Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: ArashiStorm    29/08/2011    0 recensioni
Un desiderio per tessere pochi fili di felicità in una fitta trama di sfortuna. [Un tentativo di spiegare un particolare importante che nel manga viene solo accennato. SPOILER per la serie Rou!!!]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Himawari Kunogi , Kimihiro Watanuki , Nuovo personaggio, Shizuka Dômeki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Avevo pronta questa fic da mesi ma aspettavo che la sua "amica" Closing Time creata da [info]shu_maat venisse anch'essa postata.
Fic scritta per una sfida interna tra me, Shu e Harriet sul perchè, come e con chi si è spostata Himawari?
Eccovi la mia versione, spero vi piaccia^^

Titolo: Felicità nella sfortuna
Rating: per tutti
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Parole: 2906
Spoiler: dal volume 10 in poi più tutta la serie Rou.
Riassunto: un desiderio per tessere pochi fili di felicità in una fitta trama di sfortuna. [Un tentativo di spiegare il matrimonio di Himawari]



“Un cliente” la parole uscirono lievi e calme dalle labbra di Watanuki in opposizione alla frenesia con cui le due bambine senz’anima si precipitarono verso l’ingresso per accogliere il nuovo venuto.

Era un uomo alto, ma non particolarmente robusto. Di certo Doumeki a confronto aveva un aspetto più virile. Era vestito con abiti semplici ma ben curati, così come la mani, con dita lunghe come quelle di un pianista.

Maru e Moro lo accolsero come da protocollo e lo fecero accomodare nella sale delle udienze dove Watanuki già si era seduto in attesa.

L’uomo entrò e subito inchinò la testa in rispetto al Mago che ricambiò indicando al tempo stesso la sedia posta dall’altro lato del piccolo tavolino.

“Maru , Moro, portate del tè, perché il nostro ospite non apprezza molto gli alcolici”

L’esattezza della frase sorprese l’uomo fermandone i passi al centro della stanza.

“La prego non abbia timore, prego si sieda” continuò Watanuki indicando nuovamente la sedia accompagnando le sue parole con un sorriso benevolo.

L’uomo si inchinò nuovamente e prese posto dove gli era stato indicato.

“Se lei è qui significa che ha un desiderio, la prego, mi dica…”

“In effetti – cominciò – sono qui perché vorrei che lei aiutasse una ragazza di mia conoscenza. Vede conosco questa ragazza da qualche tempo, ma non penso mi sia concesso considerarla mia amica poiché lei cerca in tutti i modi di tenermi a distanza…anzi cerca di tenere praticamente tutti a distanza. L’ho incontrata ad un corso di pianoforte e qualche volta, dopo le lezioni, ci siamo ritrovati a chiacchierare del più e del meno...”

Watanuki ascoltava attentamente senza distogliere gli occhi dal cliente di fronte a sé. Teneva la testa un poco reclinata in basso, i capelli neri gli oscuravano leggermente la fronte senza però coprire i due grandi occhi marroni. Occhi solari, pieni di vita ma che il quel momento erano velati da una sottile eppure consistente patina di preoccupazione. Watanuki la colse subito perché riconosceva in quello sguardo lo stesso che spesso ricordava di aver visto allo specchio. Si, in effetti, quest’uomo, per certi versi gli ricordava il se stesso di una volta.

“è una ragazza molto bella. E non parlo solo di bellezza esteriore, certo, quella è innegabile. È snella, con delle proporzioni quasi perfette, un volto che pare dipinto da un artista.Una nuvola di lunghi capelli neri e ricci le circondano il viso. Grandi occhi verdi che sembrano tenere dentro di loro la luce e delle labbra rosa sempre piegate in un sorriso che alle volte, odio doverlo dire, mi sembra finto e tremendamente doloroso…”

Watanuki sbarrò gli occhi prima di prendere la parola per continuare la descrizione iniziata dall’uomo dall’altra parte del tavolino.

“…e sulla sua spalla è sempre presente un piccolo uccellino giallo come un tarassaco…”

e fu la volta dell’uomo a rimanere sorpreso sbarrando gli occhi a sua volta.

“lei..la conosce ?” chiese.


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“Kunogi?”

