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Autore: franzau96    28/08/2011    3 recensioni
The Crazy Killers è una serie di episodi di guerra molto a sfondo umoristico che raccontano le avventure di un gruppo di "benefattori" che infiltrandosi nei database dell' FBI portano a termine le loro missioni. Questo fa nascere una grande rivalità tra i Crazy Killers e l' FBI che li porterà spesso a compromettere il normale corso delle missioni.
Il gruppo è composto da cinque persone, ognuna con le sue particolari abilità e caratteristiche.
Buona lettura =)
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mission 1:
Terroristi

 
                Come al solito, Jim “Deadsoul” Fletcher era intento ad accendere il proprio sigaro. Era un uomo di appena trentacinque anni, i biondi capelli corti all’ insù, gli occhiali da sole scuri ed un bel giubbotto nero. Oh, sì, portava sempre James con sé. Come chi è? Il suo fedelissimo ACR. Il fucile d’ assalto perfetto per lui. Con una bella mimetica tigrata color blu. Sapeva che non era il massimo come mimetica, a meno che non fossero andati a fare la guerra in cielo, ma lui adorava un casino quel colore, non poteva farci niente. E poi agire di nascosto non era affatto nel suo stile.
                «Ehi, capo, abbiamo dei terroristi da sistemare.» disse tranquillamente Mike “Virus” Parker. Ragazzo di appena diciannove anni, uno dei migliori hacker al mondo. Il suo hobby era quello di infiltrarsi nei server dell’ FBI e comunicare le missioni a Deadsoul. Le avrebbero portate a termine, come al solito, prima degli agenti federali, mettendoli in ridicolo. La cosa divertente era che l’ FBI tutto questo lo sapeva; Virus non nascondeva le proprie tracce. Ovviamente avrebbe potuto farlo benissimo, ma gli piaceva divertirsi con loro. E piaceva anche a Deadsoul. Il capo della sezione informatica dell’ FBI, Helena Summers, era una bellissima donna, single, della sua età. Il suo lavoro era praticamente quello di stanare loro, piuttosto che i terroristi.
                Come loro chi? The Crazy Killers. Erano conosciuti con quel nome anche all’ interno dell’ FBI. Deadsoul approvava appieno quel nominativo. Loro erano i più pazzi. E non volevano nasconderlo. «Il luogo è lontano? Ci servirà l’ elicottero?» chiese ancora, avvicinandosi alla postazione di Virus, piena di computer, congegni e fili. Deadsoul era anche il pilota della squadra. Guidava davvero di tutto. Auto, blindati, aerei, elicotteri, hovercraft, barche, sommergibili. «Dimmi di sì, ti prego.» Aggiunse in un tono molto comune tra i bambini capricciosi.
                «Sì, ci servirà l’ elicottero.» rispose il ragazzo, voltandosi, mostrando il suo sorriso. Portava degli occhiali da vista, anche se le ciocche di capelli castani che scendevano sulla sua fronte li coprivano per metà.
                «E vai!» esclamò Deadsoul. «Vado a dire agli altri che si va in missione.» aggiunse prima di spostarsi nella stanza adiacente. Il loro covo aveva cinque stanze: la sala informatica, quella dove Virus aveva posizionato tutti i suoi congegni elettronici, il salone, dove ora si trovava Deadsoul e dove gli altri tre membri del pazzo gruppo oziavano sui divani davanti alla tivù, un bagno, l’ atrio e la cucina. Sì, di tanto in tanto mangiavano lì, tutti insieme.
                «Forza ragazzi! Si va in missione! Su, su, su!» gridò l’ uomo appena entrato nella stanza, battendo le mani.
                «Oh yeah, baby! Cosa mi porto? C4? Granate? Qualche mina Claymore, un po’ di TNT? Un RPG, o è meglio un lanciagranate?» chiese euforico Max “Dynamo” Rogue. La sua specialità erano gli esplosivi. Di ogni tipo. Le armi che usava? Artiglieria pesante. Mitragliatrici leggere. Si alzò dal divano, i capelli neri lunghi fino al collo e totalmente spettinati, come al solito. Aveva sempre quel sorriso sfacciato sul volto. Si divertiva, in ogni momento.
                «Risparmia il fiato per dopo, Dynamo. Porta tutto quello che vuoi. Se ci avanza qualcosa la lasciamo per l’ FBI!» rispose Deadsoul, poi rise.
