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Autore: CUCCIOLA_83    30/04/2006    3 recensioni
[..]«hem, ti vedo felice» disse Tonks, tralasciando la parte dell’abbraccio, «davvero? Sei molto dolce» disse Remus sorridendo, «io invece non faccio che vederci le figure di James, Lily e Sirius, loro stanno lì, mi fissano e sorridono. Come se non ce l’avessero con me. Invece dovrebbero odiarmi per essere ancora vivo» disse Remus abbassando lo sguardo, «questo specchio riflette quello che vogliamo davvero. Tu vuoi che sia così, vuoi solo essere perdonato per essere ancora tra i vivi. Ma tu non hai bisogno di perdono, loro non ci sono più è vero. Ma non devi punirti per questo. Hai ancora una vita da vivere, e prima lo capirai prima potrai andare avanti» disse Tonks senza guardarl[..]
ecco a voi una nuova interpretazione dell'avvicinamento tra Tonks e Remus. dimenticate il sesto libro, scrivendola ho cercato di dimenticarmene anche io. fatemi sapere cosa ne pensate.
tao tao
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scomparsa di Sirius aveva gettato Remus nella più nera disperazione. Proprio ora che aveva ritrovato il suo migliore amico lo aveva perso di nuovo, forse per sempre. Nell’ultimo mese sembrava invecchiato di almeno dieci anni, i suoi capelli erano sempre più grigi, mangiava pochissimo e di dormire non se ne parlava, ogni scusa era buona per sostituire qualcuno nei turni di notte.

Tutti i membri dell’Ordine della Fenice erano preoccupati per la sua salute, in particolare Molly, la più materna di tutti, e Tonks, da tempo ormai la giovane Auror provava qualcosa per Remus ma non era mai riuscita a confessarglielo, e dopo quello che era successo al ministero era diventato ancora più difficile. Remus però sembrava non accorgersi di tutto questo, in verità non si accorgeva di quello che succedeva in torno a lui, tirava avanti, stancamente, giorno per giorno.

Quella sera le due donne si ritrovarono nella cucina della Tana e, senza nemmeno accorgersene, si misero a parlare di Remus «quel ragazzo mi preoccupa. Capisco che per lui la scomparsa di Sirius sia stata un colpo durissimo ma se continua così comprometterà la sua salute» disse Molly, «sembra quasi che si stia lentamente lasciando morire, come se si sentisse in colpa per quello che è successo, come se non avesse più ragione di vivere» disse Tonks, «questo è vero. Il senso di colpa incondizionato è sempre stato una delle specialità di Remus. Era successa la stessa cosa dopo la morte di James e Lily, e ancora, quando Sirius era stato rinchiuso ad Azkaban, dopo questi terribili eventi è sparito senza dire niente a nessuno, fino a quando Silente non lo ha rintracciato e gli ha proposto di tornare a Hogwarts come insegnante» disse ancora Molly, «capisco. Quindi, ora come ora ci vorrebbe qualcosa per smuoverlo, fargli capire che c’è bisogno di lui» disse pensierosa Tonks, «sì, questa potrebbe essere un idea. Ma cosa si potrebbe inventare?» chiese la donna «non saprei.. voglio dire Hogwarts sarebbe la scelta logica, ma di difficile attuazione. Ormai tutti sanno che è un lupo mannaro non credo che i genitori dei ragazzi sarebbero entusiasti di rimandarli a scuola sapendo che c’è anche lui. Come se di questi tempi starebbero più al sicuro a casa con i mangiamorte in giro, io personalmente preferirei Remus a quegli assassini» disse Tonks «già, però potremmo sempre parlarne a Silente, anche lui sembra piuttosto preoccupato» disse Molly «sì anche lui è preoccupato. L’ho notato da come lo guarda a volte sembra che stia per entrargli nella testa» disse Tonks «Silente è un ottimo legilimens, credo che lui sappia molte più cose di noi riguardo a Remus» disse «sempre che Remus lo lasci fare. Sirius una volta mi ha detto che se la cava bene con occlumanzia» disse Tonks «davvero? Non lo sapevo, ma credo che opporsi a Silente non sia facile. Comunque domani potremmo andare a Hogwarts per parargli delle nostre idee. Al massimo ci dirà di no. E se così fosse penseremo ad un'altra soluzione» disse ancora Molly, Tonks annuì.

In quel momento nel suo cuore, la ragazza, sperò che la loro idea fosse accettata, vederlo spegnersi di giorno in giorno le faceva davvero male.