“Già… è riuscito a sorprendermi… ho ancora molto da imparare su questo lavoro”

Calò il silenzio tra i due e Doumeki colse il momento di pausa del racconto per riempire ad entrambi un altro bicchiere di sakè.

“In effetti mi aveva accennato che aveva conosciuto un ragazzo simpatico e bravissimo al pianoforte” commentò poi.

“Deve essere lui, si” constatò Watanuki prendendo il bicchiere che gli veniva offerto.

“Beh qual era il desiderio? L’hai esaudito?”

“Non proprio. Purtroppo era un desiderio che non è mi è possibile esaudire, anzi nemmeno Yuuko-san avrebbe potuto farlo…”

“Come fai ad esserne sicuro?” chiese l’amico svuotando il bicchiere e appoggiandolo sul legno del portico su cui erano seduti.

“È molto semplice – spiegò il giovane Mago guardando con occhi malinconici i movimenti lenti del liquido nel bicchiere – perché era un desiderio che io stesso chiesi di realizzare a Yuuko-san…”

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“Quindi lei è…Watanuki-san, dico bene?”

Il Mago non rispose a parole limitandosi ad un sorriso esplicativo.

“Allora, allora – l’uomo si alzò in piedi quasi rovesciando il tè appena posto sulla tavola – lei può capirmi, lei sa che Kunogi-san …”

“La prego…” disse Watanuki alzando una mano con grazia cercando di calmare la foga del cliente.

“Mi perdoni – si scusò subito l’altro tornando a sedere – è solo che… vede…”

“Mi stupisco molto nel constatare che lei conosca il segreto di Himawari-chan…”

“…in realtà non posso dire di conoscere nei dettagli quale sia la maledizione, o cosa altro sia, che l’affligge, ma è successo una volta – disse alzando la manica della camicia e mostrando al Mago una grossa cicatrice di quel che sembrava essere stato un taglio parecchio profondo – Vede, questa cicatrice me la sono procurata con il vetro di una finestra della biblioteca. Dovevo prendere un libro che era posto in uno scaffale piuttosto in alto e quindi ho preso la scaletta che è in dotazione in tutte le biblioteche. La stessa scaletta che pochi istanti prima era stata usata anche da Kunogi-san, cosa a cui io, li per li, non feci particolare attenzione. Sta di fatto che la scaletta si ruppe, io persi l’equilibrio e cadendo andai a sbattere contro la finestra che si infranse e uno dei pezzi di vetro mi si conficcò nel braccio. Fortunatamente non caddi al di fuori ma quel pezzo di vetro riuscì a conficcarsi talmente in profondità da lesionarmi i nervi quindi ancor oggi non ho recuperano pienamente l’uso della mano sinistra. In realtà non è nulla che mi impedisca di vivere, lavorare e fare tutte le cose quotidiane, ma ho dovuto rinunciare al mio sogno di diventare un pianista…”

Watanuki continuò ad ascoltare senza interrompere il racconto dell’uomo mentre nella sua testa si susseguivano i ricordi dei tanti avvertimenti di Yuuko-san in merito alla natura della dolce Himawari.

“Poi, quando Kunogi-san venne a saperlo venne in ospedale e mi chiese scusa piangendo. Io non capivo e le dissi che non aveva nulla di cui scusarsi, ma lei non si calmò finché tra le lacrime non le scapparono questa parole ‘è tutta colpa mia, sono io che porto sfortuna a tutti coloro che hanno a che fare con me. Perdonami perdonami’…Ricordo quelle parole come se fosse ieri. Dopodiché uscì dalla mia stanza ancora piangendo e io non potei far nulla anche se volevo tremendamente correrle dietro e tranquillizzarla. Quando uscii dall’ospedale cominciai a riflettere su quanto mi aveva detto e cominciai a notare, per quanto la cosa fosse incredibile, che attorno a lei accadevano sempre incidenti più o meno gravi. E quindi ora sono convinto che su di lei debba gravare un qualcosa come una maledizione, per questo sono qui. Voglio che lei tolga da Kunogi-san questo peso che sono sicuro la stia distruggendo interiormente. La prego…”

