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Autore: dubious3    29/08/2011    1 recensioni
 
“Porta pazienza, giovane Tanaka. Nel momento in cui hai accettato il mio dono un fulmine è caduto sul mondo, e il tuono si fa sempre udire più tardi del lampo; nel tuo caso potrebbero passare anni prima che si avverta il fragore. Ma quando questo accadrà, tutti gli abitanti di questo misero globo tremeranno dinnanzi ad esso! Tuono Purpureo, la tua strada sarà grondante del sangue dei tuoi nemici. Te lo posso giurare”.
Questa è la storia di Tanaka Saito prima che diventasse il mostruoso Kenpachi. Non è necessario leggere il resto della serie per capire questa fiction, anche se è consigliabile.
P.S: per problemi di editor ho dovuto ripostare una versione della storia riveduta e corretta. Mi scuso con i lettori.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Naruto Shippuden Renegade.'
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The Lighting before the Thunder.
 
Innocenza rubata
 

 
Il potere logora chi non c’è l’ha…
Giulio Andreotti
 
Respirava piano, molto piano.
Respirava piano, eppure il suo cuore batteva così forte quasi da farlo sobbalzare, una specie di grancassa interna che quasi faceva star male il piccolo per il rumore.
Pochi certo potevano credere a ciò che aveva appena compiuto quel ragazzino con un kunai: era solo un bambino di dieci anni da poco compiuti, e nemmeno particolarmente alto o robusto per la sua età. Un tipetto dall’aria molto timida, resa ancora più insignificante dal viso ovale dai piccoli e tremolanti occhi color nocciola.
Eppure quel ragazzino così tremolante e impaurito aveva compiuto un atto incredibile per uno della sua età e soprattutto terribile: aveva ucciso un uomo.
Dinnanzi a lui si trovava il cadavere di un uomo, un ninja di Iwa di circa trent’anni a giudicare dall’aspetto e dal coprifronte, che giaceva supino sul terreno polveroso con il petto squarciato e gli occhi ancora sbarrati dal terrore della morte.
Il piccoletto, ancora incredulo per non dire terrorizzato dall’azione che aveva appena compiuto, spostò più volte lo sguardo dal cadavere alla sua arma intrisa di sangue e chakra azzurro. Intorno a lui era come se l’Inferno stesso avesse aperto i suoi cancelli e fosse uscito dall’orrida fossa in cui aveva dimora, ma a quel ragazzino non importava.
Non gli importava in quel momento delle carte bombe che esplodevano decine alla volta, delle urla dei morte, dei lampi e delle vampate che saettavano intorno al polveroso e arido campo di battaglia come in una tempesta magica.
In quel momento non esisteva altro che lui e la sua prima vittima.
Era strano per uno con il suo ruolo agire in quella maniera e lo sapeva perfettamente: essere ninja significava soprattutto essere in grado di prendere decisioni impossibili e fare azioni terribili per il bene della patria, ed uccidere era una di queste.  Ma come poteva non essere scosso dopo che aveva perso, alla sola età di dieci anni, tutta la sua innocenza?
Tremando visibilmente, usò tutte le forze che gli erano rimaste per poter alzare lo sguardo dalla persona a cui aveva tolto la vita e li rivolse al cielo. Questi era assolutamente enigmatico: parti della sua superficie erano coperte da nuvole buie e minacciose, mentre altre erano azzurre come il mare. Respirando affannosamente, passò il suo kunai sulla veste da chunin che indossava da poco con estrema lentezza.
Una voce però, anch’ella portante il timbro tipico dei bambini, lo fece uscire da questa sorta di tranche indotta dal senso di colpa.
“Tanaka, cosa stai facendo? Non stare lì impalato!”
Tanaka scosse la testa per recuperare lucidità e i rivolse i suoi occhi spaventati verso quelli del compagno. Nella sua figura asciutta ed atletica e negli occhi neri e penetranti riconobbe il suo amico Itachi Uchiha.
Posando gli occhi sulla spalla destra di quest’ultimo notò con orrore l’uniforme strappata ed una profondissima ferita.
“Itachi-kun… hai… un’emorragia!”
“Fortuna che ho un ninja medico in squadra… aiutami presto!” Mugolò l’Uchiha.
Quest’invocazione disperata fece capire a Tanaka quanto fosse grave la situazione: il suo amico Itachi era sempre stato noto per il suo sangue freddo durante le battaglie, quindi doveva essere davvero in condizioni critiche.
Compose quindi dei sigilli e fece fluire del chakra color smeraldo nella mano destra. La posò quindi sulla ferita di Itachi, che ancora sanguinava, e subito essa reagì smettendo di secernere liquido rosso in gradi quantità e rimarginandosi poco a poco.
“Ti devo ringraziare tanto, amico mio”. Pronunciò il moro con un filo di voce. “Sono fortunato ad essere vicino al più talentuoso ninja medico di Konoha dai tempi di Tsunade-sama”.
Il ragazzino arrossì nel sentirsi fare questo complimento, dato che lo stava ricevendo dalla più grande promessa di Konoha degli ultimi anni.
Le sua abilità mediche erano sempre state rimarcate da molti ninja, specialmente la sua eccezionale precisione nell’effettuare operazioni e usare bisturi. Ciò gli era valso la promozione a chunin giusto qualche mese e, soprattutto, i complimenti di una persona sempre molto fredda e distante…