Come stabilito il giorno seguente Molly e Tonks si diressero a Hogwarts per parlare con Silente. Quando arrivarono nel suo studio lo trovarono intento a scartabellare dei fogli di pergamena « “no grazie”, “non ci penso nemmeno”, “non sono così matto da accettare” e “nemmeno per tutto l’oro dei folletti della Gringott” e queste sono solo le risposte di questa mattina al mio annuncio per la ricerca di un nuovo insegnare di difesa contro le arti oscure. Ogni anno diventa sempre più difficile trovare qualcuno disposto ad assumere quest’incarico» disse Silente appoggiandosi stancamente allo schienale della sua grande poltrona «vogliate scusarmi, non volevo assillarvi con i miei problemi da preside. Prego accomodatevi, a cosa devo la vostra piacevole visita?» chiese mentre con un rapido gesto avvicinò due sedie alla scrivania, «beh in un certo senso è proprio di questo che le volevamo parlare. Voglio dire del professore di difesa» disse Tonks, «n che senso?» chiese incuriosito, «vede, ieri sera io e Tonks abbiamo parlato ed è saltato fuori che entrambe siamo preoccupate per Remus. quindi ci chiedevamo se fosse possibile farlo tornare a Hogwarts» continuò Molly, Silente rimase in silenzio per qualche istante a riflettere «come siete giunte a questa conclusione?» chiese «beh quando sono morti James e Lily l’unico modo per far reagire Remus è stato quello di chiedergli di tornare qui ad insegnare, quindi abbiamo pensato che anche questa volta si poteva tentare la tessa strada» disse Molly «è un progetto difficile da attuare, molti genitori non vedrebbero di buon occhio il suo ritorno, benché sia stato il miglior professore di difesa da molti anni» disse Silente «ma se non facciamo qualcosa si lascerà morire!» urlò Tonks, Molly e Silente la guardarono con occhi sgranati «hem scusate» disse imbarazzata «so bene che la situazione è critica, anche io sono preoccupato per lui. Quello che volevo dire è che se davvero vogliamo tentare questa strada dovremo avvertire i genitori, solo allora potremo rivelare a Remus le nostre intenzioni» disse Silente con la sua solita calma, le due donne si guardarono poi annuirono, Silente aveva ragione, non era il caso d’illuderlo nel caso i genitori non fossero stati d’accordo «bene, allora comincerò subito a scrivere le lettere. E speriamo che non ci siano troppi pareri contrari».

Poco dopo Molly e Tonks si congedarono dal preside con una piccola luce di speranza nei loro cuori.

*****

Qualche giorno dopo quell’incontro le lettere cominciarono a partire da Hogwarts insieme a quelle delle comunicazioni del materiale scolastico e dei risultati dei vari esami.

Quando ricevette la lettera Harry si trovava in camera sua. Un gufo picchiettava insistentemente alla finestra e solo dopo parecchi minuti il ragazzo si accorse di lui. Prese la lettera, senza troppi complimenti dalle zampe del gufo, il quale se ne andò lanciando un grido acuto. Rimasto solo aprì la lettera, i risultati dei G.U.F.O. erano come si aspettava, con una piccola sorpresa in pozioni, era incredibile cos’era in grado di fare quando non aveva il fiato di Piton sul collo. Poi esaminò la lettera del materiale scolastico, non c’erano novità, ma stranamente nella busta c’era anche un'altra lettera, la lesse con attenzione «fantastico! Remus come professore!» disse, questa era la prima bella notizia dopo un’estate passata in completa solitudine, non aveva voglia di vedere nessuno, anche per lui, come per Remus, la perdita di Sirius era stata un duro colpo. Continuando a leggere la lettera extra si accorse che però i genitori o i tutori dovevano firmarla per presa visione, «o cavolo, e ora come faccio.» Disse tra sé e sé. In quel momento un altro gufo picchiettò alla finestra, era Leo il gufo di Ron, lo fece entrare e prese la lettera

Ciao Harry!

Hai letto la notizia? Lupin torna a scuola, beh sì sempre che i genitori siano d’accordo. Comunque è una grande notizia! Come sono andati i tuoi G.U.F.O? (questa è una domanda di Hermione) i miei sono andati abbastanza bene, e Hermione, come previsto è passata in tutte le materie. Mamma mi ha detto di dirti di prepararti, tra due giorni verranno a prenderti due… va beh hai capito chi per portarti qui così poi possiamo andare a Diagnon Alley insieme.

Ci vediamo tra due giorni ciao

Ron e Hermione

Sorrise rileggendola, cosa avrebbe fatto se e non ci fossero stati i suoi due migliori amici a risollevargli il morale?

Verso l’ora di pranzo decise di scendere, doveva mostrare la lettera ai suoi zii. Tutti seduti a tavola erano intenti a fissare la televisione che annunciava di vari eventi che erano successi in quei giorni nel paese, «ma cosa succede alla gente? Sembra che tutti i disastri succedano qui» disse Zio Vernon, «cambia canale sono stanco di vedere il telegiornale» grugnì Dudley «aspetta voglio vedere le notizie sportive» rispose il padre, «no!cambia canale!» urlò ancora Dudley, «ok ma ora smettila di urlare stai sputando cibo da tutte le parti»urlò a sua volta Vernon, «e tu che stai facendo? Lo sciopero della fame?» disse ancora fissando Harry che giocherellava col cibo nel piatto, «no zio, ma devo chiederti una cosa, per la scuola» disse Harry infilandosi una cucchiaiata di cibo in bocca, «e di cosa si tratta questa volta?» chiese, «niente, dovete firmare questa lettera» disse porgendogli la lettera. Lo zio la lesse poi sgranò gli occhi «un lupo mannaro?? Ma che razza di scuola è? E cosa dovrebbe insegnarvi?ad ululare alla luna?» disse sogghignando, «cosa?» disse scandalizzata zia Petunia prendendo la lettera, «R. J. Lupin, ho gia sentito questo nome..» Disse tra sé e sé, «era uno dei più cari amici dei miei genitori. Remus Lupin» disse Harry, «ci avrei scommesso che era amico di quei due» disse Vernon, «sì ora ricordo. Va beh io firmo, non m’importa chi insegna lì» disse Petunia prendendo una penna, ma questa non scriveva, ne provò un'altra ma neanche quella funzionava, «hem, credo che ci vogliano le “nostre” penne» disse Harry e così corse al piano di sopra a prendere la sua piuma e una boccetta d’inchiostro, tornato in cucina li porse alla zia, la quale firmò senza battere ciglio, passò il tutto al marito il quale li fissò per un attimo «magia… buah..» Sbuffò e poi, a fatica, firmò anche lui.