Mai Watanuki nella sua pur ancora breve carriera di proprietario del negozio si era sentito tanto vicino alle ragioni di un cliente. In fondo quest’uomo stavo chiedendo un desiderio che anche lui stesso avrebbe tanto, tanto, voluto esaudire, però…

“Mi dispiace molto. La capisco benissimo e se potessi fare qualcosa le assicuro lo avrei già fatto. Io stesso sarei pronto a pagarne il prezzo, ma purtroppo non è possibile…”

“Non…è possibile!? Non è forse questo il negozio che esaudisce i desideri?” – si spazientì l’uomo alzandosi in piedi nuovamente sbattendo le mani sul tavolo. – mi era stato detto che qualsiasi desiderio sarebbe potuto essere esaudito per il giusto prezzo!!”

Watanuki non si scompose, non era la prima volta che un suo cliente si infuriava per qualche motivo.

“Ed è proprio così…solo che il giusto prezzo in questo caso sarebbe un prezzo che né io né lei potremmo mai pagare”

“Me lo dica, sono pronto a dare la mia vita per lei. Qualsiasi sia il prezzo io…”

“Il prezzo è la felicità di Himawari-chan. E se lei le vuole bene anche solo un decimo di quanto gliene voglio io penso che capisca che…”

Non servì che il Mago finisse la frase. L’uomo sgranò gli occhi e ripiombò sulla sedia senza forze pienamente consapevole, ora, delle parole di Watanuki. Per quanto volesse esaudire quel desiderio non avrebbe mai potuto privare Himawari della sua felicità.

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“Insomma questo tizio è innamorato di Kunogi?”

“Direi che è palese. Se perfino un insensibile come te se ne è reso conto”

“Io non sono insensibile” decretò Doumeki con una punta di stizza svuotando anche l’ultimo bicchiere di sakè.

“Vado a prenderne ancora” disse poi alzandosi lasciando il Mago solo per qualche minuto.

“lo so benissimo, stupido… – commentò con filo di voce l’eterno ragazzo aspirando una boccata di fumo dalla lunga e elaborata pipa rossa che teneva in mano – lo so meglio di chiunque altro…”

Quando Doumeki tornò con un'altra razione di sakè Watanuki riprese il racconto.

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Passò un periodo che sembrava interminabile. Il tè nelle tazze era già freddo da parecchio tempo ma Watanuki non si mosse e non chiese al suo cliente di andarsene. Entrambi erano semplicemente li, seduti nel silenzio rotto solo da un ticchettio dell’orologio sulla parete.

“…e se – cominciò l’uomo all’improvviso – se cambiassi il desiderio chiedendole di rendermi immune alla sua maledizione? In questo modo Kunogi-san non avrebbe più paura di potermi far del male e potremmo tornare a chiacchierare come una volta e forse, chissà, diventare amici. Io farei di tutto per esserle almeno un po’ di supporto…”

Watanuki quasi si commosse a quelle parole…per un attimo, davvero, gli sembrò di guardarsi allo specchio. Quell’uomo amava Himawari-chan almeno quanto lui, ed era davvero pronto a qualsiasi cosa per poter donare alla ragazza un po’ di felicità. Forse avrebbe potuto pagare il prezzo per quel desiderio…

“Questo è un desiderio realizzabile, sempre che lei acconsenta a pagare il giusto prezzo…”

“Qualsiasi cosa!” proclamò lui con ferma decisione.

“Aspetti a dire queste parole…” tentò di avvertirlo il proprietario del negozio.

“Qualsiasi cosa!” proclamò ancora alzando leggermente il tono di voce.

Watanuki sorrise.

“Il prezzo che dovrà pagare sarà lo stesso destino che ora grava sulle spalle di Himawari-chan. Diventerà immune alla sua influenza negativa, ma al tempo stesso anche lei influirà negativamente sulle altre persone così come Himawari-chan ora.”

L’uomo non rispose subito, sembrò rifletterci un po’ finché chiese:

“Accentando influirei negativamente anche su Kunogi-san?”

“No, tra voi non vi sarà alcun problema di negatività”

“Allora accetto! Sono pronto a condividere il suo destino se questo mi permetterà di starle accanto e poterle essere di conforto”

Watanuki chiuse gli occhi qualche secondo per poi riaprirli e pronunciare la fatidica frase di stipula del contratto.

