo mese."
"Tu scherzi, vero?"
"No. Portami quei due biglietti e sarò la tua dolce fidanzatina per tutto il tempo che vorrai e non solo per una settimana."
"E come faccio ad essere sicuro che verrai quando li avrai in mano?"
Lo guardò perdendo il leggero sorriso che aveva avuto durante tutta la contrattazione. "Non ho mai tradito la tua fiducia, mi pare. Non ti ho mai paccato, anzi semmai è successo il contrario. La nostra relazione inizia proprio male."
Jared uscì dalla camera per recuperare il Blackberry che aveva lasciato sul tavolo della cucina e poi aprì la porta di casa. "Due biglietti area Vip? Li avrai. Tu prepara le valigie per il prossimo venerdì che si parte."
Monica lo vide chiudere la porta e sospirò: quello che gli aveva chiesto era praticamente impossibile. Da tempo tutti i biglietti erano andati sold out. Lei era riuscito a recuperarne uno solo per gli spalti. Nonostante i suoi contatti con le varie case editrici e la sua discreta fama, non era riuscita a recuperare nessun biglietto in più, quindi dubitava assai che Jared riuscisse, a meno di un mese dal concerto più atteso dell'anno, a trovare due biglietti e per giunta area Vip. Era riuscita, in modo anche abbastanza elegante, ad evitare quello strampalato viaggio. Inoltre, conoscendo Jareed, sarebbe stato capace che nell'arco di un'ora avrebbe cambiato idea e avrebbe rintracciato una delle sue amichette, magari Lauren che non vedeva l'ora di infilarsi nuovamente nel suo letto, e avrebbe invitato una di loro al mega raduno. In fondo loro non si sarebbero messe a discutere e dettare leggi e ricatti.
Andò in cucina sistemando la torta sul vassoio e riponendolo in frigo perchè si rapprendesse del tutto, poi terminò di pulire quello che aveva sporcato.
Non si sentiva minimamente in colpa per quello che aveva chiesto a Jay. Fosse stato qualsiasi altro uomo non avrebbe mai fatto una cosa simile, ma con lui le veniva naturale essere un po' acidina. Del resto lui non si era mai comportato alla perfezione con lei. Quando l'aveva conosciuto, anni ed anni prima, non era ancora una celebrità mondiale, ma era, come sempre, bellissimo. La sbandata era stata ovviamente potente e lui ci aveva anche giocato in po' su. Per fortuna che si era rimessa in carreggiata prima che lui le spezzasse il cuore. Erano diventati amici: non proprio quegli amici per la pelle dei film di Hollywood, ma abbastanza amici da farsi favori una con l'altro, uscire assieme quando erano entrambi in città, parlare di cose relativamente serie. Ma non così tanto amici da conoscersi fino a fondo.
Il problema di Jared, secondo lei, era che fosse troppo convinto che qualsiasi cosa volesse l'avrebbe ottenuta. Non che gli fosse sempre andata così bene, ma la notorietà aveva aiutato parecchio in quei ultimi anni a fargli riuscire ad avere quello che voleva. E Monica non era una ragazza che amava farsi raggirare troppo facilmente.
Si buttò sul divano, accese la Tv sul canale delle notizie sorridendo: la settimana prossima avrebbe iniziato la stesura del nuovo romanzo della sua eroina sfigata, Camilla, alle prese con una nuova storia e nuovi problemi.
La Louisiana era lontana e niente la toccava in quel momento.
   
 
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