*****

Nei giorno successivi ci fu un continuo via vai di gufi con le risposte dei genitori, Silente le esaminò attentamente un a per una. Quando finì di esaminare anche fino all’ultima lettera decise di andare alla Tana per parlare con Molly e Tonks.

Quando arrivo le trovò entrambe al tavolo della cucina «ben trovate, volevo informare voi due dato che l’idea è stata vostra» disse sedendosi anche lui, «cosa hanno risposto i genitori?» chiese con impazienza Tonks, «devo ammettere che ci sono state tante sorprese e tante conferme. I genitori dei ragazzi che hanno già avuto Remus come insegnante hanno accettato quasi tutti, tranne alcuni di serpeverde ma quelli li avevo già considerati. A stupirmi sono stati i genitori dei ragazzi del primo anno, in buona parte hanno accettato» disse, «e quindi?»lo incalzò Tonks, sempre più ansiosa «quindi, se Remus accetta potrà tornare a far parte del corpo docente di Hogwarts» disse Silente, Tonks emise un grido di gioia, «perché non dovrebbe accettare? Lui adora insegnare. Lo ha sempre detto» chiese invece Molly, «lo so ma la mante umana è misteriosa e dopo uno shock come quello che ha subito Remus non possiamo sapere come reagirà. Ho intenzione di convocarlo domani. Ora è meglio che vada ho ancora molte cose da sistemare» così dicendo finì il suo tè e se ne andò.

Remus esitò parecchi minuti prima di trovare il coraggio di bussare alla porta dell’ufficio di Silente. Un certo nervosismo ansioso gli aveva tormentato lo stomaco, fin da quando il gufo gli aveva consegnato la lettera in cui il preside gli chiedeva di recarsi a Hogwarts, quel giorno stesso. Fece un grande respiro per prendere coraggio poi bussò «entra pure. Ben arrivato, sono felice che tu abbia accettato il mio invito» disse Silente indicando una sedia «buongiorno, per quale motivo mi torvo qui?» chiese senza troppi giri di parole, negli ultimi mesi era sempre sulla difensiva, se ne erano accorti tutti «bene, vedo che vuoi andare subito al sodo. Ok, vorrei che tornassi ad insegnare difesa contro le arti oscure qui» disse Il preside, «cosa?» chiese Remus incredulo «sappiamo tutti com’è finita l’ultima volta io non posso.. I genitori dei ragazzi non vorranno che io torni ad insegnare qui» disse ancora «questo problema è gia risolto. Nei giorni scorsi ho inviato ai genitori una lettera in cui annunciato un tuo possibile ritorno qui, più della metà hanno risposto affermativamente» disse Silente, «ma perché non sono stato informato?» chiese Remus, «volevo prima sapere il parere dei genitori, in oltre non volevo illuderti» disse ancora il preside «questo lo capisco ma… è tutto così improvviso..ma perché proprio io?» chiese ancora Remus «perché ho pensato che ti avrebbe fatto bene tornare qui, in più Harry avrà bisogno d’avere qualcuno vicino, credo che voi due potreste aiutarvi a vicenda» disse Silente, «e poi non ha trovato nessun altro per questo incarico» disse Remus «sì, anche per questo. Ma se non vuoi accettare fa niente, risolverò in qualche altro modo» disse osservandolo attentamente «non ho detto questo.. è solo che..» Disse «solo cosa, Remus?» chiese Silente, «no, niente. Va bene, accetto» disse infine Remus, «benissimo, sarà un piacere per tutti riaverti qui» disse «per tutti?» chiese dubbioso Remus «ok, quasi per tutti» sorrise il preside, «allora ci vediamo il primo settembre. Ora è meglio che vada ho molte cose da sistemare prima di quella data» disse Remus ricambiando il sorriso del preside, il primo che faceva dopo molti mesi.