“Che il suo desiderio venga esaudito!”


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“Quindi hai davvero esaudito quel desiderio?”

“Certo, è il mio lavoro! Spero che non se ne penta e che Himawari-chan possa accettarlo come amico”

“Trattandosi di Kunogi sono sicuro che sarà felice di avere un nuovo vero amico con cui confidarsi…”

“Lo spero davvero…come spero che lui non la tradisca come ho fatto io…”

“Tu non l’hai tradita. Kunogi non l’ha mai pensato…”

Watanuki sorrise tristemente ascoltando quelle parole, nel sentire con quanta sicurezza Doumeki le aveva pronunciate.

“Se è così Himawari-chan è troppo buona…”

“Watanuki…”
“Watanuki…”

Il discorso tra i due venne interrotto dalla voce di Maru e Moro che si presentarono sul portico con uno sguardo assonnato una reggendo il cuscino e l’altra tenendo Mokona per le orecchie.

“Maru, Moro, che succede?” chiese Watanuki posando la pipa.

“Maru e Moro hanno sonno” disse Maru.

“…sonno – ripeté Moro – Watanuki stanotte dorme con noi?”

“…dorme con noi?” le fece eco Maru.

Il Mago sorrise e si alzò in piedi.

“Certo, perché no? Si è fatto tardi in effetti. Tu che fai?” chiese poi rivolgendosi a Doumeki ancora seduto sul portico.

“Rimango ancora un po’ qui a bere”

“Ancora? Sei peggio di una spugna!”

“Mokona rimane a fare compagnia!” urlò felice il manju nero liberandosi dalla stretta di Moro.

“Ouh!” acconsentì Doumeki.

“Siete entrambi senza fondo! – commentò Watanuki – ci vendiamo domattina!” concluse poi allontanandosi con le due bambine aggrappate al suo kimono.

“Non dimenticarti i pancake per colazione” gli ricordò l’altro prima di vederlo sparire dietro l’angolo. Cosa che non gli impedì comunque di sentire la sua risposta.

“Mangiapane a tradimento!”

Doumeki sorrise costatando che, fortunatamente certe cose non erano cambiate e pregando che mai lo potessero essere.

#####


Passarono parecchi mesi da quella sera finché un 31 marzo, come tante altre sere, i due si ritrovarono ancora una volta sul portico a bere e a guardare insieme la luna piena in cielo assaporando dopo un freddo inverno il tepore di una serata d’inizio di primavera.

“E così domani si sposa eh?”

“Già, dopo la cerimonia mi ha fatto promettere di portarla qui. Ha scelto il primo aprile come data delle nozze proprio per quello.”

“Capisco…preparerò una chiffon cake alle fragole allora”

“Ricordati di preparare anche qualcosa di non alcolico da bere. Suo marito non regge l’alcool, come te qualche anno fa..”

“Aahah Mi assomiglia davvero eh”

“Se lo sposa è anche per quello…” commentò Doumeki dopo alcuni secondi di silenzio.

Watanuki non rispose, riportò la lunga pipa alle labbra prendendo una boccata di fumo e rilasciandolo poi concentrando il suo sguardo sulle linee sinuose del fumo che si dissolvevano nell’aria.

“Spero che il mio regalo possa piacere ad entrambi”

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Il giorno successivo Himawari entrò nel giardino del negozio raggiante come non mai. Vestita completamente di bianco, in un abito di fattura occidentale con un lungo velo che partiva dall’acconciatura dei suoi lunghi capelli raccolti elegantemente sulla testa. Attorno a lei Tanpopo svolazzava cinguettando felice.

“Sei bellissima Himawari-chan!” e Watanuki non poteva essere più sincero di quella volta. Himawari gli era sempre piaciuta, aveva sempre visto in lei una bella ragazza, ma ora, vestita da sposa e con la felicità che le illuminava gli occhi era davvero davvero bellissima.

“Grazie Watanuki-kun” disse la ragazza aspettando che Doumeki si avvicinasse al Mago prima di prendergli le mani tra le sue.

“Watanuki-kun, voglio che tu sappia che sono felice davvero. E che amo mio marito ma voglio un mondo di bene anche a te e anche a Doumeki-kun. Se non ci foste stati voi, io, io…”

“Ahah Non piangere Himawari-chan” le disse lo Stregone sorridendo.