*******

Il sole di mezzogiorno era alto al villaggio della Foglia e lo illuminava con i suo caldi raggi primaverili.
Sicuramente era il tempo perfetto per festeggiare la promozione a chunin di chi aveva superato il duro esame. La guerra imperversava ancora e le prove di avanzamento di grado erano persino più difficili e brutali che nel solito, ma questo stranamente non offuscò la gioiosa atmosfera che si era creata.
Davanti allo stadio esterno del torneo, frotte di genitori accorrevano per congratularsi con i loro figli. Molti però, i bambini di coloro che erano stati uccisi dalla Volpe a Nove Code, rimanevano soli sulle panchine a guardare chi invidioso chi semplicemente triste gli altri ragazzi più fortunati allontanarsi verso le loro dimore con i loro genitori a godersi affetto e trionfi.
Tra questa schiera di orfani sfortunati c’era anche Tanaka, il quale osservava con contentezza mista a gelosia il suo amico Itachi ricongiungersi ai suoi e venire sommerso da carezze e da abbracci.
Quanto avrebbe desiderato trovarsi nella sua stessa condizione! Quanto avrebbe voluto tuffarsi nel morbido grembiule della madre profumato di biscotti e venire coccolato dalle sue morbide carezze!
Ma purtroppo era lì, da solo, e non poteva fare altro che attendere che si realizzasse un miracolo. E qualcosa del genere accadde, anche se non come lui se la era aspettata: distaccato dal resto della folla intravide la figura di un uomo anziano di lineamenti marcati che lo guardava con aria assente.
“Nonno… nonno Danzo?” Realizzò tra lo sbalordito e il commosso.
La tentazione del bambino di correre ad abbracciare il parente fu elevata, ma ricordava fin troppo bene la grande severità e la scarsa propensione agi slanci di affetto del consigliere, conosciuto per la sua freddezza in ogni rapporto personale e non.
Sì limitò quindi a camminare davanti a lui come di era raccomandato, ovvero come un soldato, impettito nella sua nuova uniforme e impassibile, e ad effettuare un inchino da manuale davanti all’altolocato parente.
“Danzo-san, sono contento di averla qui alla premiazione degli esami dei chunin”.
Quest’ultimo si grattò il mento sfregiato da una cicatrice in modo enigmatico, quindi rispose dopo qualche secondo di silenzio.
“Educato e rispettoso… i tuoi genitori devono averti educato bene. Ne sono compiaciuto, così come dei risultati che stai ottenendo nella tua carriera da ninja: essere chunin a dieci anni è un ottimo risultato”.
Detto ciò mise la sua mano sulla più morbida spalla del nipote e strinse con vigore.
“Con la guerra che è in corso abbiamo bisogno di soldati come te: obbedienti, intelligenti e capaci. Me ne compiaccio, nipote”.
Queste parole furono, seppur pronunciate in maniera più simile a quella di un maestro istruttore che rincuora le sue truppe che a quella di un parente, non prive di una nota di affetto.