*****

Il primo settembre arrivò in un attimo. E Remus si sentiva emozionato come se quello fosse il suo primo giorno di scuola. Passeggiava ansiosamente su e giù per la banchina aspettando l’arrivo dell’espresso per Hogwarts, come al solito era arrivato troppo in anticipo, d’un tratto sentì una voce che lo chiamava, «hey Remus! Buongiorno!» urlò Tonks mentre accelerava il passo verso di lui, «buongiorno Tonks, come mai sei qui?» le chiese, «il ministero ha stabilito dei nuovi turni per gli Auror, io sono stata assegnata al controllo del Hogwarts Express e poi una volta arrivati a Hogsmeade sarò assegnata al pattugliamento del villaggio e della scuola» disse sorridendogli, «beh allora suppongo che ci vedremo spesso» rispose Remus, «già. A dimenticavo congratulazioni per la tua nomina. Credo che Silente abbia fatto la scelta giusta» disse, «grazie. Quelli sono tuoi colleghi?» chiese cercando di cambiare discorso, i complimenti lo mettevano sempre in imbarazzo, soprattutto se a farglieli era Tonks, «sì, avremo un gran da fare oggi. Sorvegliare tutti quei ragazzi non sarà facile. Per fortuna che ci sono i prefetti e i caposcuola a darci una mano. E poi ci sei anche tu» disse ancora Tonks, «non so quanto potrò esservi d’aiuto. O ecco il treno» disse Remus indicano la grossa locomotiva che si avvicinata, «già, ed ecco i ragazzi. Prima dovremo salire noi Auror per controllare i vagoni. Puoi pensarci tu ad informare i ragazzi?» chiese, Remus annuì e si diresse verso un gruppetto di ragazzini, forse del primo anno, e dei relativi genitori per informarli della perlustrazione, arrivato di fronte al gruppo parlò senza esitazione «buongiorno, mi dispiace ma per ora non potete salire sul treno, gli Auror del ministero devono perlustrarlo prima. Poi potrete prendere posto» disse, «ma c’è qualche problema?» chiese uno dei genitori, «no, non si preoccupi sono solo delle precauzioni» lo rassicurò Remus, «va bene. Lei fa parte del ministero?» chiese un’altra mamma, «no signora, sono.. un insegnante. Anzi sono il nuovo insegnate di difesa contro le arti oscure» disse Remus con un poco meno sicurezza nella voce, «Cosa? Davvero? Lei è il signor, anzi, il professor Lupin. Piacere di conoscerla. Il mio figlio più grande è stato uno dei suoi alunni anni fa, lei è riuscito a farlo appassionare alla materia, tanto che ora è stato ammesso al corso per Auror» disse stringendogli la mano, «mi fa davvero piacere signora» sorrise Remus, «anche io ho appoggiato la sua riammissione come insegnante, sono certo che aiuterà molto i nostri figli» disse un altro uomo, «lo spero. Di certo farò del mio meglio» disse stringendo la mano anche a lui, in quel momento sopraggiunse Tonks, «bene abbiamo finito, è tutto a posto. Potete salire» disse la ragazza, il gruppetto ringraziò si diresse verso il treno, «com’è andata?» chiese Tonks, «tutto bene. Perché me lo chiedi?» disse Remus, «era così tanto per chiedere.. professore» disse ridendo Tonks, «non avrai mica intenzione di chiamarmi così d’ora in poi», «non lo so. Devo ancora decidere. A dopo» disse allontanandosi «hey ferma!» disse Remus, ma fu troppo tardi Tonks inciampò in un baule che dei ragazzi stavano scaricando da un carrello, Remus corse da lei per aiutarla «tutto bene? Ti sei fatta male?» chiese «sto bene, non ti preoccupare, non lo avevo visto» disse Tonks, «me ne sono accorto» disse Remus ridendo, «hey ma tu stai ridendo. Cos’è questa novità?» chiese Tonks alzandosi, i due si guardarono per qualche secondo negli occhi poi distolsero in fretta lo sguardo. A distrarli ci pensarono Harry, Ginny, Hermione e Ron, «Ciao Tonks! Ciao Remus, anzi, professor Lupin» disse Hermione «visto? Loro ti chiamano professore. Quindi, credo che anche io ti chiamerò così» disse Tonks, «ma loro sono alunni. Tu, no» disse Remus «va beh, poco importa, professore. Ora devo andare ci vediamo sul treno» disse Tonks, Remus rimase a fissarla per qualche istante poi salì sul treno con i ragazzi.

Il viaggio si rivelò tranquillo Hermione e Ron fecero avanti e in dietro un paio di volte con Tonks poi si fermarono nello scompartimento con Remus, Harry e Ginny «sono contenta che torni a Hogwarts» disse Ginny, «è vero. Finalmente avremo un vero professore di difesa» disse Ron addentando una cioccorana «grazie ragazzi, anche io sono contento di tornare a Hogwarts» disse Remus «tutto bene qui?» chiese Tonks facendo capolino dalla porta dello scompartimento «buone! Posso prenderne una?» chiese indicando un sacchetto di piume di zucchero, Ron le porse il sacchetto e lei ne prese una, «vuoi sederti qui con noi?» chiese Hermione, «non poso mi dispiace. Fareste bene a cambiarvi, siamo quasi arrivati» disse Tonks «aspetta, vengo con te» disse Remus prendendo la sua valigia «ragazzi ci vediamo a scuola» disse salutandoli poi seguì Tonks nel corridoio «sembri teso, professore» disse «beh sì forse lo sono, ma solo un po’» disse Remus «eppure tu hai già insegnato» disse Tonks, «lo so. Ma ogni volta è un’emozione nuova» rispose Remus guardando fuori dal finestrino «sì, forse hai ragione» confermò.

Il treno si fermò poco dopo e i due si separarono, Remus prese una carrozza e sparì velocemente nell’oscurità. Mentre Tonks lo seguì con lo sguardo, poi, con gli altri Auror, scortò le carrozze su per il sentiero che portava alla scuola.

Il banchetto al castello fu sfarzoso come sempre. Subito dopo il preside fece i soliti annunci «bentornati a Hogwarts! Come avrete già notato sull’Hogwarts Express il ministero ha assegnato un gruppo di Auror qui, per assicurare la vostra sicurezza» disse indicando un gruppetto di persone, tra cui Tonks, sparse in vari punti della sala grande, «in oltre vogliate unirvi a me nel dare il bentornato al professore R. J. Lupin, che ha gentilmente accettato di tornare qui per insegnare Difesa Contro le Arti Oscure» un grande applauso scoppiò nella sala, Remus si alzò e ringraziò tutti con un gesto della mano, «tutti siete a conoscenza della sua condizione, quindi, nelle notti di luna piena è severamente vietato avvicinarsi al suo studio. Ma per ulteriore precauzione un Auror resterà di guardia per impedire qualsiasi incidente, involontario o volontario» dicendo quest’ultima parola volse il suo sguardo al tavolo dei serpeverde, dove Draco Malfoy smise immediatamente di ridere sentendosi improvvisamente osservato, «bene. Nella bacheca degli annunci troverete il solito elenco di oggetti vietati stilata dal signor Gazza. Ricordatevi che è vietato a tutti gli alunni entrare nella foresta proibita se non accompagnati da un insegnante. Ora vi consiglio di andare a riposare, così domani sarete pronti per affrontare il vostro primo giorno di lezione. Buonanotte» disse, i ragazzi ricambiarono in coro l’augurio per poi dirigersi nelle rispettive sale comuni.