                Lee “Wan-shot” Feng, intento a pulire la canna del suo Barrett .50, guardò il capo e fece cenno di sì con la testa. Era un uomo tarchiato, sui cinquantacinque anni. I capelli grigi ed ormai rimasti in pochi, insieme alle rughe sul suo viso, lo confermavano. La sua abilità era uccidere con un colpo solo. Un bel colpo dritto in mezzo agli occhi. O che sarebbe fuoriuscito da lì, se il nemico era di spalle, ovviamente. Portava con sé soltanto una misera M9 silenziata in missione. Non parlava mai con gli altri. Non perché non volesse, ma perché era cinese, e nessuno di loro capiva la sua lingua. Ma andava bene così.
                Sara “Shadow” Mancini, di origine italiana, superò con un agile balzo il divano ed atterrò davanti al capitano. Lei era il fantasma della squadra. Si rifiutava di utilizzare le armi da fuoco. Per lei solo coltelli, la sua katana ed ovviamente i suoi pugni. Nonostante fosse molto magra e non avesse molti muscoli, le sue tecniche erano mortali. Aveva studiato molti stili di arti marziali. «L’ obiettivo?» chiese, la bocca perennemente nascosta dal suo passamontagna. Le si vedevano soltanto gli occhi verdi. Nessuno l’ aveva mai vista veramente.
 
                Centro Operativo FBI – Ore 16:47
                Helena Summers non faceva che camminare avanti e indietro per la stanza. «Cosa vuol dire che non riuscite a localizzarli!?» chiese ad alta voce, irritata. Sempre la stessa storia. Aveva lunghi capelli castani, lo stesso colore degli occhi, ed indossava una divisa completamente blu. «Mai una volta che sappiamo dove si nascondono, quei furfanti! Prima o poi li sbatterò in cella! E poi.. Jim Fletcher.» concluse con disprezzo. Seguì una specie di verso di rabbia. Oh, dimenticavo un particolare. Jim ed Helena si erano lasciati da poco. Non erano sposati, nessuno dei due lo era stato. Avevano semplicemente avuto una storia.
                «Mi dispiace, ma tutto quello che siamo riusciti a fare è… Beh, guardi lei stessa.» disse un uomo, anch’ egli vestito di blu, indicando il monitor del proprio computer. «I file riguardanti l’ attacco terroristico sono stati visualizzati da qualcun altro di… esterno.» continuò. Helena lo guardò come per dire “lo vedo anch’ io, idiota”. Ma l’ uomo non si lasciò intimidire troppo e continuò. «E hanno lasciato un messaggio.» disse. La donna, incredula, lesse il file txt che l’ altro aveva appena aperto.
                 “The Crazy Killers vi libereranno dai guai! Helena, devi ridarmi i miei CD. So che li hai ancora tu. Baci, Jim. Non lavorare troppo, altrimenti diventi nervosa.”
                Un urlo di rabbia perforò le pareti della stanza, come probabilmente anche quelle del suono.
                «Partiamo immediatamente. Dammi una squadra di soldati. Questa volta arriveremo prima di loro!» esclamò la donna furiosa, alzando, letteralmente, i tacchi.
 
                Da qualche parte sopra alla zona in cui avrebbero dovuto trovarsi i terroristi – Ore 17: 12
                Deadsoul pilotava l’ elicottero, senza smettere di masticare il suo sigaro, ovviamente. Accanto a lui Virus smanettava al pc. Sui sedili posteriori, Dynamo trafficava con i suoi esplosivi e Wan-shot montava il silenziatore sul Barrett. Ancora più indietro, in piedi appoggiata alla parete del velivolo stanziava Shadow. Sempre la solita storia, insomma. James era di fronte a lei, posto in un contenitore di vetro dal fondo soffice per mantenerlo al meglio.
                «Ci siamo quasi, ragazzi.» disse Deadsoul, masticando le parole come il sigaro. Virus odiava sedere accanto a lui in elicottero. Non sopportava il fumo. Ma purtroppo, il suo era un ruolo importante e il capo lo voleva lì accanto. Virus forniva ai compagni anche gli auricolari bluetooth ed alcuni congegni elettronici, come la microcamera per spiare da sotto le porte.
                «Oh, cazzo. Preparatevi a ballare.» disse Deadsoul prima di virare bruscamente a sinistra. Tutti e quattro persero l’ equilibrio. Sara, che invece era in piedi, riuscì perfettamente a mantenerlo. Virus vide un razzo passare a qualche centimetro dal finestrino alla sua destra. «Scusate, era necessario.» commentò il capo, in risposta allo sguardo del ragazzo.
                «Ehi, capo, posso sparargli anch’ io?» chiese Dynamo, imbracciando l’ RPG e sporgendosi fuori dall’ elicottero per osservare la zona sottostante.
                «Come vuoi… Ma non farne fuori troppi, o ci togli tutto il divertimento!» rispose Deadsoul.