“Finirai per rovinarti il trucco” le fece notare invece Doumeki porgendole un fazzoletto.

Dietro di loro il neo-marito sorrideva quasi sentendosi però estraneo a quel quadro di amicizia sincera che vedeva descriversi davanti a lui.

Fu Watanuki a chiamarlo e a pregarlo di avvicinarsi e ad andare tutti insieme nel giardino dove una chiffon cake gigante alle fragole attendeva di essere gustata.

“Prima della torta però vorrei che i due sposi si prendessero per mano e qui davanti a me e chiudessero gli occhi per un momento. Vorrei potervi donare qualcosa come regalo di nozze.”

“Oh no Watanuki-kun non devi…”

“Infatti Himawari ha ragione. Watanuki-san, lei ha già fatto tanto per noi e…”

“Vorrei insistere” disse prendendo le mani di entrambi e intrecciandole insieme.

I due chiusero gli occhi mentre il Mago si apprestava a elargire il suo incantato regalo.

Nessuna parola, nessuna formula arcaica, solo delicato vento di luce arrivato dal nulla ad avvolgere i due sposi. Fu una cosa rapida e pochi attimi dopo Watanuki staccò le mani da quelle dei due innamorati permettendo loro di aprire nuovamente gli occhi.

Doumeki aveva osservato tutto con molta attenzione e non gli era sfuggito l’affaticamento che i suoi occhi allenati potavano scorgere nei lineamenti del potente amico. Non disse nulla comunque perché lo sguardo rapido che Watanuki gli lanciò poco dopo gli fece capire che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Questo non lo fermò in ogni caso dall’avvicinarsi a lui mentre egli spiegava il significato del suo dono.

“Ascoltatemi – disse – ho fatto in modo che la vostra maledizione possa essere leggermente attenuata fino a ché voi starete insieme quindi promettetemi che continuerete a volervi bene così come oggi per sempre”

“Watanuki-kun!”

“Watanuki-san!”

Himawari non riuscì più a trattenersi e notando che Doumeki era abbastanza vicino da poter diminuire ulteriormente la sua influenza negativa si buttò letteralmente al collo di Watanuki abbracciandolo come mai prima d’ora.

“Grazie Grazie Grazie Grazie” continuò a dire come fosse un mantra mentre dietro di lei suo marito le faceva eco con le stesse parole.

Watanuki si sorprese leggermente ma lasciò che la ragazza si sfogasse come voleva. In fondo potevano vedersi solo una volta l’anno e anche lui era contento di vederla tanto felice.

Quando finalmente tra le lacrime di felicità Himawari si staccò dal Mago, fu Doumeki a prendere la parola:

“Direi che è il momento di mangiare la torta”

“Quanta fretta, pozzo senza fondo!” si irritò Watanuki tenendo ancora le mani dell’amica che sorrise a quella reazione.

“Ahh quanto tempo. Avevo nostalgia delle vostre scenette comiche”

“Himawari-chaaan!” piagnucolò il giovane mentre la ragazza ancora ridendo si dirigeva verso Doumeki e verso la torta posta sul tavolo.

Watanuki la lasciò andare e quando il neo-sposo si avvicinò a lui per ringraziarlo nuovamente, lo guardò con affetto.

“I tuoi desideri sono stati esauditi e oggi sarà l’ultimo giorno in cui potrai entrare in questo negozio. Noi non ci vedremo più quindi, mi raccomando, ti affido Himawari-chan!”

“Certo! So bene che soltanto Himawari potrà venire qui ogni primo di aprile. Non si deve preoccupare, farò di tutto per renderla felice” ripose lui con la stessa convinzione con cui aveva chiesto che il suo desiderio venisse esaudito molti mesi prima. E con un ultimo inchino si allontanò raggiungendo la sua sposa e la torta che aspettava di essere tagliata da entrambi.

Dopo il taglio della torta Doumeki si avvicinò a Watanuki porgendogli una fetta di chiffon cake.

“Sarà felice” disse poco dopo sedendo accanto al Mago.

Watanuki annuì.

“Si, sarà felice!”
  
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