Remus rimase ancora per qualche minuto nella sala grande, per aspettare che tutti se ne andassero, poi qualcuno gli si avvicinò, «questo posto doveva essere mio, è gia la seconda volta che te ne impadronisci» disse Piton, «non ci posso fare niente, Silente lo ha chiesto a me, e io ho accettato» rispose Remus tranquillamente, «sei sempre stato il cocco di Silente, dovevo immaginarlo, comunque volevo informarti che come tre anni fa ti preparerò la pozione antilupo, sei pregato di farti trovare nel tuo studio alle sei del pomeriggio per tutti i giorni in cui dovrai prenderla, non mi va di correrti dietro per mezzo castello» disse Piton, «va bene. Grazie Severus» ma il professore di pozioni era già lontano. Alla fine Remus decise di andare nella sua stanza, «professor Lupin aspetta» disse Tonks «cosa c’è Tonks?» chiese Remus, «no, niente. Volevo solo salutarti..e.. volevo dirti che Silente mi ha chiesto di sorvegliare il tuo studio durante la luna piena, per te va bene?» disse, «cosa? Ma è troppo pericoloso.. voglio dire..non sarebbe meglio che ci pensasse Kingsely?» chiese Remus, «cosa vorresti dire? Che io non sono in grado di affrontare una cosa simile? Ti ricordo che sono un Auror!» disse visibilmente offesa, «lo so, è solo che.. non voglio rischiare di farti del male..» Disse Remus, «non ti preoccupare so difendermi, e poi Kingsely ha un altro incarico, quindi che tu lo voglia o no sorveglierò il tuo ufficio» così discendo girò su i tacchi e se ne andò, «Tonks aspetta! Non volevo!» disse Remus ma Tonks fece finta di non ascoltarlo.

Quella notte Remus non riuscì a dormire, ormai ci era abituato, si rigirò più volte nel letto, ma alla fine rinunciò, si alzò e si diresse verso al scrivania, tutte le lezioni del giorno seguente erano pronte, le aveva già ricontrollate decine di volte, tanto che ormai le conosceva a memoria. Cosa fare allora nel tempo che lo separava dalla prima lezione? Decise di uscire, gli era sempre piaciuto girare per il castello di notte, tutto quel silenzio e quella tranquillità lo facevano sentire bene.

Senza nemmeno rendersene conto si ritrovò al terzo piano, lo percorse per qualche metro poi trovò una porta semi aperta, decise di entrare per controllare che fosse tutto a posto, si guardò in giro ma non ci trovò niente a parte lo specchio delle brame di Silente, «e questo cosa ci fa qui?» disse tra sé e sé avvicinandosi, appena fu davanti allo specchio vide tre figure all’interno, all’inizio erano come avvolte nella nebbia poi, pian piano, le figure diventarono sempre più nitide, erano James, Sirius e Lily, gli sorridevano, come se non ce l’avessero con lui, anzi. Ma allora perché lui si sentiva così in colpa? Perché non riusciva a dare pace al suo cuore? Vide Lily scuotere la testa, come se avesse percepito i suoi pensieri, James e Sirius lo fissarono poi gli sorrisero, Remus distolse lo sguardo, vederli così gli faceva male, ormai aveva quasi le lacrime agli occhi quindi decise di uscire da quella stanza, promettendosi di non tornarci mai più. S’incamminò velocemente per il corridoio quando vide una luce che aveva appena girato l’angolo, «chi è là?» disse una voce, «Tonks, sei tu?» chiese Remus, «Remus, cosa ci fai in giro a quest’ora?» chiese a sua volta la ragazza, «non riuscivo a dormire, tu invece sei di ronda? Com’è andata la nottata? Qualche problema?» chiese, «tutto tranquillo. Ma tu non pensare che mi sia scordata di ieri sera. Ora devo andare. Ciao» disse in tono secco, «mi dispiace. Non volevo offenderti, è solo che mi preoccupo per te» disse Remus abbassando lo sguardo, «non farlo. Sono abbastanza grande per badare a me stessa» disse Tonks poi si allontanò da lui, odiava trattarlo così ma quello che le aveva detto poche ore prime l’aveva ferita, sembrava quasi che non la ritenesse un Auror abbastanza in gamba, poi però una lucina si accese nella sua mente, “ma allora ci tiene a me se si preoccupa per la mia incolumità”, in quel momento un sorriso si dipinse sul suo volto.

*****

I mesi passarono e come si era ripromesso, Remus, non era più tornato in quella stanza del terzo piano. Le lezioni procedevano bene, i ragazzi adoravano stare ad ascoltarlo e questo lo aiutò tantissimo. Tutti naturalmente tranne il solito gruppetto di Serpeverde capitanato da Draco Malfoy, il quale non perdeva mai occasione per creare disturbo.