Una nota che in quel momento rese Tanaka il bambino più felice del mondo…

 ******

“Attento Tanaka!”
Le riflessione del ragazzino vennero interrotte in maniera ancora più brusca e brutale che nella volta precedente: un ninja nemico, probabilmente un genin vista la sua giovane età, si era lanciato contro i due armato di due wakizashi.
“Non vi hanno insegnato che non è mai bene distrarsi durante una lotta, miserabili mocciosi?” Li schernì crudelmente agitando le armi in maniera rozza e piuttosto goffa.
I due giovani guerrieri, nonostante la loro giovanissima età, avevano entrambi sviluppato un istinto da combattente efficientissimo, tanto che non solo evitarono gli imprecisi fendenti del nemico con grazia e naturalezza, ma approfittarono della perdita di equilibrio del nemico per estrarre due kunai e lanciarli diretti alla gola.
I due colpi, precisissimi, centrano il bersaglio trafiggendogli la giugulare e facendo cadere a terra morto.
Un’altra volta lo sguardo del bambino castano dovette dunque posarsi su una vita spezzata per mano e sua, e un’altra volta dovette mirare un cadavere.
L’orrore in lui stavolta fu così forte da provocargli quasi un conato di vomito: era la seconda vittima in soli cinque minuti. Quante altre avrebbe dovuto uccidere in questa guerra? Quante altre vite avrebbe dovuto spezzare per poter salvare la propria? E forse sarebbe arrivato il momento in cui non gliene sarebbe importato più nulla; il momento in cui trucidare nemici sarebbe divenuto naturale come respirare.
Non era questa la via dello shinobi? Non era diventare un guerriero ciò che aveva sempre sognato, per proteggere il suo Villaggio e rendere suo nonno fiero di lui? Eppure tutto questo lo faceva rabbrividire sin dal profondo.
Meccanicamente, quasi senza rendersene conto, compì il lavoro a cui era stato addestrato, ovvero ricomporre il Palmo Mistico e curare la ferita del compagno.
Itachi, intuitivo come sempre, si accorse di questo scoramento e provò a chiederne all’amico la causa.
“Tanaka… cosa ti succede? Cosa ti succede?”
Gli occhi tremanti e gonfi di pianto per la prima volta provocarono in Itachi una vera e propria inquietudine.
“Itachi… stiamo diventando delle persone cattive?”
Queste piccole voci sommesse di bimbi vennero però sommesse da quelle più impetuose e ben più ebbre di gloria degli adulti. Con somma gioia i due videro che queste voci appartenevano ai loro maestri e compagni.
Dall’alto di una formazione rocciosa a forma di zoccoli, un rumore sommesso portò tutti gli sguardi a dirigersi verso di essa, sia quelli quasi invasati dal successo dei ninja di Konoha che quelli pieni di terrori degli shinobi di Iwa.
Hiruzen Sarutobi, lo Shinobi no Kami*, un uomo vecchio e piccolo ma la cui potenza e fama erano grandi e temute come le montagne, presidiava in piena panoplia di guerra la zona più alta.
Nonostante la maestà di quest’apparizione, ai due bambini l’uomo sembrò solo un signore di mezza età distrutto dal dolore di una guerra inutile. Un signore da cui partì un urlo liberatorio, ma anche offuscato da ombre di amarezza e rimpianto.
“Abbiamo vinto!”
La vittoria apparteneva ai ninja di Konoha, e forse con la conquista del Villaggio dell' Erba la guerra stessa avrebbe avuto fine.
“Abbiamo vinto…” Ripeté in uno stato di semi-trance Itachi come se fosse un brutto scherzo o un bel sogno, e non la realtà.
“Abbiamo vinto…” Gli fece eco l’altro ragazzo anch’egli quasi in uno stato catatonico.
Il rossore dei loro occhi e delle loro guance indicava però un’emozione in loro fortissima, un fiume in piena che a stento non evita di straripare e inondare tutto.
E l’emozione esplose in Tanaka in un pianto liberatorio.
“Itachi-kun.. non dovremo più uccidere…. non dovremo più essere cattivi…”
L’amico non disse nulla, ma rimase in silenzio con i suoi occhi neri come il corvo a contemplare il campo di battaglia ora non più echeggiante di esplosioni e urla di morenti.
 Entrambi, in segreto, cullavano il sogno di avere una vita normale. Una vita che non richiedesse uccidere e massacrare.
Una vita in cui riuscissero entrambi a recuperare la loro innocenza.
 
 

*************

 
 
Angolo dell’autore: Mea maxima culpa,  per i pochi che hanno già letto, ho fatto un casino con l'HTML. Eccovi quindi la versione intera e corretta. Chiedo ancora scusa per lo scempio che mi è uscito prima.
Ecco lo spin-off che vi ho promesso per quei pochi che avessero visto l’ultimo capitolo della mia fiction Naruto Shippuden: Renegade.
Ovviamente lo stile sarà moto diverso, meno concitato e  il ritmo sarà parecchio più lento, ma voglio provare a cimentarmi in un lavoro più diverso.
Potrebbero esserci rischi di Ooc e di Mary Sue, ma farò tutto ciò che in mio potere per evitare ciò.
In quanto alla toponomastica del mondo di Naruto e agli eventi, cercherò di attenermi il più possibile al canon e di non stravolgere nulla, ma considerati i miei problemi di connessione  potrei sgarrare su alcune informazioni.
Ad ogni modo, ringrazio in anticipo tutti coloro che vogliano dare un’occhiata a questo mio lavoro e soprattutto a tutti quelli che vogliano recensirlo.
*: Shinobi no Kami: dio degli shinobi.

  
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