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Autore: lady hawke    27/08/2011    3 recensioni
Giungere alle cascate Paradiso sembra essere una vera impresa, per il povero Carl Fredricksen. Contro la sua volontà si è ritrovato ad essere un babysitter per un Esploratore della Natura Selvaggia di otto anni, un cane parlante e uno struzzo in technicolor. Ma che potrebbe accadere se a loro si aggiungesse un altro compagno di viaggio?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa storia si è classificata terza al concorso Ma va' nel tuo film! indetto da Rowena suWriters Arena e devo dire che mi sono divertita da MORIRE a scriverla XDDD. Spero vi piaccia! Nel caso in cui non si intuisse, è un Crossover con Lilo e Stitch! ^^


Carl Fredricksen non avrebbe mai immaginato che cercare di esaudire il desiderio suo e della sua Ellie sarebbe stato così difficile. Non solo si era visto costretto a portarsi dietro Russel, e a doversi sorbire le sue tiritere sugli Esploratori della natura selvaggia, ma ora si stava trascinando alle Cascate Paradiso anche uno struzzo in technicolor e un cane parlante che farfugliava da almeno un quarto d’ora il mantra “Ti prego, sii mio prigioniero!”.
Stava giusto per giungere al limite massimo di sopportazione, quando sentì uno strano rombo di motori nel cielo. Com’era possibile che ci passassero aerei, in quelle zone così selvagge?
- Signor Fredricksen, cos’è quello? – domandò Russel. L’anziano alzò la testa e vicino alla nuvola di palloncini vide qualcosa che faticò a riconoscere: sembrava una piccola astronave, come quelle che aveva visto al cinema da bambino. Ma era impossibile, quelle esistevano solo film di fantascienza!
Dug, intanto, aveva finalmente lasciato la zampa di Kevin, che aveva continuato a strillare per tutto il tempo. – Sento un odore che non conosco! – disse il suo collare, mentre il cane puntava il naso verso il cielo. La piccola astronave poi atterrò malamente sul tetto della casa di Fredricksen, rompendo qualche tegola.
- Ma che diavolo… - Carl fece per parlare, ma rimase di sasso vedendo uscire dal piccolo velivolo una creatura bluastra, che ricordava vagamente un cane.
- AAAAAK! – strillò di nuovo Kevin, in direzione del mostriciattolo.
- Sembra un cane spaziale! – fece Russel, al colmo dell’entusiasmo. – Questo non c’era sul mio manuale di esploratore.
- Ah, ma non esistono cani spaziali. – commentò Carl, scocciato da tutto quel trambusto. – Ehi, tu, vieni subito giù di lì! – urlò alla creatura, vedendo che si arrampicava fino ai palloncini. - Ehi, vieni giù, giù! – insistette, vedendo che quella specie di cane spaziale strappava un palloncino dopo l’altro, ridacchiando come una iena. La casa cominciò a ondeggiare pericolosamente, finchè l’ennesimo verso di Kevin non lo attirò. La creatura, con ancora un filo del palloncino incastrato tra i denti scese dalla casa, e si avvicinò all’insolito drappello.
- Oh, se solo avessi una macchina fotografica! – sospirò Russel. – E’ la cosa più strana mai vista, chissà come si chiama.
- Io mi chiamo Stitch. – disse la creaturina, facendo sparire il pezzo di corda come uno spaghetto.
- Accidenti, eccone un altro… - si ritrovò a sospirare l’anziano, affranto.
- Anche questo cane parla! – fece Russel, entusiasta. – E non ha nemmeno il collare! Non lo trova magnifico, signor Fredricksen?
Carl si passò una mano sulla faccia, mentalmente esausto, ma non ebbe molto tempo per riprendersi, perché Stitch si era arrampicato sulla schiena di Kevin, e sembrava avere tutta l’intenzione di cavalcarlo. Ridacchiava atteggiandosi come un piccolo cowboy.
- Ehi, quello è il mio prigioniero! – Dug si attaccò di nuovo alla zampa di Kevin, tentando di arrampicarsi a sua volta. Il povero cane non aveva nemmeno lontanamente l’agilità della piccola creatura bluastra e saltellava intorno al povero pennuto senza grandi successi. – Lascia il mio prigioniero, devo riportarlo al mio padrone!
- Stitch! Stitch! Scendi giù! Non ci si arrampica sugli altri! – aveva detto Russel, illudendosi che quel piccolo essere spiritato fosse addestrato come il cane. – Dug, smettila, molla il povero Kevin, mollalo!
- AAAAAAAAAAAAAAK! – un altro urlo del pennuto e Stitch rischiò di venire seriamente disarcionato.
- Wow! – fece la creatura, divertita da Kevin, che cominciò a correre avanti e indietro per la radura, con Dug attaccato di nuovo saldamente alla sua zampa e Russel che arrancava tentando di raggiungerli.
Carl Fredricksen si lasciò cadere a terra, incapace di fare qualunque cosa. Alzò lo sguardo verso la sua casa, sospirando.
- Questo non me l’aspettavo proprio, Ellie. – disse.
  
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