Una mattina durante la lezione del sesto anno, Grifondoro/Serpeverde, Remus stava spiegando la pericolosità degl’inferi quando, Malfoy senza alcun ritegno fece un commento dei suoi «gl’inferi sono pericolosi solo per alcune persone, in realtà sono degli ottimi camerieri, fanno un tè fantastico, in grado di far resuscitare i morti» disse sghignazzando «Malfoy non mi sembra il caso di fare commenti del genere mentre là fuori la gente rischia la vita ogni giorno. 20 punti in meno a Serpeverde» disse Remus, «che cosa? Ma come si permette? Non è nemmeno un vero insegnante, se mio padre fosse qui la farebbe buttare subito!» urlò il ragazzo «ma tuo padre qui non c’è. È in un poso che si addice molto ad un assassino come lui» disse Harry «come osi tu sfregiato che non sei altro! Non nominare mai più mio padre!» disse Draco scagliandosi contro di lui con la bacchetta in pugno «che c’è Draco, paura della verità» lo provocò ancora Harry, puntandogli la bacchetta contro, «Ora basta!» urlò Remus trattenendo Draco per la veste mentre Ron e Neville trattenevano Harry, «toglimi le mani di dosso schifoso lupo mannaro!» urlò ancora Draco, Remus lo lasciò immediatamente visibilmente scioccato per quello che gli aveva appena sentito pronunciare, tutta la classe guardò inorridita Draco per poi passare lo sguardo su Remus in attesa di una sua qualsiasi reazione «50 punti in meno a Serpeverde, e 10 a grifondoro per la provocazione. Malfoy se le mie lezioni non ti aggradano sei pregato di lasciare la classe. La stessa cosa possono fare tutte le persone che la pensano come lui. Non tollererò altre interruzioni» disse con apparente tranquillità. Draco prese le sue cose e si diresse velocemente verso la porta, poi si girò verso i suoi compagni per vedere se qualcuno aveva intenzione di seguirlo, ma nessuno si mosse, così uscì sbattendo la porta «bene ragazzi, credo che ora possiamo riprendere la nostra lezione. Aprite il vostro libro a pagina 310. Hermione potresti leggere a voce alta le prime tre pagine?» chiese gentilmente Remus, la ragazza annuì e cominciò a leggere. Harry guardò di nascosto in direzione d i Remus e lo vide guardare distrattamente fuori dalla finestra.

Terminata la lezione Harry si trattenne per qualche minuto, aspettò che tutti furono usciti così da rimanere solo con Remus, «Remus come ti senti?» chiese «non ti preoccupare, sono abituato a sentirmi chiamare così» disse Remus riordinando delle carte sulla sua scrivania, «ma non da un ragazzino idiota come Malfoy» disse Harry, «ti sbagli, qualcun altro mi ha già chiamato così più o meno quando avevo la vostra età» rispose Remus abbozzando un finto sorriso, «Piton. Ma questo è diverso, tu sei un professore dovrebbe portarti rispetto» protestò Harry, «il professor Piton. E poi ti ho già detto di non preoccuparti. Ora è meglio che ti sbrighi o farai tardi per la prossima lezione» disse ancora Remus fissandolo negli occhi, Harry annuì, lo salutò e se n’andò dalla classe lasciandolo solo.

Remus rimase turbato per tutto il resto della giornata. La notizia di quello che era successo quella mattina fece rapidamente il giro della scuola, e ogni volta che passava per un corridoio, qualcuno gli si avvicinava per rassicurarlo, lui ringraziava sempre con la sua solita gentilezza, ma qualcosa in lui si era spezzato.

Dopo cena decise di fare una passeggiata per il parco, l’aria era fresca ma piacevole, e il silenzio che lo circondava gli provocava un senso di pace, proprio quello di cui aveva bisogno. Qualcuno però, nascosto nell’ombra lo stava seguendo «Tonks, vieni fuori» disse Remus, voltandosi di colpo, Tonks rimase ferma ed immobile «non sei mai stata brava a pedinare» disse ancora Remus, «non è vero, ma pedinare te è impossibile, hai un sesto senso infallibile per certe cose» disse Tonks avvicinandosi, «molti lo chiamano senso di lupo. Comunque come mai da queste parti? Avevi paura che facessi qualche sciocchezza?» disse Remus, «no, è solo che.. Hermione mi ha raccontato quello che è successo questa mattina con il giovane Malfoy e… ecco.. ero preoccupata» disse Tonks guardando verso il lago, «sei molto gentile, ma non ti devi preoccupare per me, sono i rischi dell’essere un lupo mannaro. Queste cose sono all’ordine del giorno per quelli come me che sono usciti allo scoperto» disse Remus sospirando, «beh, non dovrebbero succedere. Siete persone come tutte le altre, avete solo avuto un poco più di sfortuna» disse Tonks, «parecchia sfortuna vorrai dire, ma ormai non mi preoccupo più di tanto, ho accettato la mia situazione, e quindi n’accetto le conseguenze» disse, «non capisco come fai ad essere così tranquillo, se fossi stata al tuo posto lo avrei scagliato fuori dalla classe a furia di maledizioni quel ragazzino pallone gonfiato» disse Tonks visibilmente adirata, «confesso che ne sono stato tentato, ma sono un insegnate, devo dare l’esempio» sorrise Remus, «hai troppo buon senso. Dovresti lasciarti andare ogni tanto» disse Tonks appoggiandosi ad un albero sul confine della foresta proibita, «anche Sirius me lo diceva sempre “Remus smettila di essere così ragionevole, fai qualche sciocchezza! Ti farà bene!” mi diceva, e io ogni volta gli rispondevo che di sciocchezze n’avevo gia fatte abbastanza da quando ero diventato loro amico» disse Remus, in quel momento il suo viso s’incupì, «Professore, cosa c’è?» chiese avvicinandosi e appoggiandogli una mano sul braccio, «no, niente..è solo che era da molto tempo che non pronunciavo il suo nome di fronte a qualcuno» disse Remus, «forse vuol dire che cominci a sentirti meglio per la sua.. scomparsa» disse Tonks, «forse. Scusami, ora devo andare» e si allontanò velocemente.

