Aromi
- Sa che non deve. Sa che è
perfettamente sbagliato, eppure
non c’è una singola fibra del suo essere che
sembra voler mettere fine a tutto
questo.
- Le iridi nocciola sono fisse, meravigliosamente
attratte da
qualcosa di altrettanto eccezionale. Immobile, incapace di spostare lo
sguardo
se non per assecondare le movenze di quello che è il suo
obiettivo. Un leggero
rossore all’altezza delle guance sottolinea una certa
vergogna per l’azione in
atto, ma al tempo stesso la smorfia maliziosa che increspa le labbra
è sintomo
manifesto di altrettanto piacere.
- Non che avesse cercato di mettersi in quella
situazione in
maniera intenzionale. Al contrario, è stato il caso a
decidere. E come ogni
scelta della sorte, l’uomo non può far altro che
chinare il capo e compiere la
sua volontà. O perlomeno è quello che pensa la
ragazzina, mentre cerca
disperatamente di trovare una giustificazione che evitasse di metterla
di
fronte alla più ovvia – e palese – delle
verità.
- Ha bisogno di trovare una spiegazione plausibile
al suo restare
lì, senza osare sbattere le ciglia neanche se interrompere
il contatto diretto
potesse far scivolare tutto lontano. Neanche avesse davanti agli occhi
un
sogno. Ne ha bisogno per mettere a tacere tutte quelle vocine
estremamente
insistenti che da tempo si stanno facendo largo nella sua testa, di cui
riconosce la fondatezza ma che ancora non si sente pronta ad accettare
del
tutto. Ma troppi segnali ormai le indicano un’unica strada.
- E dire che la giornata era iniziata come tante
altre.
Sveglia ad un’ora affatto proibitiva, colazione abbondante e
qualche
faccenduola da sbrigare. Del resto, passare un terzo
dell’estate in casa di
altri le imponeva l’obbligo di rendersi utile in qualche
modo, per ripagare una
ospitalità ed una gentilezza ormai usuali da tempo. E mentre
i minuti
passavano, serena attendeva anche il momento in cui lo avrebbe visto.
Perché
ormai si era abituata ad un certo tuffo al cuore che
l’assaliva nell’incrociarlo
e nel salutarlo, posando per la prima volta nella giornata lo sguardo
su quegli
occhi blu. E non si faceva neanche più tante domande,
relegando il tutto in un
angolo della sua coscienza, con su scritto
“inspiegabile”. Ma nulla l’aveva
preparata a quel che avrebbe affrontato proprio di lì a poco.
- Ha girato per le stanze, ma di lui non
c’era alcuna traccia.
Non che si fosse allarmata, perché la mattina si faceva
prendere da mille
attività per poi vederlo spuntare, sorridente e soddisfatto,
all’ora di pranzo.
Dunque, con spirito rassegnato ed animo sereno aveva attraversato la
casa per
scendere fino in cortile. Di lì, avrebbe svoltato
l’angolo per arrivare al
piccolo giardino che si apre sul retro dell’edificio. Il
tutto per raccattare
qualche scopa, custodita nel capannino messo in piedi dal capofamiglia.
- Inutile dire che quel capannino non ha mia visto
la nostra
eroina arrivare. La quale invece si è bloccata proprio
dietro l’angolo, e
tuttora lì giace in una posa plastica, tanto da ricordare la
statuaria
classica. Busto eretto, braccia molli lungo i fianchi, labbra
leggermente
schiuse ed espressione tra lo sbigottito e l’incredulo.
Diremmo anche eccitato,
se non conoscessimo bene la tipa in questione.
- Ecco perché non l’aveva
ancora intravisto! Ecco perché in
casa non c’era!
- Tutto così chiaro, eppure
così sconvolgente per lei che ora
non sa affatto gestire se stessa. Proseguire? Non se ne parla. Tornare
indietro? Sarebbe più facile ammansire un Gigante.
- Il fatto è che lui è
lì, pochi metri da lei, inconsapevole
di essere spiato. Come altre volte le è successo del resto,
ma è solo questa
volta che non riesce proprio a venir via dalla scena. Ma mai così.
- Altre volte lo ha visto faticare nel tentativo
di sbrigare
le commissioni affidategli dalla madre, altre volte lo ha persino
aiutato. Ma
ora è diverso.
- Sta tagliando l’erba. Nulla di
eccezionale. Sotto al sole.
Ed anche questo non è degno di nota.
- Ma è a dorso nudo. E lei non lo ha
mai visto a dorso nudo.
- Si stupisce di come possa essersi evitata quel
piacere per
così tanto tempo. Ma il suo pudore le avrebbe impedito di
creare
volontariamente l’occasione. Ora che però questa
si è palesata così ghiotta,
lasciarla sfuggire è qualcosa di impossibile. E lotta contro
se stessa, ma gli
occhi così beati di quella visione le suggeriscono di
approfittarne ora che
può.
- E così le iridi indugiano su quella
pelle appena abbronzata,
che ha assunto un coloro dorato così caldo ed invitante. E
su quei muscoli,
sottili e tesi nello sforzo. Sulla possanza delle braccia, capaci di
risultare
tuttavia così delicate nello stringerla. E le mani, il
torace appena scolpito
quanto asciutto. I pettorali delineati, le spalle larghe e la vita
stretta.
Prova vergogna per se stessa, eppure non si sente colpevole. Dovrebbe,
probabilmente, ma un sorriso si allarga sul suo volto concentrato nel
momento
in cui effettivamente pensa “Merlino, quanto è
bello”. Ed ormai ci sono più
pochi dubbi sul motivo che la spinge a cercarlo, a voler litigare
magari con
lui pur di averlo accanto. A rimanere imbambolata qualche buon minuto
alla
vista del miglior quadro di vita campestre mai dipinto, come neanche il
migliore pittore impressionista avrebbe potuto fare.
- - Hermione! Hai difficoltà nel trovarle? – Tuona una voce gentile da dentro, preoccupata magari per il ritardo della giovane e volenterosa di aiutarla. Lei sussulta, e l’incanto sparisce.
- ~~~~~
- E’ il filtro
d’amore più potente del
mondo! – rispose Hermione
-
Esatto! L’hai riconosciuta. Immagino,
dalla sua tipica luminosità perlacea..-
-
E dal vapore che sale in
caratteristiche spirali – proseguì Hermione con
entusiasmo, - e dovrebbe avere
un odore diverso per ciascuno di noi, a seconda di ciò che
ci attrae, e io
sento aroma di pergamena nuova e di erba appena tagliata e.. -
Ma arrossì, e non
finì la frase.