                «Attento! Ne spara un altro!» esclamò Virus indicando l’ uomo col lanciarazzi. Appena mezzo secondo dopo, però, la testa di questo esplose ed il secondo successivo il corpo cadde a terra. Il ragazzo si voltò. Wan-shot era seduto esattamente come prima, normalmente. Ma la canna del suo Barrett, fumante, tradiva la sua innocenza.
                «Ormai temo che la nostra copertura sia saltata.» disse Deadsoul, ancora il sigaro tra le labbra. «Atterriamo qui, poi li attaccheremo frontalmente. Almeno, io e Dynamo. Wan-shot, cercherai una postazione per fornirci supporto. E Shadow.. Beh, come al solito. Li aggiri.» Continuò. Mentre diceva tutto ciò, che tra l’altro era scontato per i compagni, atterrava alla meno peggio in mezzo ad una foresta poco distante dallo spiazzo in cui si erano accampati i terroristi. Deadsoul poteva far atterrare un elicottero praticamente ovunque. Non conosceva ostacoli. Virus sarebbe rimasto a bordo, come al solito, a monitorarli e dar loro consigli. O almeno, questo era il suo ruolo ufficialmente. In realtà non faceva granché. Qualche volta informava gli altri dell’ arrivo degli “scocciatori”. L’ FBI, s’ intende.
                Atterrarono senza troppi scossoni. Certo, buttarono giù qualche albero, ma ormai erano abituati ad atterrare ovunque. Deadsoul si lasciò scivolare sui sedili posteriori, allungò il braccio all’ indietro ed afferrò la teca di vetro. La aprì, prese James, inserì in caricatore e lo imbracciò. Scese dall’ elicottero, le pale che ancora non avevano smesso del tutto di girare, seguito da Wan-shot. Dynamo era già sceso dall’ altro lato e Shadow era scomparsa chissà dove. Virus iniziò a disporre vari portatili sui sedili finalmente liberi.
                Come previsto, Deadsoul e Dynamo si addentrarono nella fitta foresta in direzione dell’ obiettivo. Anche Wan-shot era scomparso. Evidentemente era già partito alla ricerca di una buona postazione da cecchino. L’ ACR di Jim non era silenziato. Non era nel suo stile. Finalmente intravidero il campo nemico. Alcune guardie, ancora allarmate dal precedente attacco, correvano di qua e di là. Una piccola folla si era creata attorno alla vittima di Wan-shot.
                «Vado io, ok?» chiese Dynamo, che non stava più nella pelle.
                Deadsoul lo fermò col braccio. «Ehi, non puoi decidere così. Sono io il capo.» Seguì una pausa di qualche secondo. «Mor-ra ci-ne-se!» Jim buttò sasso, Dynamo carta.
                «Ha-ha!» Esclamò, ridendo e mettendo mano alla cintura con le granate.
                «Inizi con quelle?» commentò l’ altro. «Inizi a perdere il tuo stile, amico.»
                «Ehi! Non mettermi il fiato sul collo. E poi, aspetta a parlare. Il mio secondo nome in codice è Stile.» Rise ancora. Prese una granata leggermente più piccola e dal colore più scuro delle altre. Sembrava una normalissima granata a frammentazione. Si sporse leggermente dai cespugli dietro ai quali erano nascosti e la lanciò, dopo averla innescata. La granata rotolò perfettamente al centro della zona. Un attimo dopo esplose in una pioggia di nastri colorati. Tutti i terroristi si voltarono, alcuni semplicemente chiedendosi cosa stesse accadendo, altri con le armi puntate. Nel frattempo, Dynamo era corso via. Cosa aveva intenzione di fare, quel pazzo? Corse attorno all’ area disseminando C4 lungo tutto il suo perimetro. Tornò dal capo. Fece qualche passo indietro e l’ altro lo imitò. Prese il detonatore, guardò Jim. Sorrise.
                Fu uno spettacolo allucinante. Un cerchio perfetto esplose attorno al campo. Alcuni dei terroristi più vicini alle esplosioni vennero spinti via dall’ onda d’ urto, altri vennero feriti gravemente.
                «Ora, se permetti, tocca a me.» commentò Deadsoul, correndo in direzione dei nemici ed iniziando a sparare. La sua precisione era formidabile. Nonostante le protezioni al kevlar dei terroristi, un colpo bastava per uccidere ognuno di loro. Bastava mirare alla testa. Ne fece fuori quattro in poco meno di tre secondi. Un uomo alla sua sinistra lo mirò col suo AK 47, ma due coltelli gli si conficcarono nella schiena. L’ uomo gridò, lasciando cadere l’ arma in terra. Dai cespugli spuntò Shadow, che con un solo, micidiale calcio volante spezzò la testa del ferito. Si riprese i coltelli e li rimise al loro posto. Estrasse la katana e la ruotò deviando i proiettili nemici, mentre Deadsoul pensava ad uccidere. Ne fece fuori altri due con colpi alla testa. Si riparò dietro ad una tenda per evitare il fuoco nemico; sparò alla cieca. Tolse il caricatore e prese quello nuovo. Quando un terrorista gli si avvicinò, lo colpì al viso col calcio del fucile. Inserì il nuovo caricatore e tornò allo scoperto con una capriola. Altre due uccisioni. Shadow, più in là, aveva appena infilzato un altro tipo dotato di RPG. Un terrorista puntò la pistola alla nuca di Deadsoul. Questi mise le mani in alto.