Tonks avrebbe voluto corrergli dietro, abbracciarlo, fargli sentire che non era più solo. Invece rimase lì guardandolo allontanarsi senza riuscire a muovere un passo.

Pronunciare di nuovo il nome dell’amico l’aveva turbato, forse ancora di più delle parole di Draco. Tornò al castello e salì dico corsa le scale, appena salì qualche scalino della rampa che doveva portarlo nella sua camera, la scala si mosse, portandolo esattamente dall’altra parte. Finì di percorrere la scalinata, ed eccolo, di nuovo il corridoio del terzo piano. Resistere fu impossibile, lo percorse per qualche metro e riecco la stanza dello specchio. Entrò si pose proprio davanti alla superficie riflettente, in pochi istanti le tre sagome tornarono a prendere forma «perché!? Voglio sapere perché mi avete lasciato qui da solo! Dovrei essere morto io non voi! Io sono sempre stato il più inutile di tutti, costretto a vivere una vita a metà! Voi avevate tutta la vita davanti!» disse sbattendo i pugni contro il vetro, mentre calde lacrime cominciarono a scorrere dai suoi occhi, tornò a guardare all’interno dello specchio, le tre sagome di James, Lily e Sirius lo guardarono tristi, «non mi guardate così! Lo sapete anche voi che è così!» disse, le sagome smisero di guardarlo, puntando i loro sguardi verso la porta, Remus fece altrettanto e vide Tonks, che lo guardava sconvolta, «oddio, scusa Remus non volevo spiarti, è solo che ho sentito qualcuno parlare e volevo vedere chi era..» Disse la ragazza, «non fa niente, entra pure» disse Remus, Tonks esitò per qualche istante, poi decise di farsi coraggio e si avvicinò a lui, «tu cosa vedi qui dentro?» chiese Remus, Tonks guardò attentamente lo specchio, in pochi secondi vide la sua figura e quella di Remus scomparvero per poi ricomparire abbracciate e il viso di Remus di nuovo sorridente mentre la stringeva a sé, di colpo la ragazza divenne rossa, «allora?» chiese ancora Remus, «hem, ti vedo felice» disse Tonks, tralasciando la parte dell’abbraccio, «davvero? Sei molto dolce» disse Remus sorridendo, «io invece non faccio che vederci le figure di James, Lily e Sirius, loro stanno lì, mi fissano e sorridono. Come se non ce l’avessero con me. Invece dovrebbero odiarmi per essere ancora vivo» disse Remus abbassando lo sguardo, «questo specchio riflette quello che vogliamo davvero. Tu vuoi che sia così, vuoi solo essere perdonato per essere ancora tra i vivi. Ma tu non hai bisogno di perdono, loro non ci sono più è vero. Ma non devi punirti per questo. Hai ancora una vita da vivere, e prima lo capirai prima potrai andare avanti» disse Tonks senza guardarlo, «ma come faccio andare avanti, sapendo che loro non ci sono più?» chiese Remus, «devi farlo, anche per loro. Come pensi che si sentirebbero sapendo che tu hai smesso di vivere nel momento in cui se ne sono andati? In oltre tutti e tre ti hanno affidato la cosa più preziosa che avevano, Harry. Lui ha bisogno di te. E anche io» disse, sussurrando appena l’ultima parte, «cos’hai detto? Non ho capito l’ultimo pezzo» disse Remus voltandosi verso di lei, «no niente. Era una sciocchezza. Ora devo andare. A domani» disse allontanandosi da lui.

Rimasto solo tornò a guardare lo specchio, le tre figure erano ancora lì, solo che questa volta Lily rideva, mentre James scuoteva la testa in segno di sconforto, mentre Sirius si batté il palmo della mano sulla testa per poi scuoterla anche lui, «voi tre volete dirmi qualcosa» disse senza capire il messaggio dei suoi amici. Poco dopo decise di andarsene, aveva molte cose su cui riflettere.

*****

Anche quel mese arrivò la luna piena e, com’era successo fin da settembre, Remus si rinchiuse nel suo ufficio, mentre Tonks seduta su una sedia rimase a sorvegliare il corridoio per tutta la notte.

La luna era sorta gia da qualche ora quando, nell’ufficio Tonks sentì degli strani rumori. Sembrava come se il lupo stesse graffiando con le zampe tutto quello che trovava davanti a lui. Più di una volta fu tentata di entrare, ma sapeva che se l’avesse scoperta Remus non glielo avrebbe mai perdonato, quindi rimase lì fuori, impotente, mentre ululati di dolore provenivano dall’interno.

