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Autore: Esse_94    29/08/2011    4 recensioni
“Ma che state facendo? Ci sono in giro i bambini, Cecilia, Chama, immaginatevi se fossero entrati e vi avrebbero visto”
“Se fossero entrati Cecilia e Chama avrebbero visto che l’amore esiste!” ribatté Martin rimanendo scioccato dalle sue stesse parole
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi questa l'ho scritta l'altro giorno dopo aver visto due puntate di Ninì dove Juan e Martin mi sono sembrati molto yaoiosi xD insomma ho già stravolto il mondo di patty con la coppia Gonzalo/Guido dovevo farlo pure con Ninì u.u
I personaggi non mi appartengono, se ne ricavassi dei profitti a quest'ora mi sarei già comprata una moto e non sarei qui a scrivere queste follie ** xD
buona lettura :) aah la storia non è betata perciò se ci sono errori perdonate la mia pigrizia ^^

"Juan, martin ma che state facendo?"

Juan notò martin che cercava di aprire una porta segreta
“Ragazzi sono martin” sussurrò, Juan si avvicinò silenziosamente
“Hai bisogno di aiuto?”  disse cercando di non ridere della sua faccia
“A fare?” si appoggiò alla parete cercando di fare il disinvolto
“A entrare” rispose ovvio Juan indicando la porta segreta, avrebbe voluto ridergli in faccia appena vide la sua espressione di finta innocenza
“Dove?” chiese nuovamente facendo finta di niente, Juan lo trovava davvero adorabile in quel momento
“Nel nascondiglio”
“Come sai del nascondiglio?”
“Beh si da il caso che vi abbia sentiti! Allora Martin vuoi una mano o no?” chiese, lui annuì guardandolo dolcemente
“D’accordo” andò insieme a lui a prendere gli attrezzi, quando ritornarono Juan si mise al lavoro ma Martin gli stava dietro col fiato sul collo facendolo eccitare e deconcentrare
“Secondo me dovresti fare pressione con qualcosa di più sottile” gli suggeriva allungando le mani verso l’arnese si appiccicò al suo corpo ma dovette ritirarsi il solo sfiorarsi gli provocava l’eccitazione
“Perché non la smetti so quello che faccio!”
“sta calmo...per favore Juan non devi dire niente a nessuno di questo nascondiglio deve stare segreto”
“sta tranquillo non dirò che tu te ne stavi rinchiuso lì con i tuoi tutor, cos’era lingue straniere con quel bel brasiliano a no matematica”
“Ah, ah, ah che spiritoso senti è importante non dirlo a nessuno anche se tu hai il vizio di spifferare le cose”
“Starò zitto” fece pressione e la porta si allentò aprendosi, Martin la guardò stupito e tentennò un pochino poi si arrese guardandolo
“Grazie” sussurrò
“Di niente...” sorrise strafottente notando il suo sguardo dolce “non credere che non me ne sia accorto?”
“Di cosa?”
“Di quella...” disse indicando il cavallo dei suoi pantaloni, Martin arrossì poi tossì, poi chiamò i due bambini che arrivarono quasi subito.
Martin qualche giorno dopo invitò Sofia una sua vecchia fiamma, non poteva provare quelle cose per Juan ma non lo dimenticò quella serata specie quando entrò nella sala da pranzo e lo vide in compagnia della ragazza.
“Scusate non sapevo foste qui!”  gli sembrava che un forte pugno gli stesse colpendo lo stomaco
“Bene ora che lo sai ti dispiace lasciarci soli per favore!” Martin si voltò non voleva guardarlo negli occhi sarebbe stato troppo difficile mandarlo via
“Figurati...” sussurrò fissandolo amareggiato, sarebbe ritornato, oh si se lo avrebbe fatto.
Aspettò una mezz’oretta e rientrò, vide tutto buio e due sagome che si avvicinavano, così accese la luce
“Juan sei ancora tu? ma che vuoi?”
“Stavo andando a farmi un panino” la ragazza si sentì tremendamente a disagio
“Io vado!”
“No dai Sofia resta”
“No scusa ciao” se ne andò lasciando i due soli
“Vabbè vado a fare il mio panino” sorrise e si voltò ma Martin lo prese per le spalle e lo vece girare verso di lui
“Lo hai fatto di proposito vero? Lo sapevi che eravamo qui”
“Di proposito...? Che stupidaggini” mentì facendolo trasparire dalla voce, Martin non resistette, doveva mettere un freno a quella cosa che lo tormentava ogni volta che guadava Juan
“Certo – gli diede un leggero bacio sulle labbra – come no” gliene diede un altro che durò di più
“Martin...ma cosa fai?” chiese alternando le parole a baci, il più alto gli tappò le labbra con un lungo bacio, gli prese la testa tra le mani e aumentò il contatto tra le loro bocche, Juan socchiuse leggermente le labbra e Martin inseguì la sua lingua con la propria prima dolcemente poi presi dalla passione il contatto divenne più bramoso.
Le dita lunghe e affusolate  del più alto scivolarono sotto la divisa di Juan per poi sfilargliela, il ragazzo fece lo stesso sbottonando velocemente la camicia a scacchi e lasciandola scivolare via dal suo corpo, era notte inoltrata
“Voglio fare una pazzia!” sussurrò Martin all’orecchio di Juan, lo prese per il braccio e lo trascinò fuori dalla sala da pranzo, lo appoggiò alla porta e cominciò a slacciargli i pantaloni, lui fece lo stesso con la sua cintura e con i jeans, le loro lingue si cercavano fameliche mentre le loro mani si occupavano degli indumenti eccessivi, quando calarono pure i pantaloni Martin portò Juan fino al divano lasciandovisi cadere sopra, il più basso cadde sopra di lui continuando senza problemi a cercare le sue labbra, una mano scivolò timida sul suo torace per poi andare a massaggiare la sua virilità da sopra la stoffa dei boxer, quando la sentì indurirsi man mano smise e fece scivolare la man all’interno andando poi a stimolarla verticalmente, Martin gemette silenziosamente e le sue dita s’intrecciarono nei suoi capelli lunghi il silenzio era spezzato solo dai loro ansiti, quando Martin stava per ribaltare le posizioni la luce si accese e illuminò tutto il salone, Thomàs entrò e li fissò sconcertato
“Ma che state facendo? Ci sono in giro i bambini, Cecilia, Chama, immaginatevi se fossero entrati e vi avrebbero visto”
“Se fossero entrati Cecilia e Chama avrebbero visto che l’amore esiste!” ribatté Martin rimanendo scioccato dalle sue stesse parole,
“Come vuoi ma la prossima volta presta più attenzione, ah Juan volevo ringraziarti per aver liberato i bambini l’altro giorno”
“Di niente ambasciatore”
“ora vi lascio, buona serata” detto questo se ne andò lasciandoli a fissarsi con un sorriso ebete sul viso.
   
 
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