                «Basta così!» esclamò il terrorista, abbassando il cane.
                «Addio.» rispose Deadsoul, prima che la testa dell’ altro finisse per esplodere. Senza voltarsi, Jim alzò la mano col pollice in su. Sapeva che Feng lo stava osservando. Probabilmente stava mirando alla sua testa, come faceva sempre. Per fortuna non gli era mai partito un colpo.
                «Ehi, capo!» la voce di Virus risuonò nell’ orecchio di Deadsoul. «Elicottero dell’ FBI in avvicinamento! Sono intenzionati ad attaccare il campo. Ma non ti preoccupare, ho messo fuori uso le loro mitragliatrici.»
                «Ottimo lavoro, ragazzo.» commentò il capo mentre mitragliava un altro terrorista.
                Sembravano essere finiti. Dynamo raggiunse Jim, l’ RPD in spalla. «Ma come, già finiti? Ma io non ho fatto niente!»
                «Non ti preoccupare, la prossima volta sparerai un bel po’ di colpi.» rispose l’ altro. «Anzi, chissà che l’ FBI non ne voglia un po’ subito.»
                «Non credo sia una mossa saggia.» disse Sara unendosi a loro, rinfoderando la katana.
                «Certo, scherzavo.»
                L’ elicottero atterrò proprio davanti a loro. Il forte vento li fece indietreggiare.
                «Tutto bene, capo?» ancora la voce di Virus dall’ auricolare.
                «Sì, ci pensiamo noi. Tra poco torniamo indietro. Intanto avverti Lee che abbiamo finito.»
                «Ricevuto.»
                Helena Summers scese dall’ elicottero. Dietro di lei anche numerosi agenti armati, puntando le armi contro i tre e circondandoli.
                «Ma guarda un po’. Jim Flatcher ha commesso un bel po’ di omicidi.» commentò la donna avvicinandosi all’ ex.
                «Mi hai portato quei CD?»
                «Mani in alto!» gridò uno degli agenti federali. Tutti e tre eseguirono l’ ordine, senza muoversi di un centimetro.
                «Ma che spiritoso. Mi dispiace per te, ma questa volta vi abbiamo presi. E così sono questi due i tuoi complici.» aggiunse indicando Dynamo e Shadow, ognuno con una mano. «Ma guarda… Avvertiremo la prigione. Tre celle singole vanno bene, no?»
                «Oh, mi dispiace, ma abbiamo davvero molto da fare. Perciò, se vuoi scusarci…»
                «Guardati intorno, Jim. Hai una decina di fucili puntati contro.»
                «Ehi, Max. Anzi, Stile. Forse non puoi usare la tua bella mitragliatrice. Hai qualcosa di meno letale?»
                Prima che gli agenti potessero fare qualsiasi cosa, la zona si riempì di fumo. Nessuno osò sparare alla cieca.
                «Sono fuggiti! Ci sono sfuggiti di nuovo! Siete degli incapaci!» le urla di Helena arrivarono fin quasi all’ elicottero dei Crazy Killers, dove ormai si trovavano tutti e cinque.
                «Le loro mitragliatrici sono ancora fuori uso, Virus?»
                «Sì.»
                «Quindi possiamo decollare, no?»
                «Ma quei soldati sono armati comunque!» esclamò Shadow, pur sapendo che non sarebbe servito a molto.
                «Naah.. Non ci spareranno. Forse. Comunque ce la caveremo.» disse Deadsoul tranquillamente, ficcandosi in bocca un nuovo sigaro e decollando. Una pioggia di proiettili si abbatté su di loro. Jim sfrecciò via il più velocemente possibile. Ed un’ altra era fatta.
                «Ehi, Jim.» disse Dynamo, sporgendosi tra il suo sedile e quello di Mike. «Questa storia non va bene. Quella donna deve restituirti i tuoi CD! Cioè, stiamo parlando di musica, amico! L’ essenza della vita!»
                «Hai ragione. Glieli chiederò quando non ci saranno quindici agenti a circondarci, va bene?»
  
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