La notte le sembrò durare secoli, ma poi il sole si decise a sorgere e Tonks poté entrare nell’ufficio di Remus, quando entrò lo trovò a terra, molti mobili erano distrutti ma Remus, a parte alcuni graffi sulle mani sembrava incolume. Solo dopo alcuni istanti si accorse Remus era completamente nudo, distolse rapidamente lo sguardo e con un rapido gesto della bacchetta fece comparire un coperta che posò sul corpo dell’uomo. In quell’istante arrivò madama Chips, «buongiorno Tonks, ha passato una notte agitata?» chiese guardandosi in torno, «un pochino, forse dipende dalla primavera alle porte, avrà voglia di correre» disse Tonks, «sì, potrebbe essere» disse avvicinandosi ad esaminare le mani di Remus, «ora devo andare, ci vediamo più tardi» disse Tonks, l’infermiera annuì e tornò ad occuparsi del suo paziente.

Quando riprese i sensi Remus si ritrovò in infermeria con entrambe le mani fasciate, «ben svegliato Remus» disse l’infermiera, «ma cos’è successo? Perché queste fasciature?» chiese osservandosi le mani, «questa notte ti sei un poco scatenato, Tonks ha detto che tornerà più tardi per sistemare il tuo ufficio» disse ancora madama Chips, «Tonks è entrata nell’ufficio?» chiese stupito, «sì, quando sono arrivata era lì, ti ha persino messo una coperta addosso. È stata molto carina» disse, Remus in quel momento divenne tutto rosso, l’ultima cosa che voleva era che Tonks lo vedesse in quelle condizioni, «ora cerca di riposare. Questa sera potrai uscire» disse madama Chips, tornando alle sue faccende, in pochi minuti Remus si addormentò.

Per tutto il giorno Tonks non faceva che ripensare al grande imbarazzo che gli aveva causato vedere Remus in quelle condizioni, aveva voglia di andare in infermeria per accertarsi delle sue condizioni, ma l’imbarazzo era troppo forte, quindi rinunciò. Andò invece nell’ufficio di Remus per sistemarlo un pochino. Quando finì era ormai ora di cena, quindi decise di andare nella sala grande, per sorvegliare la situazione. Uscita dall’ufficio però si scontrò con qualcuno, «oddio scusa! Non volevo!» disse poi alzò lo sguardo e vide che si era scontrata con Remus, entrambi divennero rossi in viso, «hem non ti preoccuparti..» Disse Remus distogliendo lo sguardo, «il tuo ufficio ora è a posto» disse Tonks, anche lei non riusciva a guardarlo, «bene, grazie, ma non dovevi ci avrei pensato io» rispose Remus, «no figurati, non volevo che lo vedessi in quelle condizioni, questa mattina anche io sono rimasta sconcertata vedendolo così..hem.. l’ufficio» disse Tonks, «sì certo, comunque grazie, per tutto» disse Remus, «di niente, ora è meglio che vada nella sala grande» disse Tonks, doveva allontanarsi al più presto da lui, «no aspetta» disse Remus, «cosa c’è?» chiese, «no niente è che..io..ora che sei qui.. non voglio che.. che tu te ne vada..» Disse Remus, stupito dalle sue stesse parole, «di.. dici davvero?» chiese Tonks fermandosi di colpo, Remus annuì imbarazzato, «anche io.. anche io non voglio andarmene» disse Tonks, imbarazzata tanto quanto lui, Remus le si avvicinò e la prese per mano, poi si avvicinò lentamente e la baciò. Quel gesto sorprese entrambi, ma quando si staccarono si sorrisero, questa volta fu Tonks a prendere l’iniziativa, gli buttò le braccia al collo e lo baciò.

Quella sera nessuno dei due si fece vedere nella sala grande, avevano fin troppo tempo da recuperare.

La mattina seguente Remus si alzò dal letto, facendo rumore per non svegliare Tonks, che dormiva profondamente accanto a lui. Si vestì e uscì dalla stanza, aveva bisogno di riflette su quello che era successo quella notte. Decise di tornare nella stanza dello specchio delle brame, lì forse avrebbe trovato le conferme di cui aveva bisogno. Una volta arrivato si pose davanti allo specchio, le tre figure ricomparvero, questa volta gli sorridevano felici, Sirius addirittura stava applaudendo, mentre James gli stava facendo l’occhiolino, poi le tre figure lo salutarono, si voltarono e se n’andarono, lasciando il posto ad un'altra figura, quella di Tonks, che lo guardava sorridendo. Sì, si disse Remus, è proprio quello che vuole il mio cuore.

Poco dopo tornò in camera, Tonks stava ancora dormendo, si spogliò e si rimise a letto vicino a lei e la guardò estasiato, per mesi era stato così cieco, come aveva potuto ignorare così a lungo i segnali che lei gli stava mandando? Senza rendersene conto le sfiorò il viso e poi la schiena scoperta dalle lenzuola. Tonks si mosse nel sonno e infine si svegliò, «buongiorno professore» disse sorridendo, «buongiorno anche a te» disse avvicinandosi e baciandole la spalla, «dormito bene?» chiese ancora Remus, «sì, molto bene, e tu?» chiese a sua volta Tonks, mettendosi seduta tenendo stretto il lenzuolo, «anche io» le sorrise, poi la prese tra le braccia e la baciò di nuovo, «confesso che avevo paura di non trovarti qui al mio risveglio» disse Tonks, «ed invece eccomi qui, e lo sarò sempre, se tu lo vorrai» le disse baciandola ancora, «certo che lo voglio» disse ricambiando ogni suo bacio, ogni suo gesto.

   
 
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